Caterina Gaggero, detta Lilla nasce nel 1891, si sposa nel 1910 con Viale Arturo e muore nel 1959.
Ha due figli Aldo e Ada. Resta vedova nel 1930 [la famiglia Viale aveva un esercizio pubblico, osteria “da battaglia” come scrive l'autore, sul limitare della Frazione Latte, più a ponente, e la zona Ville di Ventimiglia (IM)].
Aldo, mio padre, nasce nel 1911, evita gran parte del servizio militare di leva in quanto “unico figlio
maschio
di madre vedova”, viene richiamato l’otto dicembre del 1941, parte per
l’Africa nel luglio 1942, torna nel 1946 e viene congedato nel 1947.
Il 10 giugno del quaranta l’Italia entra in guerra al fianco dei nazisti, con la dichiarazione di guerra alla Francia e all’Inghilterra. A fine giugno 1940 le truppe italiane occupano alcuni comuni di frontiera tra cui Mentone.
Tale annessione durerà circa tre anni.
Aldo viene
richiamato in data 8 dicembre 1941 quando probabilmente si sentiva già
al sicuro, data l’età.
Di lì a breve vengono avviate le pratiche per
l’esonero ma i tempi sono limitati e a giugno 1942 deve partire per il
fronte del nord Africa senza aver avuto risposta.
Aveva trentun anni.Le lettere di Aldo che costituiscono il nucleo di questa pubblicazione, coprono il periodo dal giugno
del 1942 alla primavera del 1946, con una lunga interruzione dalla primavera del 1943.
[...]
La caserma Gallardi di Ventimiglia (IM) all'inizio del secondo conflitto mondiale |
La caserma dell’89º reggimento fanteria “Salerno” a Ventimiglia era intitolata al Tenente Carlo Gallardi, e fu sede del reggimento dal 1926 fino al 1943. Ancora adesso, che ormai da generazioni è diventata una casa popolare, si può leggere, un po’ sbiadito, il motto “NON CHIEDO DOVE”. È probabilmente lì che nascono le conoscenze e le amicizie con Carlini, Bruzzone, Manitto ed altri che fanno qualche apparizione nelle lettere.
Allo scoppio delle ostilità, il 10 giugno 1940, il reggimento essendo dislocato a Ventimiglia, prende
subito parte ai combattimenti sul monte Grammondo e nell’entroterra e occupa Mentone. I reparti rimangono in territorio di occupazione fino all’agosto del 1941, quando rientrano in Italia.
Nel 1942 il reggimento, sempre inquadrato nella 5ª Divisione di Fanteria Cosseria, partí per il Fronte Russo, per difendere un tratto nella zona del Don. Il “Salerno” riuscirà a tornare in patria solamente verso la fine di aprile del 1943. Manitto, uno degli amici, nella sua ultima lettera del 29 novembre 1942, lamenta di non essere rimasto a Mentone ma di essere invece partito per la Russia. E dalle lettere degli altri compagni sembra non sia più tornato.
[...]
Aldo raccontava anni dopo di quando era nella caserma Gallardi e durante la libera uscita rientrava per la cena a casa che era anche l’osteria “da battaglia” e poi tornava in caserma per dormire con i
commilitoni.
E diceva che le scarpe chiodate facevano scintille, per la velocità, sui ciottoli dei carugi e delle mulattiere per poter essere puntuale al suono della ritirata.
Raccontava anche di quando qualche anno prima, al sabato fascista, andava al premilitare ed effettuava gli esercizi di malavoglia; dovendo fare il “salto a pescio“ (salto mortale) arrivato sulla pedana di battuta si toglieva dalla testa la bustina, la lanciava oltre l’ostacolo e tornava indietro come un cavallo che scarta. Da quello che diceva, Aldo non era mai stato iscritto al partito fascista che tanto per lavorare in campagna non serviva la tessera. Ricordo che parlava bene del partito socialdemocratico di Saragat che però fu fondato nel dopoguerra. Prima doveva essere socialista. Il distacco verso il partito fascista forse non l’ha aiutato nella pratica dell’esonero dal richiamo in guerra e credo che sapere che Italo (futuro cognato, convivente di Ada) avesse evitato la prima linea entrando nell’Unpa (Unione nazionale protezione antiaerea) gli avesse causato qualche peso allo stomaco.
L’unica tessera che ho visto girare ogni anno in casa era quella della associazione nazionale combattenti e reduci. E un paio di volte avevano stampato un rotolo con tutte le fotografie dei reduci che ho ancora in casa.
Carissime,
Vengo in breve a rispondervi per darvi nuovamente mie nuove credo che assieme a questa ne riceverete altra mia posta salute ottima a bei momenti mi sembrano impossibili non mi sembra neanche vero dalle voci che circolano sul nostro conto.
Apprendo del vento che ha fatto li anche qua ha fatto molto e ha lasciato il tempo fresco, ma oggi si
è alquanto calmato. Mi dite di Turetto mi ha scritto una lettera da Torino raccontandomi la sua vita di naia e le ho subito risposto, anche lui si adatterà alla nuova vita di naia!!! Questa sera non posso uscire perché debbo distribuire della roba ai soldati e domani sera vado nuovamente da Fiorillo per vedere se può farmi dare 48 ore almeno da potervi vedere se la notizia fosse vera ma a bei momenti mi sembra impossibile ma però è meglio prenderli prima che nulla se per caso non riuscissi a niente ve ne faro subito avvisate.
Saluti a tutti e per voi tanti baci vostro Aldo
Genova, 10-06-42
[...]
di Arturo Viale di Ventimiglia (IM) in
Allo scoppio delle ostilità, il 10 giugno 1940, il reggimento essendo dislocato a Ventimiglia, prende
subito parte ai combattimenti sul monte Grammondo e nell’entroterra e occupa Mentone. I reparti rimangono in territorio di occupazione fino all’agosto del 1941, quando rientrano in Italia.
Nel 1942 il reggimento, sempre inquadrato nella 5ª Divisione di Fanteria Cosseria, partí per il Fronte Russo, per difendere un tratto nella zona del Don. Il “Salerno” riuscirà a tornare in patria solamente verso la fine di aprile del 1943. Manitto, uno degli amici, nella sua ultima lettera del 29 novembre 1942, lamenta di non essere rimasto a Mentone ma di essere invece partito per la Russia. E dalle lettere degli altri compagni sembra non sia più tornato.
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Aldo raccontava anni dopo di quando era nella caserma Gallardi e durante la libera uscita rientrava per la cena a casa che era anche l’osteria “da battaglia” e poi tornava in caserma per dormire con i
commilitoni.
E diceva che le scarpe chiodate facevano scintille, per la velocità, sui ciottoli dei carugi e delle mulattiere per poter essere puntuale al suono della ritirata.
Raccontava anche di quando qualche anno prima, al sabato fascista, andava al premilitare ed effettuava gli esercizi di malavoglia; dovendo fare il “salto a pescio“ (salto mortale) arrivato sulla pedana di battuta si toglieva dalla testa la bustina, la lanciava oltre l’ostacolo e tornava indietro come un cavallo che scarta. Da quello che diceva, Aldo non era mai stato iscritto al partito fascista che tanto per lavorare in campagna non serviva la tessera. Ricordo che parlava bene del partito socialdemocratico di Saragat che però fu fondato nel dopoguerra. Prima doveva essere socialista. Il distacco verso il partito fascista forse non l’ha aiutato nella pratica dell’esonero dal richiamo in guerra e credo che sapere che Italo (futuro cognato, convivente di Ada) avesse evitato la prima linea entrando nell’Unpa (Unione nazionale protezione antiaerea) gli avesse causato qualche peso allo stomaco.
L’unica tessera che ho visto girare ogni anno in casa era quella della associazione nazionale combattenti e reduci. E un paio di volte avevano stampato un rotolo con tutte le fotografie dei reduci che ho ancora in casa.
Carissime,
Vengo in breve a rispondervi per darvi nuovamente mie nuove credo che assieme a questa ne riceverete altra mia posta salute ottima a bei momenti mi sembrano impossibili non mi sembra neanche vero dalle voci che circolano sul nostro conto.
Apprendo del vento che ha fatto li anche qua ha fatto molto e ha lasciato il tempo fresco, ma oggi si
è alquanto calmato. Mi dite di Turetto mi ha scritto una lettera da Torino raccontandomi la sua vita di naia e le ho subito risposto, anche lui si adatterà alla nuova vita di naia!!! Questa sera non posso uscire perché debbo distribuire della roba ai soldati e domani sera vado nuovamente da Fiorillo per vedere se può farmi dare 48 ore almeno da potervi vedere se la notizia fosse vera ma a bei momenti mi sembra impossibile ma però è meglio prenderli prima che nulla se per caso non riuscissi a niente ve ne faro subito avvisate.
Saluti a tutti e per voi tanti baci vostro Aldo
Genova, 10-06-42
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di Arturo Viale di Ventimiglia (IM) in