lunedì 6 aprile 2020

Cenni circa l'opposizione alla Grande guerra in provincia di Porto Maurizio


Un'immagine d'epoca di Porto Maurizio

[...] L'avvicinarsi della guerra determina nel Ponente ligure crescente tensione a causa della prossimità territoriale con la Francia. Il primo effetto che il conflitto sortisce in zona è costituito da un'ondata di rimpatri spontanei di emigranti italiani che affollano la stazione di Ventimiglia. La frontiera è permeabile e si tramuta in un'occasione ora di rientro, ora di fuga: ventuno richiamati della classe 1891 sono infatti arrestati mentre - passaporto alterato alla mano - tentano di passare il confine per sfuggire all'arruolamento. 

Subiscono conseguenze anche gli istituti di credito locali, i cui sportelli sono presi d'assalto dai contribuenti che reclamano il proprio denaro.
Un ulteriore prodotto dell'approssimarsi del conflitto è un aumento istantaneo del prezzo del pane.
Lo scoppio della Prima guerra mondiale e la conseguente dichiarazione di neutralità dell'Italia scatenano infine per l'allora Provincia di Porto Maurizio numerose preoccupazioni legate soprattutto all'esportazione.
[...]
I timori della Camera di commercio sono pertanto indicativi del danno potenziale che le contingenze internazionali possono arrecare all'economia del Ponente: Siamo in pace con tutto il mondo - non è a contare l'esercizio brillantissimo di tattica militare che le nostre valorose truppe esplicano giornalmente contro i ribelli in Cirenaica.  
La guerra però che si combatte in Europa, agisce come risacca nella vita economica del nostro Paese. 
È  tempo di avvisare a provvedimenti che non fermino le nostre industrie, arenino i commerci - anzi l'Italia deve trarre, anche colla sua marina mercantile, il maggior profitto della sua posizione di potenza neutrale 

[...]  Gli abitanti di Porto Maurizio ed Oneglia, a prescindere dall'appartenenza politica o dalla suggestione ricevuta dagli esponenti neutralisti, si mostrano nel complesso sfavorevoli all'intervento armato, soprattutto per le ricadute economiche che da esso deriverebbero [...]  

Concorre alla definizione di un'autocoscienza non interventista delle masse cittadine la conferenza  pubblica del deputato belga Giorgio Lorand ospitata al teatro Cavour di Porto Maurizio il 29 novembre del 1914.
L'affollatissima riunione conta fino a 2000 persone e vede il parlamentare denunciare i crimini perpetuati dai tedeschi nel Belgio neutrale.
L'appello finale è rivolto agli italiani affinché rimangano fuori della contesa armata o, ancor meglio, entrino in guerra contro gli Imperi centrali.
La cittadinanza vive dunque un momento di alta partecipazione, celebrato dall'esecuzione in teatro dell'inno nazionale del Belgio e dalla presenza di numerosi vessilli dei due paesi.
La conferenza termina con la ottoscrizione di aiuti economici a favore dei profughi belgi.
La visita di Lorand rappresenta in questo senso un momento centrale nel processo di maturazione del dibattito interventista [...] 

Nei primi mesi dell'anno 1915, tuttavia, la regia politica della protesta è ancora evidente agli occhi del prefetto Pesce, che in un telegramma diretto al Ministero dell'interno sottolinea come la direzione socialista locale stia tentando di uniformarsi alle disposizioni centrali, mettendo in campo una certa attività di propaganda contro la guerra, sostenendo la necessità per l'Italia nell'interesse del proletariato di non intervenire nell'attuale conflagrazione europea.

Si inserisce in questo contesto un piccolo tour propagandistico ad opera di Donzella e Gaglietto, i quali il 10 gennaio del 1915 si recano in diversi paesi dell'estremo ponente per diffondere l'idea della lotta alla mobilitazione armata. Con scarsa partecipazione di pubblico, i comizi raggiungeranno Bordighera, Soldano, San Biagio della Cima, Vallecrosia, Vallebona e Sasso. Ugualmente timida l'adesione a Poggio di Sanremo, Dolceacqua e Seborga.

Maggiore scalpore suscitano le conferenze dell'onorevole socialista Enrico Dugoni tenute ad Oneglia il 22 gennaio e a Sanremo il giorno successivo
[...] La seconda conferenza di Dugoni è invece ostacolata dai seguaci di Raimondo, che più volte impediscono all'oratore di esprimersi.
Questi ultimi organizzano un improvvisato contro-dibattito in cui le divisioni partitiche hanno la meglio sulle questioni neutraliste.

Chiude il lungo gennaio della contestazione un ciclo di appuntamenti a Porto Maurizio, Oneglia e nei borghi limitrofi, a riprova di una rete della protesta che è in questa fase organizzata su base provinciale, con pochi oratori cha a turno espongono le loro idee in diversi conte sti. Mario Donzetta e Andrea Bedini il 30 gennaio sono a Porto Maurizio per sostenere la tesi della neutralità assoluta e il dovere del proletariato di opporsi al conflitto in quanto foriero di rovina e miseria.
Il giorno successivo i socialisti sanremesi Andrea Carbone, Dino Taggiasco, Guglielmo Sacco e Gaspare Amoretti dichiarano la propria avversione alla guerra a Lingueglietta, Cipressa, Riva Ligure e Bussana.

Interessante l'appassionato discorso contro la guerra di un contadino di Civezza, Francesco Saglietto, che il 7 febbraio del 1915 si rivolge a uomini, donne e ragazzi del posto in un comizio improvvisato.
Quello stesso giorno la protesta torna ad accendersi ad Oneglia: nel teatro Umberto I, alla presenza di circa ottocento persone, si tiene la pubblica conferenza di Francesco Misiano sul tema Le ragioni socialiste della neutralità [...]   
Il comizio verte sulla contrarietà ad ogni ordine di spesa militare e si svolge senza incidenti, fatta eccezione per qualche vivace scambio d'invettive tra il relatore ed un gruppo di nazionalisti.
Riferisce sulla conferenza il giornale socialista La Lima, che esalta l'oratore per il suo eloquio così facile e persuasivo, dalla logica serrata, dagl'impeti così elettrizzanti mentre minimizza il ruolo dei quattro pagliaccetti nazionalisti che hanno tentato l'azione disturbatrice.
[...]
Fin qui defilato dalla propaganda attiva nell'onegliese, Giacinto Menotti Serrati torna nella sua città natale in febbraio e con l'occasione tiene due comizi: il 21 è atteso da oltre un migliaio di persone ad Oneglia per parlare di neutralità; il 26 replica a Porto Maurizio, in piazza della Posta [...]
L'opposizione al conflitto vede finalmente attivi anche i cattolici, i quali organizzano per il 14 marzo una funzione religiosa Pro Pace al santuario di Santa Croce del Monte Calvario che sovrasta una collina adiacente Porto Maurizio.
L'iniziativa è promossa dalla Confraternita della S.S. Trinità e si articola in una processione intorno al colle, seguita dalla messa solenne in una gremita piazza del Santuario.
Celebra il reverendo arciprete Osanna Tomasso, parroco della frazione di Cantalupo, il quale deplora gli orrori del conflitto ed esalta le opere della pace.
Il dato interessante è la partecipazione alla funzione del Circolo socialista locale, a riprova di una comunione d'intenti sovrapartitica.
Tale adesione è comunque criticata dallo scrittore Giovanni Boine, all'epoca bibliotecario a Porto Maurizio: in un articolo comparso sul giornale satirico "La Tiratina" del 20 marzo, il poeta si rivolge ai suoi concittadini con tono sar­ castico, affermando che «se la guerra ha da venire non c'è cristo che tenga».

Le disposizioni date ai prefetti del febbraio 1915 inibiscono le manifestazioni di piazza pro e contro la guerra [...] 

a scatenare quella che di fatto è la prima grande manifestazione di piazza contro la guerra delle popolazione  è un altro provvedimento del Governo che impone la produzione di un pane unico in quantità e qualità predefinite. [...] Per due giorni dal 25 al 26 marzo [1915] la folla presidia il municipio, fa la posta alle case dei personaggi politici più importanti e soprattutto blocca l'accesso ai molini [...]

Ad aprile si registra una dimostrazione interventista anch'essa dal carattere semi-spontaneo. Ad animarla sono gli allievi delle Scuole tecniche di Porto Maurizio che in occasione del Natale di Roma del 21 aprile 1915 sfilano per le vie della città ed inneggiano alla guerra. Entrati in contatto con un gruppo di socialisti, prima provano a fronteggiarli, poi si danno alla fuga  [...]

Si comincia con la Festa dei lavoratori, la quale fornisce il pretesto naturale per un'aggregazione dei socialisti. Sin dal mattino gli operai si impadroniscono di piazza Doria ad Oneglia e di lì sfilano per le vie della città in un corteo che vede in prima fila i loro figli.
L'intento è quello di mostrare la bellezza e l'innocenza di quella gioventù insidiata dalla guerra.
Una tessera commemorativa offerta ai manifestanti richiama l'allegoria del Sole del 1° maggio eclissato da una Morte alata i cui artigli brandiscono un teschio di soldato [...]
... Il sole del Primo Maggio non splende quest'anno in pieno, proiettando i raggi della sua chiara luce per ogni dove. È oscurato dall'ala della morte. L'eclisse parziale della guerra devastatrice offusca il nostro bel sole augurale. Ma passerà! I raggi avranno ragione della tenebra, l'aquila nera che cova sotto l'ali il teschio macabro della morte sarà dispersa, fugata per sempre; l'eclisse di quest'anno rimarrà un triste ricordo! [L'eclisse, 24 aprile 1915]
[...]
I neutralisti scendono in piazza ancora una volta in quelle che sono al contempo le ultime e le più grandiose manifestazioni di rifiuto della guerra nell'imperiese.
Si comincia il 7 maggio 1915, quando la partenza di alcuni richiamati dalla stazione ferroviaria di Oneglia fornisce il pretesto per l'organizzazione del dissidio da parte dei maggiori esponenti del Partito socialista e dalla Camera del lavoro. [...] I dimostranti si ritrovano al grido di "Abbasso la guerra, Viva la Rivoluzione" in piazza Doria, sede della Camera del lavoro. Proprio da un balcone della stessa iniziano a piovere oggetti di vario tipo, persino padelle.
La folla incalza i militari intervenuti colpendoli con pugni e sassi, costringendoli alla fuga.
Si forma un imponennte corteo che inizia a percorrere le vie della città.
Vengono percossi due interventisti, uno studente ed un orefice: avevano urlato «Viva la guerra» al passaggio dei dimostranti.
Intanto iniziano le prime partenze dei soldati, fatti che «esasperavano maggiormente la folla stessa, la quale - eccitata dai discorsi dei più violenti - non sapeva tollerare come i richiamati partissero nonostante l'opposizione dei socialisti» [dal prefetto di Imperia al Min. dell'Interno, 13 maggio 1915].
La moltitudine furiosa si reca nuovamente in piazza Doria dove Nino Bruno, eretto sul poggiolo della sede locale della Camera del lavoro, invita il corteo a disperdersi e comunica la nuova tattica: la partenza sarà impedita il giorno successivo facendo occupare i binari da donne e bambini, mentre gli uomini avrebbero tentato di distruggere il materiale ferroviario.

[...]
8 maggio, giorno in cui circa un migliaio di persone, fra cui trecento donne, si raduna in piazza della stazione allo scopo d'impedire con la violenza il proseguimento del treno dei richiamati. L'intervento tempestivo di un folto contingente di militari ostacola la realizzazione del piano eversivo: i binari sono sgomberi e i soldati possono partire. Ma la folla insiste [...]

è la prima volta che le forze dell'ordine sono costrette a contenere con la violenza una protesta contro a guerra ad Oneglia. La folla reagisce con una fitta sassaiola e alla fine si contano tre feriti e diversi arresti, tra cui quello di Carlo Spalla accusato di resistenza verso le autorità e vilipendio dell'esercito. 
Si decide dunque per un ultimo disperato tentativo di opposizione all'intervento: il successivo lunedì 10 maggio quasi 3000 lavoratori onegliesi scendono in piazza: aderiscono anche i portuali guidati da Dulbecco [...] rimane gravemente coinvolto il già citato Giacomo Molle, nazionalista di trentuno anni che aveva inveito contro i dimostranti. Quando questi si erano avvicinati a lui con le peggiori intenzioni, Molle aveva tentato di estrarre una rivoltella, ma un militare l'aveva prontamente disarmato. Aveva provato dunque a fuggire per sottrarsi al linciaggio, ma fu raggiunto e percosso a sangue. Il tutto avvenne davanti agli occhi delle forze dell'ordine che, vedendo sopraggiungere il malcapitato verso il cordone di sicurezza da essi composto, decidono di non scioglierlo, decretando così la sua malasorte. La Lima, che di quella protesta dipinge un affresco epico, si trova comunque in difficoltà nel giustificare un simile atto [...] 

L'11 maggio, per esempio, il negoziante d'olio Antonio Giribaldi di Oneglia guida una spedizione punitiva nel vicino comune di San Lorenzo al Mare dove alcuni intervisti locali stanno pranzando [...] 

L'attività propagandistica de La Lima contro l'intervento vede infine la pubblicazione di un minaccioso inserto al numero settimanale del 19 maggio. L'opuscolo CONTRO LA GUERRA [...]

Le affermazioni al passato dell'autorità prefettizia [comunicazioni al Min. dell'Interno] non sono casuali: quel rapporto è datato 30 maggio [1915], la guerra è stata già dichiarata e il neutralismo ha fallito.
[...]


di Graziano Mamone in Guerra alla Grande Guerra. La galassia dissidente tra Basso Piemonte, Liguria di Ponente e Provenza. 1914-1918, Saluzzo, Fusta, 2016