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Rita Saglietto, Melagrane - Fonte: IDART |
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Rita Saglietto, Autoritratto - Fonte: LotSearch
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Ambizione
di Rita Saglietto
Abbandonami, mio gioiello antico,
su cuore appeso a ramo disseccato
tronco nero di fulminata linfa.
Forte vento di terra ti colpisce,
ti fa pendolo a filo di ragno
e senza illusione aspetta l’ora:
nel tempo ogni vita si consuma.
Tutto si ritrova all’infinito:
piccole cellule di grandi cieli,
vie lattee della nostra redenzione,
scura minaccia di perversi affanni.
Incastrato su questo cuore pazzo,
fuori orbita del roteare sanguigno,
brilli speranza a una vita falsa,
tue illusioni di cattiverie umane.
E miliardi di sogni sconosciuti
sono galassie nel notturno cielo,
specchio di nostri limiti infiniti.Da: Poesie - Cappelli editore, 1970
Rita Saglietto (1921-1968)
Rita Saglietto (pittrice e poetessa italiana, 1921-1968)
Nata a Poggi di Imperia da antica famiglia ligure, Rita Saglietto compie gli studi classici a Imperia. Si trasferisce poi a Genova dove frequenta i corsi di pittura tenuti da Pietro Dodero all'Accademia Ligustica, e dopo a Torino - nel 1945 - si perfeziona alla scuola di composizione di Felice Casorati.
Nel suo breve percorso, il collegamento tra donna, poeta e pittore rappresenta il principale elemento di riflessione e di indagine; solo con le poesie comprendiamo però meglio il messaggio dell'artista. Forte è l'anelito a essere parte di quel tutto che la natura incarna in modo universale, e in cui lei si proietta quasi sensualmente con tutto il suo essere.
Conosce ed intrattiene una attiva corrispondenza con Angelo Barile e Camillo Sbarbaro. Solo due le raccolte, pubblicate postume: Poesie (1970), e Silenzi d'acque (1972).
Bibliografia:
Rita Saglietto: I colori del pensiero, a cura di Leonardo Lagorio (2005)
EFIRA |
Rita Saglietto, Fuochi d'artificio in porto - Fonte: IDART |
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Rita Saglietto - Fonte: IDART |
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Rita Saglietto - Fonte: IDART |
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Rita Saglietto, senza titolo - Fonte: Arcadja |
[Rita Saglietto] Nata a Poggi d’Imperia nel 1921, dopo gli studi classici frequentò l’Accademia Ligustica di Genova, allieva di Pietro Dodero, perfezionandosi in seguito a Torino, presso lo studio di Felice Casorati.
Artista sensibile e profonda interpretò con eguale maestria il paesaggio, il ritratto e la natura morta, fu anche scultrice e poetessa.
Esordì a Genova nel 1947 presso la Galleria Genova e L’Isola e nel 1953 presenta la sua prima Personale a La Spezia, Galleria Adel.
Frequentò con regolarità i pittori liguri del tempo a lei più vicini per sensibilità e innovazioni stilistiche: Scanavino, Borella, Navone, Basso, Caminati, Fieschi ed altri.
Pittrice sempre attenta all’elemento naturale,iniziò ben presto una profonda analisi introspettiva, dando rilevanza all’aspetto psicologico, come mezzo principale per esprimere il suo sentimento, la sua interiorità.
Le opere degli anni Cinquanta, nelle quali prevale l’equilibrio compositivo, sono quelle probabilmente più vicine allo stile di uno dei suoi maestri: Felice Casorati.
Assumerà, in seguito, una propria autonomia che la porterà, specie nella ritrattistica, a raffigurare l’immagine pittorica in maniera assai nitida sulle tracce di un modello post cubista.
Certamente determinante nella sua evoluzione artistica il Accatino ed altri) ed il successivo soggiorno parigino nel 1952.
Pittrice, quindi, assai poliedrica, che ha compiuto nel tempo numerose esperienze al di fuori dell’ambiente ligure, senza però allontanarsene definitivamente.
Difatti, appare chiaro il suo legame con la pittura figurativa genovese tra ’800 e ’900 specie nel ritratto, dove la Saglietto approfondisce lo studio del personaggio quasi a carpirne i più profondi segreti.
Per quanto riguarda l’attività di poetessa ricordiamo due importanti raccolte postume: “Poesie” del 1970 e “Silenzi d’acqua” del 1972. In questo contesto mantiene rapporti epistolari con Angelo Barile e Camillo Sbarbaro.
Assidua la sua partecipazione a mostre e rassegne sia in Italia sia all’estero.
Dopo l’esordio nella Collettiva del 1947, a Genova, sempre nello stesso anno partecipa alla Mostra Sindacale di Belle Arti e, a Roma, alla Mostra Nazionale di Pittura Femminile.
Nel 1948, Mostra Collettiva “Isola” e Mostra del Bozzetto.
Prese parte a numerose rassegne presso la Galleria Rotta di Genova, 1950-1957.
Allestì Personali a Roma,nel 1955,a Milano nel 1966, a Varazze nel 1966, a Genova nel 1968.
Partecipò alle Quadriennali Romane del 1951, 1955, 1959; alla Quadriennale di Torino del 1955; alla Biennale Internazionale del Mare, Genova 1951; alla Prima Rassegna della Pittura Ligure, Savona 1964; Mostra Commemorativa nel 1970 presso la Civica Galleria d’Arte il Rondò, Imperia.
All’estero prese parte alle mostre collettive di New York e Praga.
Ottenne, per la sua Arte, numerosi premi e riconoscimenti: Membro del Consiglio del Sindacato Regionale delle Arti, nel 1951; Borsa di Studio della Repubblica Francese, Parigi 1952; Premio Michetti, 1952 e 1955; Premio Marzotto, Roma 1953; Prima Rassegna di Pittura Ligure, Savona 1964 (Medaglia d’Oro); Premio Pittura Città d’Imperia, Imperia 1965 (medaglia d’oro).
Rita Saglietto si spegne, prematuramente, a Natale del 1968.
Sue opere sono conservate in varie Gallerie pubbliche e private: Genova Nervi, Galleria d’Arte Moderna; Firenze, Museo Internazionale d’Arte Contemporanea; Pinacoteca Civica d’Imperia; Museo d’Arte Moderna, Spoleto; Imperia, Collezione Saglietto.
Rita Sag!ietto, con eleganti segni e sovrapposizioni materiche, su fondi chiari o scuri, dà vita a personaggi - oggetti - ambienti, in atmosfere idealizzate, derivanti da stati emotivi, palpitanti in una realtà concreta, illuminante.
Questa mostra postuma, a tanti anni dalla scomparsa, ci permette di verificare i vari e variegati momenti della sua pittura e di constatare il suo indiscusso talento.
Giudichiamo paradossale la cecità della critica che, a tutt'oggi, non ha riscontrato, per la produzione dei primi anni quaranta, la fondamentale influenza formatrice acquisita da Pietro Dodero, suo insegnante all'Accademia Ligustica.
È sufficiente analizzare i dipinti "L'album" e "Il Pensionato", qui esposti, per ritrovarne quel linguaggio esplificato con libertà formale, pennellata sfatta e rilevata, condotta con scioltezza, in evidente luminosità.
Non sono questi i dati della lezione del Dodero?
In seguito Rita Saglietto è a Torino con Felice Casorati, in un significativo alunnato, abbinato a ammirazione e grande stima, per l'uomo e l'artista.
Anch'esso ha influito nella visione artistica della giovane allieva.
Sono lampanti quelle prospettive aeree, metaifisica dello spazio, elementi, come scriveva il Galotti, del Casorati, quello dei segni allusivi alle secessioni miteleuropee.
Rita Saglietto avendole pur assimilate, non ne hanno stravolto il temperamento, l'indole, la personalità.
Così come il soggiorno parigino, permette all'artista di meditare su l'arte dei cubisti e sulle istanze informali.
"Carignano" e "Composizione" dipinti che ci riconducono a quelle esperienze in un contesto altamente emotivo, ove la materia rimane la parte fondamentale nella struttura compositiva in tracciati geometrizzanti.
Nel prosieguo, Rita Saglietto, col proprio definitivo stile, in un linguaggio, sostenuto da profonda cultura, il tutto in chiave più sognante e lirica, completa e termina il breve iter artistico.
Sono molti e molti anni che desideriamo allestire una Postuma di questa pittrice; oggi, finalmente il nostro sogno si è avverato, così come tutti saranno nella condizione di constatare che il nostro ormai lontano giudizio, era ed è giustificato: Rita Saglietto è da inserire tra le personalità pittoriche più rilevanti del nostro secolo, per il limpido contenuto artistico-creativo, per la suggestiva impaginazione di eventi pittorici, che un lungo processo critico, ne ha determinato in modo certo, l'assoluto valore.
Questo il mio pensiero, che credo, condiviso da Tito Pelizza, che tanto si è adoperato, nel suo colto entusiasmo, perché questa mostra avesse vita e futuro.