Francesco Panizzi fu intendente per l'agricoltura ligure del Regno d'Italia e si occupò per una trentina d'anni di tutti gli aspetti naturalistici della regione, in particolare del ponente.
Scrisse una ventina di monografie d'uso pratico sulle principali coltivazioni della zona e svolse una attenta indagine sulle specie spontanee locali.
Realizzò anche un corposo erbario, che è servito a Bicknell per le sue pubblicazioni, anche se, dopo la sua morte, gli specimen erano stati gravemente deteriorati dagli insetti.
Altra sorte, per fortuna, è stata riservata alle tavole botaniche fotografiche realizzate in collaborazione con il fotografo Pietro Guidi di Sanremo (IM), ancora ben conservate ed in duplice copia presso la locale Biblioteca.
E' questa una delle prime realizzazioni in assoluto, a pochi anni dalla nascita della fotografia.
Scrisse una ventina di monografie d'uso pratico sulle principali coltivazioni della zona e svolse una attenta indagine sulle specie spontanee locali.
Realizzò anche un corposo erbario, che è servito a Bicknell per le sue pubblicazioni, anche se, dopo la sua morte, gli specimen erano stati gravemente deteriorati dagli insetti.
Altra sorte, per fortuna, è stata riservata alle tavole botaniche fotografiche realizzate in collaborazione con il fotografo Pietro Guidi di Sanremo (IM), ancora ben conservate ed in duplice copia presso la locale Biblioteca.
E' questa una delle prime realizzazioni in assoluto, a pochi anni dalla nascita della fotografia.
Panizzi fu, inoltre, membro dell’Accademia Leopoldina Carolina, dell’Union des Arts di Marsiglia, della Società di Farmacia di Torino.
Collaborò con uno dei più autorevoli scienziati del suo tempo, Filippo Parlatore, alla descrizione di molte specie vegetali liguri come la Moehringia frutescens riprodotta, a sinistra che fa parte delle 160 tavole fotografiche realizzate con Pietro Guidi nel 1870.
Collaborò con uno dei più autorevoli scienziati del suo tempo, Filippo Parlatore, alla descrizione di molte specie vegetali liguri come la Moehringia frutescens riprodotta, a sinistra che fa parte delle 160 tavole fotografiche realizzate con Pietro Guidi nel 1870.
Nei riordini sistematici più recenti, anche il Narcissus panizzianus, che in passato era considerata specie oggi viene denominato Narcissus papyraceus subspcies panizzianus (Parlatore) Arcangeli. E' il primo di questo genere di bulbose a fiorire.
Pietro Guidi, La strada nuova, 1870 (stampa all'albumina) |
Così si legge nelle pubblicità apparse sulle Guide turistiche di fine ottocento: "La flora di Sanremo in tavole fotografiche: "Opera degna di ogni encomio fecero i sigg. Cav. Francesco Panizzi d il fotografo Pietro Guidi coll'ordinare l'ingegno e le cure all'intento di fornire agli amatori e cultori della botanica, a grandi tratti delineata, la flora di Sanremo. Siffatto lavoro condotto con perizia ed accorgimento nella scelta degli esemplari, maestria e perfezione nella riproduzione fotografica, è tale da meritare sia conosciuto dovunque, e per l'aiuto della scienza imitato. E felice pensiero fu per fermo quello di affidare l'interprelazione e riproduzione di se stessa alla natura. Un importante servizio portò alla scienza la fotografia nelle tavole del Guidi, in cui si vedono rilevate nettamente le forme, spiccati i contorni, mantenuta la morbidezza e seguiti nelle loro volubili pose i soggetti, nelle loro stesse dimensioni naturali mantenuti; la qual cosa giova a formare la fisionomia in modo da potersi ricordare ogni qual volta occorrono agli occhi lungo una balza e fra le fiorite aiuole di un giardino. Sono le tavole del sig. Guidi uno specchio fedelissimo in cui la natura si riflette in tutta la pompa delle classifiche ed elette sue forme e circonfusa della stessa freschezza ed attrattiva onde va ricca nei liberi campi. Questo lavoro perciò, in cui la pratica attuazione consegue splendidamente al giusto il diritto della scienza, si raccomanda non poco a quanti hanno il pregio di dilettevoli studi di Flora, e conviene specialmente ai pubblici stabilimenti sia per l'utile proprio che ad incoraggiamento di quanti si sentissero eccitati a continuarne la prova.
È un prezioso presente fatto alla colonia forestiera, atto a rendere più proficue le escursioni di cui tanto si diletta, ed a guidarla a conoscere le principali ed interessanti specie del territorio, e le località in cui d'ordinario allineano. Noi, e quanti conoscono la sollecitudine paziente posta alla collezione, il disagio e le spese incontrate onde riuscire a quella perfezione a cui va condotta, vogliamo far voti perché la stessa trovi un'equa corrispondenza ed il meritato plauso in patria e fuori"....
Pietro Guidi, negli anni che vanno dal 1855 al 1880, gestì uno studio fotografico a Sanremo e compì delle vere e proprie campagne fotografiche nei dintorni della città spingendosi sino agli estremi della Costa Azzurra. Ebbe il merito di tramandarci, attraverso le splendide tavole botaniche tuttora conservate presso la Biblioteca di Sanremo molte specie vegetali ormai estinte e dimostrò nelle sue vedute, nei suoi ritratti ambientati, una particolare predilezione per il suggestivo immediato entroterra del ponente.
Oltre all’accennata collaborazione con il Prof. Panizzi, a Pietro Guidi si deve ritornare per attribuirgli anche il merito di aver esplorato con toni evidenti di originalità i primi aspetti dello specifico fotografico varcando di qualche passo la soglia dell’ indagine fotografica sociale che a partire dai primi anni del 1900, sino ai giorni nostri, è stata uno dei campi in cui il "terzo occhio" di molti autori ha avuto modo di rivelarsi.
Guidi lo fa, in modo forse ingenuo, ambientando nel proprio studio la realizzazione di una serie di indigeni mentre mimano il loro mestiere abituale; pescatori, lattai, contadini, filatrici …. recitano in modo realistico e fortemente comunicativo il loro quotidiano, nonostante l’improbabile precarietà dello sfondo.
Ci restituiscono sintomatici esempi di un periodo in cui anche l’editoria più aggiornata, nella quale l’iconografia è ancora delegata alla punta del bulino, si serve dei primi scatti fotografici come modello. Infatti nel lussuoso Die Riviera corredato dalle xilografie di Nestel si ritrovano le tracce delle immagini scattate da Pietro Guidi ai suoi figuranti.
Oltre all’accennata collaborazione con il Prof. Panizzi, a Pietro Guidi si deve ritornare per attribuirgli anche il merito di aver esplorato con toni evidenti di originalità i primi aspetti dello specifico fotografico varcando di qualche passo la soglia dell’ indagine fotografica sociale che a partire dai primi anni del 1900, sino ai giorni nostri, è stata uno dei campi in cui il "terzo occhio" di molti autori ha avuto modo di rivelarsi.
Guidi lo fa, in modo forse ingenuo, ambientando nel proprio studio la realizzazione di una serie di indigeni mentre mimano il loro mestiere abituale; pescatori, lattai, contadini, filatrici …. recitano in modo realistico e fortemente comunicativo il loro quotidiano, nonostante l’improbabile precarietà dello sfondo.
Ci restituiscono sintomatici esempi di un periodo in cui anche l’editoria più aggiornata, nella quale l’iconografia è ancora delegata alla punta del bulino, si serve dei primi scatti fotografici come modello. Infatti nel lussuoso Die Riviera corredato dalle xilografie di Nestel si ritrovano le tracce delle immagini scattate da Pietro Guidi ai suoi figuranti.
Alfredo Moreschi
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