lunedì 8 gennaio 2024

L’unico comune ad avere oltre il 75% di abitazioni vuote o non occupate da persone residenti è proprio Molini di Triora

Molini di Triora (IM). Fonte: mapio.net

Immagine qui ripresa da Alessandro Collet, Op. cit. infra

Tutti i dati analizzati in maniera approfondita nei capitoli precedenti hanno portato, per una serie di motivazioni che ora spiegherò in dettaglio, alla scelta di Molini di Triora come caso studio interessante per effettuare un approfondimento. Il comune di Molini di Triora è infatti caratterizzato da alcuni dati nel periodo di riferimento delle analisi con i dati ISTAT 2001-2011 che lo pongono come caso studio significativo. Nel periodo di riferimento infatti la popolazione residente è passata da 695 a 626 abitanti, con un calo piuttosto significativo pari al 10% circa. Inoltre, le elaborazioni hanno evidenziato come il comune sia caratterizzato da un elevatissimo indice di vecchiaia pari a 740, dovuto al fatto che ci sono soltanto 32 residenti giovani (sotto i 14 anni) a fronte di una popolazione anziana (con più di 65 anni) di ben 237 residenti. Ma i parametri maggiormente significativi che hanno portato a tale scelta sono stati anche quelli legati allo sviluppo insediativo e alla costruzione di nuovi edifici residenziali nel periodo di riferimento: nel comune di Molini di Triora risultano ben 51 abitazioni realizzate tra gli anni 2001 e 2011. Se come valore assoluto può non sembrare una cifra estremamente alta, è rapportando il dato sulle nuove abitazioni alla consistenza demografica e all’andamento di popolazione del comune che vengono fuori le cose più interessanti: il rapporto tra nuove abitazioni realizzate nel periodo di riferimento e la popolazione residente al 2011 è infatti di circa 0,08, vale a dire che è stata realizzata più di una nuova abitazione ogni 20 residenti. Anche il rapporto tra le nuove abitazioni e la variazione percentuale di popolazione ha inserito Molini di Triora nella lista dei comuni con il valore più basso. L’ultimo dato preso in considerazione ha poi fatto sì che la scelta ricadesse proprio su Molini di Triora: se infatti anche il vicino comune di Cosio d’Arroscia ricadeva nei parametri precedenti, l’unico comune ad avere oltre il 75% di abitazioni vuote o non occupate da persone residenti è proprio Molini di Triora, dove infatti soltanto poco meno di un’abitazione su quattro risulta occupata da residenti. Altre ragioni hanno poi portato ad una scelta di questo tipo. Il comune infatti, nonostante risultino molte abitazioni realizzate nel periodo di riferimento, non ha visto invertire il trend demografico nel periodo successivo, perdendo abitanti anche dal 2011 al 2018: spesso infatti nel resto delle Alpi c’è stata un’inversione di tendenza o un bilanciamento di questa dinamica, mentre a Molini di Triora la realizzazione di nuove abitazioni non ha fruttato l’insediamento di nuovi abitanti. La scelta è stata poi favorita infine dalla localizzazione del comune, l’entroterra ligure, territorio dal quale io stesso provengo (sono infatti originario di Ceriana, comune della valle limitrofa) e che ho avuto spesso l’occasione di visitare e frequentare, potendo quindi contare di una buona conoscenza di base del territorio e delle locali dinamiche socio-economiche.
Una volta compresi il quadro territoriale e il contesto in cui si trova il comune, prendiamo in considerazione la marginalità individuata da due diverse tipologie di studi sui comuni montani italiani. Per quanto riguarda il primo, il comune di Molini di Triora non è classificato come comune estremamente marginale nello studio effettuato su tutto il territorio alpino dal prof. Alberto di Gioia, come illustra la cartografia qui presente. Lo studio, che tiene conto di numerosi parametri (dall’accessibilità alle attività e servizi presenti, dalla dinamicità turistica ai posti di lavoro), identifica Molini di Triora come comune caratterizzato da una marginalità “relativa - molto debole”.

Figura 26: il comune di Molini di Triora non è caratterizzato da un grado di marginalità elevato. Alcuni comuni limitrofi come Bajardo e Montalto Carpasio (che quando venne realizzato questo studio erano ancora comuni autonomi) in Valle Argentina e Mendatica e Montegrosso Pian Latte in Valle Arroscia sono invece caratterizzati da un grado di marginalità relativa forte (fonte: carta dei Gradi di Marginalità realizzata dal prof. Alberto di Gioia nell’ambito della pubblicazione “Nuovi Montanari. Abitare le Alpi nel XXI secolo”). Immagine qui ripresa da  Alessandro Collet, Op. cit. infra

Il secondo studio che si è occupato della marginalità dei comuni italiani montani e non è l’analisi realizzata dalla SNAI - Strategia nazionale per le Aree interne. Si tratta di un importante iniziativa di pianificazione a livello nazionale in cui viene analizzata la marginalità dei territori italiani prevalentemente secondo la distanza dai principali servizi, identificando quelle che possono essere considerate “aree interne” per motivi di scarsa accessibilità e dotazione di servizi di un rango superiore. La SNAI ha individuato numerose aree studio su cui effettuare investimenti per lo sviluppo all’interno delle aree interne italiane. Molini di Triora non fa parte di una di queste aree (una delle Aree interne prese in considerazione è invece la limitrofa Valle Arroscia, con i comuni confinanti di Rezzo e Montegrosso Pian Latte), ma viene in ogni caso identificata con un certo grado di marginalità: infatti in una scala di sei categorie nelle quali sono classificati i comuni (polo, polo intercomunale, cintura, intermedio, periferico e ultraperiferico), Molini di Triora risulta comune intermedio. Entrambe le analisi di conseguenza non inseriscono il comune in una posizione di particolare drammaticità per quanto riguarda l’isolamento e la marginalità, ma lo piazzano, specialmente per quanto riguarda l’analisi della SNAI, in una posizione di forte ambiguità.

Immagine qui ripresa da  Alessandro Collet, Op. cit. infra

4.2.1 Il territorio: cenni storici, frazioni, attività economiche, accessibilità
Il comune di Molini di Triora ha una storia relativamente abbastanza recente se paragonata gli altri comuni circostanti. Se infatti gli insediamenti abitati sono presenti sul territorio da oltre 1000 anni, il comune venne creato soltanto alla fine del 1903, quando dopo anni di richieste e pressioni da parte della comunità locale il Parlamento decise di staccare il comune di Molini di Triora da quello di Triora, con le numerose frazioni della parte più bassa dell’alta valle che vennero aggregate al nuovo comune. Prima di tale data infatti soltanto una piccola rappresentanza di Molini e delle frazioni principali (Andagna e Corte) erano ammesse a partecipare alle decisioni nel comune di Triora, ma restavano comunque in forte minoranza sebbene nel 1900 la popolazione residente del comune di Triora era di 2475 abitanti in totale nel capoluogo e nelle frazioni dell’alta valle, mentre a Molini, Corte, Andagna e le frazioni della bassa valle la popolazione totale era di ben 3290 residenti. In ogni caso il dato che fa riflettere è anche quello relativo alla popolazione totale dei due comuni dell’alta Valle Argentina: a fine ottocento si contano infatti oltre 6000 residenti totali nell’allora comune di Triora, con tutte le frazioni montane e le piccole borgate rurali molto popolate e vivaci. Come già abbondantemente citato in precedenza, i territori dell’estremo entroterra ligure furono tra quelli dell’arco alpino maggiormente colpiti dallo spopolamento della montagna, che si è qui perpetrato per tutto il Novecento e tuttora stenta ad arrestarsi. Il dato relativo al 2011 infatti riporta 626 residenti a Molini e 374 a Triora, con un totale di esattamente 1000 residenti: si tratta di una diminuzione totale dei residenti dell’83% in 120 anni di storia recente. Questa drammatica emorragia di popolazione è dovuta ad una molteplicità di fattori tutti collegati tra di loro già ampiamente analizzati nei capitoli iniziali: le difficili condizioni abitative e lavorative della vita di montagna, l’attrattività di un lavoro fisso presso le città della costa, le difficoltà nello spostamento e nel reperire i beni di prima necessità dalle frazioni più piccole, l’abbandono parziale delle tradizionali attività di agricoltura e allevamento e la carenza di servizi hanno portato molte famiglie ad abbandonare questi territori; nel caso dell’alta Valle Argentina non vanno poi dimenticati i pesanti effetti della Seconda Guerra Mondiale, che in molti casi durante la lotta partigiana ha decimato la popolazione. Attualmente il settore turistico è in crescita soprattutto per quanto riguarda il comune di Triora ma anche a Molini, come vedremo in seguito con l’analisi delle strutture ricettive e attraverso il dialogo con i titolari di alcune attività commerciali del capoluogo e delle frazioni.
Per capire meglio la struttura del territorio comunale di Molini di Triora è necessario procedere analizzando le frazioni singolarmente citando anche le varie attività commerciali presenti in esse.

Immagine qui ripresa da  Alessandro Collet, Op. cit. infra

Capoluogo. Il centro storico di Molini di Triora si sviluppa nel fondovalle lungo il torrente Capriolo che subito a valle dell’abitato confluisce nel torrente Argentina. Si tratta di un vivace ed animato borgo dell’entroterra, sviluppato sulle due sponde del torrente Capriolo, con poco meno di 250 residenti. Il paese è punto di riferimento per il territorio circostante e per chi è di passaggio grazie a numerose attività commerciali ed esercizi pubblici: sono infatti presenti un albergo-ristorante, tre bar, due botteghe di alimentari e un fornaio. I servizi pubblici di base sono assicurati dalla presenza dell’ufficio postale, della farmacia e dell’ambulatorio medico, mentre per quanto riguarda lo sportello bancario è necessario recarsi nei vicini comuni di Triora o Badalucco. L’unica altra struttura ricettiva del borgo è un bed&breakfast, aperto però soltanto nella stagione primaverile ed estiva. Negli ultimi anni lo sviluppo del turismo verde e sostenibile e delle attività sportive all’aperto ha accompagnato l’apertura di alcune attività commerciali legate all’outdoor come guide escursionistiche, cicloescursionistiche e noleggio di attrezzatura sportiva come le e-bike. Per quanto riguarda l’istruzione sono presenti a Molini la scuola dell’infanzia (che nell’anno scolastico 2019-2020 conta 6 iscritti) e la scuola primaria, che però risulta attualmente chiusa da 3 anni per la mancanza di iscritti: i bambini frequentano infatti la scuola primaria di Triora, il paese vicino al quale si recano tutti i giorni grazie allo scuolabus messo a disposizione del comune. Per quanto riguarda la scuola secondaria di primo grado il comune di riferimento è invece Badalucco.
 
Figura 29: una veduta di Andagna dalla strada d'accesso alla frazione. Le antiche case in pietra del centro storico sono state quasi tutte ristrutturate, talvolta però non si sono mantenuti i caratteri tipici nel passato con interventi che spesso stonano con il contesto del vecchio borgo medievale. Foto di Alessandro Collet, gennaio 2020.

Andagna. Si tratta della principale frazione del comune che con 102 residenti (dato del 2011) è posta a 730 metri di altitudine su un colle immediatamente ad Est del capoluogo comunale, dal quale dista 3,5 km lungo la strada che procede poi in direzione del Passo Teglia. Andagna è un borgo compatto sviluppato attorno alla chiesa parrocchiale posto in posizione estremamente soleggiata, che durante la stagione estiva si anima grazie alle numerose feste organizzate dalla locale pro loco. Non sono presenti attività commerciali, mentre l’unico esercizio pubblico presente nella frazione è la locale osteria che funziona anche da bar, la cui apertura è però saltuaria durante buona parte dell’anno. L’unica struttura ricettiva della frazione è un’attività di bed&breakfast.
 
Figura 30: il borgo di Corte ha un centro storico compatto attorno alla chiesa parrocchiale e nasconde numerosi manufatti significativi di architettura civile come per esempio i portali scolpiti. Foto di Alessandro Collet, febbraio 2015.

Corte. La frazione sorge a 670 metri sul livello del mare a 3 chilometri di strada dal capoluogo comunale, su un colle posto a solatio immediatamente a Nord del capoluogo, separato da Andagna dalla profonda valle del Rio Corte. Il piccolo centro storico compatto conta attualmente 38 residenti stabili (2011) e non sono presenti attualmente né attività commerciali né esercizi pubblici.
Gavano. Il vallone di Gavano, che qualche chilometro a valle del capoluogo si dirama ad Ovest fino alle pendici del Monte Ceppo, è estremamente selvaggio e boscoso. Nelle piccole borgate immerse nel verde accessibili grazie ad una stretta strada asfaltata che si stacca dalla provinciale di fondovalle, tra le quali le principali sono Galei e Ciagin, vivono solo 16 residenti al 2011. Ad inizio 2020 invece risultano soltanto più 4 persone residenti, tutte in borgata Galei. Alcune borgate situate in luoghi difficilmente accessibili versano ormai in stato di abbandono.
Gratino. Questa piccola frazione posta su un versante a solatio alla sinistra orografica del torrente Argentina qualche chilometro a valle del capoluogo comunale comprende diversi piccolissimi nuclei dove vivono soltanto 8 residenti stabili al 2011. La frazione è accessibile dal fondovalle tramite una stretta strada asfaltata. Come a Gavano, anche qui non sono presenti attività commerciali né esercizi pubblici.
 
Figura 31: la borgata Firighetti è posta a qualche centinaio di metri a monte di Agaggio Inferiore, sulla strada che conduce ad Agaggio Superiore. Solo più una coppia di anziani vive qui, per il resto le antiche case sono state tutte acquistate da persone del Nord Europa che utilizzano le abitazioni soltanto come seconde case in alcuni periodi dell’anno. Foto di Alessandro Collet, gennaio 2020.

Agaggio Inferiore. La frazione è posta cinque chilometri a valle del capoluogo lungo la strada provinciale di fondovalle ad un’altitudine di 370 metri e può contare al 2011 su una popolazione di 72 residenti. Si tratta della frazione più vivace del comune, grazie alla presenza di una storica bottega di alimentari che funge anche da edicola e rivendita di prodotti da merceria, un agriturismo, un ristorante, una nuova struttura di recente apertura che propone un’interessante ed innovativa attività di “home restaurant” e un’attività produttiva che si occupa della lavorazione e distillazione della lavanda. Fino a pochi anni fa resisteva anche una storica macelleria che ora ha però chiuso definitivamente i battenti, mentre anche il locale ufficio postale è stato chiuso nell’ambito degli ultimi tagli alle spese da parte di Poste Italiane.
 
Figura 32: le borgate più alte di Agaggio Superiore sono circondate dal verde e la vegetazione spontanea si sta sempre più riappropriando dei terrazzamenti un tempo coltivati. Foto di Alessandro Collet, gennaio 2020.

Agaggio Superiore. Accessibile con una stretta strada asfaltata che si stacca dalla provinciale di fondovalle presso la frazione di Agaggio Inferiore, è composta da diverse piccole borgate rurali nelle quali vivono in totale 25 residenti al 2011. Il versante a solatio sul quale di sviluppa l’insediamento è favorevole alle attività agricole, tra le quali spicca quella di un’azienda che produce olio e vino locali. Numerose piccole borgate risultano attualmente in stato di abbandono, avvolte dalla fitta vegetazione spontanea sta man mano coprendo i terreni un tempo coltivati. Non sono tuttavia presenti attività commerciali né esercizi pubblici.
Aigovo. La frazione di Aigovo comprende, oltre il piccolo centro abitato principale, le borgate di Costa, Colletta e Morghetta, dislocate sul versante destro orografico della vallata e collegate fra di loro e al fondovalle son una stretta e ripida strada asfaltata. La frazione conta solamente 14 residenti stabili al 2011 e molte abitazioni delle varie borgate risultano abbandonate e versano in precarie condizioni di stabilità. Anche ad Aigovo non sono attività commerciali.
 
Figura 33: nella piazzetta del nucleo storico di Glori il negozio di alimentari, la macelleria, l'osteria e il tabacchi hanno ormai chiuso i battenti da oltre 20 anni. Foto di Alessandro Collet, gennaio 2020.

Glori. Si tratta della frazione più bassa del comune, collegata alla provinciale da una stretta strada asfaltata di due chilometri. Le antiche abitazioni in pietra sembrano costruite le une sulle altre a causa della forte pendenza del territorio circostante, interamente terrazzato ed adibito ad olivicoltura. Al 2011 contava 29 residenti stabili e la presenza di un agriturismo come unica attività della frazione, mentre dal 2020 l’attività di agriturismo è stata sostituita da una nuova trattoria gestita da due giovani che fungerà anche da bar: questo investimento fa parte del progetto denominato “Glori: the place to be”, che, come vedremo meglio in seguito, grazie all’impulso dei pochi abitanti rimasti affiancati da numerosi nuovi residenti punta a ripopolare la frazione creando nuove opportunità lavorative nei settori dell’agricoltura e della ricettività.
Il resto del territorio. Oltre alle frazioni principali, il territorio di Molini di Triora è costellato dalla presenza di numerose piccole borgate rurali (per esempio Perallo) e case sparse nell’immenso territorio agricolo circostante. Gran parte del territorio è peraltro prettamente boschivo e i versanti spesso impervi e poco accessibili hanno impedito qualsiasi tipo di sfruttamento da parte dell’uomo.
Alessandro Collet, Uno studio sullo sviluppo insediativo nell’arco alpino. Il caso dell’area Basso Piemonte - Entroterra Ligure di Ponente, Tesi di Laurea Magistrale, Politecnico di Torino, Anno Accademico 2019-2020