mercoledì 4 settembre 2024

L’edificio fu fatto costruire dall’ingegnere Giovanni Marsaglia


Ma è anche il caso del piccolo centro che cerca di organizzare la propria espansione, senza sconvolgere le caratteristiche morfologiche dettate dal borgo preesistente, come nel caso di Sanremo, dove in un primo centro sorto dopo l’arrivo della ferrovia, si costruisce il primo grande albergo. L’esempio scelto è l’Hotel Europa e de la Paix, il cui progetto di ristrutturazione e ampliamento avvenuto nel 1872 e opera dell’ingegnere Pietro Agosti, ne fa uno dei complessi più grandi di Sanremo. Questo hotel è riportato nel diario di Klaus e Erica Mann, dove raccontano: “Di fronte al Casinò il buon Hotel Europa; lì già mezzi sfiniti, possiamo mangiare spaghetti e, provvisti di un sonnifero, riposare”. <3
Il secondo caso prevede la pianificazione della ordinata espansione della città turistica, ovvero la progettazione non solo dell’albergo, ma anche del suo quartiere, compresa la lottizzazione di aree residenziali in ville. Questo tipo di pianificazione urbana è molto comune nei nuovi centri termali francesi dell’Ottocento, quali Bidas nei Pirenei, Bagnere des Bigorre e Vichy. In questo esercizio progettuale si cimenta anche Charles Garnier che, grazie alla fama e alla ricchezza acquisite dalla costruzione dell’Opera di Parigi, diventa assiduo frequentatore della città termale di Vittel. Egli realizza un piano per la riqualificazione e l’ampliamento del quartiere del Grand Hotel, per il quale ridisegna la facciata. Progetta anche il nuovo Casinò, le Terme e il Parco della città. In ambito costiero ligure, la pianificazione della riva era già iniziata con la progettazione della passeggiata, ma ora riguarda anche il nucleo urbano intorno a essa. A partire dalla conferma della città storica nel colle della Pigna, l’esempio di lottizzazione per l’espansione di Sanremo è uno dei tanti primi elaborati in questo periodo dove, al nucleo disordinato e tortuoso del borgo esistente, si contrappone una pianificazione lineare e geometrica del nuovo quartiere.
E’ questo il caso del progetto mai eseguito relativo alla costruzione di un colossale albergo dietro il preesistente Casinò di Ospedaletti, il quale ebbe vita breve in quanto, pochi anni più tardi dalla sua inaugurazione, venne costruito, a pochi chilometri di distanza, il Casinò di Sanremo. Tale progetto, elaborato dall’architetto Bruno Ferrati di Genova nel 1925, è uno dei rari esempi di riuso del Casinò, chiamato anche Villa Sultana, una prestigiosa opera in stile “pompier” dell’ingegnere Sebastien Marcel Biasini.
[...] Altro esempio di progetto urbano di un sito di promontorio è la Villa Giacomo a Ospedaletti, della cui storia si sa poco o nulla, ma che molto ci insegna nella progettazione a terrazze e a pergole nel panoramico spazio antistante il vasto parco della villa la villa.
[...] La strada non è più una inaccessibile passeggiata romantica, ma è il luogo centrale della vita mondana, celebrazione della bellezza e della grandiosità della città. I palazzi pubblici, come gli alberghi, non si affacciano solo sul mare, ma soprattutto sulla Jetée, il luogo emblematico delle nuove città-stazioni balneari del Mediterraneo.
Inizia a rinforzarsi il mito della Riviera.
L’importanza che la villeggiatura marina riveste in questo periodo e la qualità dei turisti che la frequentano sono tali da richiedere, nonostante le dimensioni ridotte, le stesse caratteristiche rappresentative di una grande città o di una capitale europea. La borghesia, che desiderava soggiornare in questi centri, cerca alloggio nei Grand Hotels, mentre l’aristocrazia e la ricca borghesia preferiva, all’hotel, la villa personale progettata secondo il proprio gusto, possibilmente in un luogo da dove si potesse mirare un panorama particolarmente suggestivo, o un sito di rara bellezza naturale. Tutti comunque sono subordinati alla vita della città e ai luoghi di intrattenimento e di svago che essa può offrire.
Il progetto del Grand Hotel e il tema della Große Fassade
I Grand Hotels venivano concepiti su modello degli alberghi delle capitali tedesche e austriache, dove era stata teorizzata la progettazione della facciata secondo solidi principi architettonici che miravano all’ostentazione della rappresentatività, la teoria della Große Fassade, per cui il risultato deve comunicare un’immagine di lusso e di solennità. La tipologia edilizia che veniva maggiormente utilizzata era quello dell’edificio a blocco, dove lo spazio pubblico è ristretto allo spazio dei piccoli balconi delle camere con vista sul mare, in quanto affacci verso il vero luogo di vita della città, il Lungomare. Ne sono esempi l’Hotel Negresco ed Excelsior a Nizza e l’Hotel Angst a Bordighera. Nell’ideazione della facciata e degli spazi interni dedicati alla vita pubblica, grande attenzione viene riservata ad ogni dettaglio decorativo che deve donare allo spazio un valore scenografico di grande suggestione.
Nei primi anni del XX secolo con l’affermarsi delle nuove tendenze in contrapposizione agli stili classici e al dilagare della decorazione, più che a tentativi di modifica dell’architettura in rapporto all’assetto urbano, si assiste ad un cambiamento del tipo edilizio in rapporto al sito. Gli esempi presentati sono due grandi alberghi della Riviera, progettati da due grandi architetti europei del tempo. Il primo esempio è il progetto per l’Hotel Riviera Majestic Palace a Sanremo di Peter Behrens. L’organizzazione dello spazio pubblico si esprime nel giardino a terrazze antistante all’albergo, che riprende il tema, che abbiamo visto la volta scorsa, della progettazione dei giardini a ripiani. I due prospetti principali differiscono notevolmente l’uno dall’altro. Il lato sud è caratterizzato da grandi vetrate al piano terra e alla terrazza al primo piano, che prende l’intera larghezza dell’edificio. Le camere hanno tutte grandi terrazze e presentano numerose aperture verso il mare. Il secondo esempio è il progetto per il Grand Hotel Babylon a Nizza di Adolf Loos del 1923 [...]
Il progetto della villa e il tema della casa unifamiliare di vacanza
La collocazione della villa nel paesaggio costiero può essere considerata come eccezione nella regola. Mentre nei temi tipologici finora esaminati, l’elemento di maggior importanza è sempre e comunque la Jetée, nel caso della Villa è il paesaggio. Infatti la maggior parte delle ville costruite in Riviera occupano un luogo ricco di suggestione, un angolo di particolare bellezza paesaggistica, spesso lontano dal centro abitato. Queste ville, progettate negli stili più diversi, sono costruite secondo il desiderio del committente e molto spesso si presentano come dei piccoli castelli a mare.
“... e tutte il mare spinge le mugghianti collere a questo bastion di scogli onde t’affacci a le due viste d’Adria, rocca d’Asburgo”, Giosuè Carducci. Così Giosuè Carducci, uno dei maggiori poeti italiani, descrive la residenza di mare del Castello di Miramare, posto presso Trieste nella Costa Adriatica, nella omonima poesia. Costruita nel 1856 per volere di Ferdinando Massimiliano, fratello dell’Imperatore d’Austria Francesco Giuseppe, divenuto Comandante della Marina da Guerra austriaca. Il sito pare sia stato scelto dallo stesso Arciduca che vi trovò rifugio in un improvviso levarsi di bora e che ammirò l’incantevole bellezza del promontorio il mattino seguente. Si tratta del primo esempio di castello a mare in stile eclettico costruito in Italia. Nel parco, organizzato a terrazze, si trovano essenze arboree provenienti da tutti i continenti. Molto simile a questa conosciuta e inevitabile modello formale di riferimento è il Castello Marsaglia, oggi scomparso, progettato dall’architetto Pio Soli nel 1882, in un grande parco confinante con il giardino dell’Hotel Royal, di Sanremo. “L’edificio fu fatto costruire dall’ingegnere Giovanni Marsaglia, figlio di grandi impresari torinesi. All’esterno l’architettura a castello dell’edificio tendeva a quella grandiosità di ricchezza ed eleganza richieste per le ville signorili di allora. All’interno un vasto atrio, ben illuminato dalla triplice vetrata della parete di fondo, mette in comunicazione fra loro le stanze di soggiorno che qui si affacciano, lasciando ampio spazio alla scala marmorea divisa in due rampe che conducono ai piani superiori, tra loro unite dall’elegante ballatoio. Il tutto è sorretto da sei colonne marmoree concluse in alto da un capitello corinzio”. <4
[...] L’ultimo esempio è Villa Patrone, oggi Villa Nobel a Sanremo, chiamata dallo stesso scienziato Bongarzoni “il mio nido” <7. Essa è definita la più civettuola delle ville di Sanremo deve il suo aspetto odierno all’intervento dell’architetto Pio Soli che la ristrutturo” sopraelevandola di un piano, modificando il tetto centrale e levando quelli sovrastanti le torrette, nel 1892, per volere dello scienziato che in quell’anno ne era divenuto proprietario. Ma il progetto originario del 1874 è dell’architetto Filippo Grossi. Il poeta e letterato Francesco Pastonchi così la descrive: “La villa intanto, che a noi pareva unica nella sua bizzarra miscela di stili, con leggeri capricci di ferri e sfoggi di vetrate, e una torretta incrostata di pietruzze da figurare un croccante, si va adornando di graffiti; un pittore in tunica sui ponti non ha mai finito di lavorarci. Anche nel giardino accadono assestamenti con via vai di sterratori. Finalmente la villa riapre le finestre, vi palpitano le tende: il nuovo signore ne ha preso possesso.” <8
[NOTE]
3 Mann E., K., Riviera, 1992, p. 119.
4 AA. VV., Sanremo tra due secoli, 1986, Genova, Sagep Editrice, Genova
7 Bongarzoni O., Guida alle case celebri, 1985, scheda 63.
8 AA. VV., Sanremo tra due secoli, 1986, p. 100.
Umberto Minuta, Paesaggio e architettura sulla sponda veneta del Garda. Linee guida e strategie di intervento per una rigenerazione possibile, Tesi di dottorato, Università degli Studi di Parma, 2016