venerdì 26 gennaio 2024

Si potrebbe dedurre una contrazione della superficie boschiva in Valle Arroscia

Fig. 2.: 1 - Il torrente Arroscia, Pieve di Teco; 2 - Il torrente Arroscia, Vessalico; 3 - Veduta sul borgo di Mendatica dal borgo di Montegrosso Pian Latte; 4 - Rezzo. Fonte: fotografie - 2019 - dell'autrice, Cristina Marchioro, Op. cit. infra

6.1 Primi passi nell’alta Valle Arroscia
L’area di studio comprende undici comuni dell’alta Valle Arroscia in Provincia di Imperia a ridosso del confine con la provincia di Savona: Ranzo (fig. 1-1), Borghetto d’Arroscia (fig. 1-2), Aquila d’Arroscia (fig. 1-3), Vessalico (fig. 1-4), Pieve di Teco (fig. 1-5), Armo (fig. 1-6), Pornassio (fig. 1-7), Rezzo (fig. 1-8), Montegrosso Pian Latte (fig. 1-9), Mendatica (fig. 1-10) e Cosio d’Arroscia (fig. 1-11). Tali comuni formano l’Unione dei comuni dell’Alta Valle Arroscia, oltre a costituire una delle 72 aree progetto della Strategia delle aree interne (SNAI). La classificazione delle aree interne introdotta dalla SNAI evidenzia la presenza nell’area di studio di cinque comuni intermedi e di sei comuni periferici sulla base della maggiore o minore accessibilità ai centri con servizi essenziali (fig. 1).
 

Fig.1. Comuni dell’area di studio ripartiti sulla base della classificazione delle aree interne proposta dalla Strategia delle aree interne (SNAI); principali vie di comunicazione con i centri di Albenga e Imperia e centri del basso Piemonte. Legenda: 1-Ranzo; 2-Aquila d’Arroscia; 3-Borghetto d’Arroscia; 4-Vessalico; 5-Pieve di Teco; 6-Armo; 7-Pornassio; 8-Rezzo; 9-Montegrosso Pian Latte; 10-Mendatica; 11-Cosio d’Arroscia. Fonte: elaborazione dell’autrice

Il torrente Arroscia (fig. 2) è tra i corsi di maggiore lunghezza (38 km) della provincia, la valle longitudinale (orientata da ovest a est) si divide tra il territorio della provincia di Imperia e quello della provincia di Savona, ove il torrente sfocia nei pressi di Albenga dopo aver assunto l’idronimo di Centa. Il suo bacino idrografico si estende dallo spartiacque ligure-padano fino al mar Ligure con una superficie complessiva di 432 kmq (di cui nel territorio imperiese 210 kmq) (Regione Liguria, 2018), a sud-ovest è delimitato dal bacino imbrifero del torrente Argentina, dall’Impero e dal Merula, mentre a nord-est ha i bacini imbriferi del Varatella e del Carenda <156. I due affluenti principali dell’alta Valle sono il torrente Arogna che scende da nord per confluire nell’Arroscia a Pieve di Teco e la Giara <157 di Rezzo che si innesta nel torrente Arroscia qualche chilometro più a valle (fig. 3).
 

Fig. 3. Comuni dell’area di studio e le principali vie di comunicazione con i centri di Albenga e Imperia. Legenda: 1-Ranzo; 2-Aquila d’Arroscia; 3-Borghetto d’Arroscia; 4-Vessalico; 5-Pieve di Teco; 6-Armo; 7-Pornassio; 8-Rezzo; 9-Montegrosso Pian Latte; 10-Mendatica; 11-Cosio d’Arroscia. Fonte: elaborazione dell’autrice

L’area di studio insiste, quindi, sulla parte sommitale della Valle Arroscia, nel versante tirrenico, e sull’alta val Tanaro, nel versante padano, su cui insiste una porzione limitata della superficie territoriale dei comuni di Mendatica (10), Cosio d’Arroscia (11) e Pornassio (7) (fig. 3). L’area di studio è caratterizzata dalla presenza di una parte del Parco naturale regionale delle Alpi Liguri <158 (fig. 5). Il sistema integrato di aree protette (area del Parco delle Alpi Liguri e aree di Rete Natura 2000) interessa quasi tutti i comuni dell’alta Valle Arroscia, in alcuni casi occupa la parte maggioritaria dei singoli territori comunali: Rezzo (37,5 kmq), Mendatica (30,8 kmq), Cosio d’Arroscia (40,6 kmq), Montegrosso Pian Latte (10,1 kmq), Pornassio (27,7 kmq), Pieve di Teco (40,6 kmq) e Armo (9,3 kmq).
Quattro centri capoluogo dell’alta Valle Arroscia - Ranzo (fig. 4-1), Borghetto d’Arroscia (fig. 4-3), Vessalico (fig. 4-4) e Pieve di Teco (fig. 4-5) - sono localizzati nel fondovalle (fig. 4) e assieme al capoluogo di Pornassio, San Luigi (fig. 4-7, 630 m slm), sono lungo le principali via di percorrenza che collegano i centri della Valle Arroscia con Albenga (SP 453) e Imperia (SS 28) lungo la costa e i centri del basso Piemonte nell’entroterra (SS 28) (fig. 3). I restanti sei capoluoghi dell’area di studio sono localizzati a un’altitudine compresa tra 400 e 800 m slm e sono raggiungibili attraverso vie di comunicazione secondarie (figg. 3 e 4). Come si vedrà in seguito (cfr. par. 3), i comuni del fondovalle sono quelli con maggiore ampiezza demografica.
 

Fig. 4. Isoipse nella porzione di territorio dei comuni dell’area di studio. Legenda dei numeri: 1-Ranzo; 2-Aquila d’Arroscia; 3-Borghetto d’Arroscia; 4-Vessalico; 5-Pieve di Teco; 6-Armo; 7-Pornassio; 8-Rezzo; 9-Montegrosso Pian Latte; 10-Mendatica; 11-Cosio d’Arroscia. Fonte: elaborazione dell’autrice da DTM regionale

A parte i centri capoluogo, le numerose frazioni denotano la presenza di un insediamento sparso, visibile anche nella carta sull’uso del suolo (fig. 6, colore giallo), in cui, salvo alcuni casi <159, risiedono stabilmente pochissimi abitanti: Ranzo (14 frazioni), Aquila d’Arroscia (4), Borghetto d’Arroscia (12), Vessalico (3), Pieve di Teco (9), Armo (2), Pornassio (7), Rezzo (2), Montegrosso Pian Latte (1), Mendatica (7), Cosio d’Arroscia (1) (https://ugeo.urbistat.com/AdminStat). 

Fig. 5. Parco naturale regionale delle Alpi Liguri. Fonte: Parco delle Alpi Liguri (Parco Regionale della Alpi Liguri, 2019, p. 3) - immagine già pubblicata dall'autrice

Considerando l’orientamento della Valle, si può notare che la maggior parte dei centri abitati è localizzata sul versante a solatìo, ovvero quello sinistro rispetto al torrente, anche se, come si nota dalla figura 3, non mancano insediamenti storicamente di una certa importanza localizzati nel versante a bacìo, ad esempio Montegrosso Pian Latte, o le frazioni di Lavina nel comune di Rezzo e Degolla nel comune di Ranzo entrambi sotto i 400 m di quota, Ubaga e Ubaghetta nel comune di Borghetto d’Arroscia, situati sopra i 400 m (fig. 4).
 

Fig. 6. Usi del suolo (escluso la superficie boscata che grossomodo copre la restante superficie rimasta) ed estensione dei bacini imbriferi del torrente Arroscia-Centa e Tanaro su cui insistono i comuni dell’area di studio. Legenda dei numeri: 1-Ranzo; 2-Aquila d’Arroscia; 3-Borghetto d’Arroscia; 4-Vessalico; 5-Pieve di Teco; 6-Armo; 7-Pornassio; 8-Rezzo; 9-Montegrosso Pian Latte; 10-Mendatica; 11-Cosio d’Arroscia. Legenda delle lettere: a-Torrente Arogna; b-Giara di Rezzo; c-Torrente Arroscia-Torrente Centa; d-Torrente Tanaro. Fonte: elaborazione dell’autrice (dati del Geoportale Regione Liguria)

6.2 Gli usi del suolo
Per quanto concerne l’uso del suolo, si può notare un cambiamento progressivo nel corso del tempo rilevato sia nei numeri relativi all’estensione della superficie in ettari di SAU (Superficie agricola utilizzata) <160 e SAT (Superficie agricola totale) <161 sia nel confronto tra immagini storiche di fotografie o cartoline e immagini attuali. Le variazioni del paesaggio naturale e antropico sono una diretta manifestazione dei movimenti umani e dei cambiamenti nella struttura demografica. La carta dell’uso del suolo (fig. 6) mostra che il versante destro della Valle Arroscia è quasi privo di coltivazioni, ed è caratterizzato quasi interamente da una fitta copertura boschiva, non più curata come un tempo <162, che ricopre tutto il versante, dal fondovalle allo spartiacque. Invece, sul versante soleggiato, fino a quote di 500 m slm, vi sono coltivazioni di olivi e viti (più di metà a Pigato <163 - Denominazione di Origine Controllata «Riviera Ligure di Ponente» - e Ormeasco - Denominazione di Origine Controllata «Ormeasco di Pornassio» <164), anche se appaiono di estensione ridotta rispetto agli ultimi decenni (tab. 1) <165. Altra coltivazione molto importante e rappresentativa della Valle Arroscia è l’aglio di Vessalico, riconosciuto presidio slow food nell’anno 2000 <166.
Tali andamenti confermano un trend generalizzato sul territorio regionale e provinciale. Ad esempio, i dati relativi alla provincia di Imperia, rilevano riduzioni dell’estensione delle coltivazioni legnose agrarie, anche se leggermente inferiori rispetto alla media regionale: per la vite -30,55%, per l’olivo -7,86%, il minor calo a livello regionale (Liguria Ricerche, 2011, p. 43).
Sulle alture, anche le aree pascolive sono interessate da una progressiva riduzione dell’estensione del rispettivo areale, in seguito alla diminuzione delle aziende zootecniche, dei capi di bestiame e alla conseguente espansione del bosco <167. Proprio rispetto a quest’ultimo dato, il decremento che si rileva confrontando il censimento del 2000 con quello del 2010 è dovuto al fatto che, nell’ultima rilevazione, le aziende forestali sono state escluse dall’universo di riferimento (Liguria Ricerche, 2011, pp. 33-34), quindi, il valore riguarda soltanto le superfici boschive di aziende agricole <168 (ISTAT, 2010, p. 32), una porzione limitata rispetto al totale. Tale spiegazione contribuisce a motivare il decremento che si rileva anche in Valle Arroscia, dal quale si potrebbe dedurre una contrazione della superficie boschiva, in netto contrasto con quelle che sono le evidenze in letteratura e le osservazioni sul campo. I comuni che dispongono di una maggiore superficie a pascolo sono Rezzo, Mendatica e Cosio d’Arroscia, i cui pascoli, spesso di proprietà comunale, costituiscono una voce importante del bilancio. Nella figura 6 si nota la presenza di aree commerciali e industriali a Pieve di Teco, legate alla presenza di piccole e medie imprese attive in diversi settori (legati in particolare alla lavorazione dell’olio o alla produzione di macchinari agricoli).
[NOTE]
156 Il suo bacino interessa le province di Imperia, Savona e Cuneo (Regione Liguria, 2018).
157 Il termine «giara» è di derivazione dialettale: «giaea» indica la terra e le pietre, corrispondenti ai materiali alluvionali trasportati dai corsi d’acqua. Nelle valli occidentali della Liguria il termine viene spesso indicato come «giaira», sempre dal latino medievale «giarca», e indica il greto del corso d’acqua oppure il torrente stesso (Ferro, 1979).
158 L’Ente di gestione del Parco naturale regionale delle Alpi Liguri è stato istituito con la Legge Regionale 23 ottobre 2007 n. 34. L'Area vasta di influenza ambientale (area definita dalla superficie del Parco delle Alpi Liguri e dall’area di Rete Natura 2000) indagata si estende su una superficie totale di 619,2 km2 (61.922 ha) e comprende 23 Comuni della Provincia di Imperia
159 In alcuni casi la frazione capoluogo ospita solo una parte della popolazione residente nel comune, come nel caso di Ranzo o Borghetto d’Arroscia. In particolare l’abitato disperso del comune di Ranzo, con numerose frazioni, nuclei e case sparse e la conseguente difficoltà nel disporre e mantenere servizi di base per ogni frazione, ha favorito lo spopolamento, iniziato da oltre un secolo.
160 La superficie agricola utilizzata (SAU) è l’insieme di terreni a seminativi, coltivazioni legnose agrarie, orti familiari, prati permanenti e pascoli e castagneti da frutto. Essa costituisce la superficie investita ed effettivamente utilizzata in coltivazioni propriamente agricole. È esclusa la superficie investita a funghi in grotte, sotterranei ed appositi edifici. Il dato è espresso in ettari (Istat, 2010, p. 204).
161 La superficie agricola totale (SAT) è la superficie complessiva dei terreni dell’azienda agricola formata dalla SAU, da quella coperta da arboricoltura da legno, da boschi, dalla superficie agraria non utilizzata, nonché dall’altra superficie (Istat, 2010, p. 204).
La superficie agraria non utilizzata comprende l’insieme dei terreni dell’azienda agricola non utilizzati a scopi agricoli per una qualsiasi ragione (di natura economica, sociale od altra), ma suscettibili di essere utilizzati a scopi agricoli mediante l’intervento di mezzi normalmente disponibili presso un’azienda agricola. Sono esclusi i terreni a riposo (Istat, 2010, p. 204).
162 Alcuni utilizzi noti in queste valli sono: gli abeti e le querce per le costruzioni navali, gli aceri per i manici di utensili a uso agricolo, i noccioli per fabbricare «cavagni» cesti, canestri, i salici erano utilizzati per fissare i tralci delle viti e l’impiego a uso alimentare dei frutti del castagno (Garibaldi, 2014, p. 126).
163 Soprattutto nella bassa Valle Arroscia e in particolare nel comune di Ranzo(agriligurianet.it/en/vetrina/prodotti-e-produzioni/vino/viti-e-vitigni-doc-e-igt-della-provincia-di-imperia.html).
164 Presente in tutta la Valle Arroscia e parzialmente in Valle Argentina soprattutto nelle vigne della fascia sub-alpina (400-800 s.l.m.) (agriligurianet.it/en/vetrina/prodotti-e-produzioni/vino/viti-e-vitigni-doc-e-igt-della-provincia-di-imperia.html).
165 In Liguria, i dati degli ultimi due censimenti del 2010 e del 2000 rilevano che le riduzioni della superficie agricola utilizzata sono maggiori per le coltivazioni ortive (-38,8%) e la viticoltura (-45,1%). Le coltivazioni che vedono un decremento più contenuto sono fiori e piante ornamentali (-2,8%) e la coltura dell’olivo (-14,2%). Parallelamente, le colture più estese sono l’olivo (10.925 ettari, di cui il 52,8% è localizzato nella provincia di Imperia) e la vite (1.312 ettari), e le coltivazioni a fruttiferi (1.461 ettari) (Liguria Ricerche, 2011, pp. 32-33).
166 Recentemente si è costituito il «Comitato promotore Aglio di Vessalico D.O.P.» ed è in corso la richiesta di riconoscimento di marchio DOP.
167 In Liguria i prati permanenti e i pascoli coprono una superficie nel 2010 di 21.799 ettari complessivi, riscontrando un decremento complessivo tra i due censimenti del 38% circa. Nel 2000 la superficie a bosco complessiva in tutta la Regione era di 75.342 ettari (Liguria Ricerche, 2011, pp. 33-34).
168 Nel censimento generale dell’agricoltura del 2010, come nei precedenti, rientrano nell’universo di osservazione le aziende agricole gestite da imprese, istituzioni pubbliche e istituzioni no profit, le unità zootecniche che utilizzano terreni pascolivi di proprietà comunale o di altri enti pubblici o privati; e le proprietà collettive ad uso agricolo.
Cristina Marchioro, Nuovi abitanti nelle aree interne della Liguria. Il ruolo e gli impatti sociali e territoriali di nuovi abitanti «per scelta», «per necessità» e «per forza» in alta Valle Arroscia, Tesi di dottorato, Università degli Studi di Genova, Anno accademico 2020-2021