martedì 23 febbraio 2021

Una nicchia di pescatori, floricoltori, esportatori di fiori e turisti


Sono nata a Sanremo nel luglio del ’44.
La cittadina è situata sul mare con le montagne alle spalle; era allora una nicchia di pescatori, floricoltori, esportatori di fiori e turisti, situata in quel verde meraviglioso, che è la vegetazione della Liguria di Ponente: palme, ulivi, qualche cipresso, oleandri, ficus giganteschi alberi di castagno e di fico, quei bouganville che si ramificano nei loro rossi diversi sui muri di pietra ai lati delle strade anche di città e tanti pini marittimi che hanno alla cima quella meravigliosa corolla ramificata e piumosa.  
Una cugina di mia mamma, la zia Paolina, che sapeva raccontare tante storie perché è vissuta fino a cento anni, si ricordava che dal centro della cittadina fino al mare quando lei era giovane la terra era tutta coltivata ad arance mandarini e limoni.
Quando dal mare saliva un po’ di brezza dalla sua casa si sentiva quel profumo in me così felice fin da piccola perché mio nonno, il Rabbì di Taggia, aveva una campagna di soli agrumi dove mi portava.
Si ricordava della festa dell'arrivo del tram, quello delle vecchie foto che adesso si vedono intorno ai cantieri delle vie dei negozi, che è stato tolto alla fine della guerra per far posto ai tempi moderni degli autobus: "il giorno della Liberazione è stato il giorno più felice della mia vita: non si può raccontare l’aria che si respirava era primavera tutta la gente era uscita nelle strade: si abbracciava piangeva esultava. La guerra era finita".
Purtroppo negli anni ’50 e ‘60 questa meraviglia della natura è stata estirpata per costruire palazzi e palazzi.
Passata la frontiera con la Francia a 20 km. da noi si può ammirare la stessa vegetazione ma quasi intatta: la Francia sapiente e più ricca di noi uno Stato forte e antico ha impedito che la speculazione edilizia trionfasse del tutto.
Ho amato e amo questo paesaggio inesorabilmente.
Quando arrivo da Milano il mio cuore il mio fiato si perdono nel verde con nostalgia e nei paesini costruiti sui cucuzzoli ben distanti dal mare nell’illusione di ripararsi dalle incursioni degli arabi qui chiamati “turchi” anche se nel VII- VIII secolo “turchi” non lo erano.
Anche Sanremo ha la sua cittadina medioevale fatta di strettissimi grattacieli palazzi nobiliari sopra il portone una lastra di lavagna finemente lavorata un labirinto di viette e piazzette larghe e chiese e tante palme e ulivi e ficus antichi fino alla cima della collina dove un antico giardino circonda il santuario della Madonna della Costa, che espone i voti dei tantissimi pescatori salvati dalle acque attraverso i secoli.
In agosto quando ero bambina mi portavano alla festa: tanti banchetti e la banda e i fuochi di artificio, anche se di tutto questo ricordo solo le luci che sembrava giorno, l’appiccico dello zucchero filato sulla faccia e la collana di nocciole appese al collo, al centro un buco dove passava un grosso filo per inforcare le nocciole.
Amo la pianura lombarda che mi porta alla grande città, alla mia Milano, per quei bellissimi casolari appoggiati in una linea verde e gialla e bianca sempre piatta che non finisce mai.
Ma la mia natura è selvaggia e inerpicata.
Per questo il mio cuore si è incollato quasi fosse nato lì nell’immensità della foresta tropicale.
Fino ad inebriarmi.  
Abitavo allora in Brasile, paese dove il mio più che amato Nicolò mi aveva condotto per sposarmi su una nave tutta bianca come la torta nuziale che come d’obbligo allora tra la gente di sinistra era rigorosamente di frutta.
Noi non l’abbiamo avuto né di destra né di sinistra!
Ma a quel tempo ero già vecchia di 32 anni e devo ancora raccontare che sono nata.
Chiara Salvini, Una storia come tante... , neldeliriononeromaisola, 30 agosto 2011