mercoledì 28 ottobre 2020

La Ditta Kahnemann Ugo Esportazione Fiori Recisi, nata nel 1911 a Sanremo...


Nonno Saly piccolino che in braccio a suo padre sfuggiva a un «pogrom» verso l’Europa occidentale [...] Ugo, mio nonno, venne dimesso dal’Ospedale Militare di Torino, dove era finito a causa di una ferita durante la Grande Guerra [...]


Immediatamente dopo convolò a giuste nozze con Nonna Remigia.
Alla fine della guerra un’epidemia di Influenza Spagnola scosse violentemente, fino al dicembre del 1920, il Vecchio Continente e il Mondo Intero ancora provati dagli esiti del conflitto.
Per la mia famiglia inoltre si trattava di riprendersi dal cambiamento copernicano determinato dagli altri accadimenti che avevano sconvolto l’Europa
 
[...] La personale migrazione della mia famiglia paterna ha spinto degli ebrei aschenaziti a Berlino e poi verso Trieste dall’Est Europa e poi a Sanremo incontrando la stanzialissima famiglia Pesante. Almeno metà della mia famiglia materna è emigrata verso gli Stati Uniti [...]
 
Faccio una premessa: la Ditta Kahnemann Ugo Esportazione Fiori Recisi, nata nel 1911 a Sanremo, aveva esteso la sua attività in tutta Europa, spingendosi fino alla Russia degli Zar e all’Impero Austro-Ungarico, alla Germania e alla Svizzera e all’Olanda, con uno straordinario successo commerciale.
 
 
 
[...] giusto ricordare che, nei periodi di massimo splendore di questa realtà, il commerciante Kahnemann era riuscito a fare giungere i fiori persino in Russia, a San Pietroburgo, alla corte degli zar. Fu proprio per accontentare la passione dello zar Nicola II e della zarina Alexandra Fedorova che i fiori di Sanremo diventarono un must in tutto il vecchio continente e che il Mercato dei fiori di Sanremo divenne celebre in tutto il mondo. L’imballaggio curato dai cestai toscani era fatto di canne di bambù lavorate, foderati di carta di giornale e trucioli. Il contenuto floreale, posizionato a scaletta, veniva poi intervallato da pezzi di ghiaccio affondati nel muschio e giungeva a destinazione perfettamente conservati con questa sorta di cella primordiale. Il cosiddetto “treno dei fiori”, ben conosciuto dai vecchi sanremesi, attraversava tutta l’Europa, distribuendo il frutto della terra della riviera passando per Vienna e dividendosi poi per Brema, Amburgo e Copenaghen, Budapest e Praga, nonché Varsavia e San Pietroburgo.
VareseMese, n° 2, febbraio 2020
 
 
Il nonno, la cui famiglia si era stabilita per motivi di salute sulla Riviera di Ponente da Trieste, era nato nel 1888 e giovanissimo aveva intessuto una relazione lavorativa con la famiglia Cassano Pesante che coltivava rose e garofani  en plein aire  sulle dolci colline di Sanremo, Coldirodi e Ospedaletti, stimolato da sua madre Eugenia Forti, proveniente da una facoltosa famiglia di commercianti ebrei triestini, che gli aveva fornito il capitale iniziale per l’apertura dell’attività.
L’utilizzo delle serre aveva aumentato la produttività dei fiori in maniera esponenziale consentendo di sfruttare anche durante gli inverni più rigidi il terreno in maniera intensiva.
 
Le radici mitteleuropee e la conoscenza di lingue come il tedesco e l’inglese oltre ad alcune lingue slave avevano aperto l’est  Europa al sodalizio commerciale.
Quando gli occhi azzurri della graziosissima e minuta figlia di Francesco Pesante si erano incrociati con quelli esotici e scuri di Ugo si erano promessi per le nozze, come usava a quei tempi.
 
Come appare evidente, questo vento in poppa non sarebbe durato molto.
Neanche quattro anni e gli eventi avrebbero congelato tutte le attività di famiglia: una terribile guerra Mondiale, una Rivoluzione e un’epidemia biblica erano all’orizzonte e investirono la vita del giovane Ugo Kahnemann in aggiunta alla morte del bisnonno Saly nel 1917.
 
Comunque la guerra era finita e la promessa che i miei nonni si erano fatta venne mantenuta.
 

Durante il periodo della Spagnola nacque lo Zio Eugenio e la coltivazione dei fiori venne ripristinata appieno, mentre il Mondo si leccava le ferite di guerra e di pace.
 
Con il dicembre del 1920 anche la pandemia si arrestò: quindi io ce la vedo un’analogia tra questo e quel periodo e voglio marcare Rosh haShanà come il punto di partenza per una rinascita, come avvenne per Remigia e Ugo, che avrebbero visto nascere nel maggio del 1921 il loro secondogenito Francesco, mio papà.
 
Le famiglie Kahnemann, Pesante, Cassano in campagna nell'estate del 1928

E il 2 novembre del 1920, quasi a illuminare quel periodo così travagliato, venne al Mondo la mia dolcissima mamma [...]
 
[...] anni della Resistenza e rispolverare la vicenda del Partigiano “Nuccia” Eugenio Kahnemann e quella del suo fratello minore Francesco, mio papà. Erano scampati alla sorte di Nonno Ugo per via del sangue materno che impediva di annoverarli tra gli ebrei da eliminare [...] solo tra quelli da discriminare. Entrambi in tempi diversi aderirono alla Resistenza, ma nel 1944 Eugenio su incarico del CLN venne posto a capo della Missione Kahnemann, che, trascorso il plenilunio del 14 dicembre 1944, con due barche attraversò il confine italo-francese per consegnare la pianta di tutte le postazioni costiere tedesche e le coordinate delle principali fortificazioni alle forze franco-americane, accompagnato anche da due militari R.T. americani sfuggiti ai tedeschi nel nord Italia. E mio padre provò a traversare proprio dallo stesso passo della Morte [...]