venerdì 20 settembre 2024

Originali riflessioni sulla difesa del litorale a Sanremo e a Imperia

Sanremo (IM): davanti alla vecchia stazione ferroviaria

A Sanremo agli inizi degli anni '70 fu varato un progetto che prevedeva il recupero di 900 m di litorale dinnanzi la stazione ferroviaria. L'obiettivo era quello di raggiungere un avanzamento di 90 m, dei quali 40 m destinati alla viabilità ed i rimanenti alla spiaggia.
Per fare ciò si prevedeva di sversare grandi quantità di materiale di risulta proveniente dall'Autostrada dei Fiori (di scarsa qualità), di realizzare delle strutture di difesa che consistevano in un grande pennello a levante in prossimità della foce del rio S. Romolo, uno minore all'estremo di ponente e due isole intermedie. Infine l'intervento doveva essere completato con un ripascimento di sedimento pregiato.
L'Amministrazione Comunale però decise di destinare oltre 70 metri del terrapieno a viabilità, giardini e parcheggio. Inoltre non venne realizzato il versamento di finitura a protezione e completamento della spiaggia.
 

Fonte: op. cit. infra

Conseguentemente, davanti al muro che limitava la zona viabile rimanevano, nel 1983, solo una ventina di metri di spiaggia costituita di materiale detritico estremamente eterogeneo e di varie dimensioni. Inoltre le piattaforme isola sono state in seguito unite a terra, formando in definitiva altri due pennelli.
 

Fonte: op. cit. infra

Fonte: op. cit. infra

Comunque nei decenni successivi la situazione è rimasta stabile e la spiaggia non ha subito arretramenti, come si può osservare dalla figura 9, e ciò è una testimonianza della bontà della scelta progettuale adottata.
[...] Altro intervento che ha previsto l'utilizzo di piattaforme isola ha avuto luogo lungo il litorale di Porto Maurizio, in località Borgo Prino per l'esattezza, sempre in provincia di Imperia.
La situazione qui è sempre stata precaria, fin dagli inizi del ‘900, e peggiorò ulteriormente verso la fine degli anni '60 e ciò convinse l'amministrazione comunale a finanziare un progetto di ricostruzione della spiaggia.
I lavori interessarono un fronte di 700 m. Inizialmente venne realizzata sulla sponda sinistra del torrente Prino una discarica con i detriti provenienti dai lavori di scavo per la realizzazione dell'Autostrada dei Fiori. Contemporaneamente, fu avviato lo smantellamento di un vecchio pennello e di un lembo di scogliera parallela preesistenti.
Significativo il fatto che questo fu il primo caso in Italia in cui si autorizzò la demolizione di un'opera marittima di protezione della costa. In sostituzione delle vecchie strutture furono realizzati un nuovo pennello, a levante, e tre “piattaforme-isola” in prossimità delle case del borgo.
La prima struttura garantiva un appoggio alla spiaggia ed impediva la dispersione dei sedimenti verso levante, mentre le altre opere avevano la funzione di evitare la perdita di materiale, favorendone l'accumulo con un effetto “tombolo” senza però limitare il passaggio dei sedimenti da una cella alla successiva.
Il progetto ebbe successo e si stabilì un nuovo equilibrio ed un avanzamento immediato della spiaggia di 15-20 metri.
 

Fonte: op. cit. infra

Purtroppo tale intervento fu vanificato dalla costruzione di nuove opere. Nel 1980 infatti, con la chiusura della discarica, il piazzale realizzato grazie al versamento di inerti venne stabilizzato mediante la realizzazione di una scogliera aderente che privò il litorale di questi apporti sedimentari. La stessa amministrazione, pensando di migliorare la situazione, realizzò a levante della foce del torrente Prino un lungo molo inclinato che privò la spiaggia anche dei sedimenti provenienti dal corso d'acqua. Questa struttura determinò anche la traslazione dei sedimenti fini presenti sulla spiaggia verso la zona protetta creata dal nuovo molo. La spiaggia arretrò vistosamente e peggiorò anche granulometricamente, diventando ghiaiosa.
Anche in questo caso, non comprendendo le reali cause del fenomeno, proseguirono gli interventi che irrigidirono ulteriormente il litorale. Le isole furono trasformate in pennelli, ad eccezione della struttura di ponente, che solo recentemente, nel 2000, è stata collegata a terra. Questi interventi ottennero il solo risultato di frammentare il litorale in tre celle non comunicanti, rendendo praticamente impossibile lo scambio di sedimenti. La situazione, a tutt'oggi, risulta essere particolarmente critica, aggravata anche dalla presenza nella spiaggia sottomarina di una depressione che convoglia verso il largo, disperdendoli in profondità, i sedimenti trasportati dal torrente Prino; questi sedimenti sono spinti all'esterno dall'azione di riflesso determinata dalle strutture presenti in prossimità dell'ex discarica.
Infine, la piattaforma isola già collegata a terra nel 2000 è stata ulteriormente ampliata con la costruzione di un nuovo tratto ricurvo verso levante. Presumibilmente l'obiettivo che s'intende raggiungere con questo intervento è quello di creare una zona protetta. Questo tuttavia probabilmente comporterà la formazione di una spiaggia sabbiosa nella zona protetta dalla struttura ed il rapido depauperamento del rimanente tratto di litorale.
 

Fonte: op. cit. infra

In definitiva anche in questo caso l'intervento progettato e realizzato mediante piattaforme isola ha avuto un buon impatto iniziale ed ottenuto i risultati sperati, che però sono stati vanificati dalla poca accortezza delle varie amministrazioni nelle successive scelte progettuali.
Marco Nicosia, Studio su modello numerico della protezione delle spiagge di Castiglione della Pescaia con piattaforme isola, Tesi di laurea, Università degli Studi di Firenza, Anno Accademico 2017-2018