martedì 16 aprile 2024

Un imperiese membro dell'Opificio potenziale

Imperia: Viale Matteotti

Giuseppe Varaldo sa ridurre bene i testi narrativi. Per dirne una: ha redatto diverse sintesi dei Promessi sposi manzoniani, usando solo termini marcati (come italiano regionale, dialettale, gergale, esotico, ecc.) dal vocabolario De Mauro della lingua italiana. Il tutto, per complicarsi la vita, scritto in ottave rimate.
Così, ad esempio, suona l'ottava intessuta con i barbarismi:"Non certo un instant-book o un feuilleton,/ ma un long-seller charmant ed evergreen. / Eccone l'abstract: in un tourbillon / di escamotage, di blitz e di combine, / in stand-by nonostante la liaison, / al "Niet" di un capataz, kaputt infin / (yes-man e bandoleros l"entourage), / fra un boy-friend e la partner il ménage".
In Canto tenero, un poemetto in quattordici quartine di endecasillabi a rime alterne, costruisce il testo con una sequenza ininterrotta dì nomi di personaggi mitologici. La prima strofa ("Alma, perenna - ligia al poter mio-/ e mesci a caso o reca come dote, / tipico tono fausto a te natio, / né farti debellar in odi o mote...") cuce i nomi di Anna Perenna, Ligia, Alpo, Termio, Eme, Scia, Caso, Ore, Caco, Medo, Teti, Pico, Tono, Fausto, Atena, Tione, Fartide, Bel, Larino, Diomo, Teride...
E si vedano i sonetti monovocalici raccolti in All'alba Shahrazad andrà ammazzata (Douglas Hofstadter ne parla nel suo Le Ton beau de Marot. In praise of the Music of Language, l997, dove traduce il titolo, mantenendo il gioco, in Shahrazad shall hang at dawn). Così viene riferito l'inizio della Metamorfosi: "la trama tratta/ (la narra Kafka, par ch'accada a Praga): / abracadabra, cabala da maga / all'alba fa passar da Samsa a blatta". E così Genesi, 6-9: "La gran bagnata allaga la vallata, / ma fra la malta, a galla, avanza l'arca,/ la vasta cassa fatta dal navarca; / la salamandra, l'anatra palmata, / la magra calpa, la farfalla alata/ s'accalcan a carcar la sacra barca: / da tal marasma, dall'amara Parca,/ dal patatrac la razza va salvata! / Al caval la cavalla, al can la cagna: / da casa-stalla la tartana fa ... / La masnada, passata la magagna,/ all'Ararat attracca, starà là;/ alzata l'ara, arata la campagna,/ mal farà Cam a maltrattar papà!".
Ma chi è Giuseppe Varaldo? Risiede a Imperia, di professione fa il dermatologo, collabora, con lo pseudonimo di Beppe, a "La Settimana Enigmistica" e ad altre riviste ("Pergioco", "La Sibilla"). Ma definirlo soltanto un enigmista è davvero troppo poco. È autore di stupefacenti palindromi sesquipedali: sull'omerica regina (Penelope, 1041 lettere), sulla scoperta dell'America (3 agosto 1492, 630 lettere), sulla vittoria della squadra italiana ai Mondiali di calcio (11 luglio 1982, 4587 lettere). Altri palindromi varaldiani sono brevissimi, fulminanti. Così, sull'abate Faria, scrive: finirà per crepar in If. E sulla memoria involontaria di Proust: era riverbero d'ore brevi, rare.
È un membro dell'Oplepo (Opificio di letteratura potenziale), associazione gemella della francese Oulipo (Ouvroir de Littérature Potentielle). Fra i membri dell'Ouvroir, fondato nel 1960 (giovedì 24 novembre, per la precisione, nelle cantine di "Le vrai Gascon" a Parigi) da François Le Lionnais e Raymond Queneau, figurano Italo Calvino, Marcel Duchamp, Georges Perec, Jacques Roubaud; fra quelli dell'Opificio, fondato nel 1990 a Capri da Raffaele Aragona, Ruggero Campagnoli e Domenico D'Oria, figurano Paolo Albani, Ermanno Cavazzoni, Edoardo Sanguineti. Sono, questi gruppi, i laboratori della letteratura ludico-matematica più alta, culmine - e, detto così, può parere un ossimoro - di sfrenato gioco e di rigorosissime procedure. Per fare letteratura si fa, qui, uso di contraintes, cioè di regole di scrittura vincolata, sottoposta a restrizione. I vincoli sono strumenti di stimolo, metodi creativi, ed ecco allora lipogrammi, tautogrammi, mitografemi, palindromi, acrostici, olorime, e nuove tecniche come le permutazioni o il giro del cavallo, il metodo di sostituzione "S+n" (si sostituisce ogni parola con quella che cade n posizioni più avanti in un dizionario) e la palla di neve (ogni verso è costituito da una sola parola ed ogni parola successiva è più lunga della precedente). Raymond Queneau disse che anche severe teorie scientifiche e raffinate tecniche letterarie nascono almeno in parte dal gioco: "Si può pure ritenere che i Carolingi, il giorno in cui hanno cominciato a contare sulle dita 6, 8, 12 per fare versi, hanno compiuto un lavoro oulipiano". E d'altronde qualsiasi testo è costruito mediante delle regole (ortografiche, sintattiche, lessicali), che possono sì essere rotte o ampliate o modificate, ma che in effetti costituiscono pur sempre delle contraintes.
Insomma, gli oulipiani e gli oplepiani scoprono nuovi procedimenti per comporre libri, ricercano nuove strutture, e le costrizioni escogitate si rivelano propizie alla creazione letteraria. Varaldo è uno dei protagonisti di queste avventure. E ha capacità virtuosistiche, stupefacenti, tanto che, non a caso, è stato uno dei collaboratori di Piero Falchetta per la traduzione di quel gran testo che è La Disparition di Georges Perec (è un romanzo giallo in cui misteriosamente scompare qualcosa. Non vi diciamo cosa, non si può rivelare le sorprese di un libro così ricco di suspense e humour noir. In Italia è puhblicato dall'editore Guida con il titolo La scomparsa. Andate subito a leggervelo).
Varaldo, in un'intervista concessa ad Armando Adolgiso (in http://www.adolgiso.it), dice di non ritenersi uno scrittore, "se mai un abile artigiano lessicale o un manipolatore della parola. Essendo comunque anche un enigmista, cioè un creatore di indovinelli e crittografie, il passaggio dall'enigmistica alla ludolinguistica è stato per me abbastanza naturale. Dell'una e dell'altra mi attira soprattutto - così amo chiamarla - la "sublime inutilità". E della ludolinguistica anche quel senso di sfida còlta che è implicito nella contrainte". E, più oltre, afferma che la letteratura "diventa arte, e non più soltanto comunicazione, se e quando riesce a esprimere qualcosa che vada al di là delle parole: credo nel non detto, nel sottinteso, nella complicità allusiva fra scrittore e lettore. Ritengo inoltre che le parole stesse e la loro associazione abbiano, per lo meno nel linguaggio poetico, un valore intrinseco e una potenza evocativa che ne trascendono il mero significato. Ricordo in proposito quel famoso racconto di Landolfi in cui un poeta, un certo Ernesto, ri-scrive l'Infinito semplicemente lasciandosi condurre e sedurre dalla forza attrattiva delle singole parole, estratte a caso da un'urna".
Se qualcuno teme che la letteratura così si inaridisca e si riduca ad una vuota esercitazione che può indifferentemente essere prodotta anche dall'elaboratore elettronico, lo possiamo rassicurare subito, con queste parole che Varaldo pronuncia verso la conclusione dell'intervista:

Credo infatti che arte e scienza siano e debbano continuare a essere due mondi separati e autonomi. Ciò non toglie che la scienza possa fornire all'arte nuove tecnologie e nuovi strumenti per svilupparsi: basti pensare alla musica elettronica e ad alcuni effetti, non necessariamente speciali, del cinema. O anche, in campo letterario (vedli Oulipo-Oplepo e dintorni), alla già citata importanza della matematica. E tuttavia il livello artistico di un romanzo come La vita istruzioni per l'uso non deriva dall'esattezza delle sue contraintes, ma da qualcos'altro - stile, espressività, purezza di linguaggio, coinvolgimento emotivo - che in un certo senso le supera.

Personaggio complesso, affabile conversatore che sa passare da Buñuel a Rabelais, da Kubrick a Joyce, Varaldo è un esploratore di nuovi territori, animato da spirito giocoso e dissacratore. Il senso delle sue operazioni è al tempo stesso frivolo e profondo, e presenta - al di là del suo rifiuto di sentirsi scrittore - innegabili segnali di stile. Le sue esperienze di poeta à contrainte sono esposte in Introduzione alla ludolinguistica, pubblicato nella serie dei "Quaderni della Sibilla" (supplementi a "La Sibilla", Napoli 2003). Il resto potrete trovarlo nelle sconfinate lande (nei libri, nei siti, nei convegni) dell'Oplepo.

Marco Innocenti, Flugblätter. Vol. 2: 39 pezzi più o meno d'occasione, Lo Studiolo, Sanremo (IM), 2018, pp. 49-54

Altri lavori di Marco Innocenti: articoli in Il Regesto, Bollettino bibliografico dell’Accademia della Pigna - Piccola Biblioteca di Piazza del Capitolo, Sanremo (IM); articoli in Mellophonium; Lorem ipsum, lepómene editore, 2022; Silvana Maccario, Margini (Introduzione di Marco Innocenti), Quaderno del circolo lepómene stampato a Sanremo, gennaio 2023; (a cura di) Marco Innocenti, Il magistero di Cesare Trucco - per il centenario della nascita 1922-2022, Lo Studiolo, Sanremo, 2022; Scritti danteschi. Due o tre parole su Dante Alighieri, Lo Studiolo, 2021; I signori professori, lepómene editore, 2021; Verdi prati erbosi, lepómene editore, 2021; Libro degli Haikai inadeguati, lepómene editore, 2020; Elogio del Sgt. Tibbs, Edizioni del Rondolino, 2020; Flugblätter (#3. 54 pezzi dispersi e dispersivi), Lo Studiolo, Sanremo (IM), 2019; Sandro Bajini, Fumata bianca dopo penosi conciliaboli (con prefazione di Marco Innocenti), Lo Studiolo, 2018; articoli in Sanremo e l'Europa. L'immagine della città tra Otto e Novecento. Catalogo della mostra (Sanremo, 19 luglio-9 settembre 2018), Scalpendi, 2018; Sandro Bajini, Andare alla ventura (con prefazione di Marco Innocenti e con una nota di Maurizio Meschia), Lo Studiolo, Sanremo, 2017; La lotta di classe nei comic books, i quaderni del pesce luna, 2017; Sanguineti didatta e conversatore, Lo Studiolo, Sanremo (IM), 2016; Pubblicità, lepómene editore, 2015; Sandro Bajini, Libera Uscita epigrammi e altro (postfazione di Fabio Barricalla, con supervisione editoriale di Marco Innocenti e progetto grafico di Freddy Colt), Lo Studiolo, Sanremo, marzo 2015; Enzo Maiolino, Non sono un pittore che urla. Conversazioni con Marco Innocenti, philobiblon, Ventimiglia, 2014; articolo in I raccomandati/Los recomendados/Les récommendés/Highly recommended N. 10 - 11/2013; Sandro Bajini, Del modo di trascorrere le ore. Intervista a cura di Marco Innocenti, Ventimiglia, philobiblon, 2012; Sull'arte retorica di Silvio Berlusconi (con uno scritto di Sandro Bajini), Editore Casabianca, Sanremo (IM), 2010; Pensierini, Lepomene, Sanremo, 2010; Sgié me suvièn, Lepomene, Sanremo, 2010; Prosopografie, lepómene editore, 2009; Flugblätter (#1. 49 pezzi facili), lepómene editore, 2008; C’è un libro su Marcel Duchamp, lepómene editore, Sanremo 2008; (a cura di) Alfredo Moreschi in collaborazione con Marco Innocenti e Loretta Marchi, Catalogo della mostra fotografica. 1905-2005: Centenario del Casinò Municipale di Sanremo. Una storia per immagini, De Ferrari, Genova, 2007; con Loretta Marchi e Stefano Verdino, Marinaresca la mia favola. Renzo Laurano e Sanremo dagli anni Venti al Club Tenco. Saggi, documenti, immagini, De Ferrari, 2006
Adriano Maini