domenica 10 maggio 2020

In Serrati Natta coglieva l'espressione del rigore politico


Alessandro Natta - Fonte: Wikipedia
 
[...] Del resto il personaggio Serrati e la sua intrigante vicenda umana racchiudevano un impasto di situazioni, problematiche e coincidenze storiche che ne facevano un personaggio tragico. A cominciare dalla sua morte avvenuta mentre si accingeva a partecipare a una riunione clandestina dopo il suo ingresso nel Partito comunista d'Italia, per risalire agli arresti, all'esilio in Svizzera, negli Stati Uniti e in Madagascar, alla direzione di varie pubblicazioni socialiste, alla prestigiosa guida de “l'Avanti” quando il Partito socialista italiano, unico tra i confratelli europei, non votò i crediti di guerra
E, ancora, la partecipazione al dibattito della sinistra socialista a Kiental e Zimmerwald e successivamente protagonista delle drammatiche discussioni nell'ambito della neonata Internazionale
comunista. 
Natta [on. Alessandro Natta] aveva scritto di getto i primi capitoli del progettato libro su Serrati.
Poi, all'improvviso aveva smesso. Era approdato al fatale 1921.
Per alcuni anni non ne fece più nulla.
Più di una volta l'avevo sollecitato a riprendere le fila del ragionamento, ma più in là della pubblicazione dei primi capitoli sulla rivista dell'Istituto Storico della Resistenza in Liguria (n. 2/1993) non era andato.
Lo scorso anno, però, era scattato qualcosa che gli aveva messo in corpo nuovo slancio e progetti. Riflettendo sul fatto che il 2001 sarebbe stato il settantacinquesimo anniversario della morte di Serrati, avevamo cominciato a ipotizzare una qualche iniziativa, da patrocinare come Associazione per il Rinnovamento della Sinistra, che contribuisse a dare più compiutezza alla riflessione sull'opera di Serrati e, soprattutto - questo penso fosse il rovello di Sandro [Alessandro Natta] - il giudizio sugli “anni fatali”, quelli dal 1919 al 1923, anni in cui si determinarono avvenimenti che drammaticamente influirono sulle vicende politiche nei decenni successivi.
Amo pensare che, mettere mano alla “Lettera a Libero Nante”, sia stato lo spunto per indurlo a completare il libro su Giacinto Menotti Serrati, che l'editore farà uscire quest'autunno, quasi in contemporanea con il numero speciale di “Pagine Nuove del Ponente”. In effetti, ritengo che Sandro avesse maturato la volontà di terminare l'opera lo scorso anno.
In Serrati Natta coglieva l'espressione del rigore politico, della coerenza estrema, ma anche il realismo di chi vuol preservare il massimo delle forze organizzate per combattere la violenta, vendicativa reazione della borghesia e il nascente fascismo.
Per Natta, Serrati aveva visto giusto, ma era uno sconfitto. Aveva perso la battaglia interna al Partito socialista, si era contrapposto, anche con orgoglio, alle tendenze estremistiche prevalenti, in alcuni momenti, nell'Internazionale comunista, ma aveva pagato la visione deterministica della storia e l'errata valutazione dello stacco tra le proposizioni e lo stato reale delle forze in campo.
«Teorizzavano la rivoluzione, la dittatura del proletariato, preparavano lo sciopero politico, ma non avevano neppure organizzato una struttura militare in grado di difendere il Partito e i suoi militanti» mi ha ripetuto incredulo Natta, in più occasioni, riferendosi al Partito socialista e ai suoi dirigenti.
Malgrado ciò, egli riteneva doveroso rivalutare la figura di Giacinto Menotti Serrati.
[...]
Come ho ricordato all'inizio, la “Lettera a Libero Nante” doveva essere pubblicata in un numero speciale della nostra rivista nello scorso marzo. Nelle intenzioni dell'Associazione, tale evento doveva costituire l'occasione anche per una serie di iniziative pubbliche di presentazione dello scritto di Alessandro Natta nel Ponente ligure.
Anche l'articolo di accompagnamento della lettera di Sandro l'avevo pensato coerente con la specificità dello scritto. Era mia intenzione sviluppare una riflessione su Oneglia di fine Ottocento, sulla nascita del movimento socialista locale, e raffrontarla con la realtà politica dell'Imperia del secondo dopoguerra. Nell'occasione intendevo avvalermi degli scritti di Nanollo Piana, sindaco di Oneglia nel primo dopoguerra, corrispondente de “Il Lavoro”, quotidiano socialista e storico dirigente del Psi.
[...]
Ho ritenuto necessario dilungarmi sulla genesi del libro riguardante Giacinto Menotti Serrati, in quanto in essa ravviso l'approdo del pensiero di Sandro sul partito politico, sul ruolo della personalità e delle masse, sul rigore politico e morale, sul valore dell'unità.
Riconosco che in questo articolo introduttivo vi è una sproporzione tra le riflessioni sull'ultima fatica di Natta e la ponderosa intervista a “Il Ponte”, intervista prevalentemente incentrata sull'attualità politica, ma profondamente impregnata di valori e vicende su cui mi sono soffermato riferendo del lavoro su Serrati. 
Sandro mi aveva raccontato della fatica fisica sostenuta nel concedere la lunga intervista.
[...]
Devo riconoscere che mi consegnò copia del testo dell'intervista, che presentiamo con soddisfazione, con un gesto e un'espressione del tipo: «Gliele ho cantate». [...]

Giuseppe Mauro Torelli in PAGINE NUOVE DEL PONENTE, bimestrale di politica e cultura, Imperia, ANNO III n. 4 - luglio-agosto 2001
 
 
Giuseppe Mauro Torelli. Nato a Imperia il 13 marzo 1940. Figlio di artigiani, ha conseguito la maturità scientifica nel liceo Vieusseux di Imperia. Eletto parlamentare nel 1983, ha partecipato ai lavori della Camera dei deputati nell'ambito del gruppo del Pci nella IX e X Legislatura. In Parlamento è stato componente della Commissione Interni e successivamente della Commissione Esteri. In tale contesto ha avuto l'incarico di responsabile dei problemi dell'ordine pubblico e delle forze di polizia e dei Vigili del fuoco, con particolare riferimento alla problematica della Protezione civile. In precedenza, a partire dal 1965, è stato per venti anni consigliere comunale di Imperia, svolgendovi lungamente la funzione di capogruppo. È stato Sindaco del capoluogo nel 1975. Eletto consigliere provinciale nel 1990, nell'ambito della legislatura ha svolto la funzione di Presidente della Commissione Affari istituzionali. Membro dell'Unione regionale province liguri, è stato eletto altresì nell'assemblea nazionale dell'Upi. Nella Federazione Giovanile Comunista Italiana (Fgci) ha ricoperto l'incarico di segretario provinciale e componente del Comitato Centrale. Nel Pci, dal 1972 al 1983 e quindi nel 1991, ha svolto le funzioni di Segretario provinciale e dirigente in organismi provinciali, regionali e nazionali, come altresì successivamente nel Partito Democratico della Sinistra e nei Democratici di Sinistra. Nel 1989 aderì alla mozione, voluta tra gli altri da Pietro Ingrao e Alessandro Natta, contraria alla svolta della Bolognina, operata dal segretario del Pci Occhetto. Tale mozione si affermò in provincia di Imperia nel congresso del 1990. È stato componente della Presidenza del Consiglio nazionale dei Garanti dei Ds a partire dal congresso di Pesaro del 2001. Al congresso Ds di Firenze del 2007 non aderiva alla proposta di dar vita al Partito Democratico. Dal 1998 era componente del Coordinamento nazionale dell'Associazione per il Rinnovamento della Sinistra (Ars), di cui è stato tra i promotori e Presidente dell'Ars di Imperia intitolata ad Alessandro Natta. [n.d.r.: deceduto il 12 agosto 2019]. Wikipedia