Corsinovi Graziella - Beccaria Annalisa, Antonio Aniante. Outsider del teatro, Le Mani-Microart's, Recco, 2013
Antonio Aniante, pseudonimo dello scrittore Antonio Rapisarda, fu scrittore, giornalista e autore di diverse commedie teatrali. Nato a Viagrande, vicino Catania, nel 1900, esordì giovanissimo con la raccolta poetica Costellazioni. Trasferitosi a Parigi ad appena diciotto anni, visse per tre anni come un bohémien, facendosi notare e sperimentando come autore teatrale, unendo alla tradizione siciliana suggestioni delle avanguardie con cui venne in contatto nella città francese. Spostatosi prima a Piacenza e poi a Milano, entrò a far parte dell’entourage della casa editrice Alpes; a Roma invece, frequentò Pirandello, Alvaro e Malaparte, e si fece notare al Teatro degli Indipendenti. Nel 1930 si trasferì di nuovo a Parigi e nel 1937 ottenne il premio letterario dell’Accademia nazionale francese con l’opera Vie et aventures de Marco Polo. Da quel momento dedicò la propria vita al giornalismo e alla produzione letteraria. Tra le opere più importanti si ricordano Vita di Bellini, Ricordi di un giovane troppo presto invecchiatosi e Figlio del sole.
Maria Grazia Compagnini
Elio Lentini ed Antonio Aniante - Fonte: Associazione Aniante-Lentini |
A ricordarlo e a rinsaldare nel contempo il legame culturale fra Italia, Monaco e Francia, ha provveduto martedì 28 gennaio 2020, la rievocazione della figura di questo illustre italiano nel corso di un incontro organizzato presso l’Agorà, la Casa Diocesana di Monaco, dall’Ambasciata d’Italia del Principato in collaborazione con l’associazione culturale Aniante-Lentini.
Antonio Aniante esordì collaborando a “900” di Bontempelli e Malaparte e pubblicando commedie d’avanguardia (citiamo Gelsomino d’Arabia commedia in 3 atti del 1926 per il Teatro degli Indipendenti di Roma e La Rosa di zolfo, presentata nel 1958 al Festival della Prosa di Venezia da Domenico Modugno) ed una una serie di romanzi.
A parlare del romanziere e critico d’arte nato nei pressi di Catania e scomparso a Latte (Ventimiglia) nel 1983 (dove si era trasferito dopo avere vissuto e operato a Parigi e Nizza) sono stati, dopo l’introduzione dell’ambasciatore Cristiano Gallo, una serie di relatori [...]
La rievocazione di un personaggio - che tra l’altro conobbe e frequentò artisti destinati a diventare famosi come Matisse, De Pisis, De Chirico e a Parigi ebbe occasione di conoscere Pirandello - ha avuto luogo a Monaco dopo l’analoga cerimonia organizzata nel 2017 dal Console Generale di Nizza Raffaele De Benedictis.
A tenere viva la fama di Antonio Aniante, che a Parigi ottenne anche la medaglia d’oro dell’Accademia di Francia, contribuisce da anni lo scultore Elio Lentini il quale, come ha sottolineato Leonardo Saviano, “ha saputo mettere in valore l’incoraggiamento ad approfittare della particolare libertà transfrontaliera di quella luminosa terra di confine”.
A ricevere ispirazione da paesaggi e colori della Riviera Ligure e dalla vicina Costa Azzurra, d’altronde, sono stati alcuni grandissimi nomi del passato [...]
E sulla scia di questo ennesimo ponte artistico fra l’Italia e la Francia si inserisce anche il protagonista dell’incontro monegasco.
“Antonio Aniante-Rapisarda - ha spiegato nell’introduzione l’Ambasciatore Gallo - è un personaggio eclettico. La sua spiccata sensibilità lo avvicina precocemente all’attività letteraria. Pubblica a soli 15 anni una raccolta di poesie per la quale Marinetti si congratula con lui. Come la gioventù colta del tempo si ispira al decadentismo e al futurismo italiano. Intraprende fin da giovanissimo anche l’attività giornalistica che porterà avanti per tutta la vita…Il legame con il territorio francese inizia nel 1929 quando si trasferisce a Parigi per ragioni culturali ma anche politiche e dove farà importanti conoscenze letterarie ed artistiche per poi trasferirsi in Provenza “nel cuore della foresta meravigliosa” (per citare le sue parole)”. “A Nizza - prosegue Gallo - gode della protezione del Console Italiano con cui collabora. Dal 1946 si stabilisce definitivamente nella sua dimora di Latte. Ben presto diventa una sorta di dominus della cultura locale svolgendo numerosi incarichi e ricevendo la visita di molti personaggi famosi fra cui la principessa Grace Kelly”.
A seguito di un fortunato incontro Antonio Aniante nel 1960 diventa mentore, estimatore ed amico del maestro Elio Lentini, che oggi vive a Dolceacqua. Si tratta di “una storia di grande stima ed amicizia umana e culturale che sopravvive all’oblio fisico”.
“Infatti - ha sottolineato il Console generale di Nizza Raffaele De Benedictis - il noto scultore continua in modo instancabile l’opera di celebrazione e di diffusione verso il grande pubblico della figura del letterato con la sua associazione culturale Aniante-Lentini” contribuendo inoltre “ad alimentare il fermento culturale dell’area geografica italo francese”.
L’incontro fra l’artista e lo scrittore risale agli anni ’60 agevolato anche dall’ identità nazionale francese delle rispettive consorti. “Aniante - spiega ancora De Benedictis - definiva le sculture di Lentini “realismo magico, pennello di fuoco che nella sua officina incandescente è in grado di produrre opere meravigliose” [...]
Angela Valenti Durazzo, Antonio Aniante: Letterato e Scrittore tra Francia, Monaco e Italia, MONACO ITALIA MAGAZINE, 4 febbraio 2020
Joshua Nicolosi, Antonio Aniante: lo scrittore che scovò i giganti del Novecento Originario di Viagrande (nel catanese) fu poeta, giornalista e teatrante. La sua fama, che in Italia non fu mai adeguata al suo genio, raggiunse l'apice in Francia. Dove fu consacrato come autore eccelso e dove, con la sua galleria, diede l'opportunità di mettersi in luce ad alcuni dei più grandi artisti mai esistiti come De Chirico e Matisse, SICILIAN POST, 1 Novembre 2020
Una delle sue opere principali Vie et Aventures de Marco Polo, dapprima rifiutata dagli editori, viene pubblicata nelle prestigiose collane del Mercure de Franco.
Numerosi sono i libri in francese - soprattutto biografie - che Aniante scrive in quegli anni e, per i suoi meriti, gli viene conferita dall’Académie Française la medaglia d’oro quale migliore scrittore straniero in lingua francese.
Aniante trascorre gli anni della guerra nel nizzardo, riuscendo fortunosamente a sfuggire all’arresto da parte dei tedeschi e, nel dopoguerra ricopre la carica di addetto culturale ai Consolati d’Italia a Nizza e Monaco.
All’inizio degli Anni Sessanta, fa costruire a Latte [Frazione di ponente di Ventimiglia (IM)] la villa “I Pini” nella quale si stabilisce con la moglie e dove vive fino alla morte [...]
Antonio Aniante a tre anni dalla morte Lo scrittore, che visse a lungo a Ventimiglia e vi morì, commemorato alla Civica Biblioteca Aprosiana, alla quale sono state donate le sue opere - Proposta l’intitolazione del Ponte Roia bis allo scrittore. LA VOCE INTEMELIA anno XL n. 11 - novembre 1986