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Fonte: Archivio Moreschi |
Quando a Sanremo si parla della Funivia, ogni persona che possa vantare un solido indigenato prova lo stesso rimpianto che si ha per la scomparsa di un affetto vero. La Sanremo Campo Golf - San Romolo - Monte Bignone non è stata solamente una struttura che con i suoi 7.645 metri vantò il primato di esser considerata la più lunga del mondo. L’ultima tratta sorretta presso gli arrivi da due soli piloni segnava 1.742 metri di campata libera coprendo un dislivello di oltre 450m; anche questo valeva come record.
Il progetto dell’Ingegnere Tullio Groff è stato, a lungo, un modello, a partire dal 1936 per i nuovi impianti italiani, noto anche a livello mondiale. Il Podestà pro tempore Pietro Agosti, aveva progettato di valorizzare la catena di montagne che, sino dalla notte dei tempi circonda Sanremo, proteggendola dalle tramontane invernali. Inventò quella che venne subito battezzata “Sanremo Vetta” per crearvi, progressivamente, un un villaggio turistico a 1310 metri d’altitudine, con un giro d’orizzonte al quale collaborano, nelle giornate limpide, la costa toscana, la Corsica, la linea costiera Francese sino alle isole Lérins e l’intera chiostra delle Alpi. Il primo passo di questa idea innovativa era legato alla creazione di una una funivia. Dopo la tragica morte di Agosti il progetto fu seguito dall’ Amministrazione del Podestà Giovanni Guidi e l’impianto venne inaugurato il 28 ottobre 1936, entrando in servizio regolare dal 1º luglio 1937.
Negli anni '30 una parte rilevante del Turismo si definiva ancora villeggiatura: gran parte delle famiglie dei centri costieri trovava ristoro dalla calura estiva nei villaggi dell’entroterra costruendovi la villa di famiglia.
Sin dalle prime corse i vagoncini ferry-boat della neonata Funivia furono presi d’assalto con meta la stazione di San Romolo, località storica e di abituale relax per i sanremesi, allora collegata da una splendida mulattiera e da 14 km di strada sterrata carrozzabile con un dislivello di 8/900m. L’ansimante corriera di Gandelli, quando non si fermava a metà strada, arrivava al prato lamentandosi con nuvole di vapore. Le targhe d’auto di quell’epoca non superavano la IM 2000. Per Borello e San Romolo, gli anni fra il 1936 ed il 1960 (boom delle auto private nel dopoguerra) furono gli anni d’oro come documentano le cronache. Non va, naturalmente, considerato il tragico ed drammatico periodo della guerra quando un bombardamento alleato nel 1943 devastò la stazione di Sanremo, sospendendo il servizio sul primo tronco. La parte restante continuò a funzionare e, sino all’ottobre del 1944 la funivia rappresentò l’unico collegamento con Sanremo. Terminata la guerra, si iniziarono le riparazioni, con grandi sforzi da parte del personale e della Direzione. La funivia continuò gradatamente a funzionare e tra il 1946 e il 1961 ha trasportato ben 1.033.428 passeggeri di cui 450.170 (il 43,6%) a Bignone Vetta. Un vero successo, considerando la portata oraria di 80 passeggeri per ciascun senso [...].
Redazione, La Funivia Sanremo - Monte Bignone, MoreschiPhoto Archive
Il progetto dell’Ingegnere Tullio Groff è stato, a lungo, un modello, a partire dal 1936 per i nuovi impianti italiani, noto anche a livello mondiale. Il Podestà pro tempore Pietro Agosti, aveva progettato di valorizzare la catena di montagne che, sino dalla notte dei tempi circonda Sanremo, proteggendola dalle tramontane invernali. Inventò quella che venne subito battezzata “Sanremo Vetta” per crearvi, progressivamente, un un villaggio turistico a 1310 metri d’altitudine, con un giro d’orizzonte al quale collaborano, nelle giornate limpide, la costa toscana, la Corsica, la linea costiera Francese sino alle isole Lérins e l’intera chiostra delle Alpi. Il primo passo di questa idea innovativa era legato alla creazione di una una funivia. Dopo la tragica morte di Agosti il progetto fu seguito dall’ Amministrazione del Podestà Giovanni Guidi e l’impianto venne inaugurato il 28 ottobre 1936, entrando in servizio regolare dal 1º luglio 1937.
Negli anni '30 una parte rilevante del Turismo si definiva ancora villeggiatura: gran parte delle famiglie dei centri costieri trovava ristoro dalla calura estiva nei villaggi dell’entroterra costruendovi la villa di famiglia.
Sin dalle prime corse i vagoncini ferry-boat della neonata Funivia furono presi d’assalto con meta la stazione di San Romolo, località storica e di abituale relax per i sanremesi, allora collegata da una splendida mulattiera e da 14 km di strada sterrata carrozzabile con un dislivello di 8/900m. L’ansimante corriera di Gandelli, quando non si fermava a metà strada, arrivava al prato lamentandosi con nuvole di vapore. Le targhe d’auto di quell’epoca non superavano la IM 2000. Per Borello e San Romolo, gli anni fra il 1936 ed il 1960 (boom delle auto private nel dopoguerra) furono gli anni d’oro come documentano le cronache. Non va, naturalmente, considerato il tragico ed drammatico periodo della guerra quando un bombardamento alleato nel 1943 devastò la stazione di Sanremo, sospendendo il servizio sul primo tronco. La parte restante continuò a funzionare e, sino all’ottobre del 1944 la funivia rappresentò l’unico collegamento con Sanremo. Terminata la guerra, si iniziarono le riparazioni, con grandi sforzi da parte del personale e della Direzione. La funivia continuò gradatamente a funzionare e tra il 1946 e il 1961 ha trasportato ben 1.033.428 passeggeri di cui 450.170 (il 43,6%) a Bignone Vetta. Un vero successo, considerando la portata oraria di 80 passeggeri per ciascun senso [...].
Redazione, La Funivia Sanremo - Monte Bignone, MoreschiPhoto Archive
La Funivia Sanremo - Monte Bignone oggi appartiene a una calviniana «città invisibile», rilegata ai ricordi malinconici dei suoi cittadini e da ammirare soltanto in cartolina.
Non esiste più l’immagine, quella della cabina e del suo «filo» teso tra terra, mare e cielo, che ha contraddistinto lo skyline sanremese per quasi mezzo secolo, dal 1937, anno dell’inaugurazione dell’impianto, fino alla chiusura avvenuta nel 1981.
Oggi ci si domanda che senso abbia riattivare un impianto dismesso da ormai trent'anni, un'opera costosa sia in termini realizzativi che gestionali.
Per la MEMORIA. Per molti anni nota come «la funivia più lunga del mondo», le sue cabine hanno celebrato «la civiltà della puleggia» decantata dai futuristi, contribuendo poi al passaggio dal turismo elitario a quello popolare, superando ogni ostacolo, compreso quello della speculazione edilizia, la cui traccia è sottolineata dalle inconsuete forme strette e allungate delle palazzine che ne strozzano la partenza.
Per l'IDENTITÀ. La funivia attraversa tutto l'entroterra, sorvolando cascine e fasce terrazzate in pietra a secco, giungendo infine, sulla cima del Bignone, custode della più antica traccia antropica del luogo, alla riscoperta delle origini millenarie del suo popolo, come tappa ultima di un viaggio a ritroso nel tempo.
Infine, per il PAESAGGIO, la cui simbiosi tra cielo, mare e montagna, che nei secoli ha caratterizzato le trasformazioni del territorio ligure, non è mai stata come oggi così compromessa: il filo della funivia, pertanto, può riaccendere, non solo simbolicamente, il dialogo originario tra costa ed entroterra.
Il progetto di riattivazione della funivia ha come obbiettivo la CONSERVAZIONE delle stazioni originarie. Ciò è possibile soltanto mantenendo nel nuovo impianto le caratteristiche dimensionali dell’impianto storico (interassi delle funi e ingombri delle cabine). Concettualmente, può essere sintetizzato come la semplice RICUCITURA del filo della funivia, teso tra TERRA e CIELO.
La Stazione Sanremo, partenza della funivia, si relaziona con l'elemento terra / suolo dello spazio urbano circostante: ubicata in posizione collinare sopra il mercato annonario, si rivolge panoramicamente verso il porto, il centro storico e l'entroterra dominato dal Monte Bignone.
L'ingresso principale, gli uffici direzionali, la biglietteria e l’info-point sono stati spostati a quota più bassa sulla piazza del mercato: una posizione comodamente accessibile e visivamente ben distinguibile (l'attuale stazione è ormai nascosta dai profili delle recenti costruzioni).
La forma circolare scelta per il collegamento verticale tra piazza e stazione segue le tracce della preesistenza, rintracciabili, lungo un asse preciso, nei cerchi disegnati dalla rinascimentale Torre de La Ciapéla e la curva dello scalone monumentale che affianca la pensilina del capolinea.
Alla Stazione Campo Golf si aggiungono un ristorante e un bar-caffetteria, ubicati a un livello più basso e rivolti panoramicamente verso i pini e i green da gioco. Il nuovo volume è chiuso esternamente da un muro in pietra a secco interrotto soltanto da una veranda vetrata.
Presso la Stazione San Romolo viene modificata la quinta di chiusura della strada carrabile, allargata per consentire la manovra del servizio bus-navetta di collegamento con le località residenziali limitrofe.
Al capolinea di Monte Bignone il dialogo tra terra e cielo è testimoniato dai manufatti più antichi presenti: la Necropoli neolitica di Pian del Re (XIII secolo a.C.) e il Castellaro preromano (V secolo a.C.). Su questo tema, è stato realizzato un osservatorio astronomico sulla copertura della stazione, completamente ridisegnata per ospitare il nuovo volume.
Dopo l'ultimo suggestivo balzo di millesettecento metri sospeso tra mare, nuvole e alpi, il viaggio della funivia prosegue così lungo la verticale stessa della montagna, proiettando il passeggero direttamente verso il cielo e le stelle.
Luigi Viale, Funivia Sanremo - Monte Bignone: un "filo" per ricucire la memoria, l'identità e il paesaggio del territorio sanremese, Tesi di laurea, Politecnico di Torino, 2010
Non esiste più l’immagine, quella della cabina e del suo «filo» teso tra terra, mare e cielo, che ha contraddistinto lo skyline sanremese per quasi mezzo secolo, dal 1937, anno dell’inaugurazione dell’impianto, fino alla chiusura avvenuta nel 1981.
Oggi ci si domanda che senso abbia riattivare un impianto dismesso da ormai trent'anni, un'opera costosa sia in termini realizzativi che gestionali.
Per la MEMORIA. Per molti anni nota come «la funivia più lunga del mondo», le sue cabine hanno celebrato «la civiltà della puleggia» decantata dai futuristi, contribuendo poi al passaggio dal turismo elitario a quello popolare, superando ogni ostacolo, compreso quello della speculazione edilizia, la cui traccia è sottolineata dalle inconsuete forme strette e allungate delle palazzine che ne strozzano la partenza.
Per l'IDENTITÀ. La funivia attraversa tutto l'entroterra, sorvolando cascine e fasce terrazzate in pietra a secco, giungendo infine, sulla cima del Bignone, custode della più antica traccia antropica del luogo, alla riscoperta delle origini millenarie del suo popolo, come tappa ultima di un viaggio a ritroso nel tempo.
Infine, per il PAESAGGIO, la cui simbiosi tra cielo, mare e montagna, che nei secoli ha caratterizzato le trasformazioni del territorio ligure, non è mai stata come oggi così compromessa: il filo della funivia, pertanto, può riaccendere, non solo simbolicamente, il dialogo originario tra costa ed entroterra.
Il progetto di riattivazione della funivia ha come obbiettivo la CONSERVAZIONE delle stazioni originarie. Ciò è possibile soltanto mantenendo nel nuovo impianto le caratteristiche dimensionali dell’impianto storico (interassi delle funi e ingombri delle cabine). Concettualmente, può essere sintetizzato come la semplice RICUCITURA del filo della funivia, teso tra TERRA e CIELO.
La Stazione Sanremo, partenza della funivia, si relaziona con l'elemento terra / suolo dello spazio urbano circostante: ubicata in posizione collinare sopra il mercato annonario, si rivolge panoramicamente verso il porto, il centro storico e l'entroterra dominato dal Monte Bignone.
L'ingresso principale, gli uffici direzionali, la biglietteria e l’info-point sono stati spostati a quota più bassa sulla piazza del mercato: una posizione comodamente accessibile e visivamente ben distinguibile (l'attuale stazione è ormai nascosta dai profili delle recenti costruzioni).
La forma circolare scelta per il collegamento verticale tra piazza e stazione segue le tracce della preesistenza, rintracciabili, lungo un asse preciso, nei cerchi disegnati dalla rinascimentale Torre de La Ciapéla e la curva dello scalone monumentale che affianca la pensilina del capolinea.
Alla Stazione Campo Golf si aggiungono un ristorante e un bar-caffetteria, ubicati a un livello più basso e rivolti panoramicamente verso i pini e i green da gioco. Il nuovo volume è chiuso esternamente da un muro in pietra a secco interrotto soltanto da una veranda vetrata.
Presso la Stazione San Romolo viene modificata la quinta di chiusura della strada carrabile, allargata per consentire la manovra del servizio bus-navetta di collegamento con le località residenziali limitrofe.
Al capolinea di Monte Bignone il dialogo tra terra e cielo è testimoniato dai manufatti più antichi presenti: la Necropoli neolitica di Pian del Re (XIII secolo a.C.) e il Castellaro preromano (V secolo a.C.). Su questo tema, è stato realizzato un osservatorio astronomico sulla copertura della stazione, completamente ridisegnata per ospitare il nuovo volume.
Dopo l'ultimo suggestivo balzo di millesettecento metri sospeso tra mare, nuvole e alpi, il viaggio della funivia prosegue così lungo la verticale stessa della montagna, proiettando il passeggero direttamente verso il cielo e le stelle.
Luigi Viale, Funivia Sanremo - Monte Bignone: un "filo" per ricucire la memoria, l'identità e il paesaggio del territorio sanremese, Tesi di laurea, Politecnico di Torino, 2010