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Foto: Silvana Maccario |
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Foto: Silvana Maccario |
Vallecrosia (IM): Via Don Bosco |
A Vallecrosia in via Don Bosco negli anni Sessanta, come racconta Arnaldo Scotto, erano parcheggiati per giorni autotreni in attesa del carico di piccole palme, pronte per lasciare la terra di Liguria.
Posseggo due vasetti con tre fori laterali circa i quali nessuno finora aveva dato una spiegazione.
Varie ipotesi tutte errate.
I suddetti sono di coccio e provengono dalla Vaseria Tonet sparita dopo l’avvento dell’odiata plastica.
Era ingegnoso il procedimento per ottenere in breve tempo dai semi, ovvero dai datteri della palma Phoenix Canariensis, palme svettanti: i floricoltori avevano programmato la crescita più veloce semplicemente sostituendo in successione tre vasetti di diverse dimensioni.
Una bella storia che rischia di essere dimenticata e con questa l’ingegno di quei lavoratori, ascoltata da un ex bambino, Arnaldo Scotto, che aiutava il padre nella semina.
Si iniziava ad interrare il dattero in un vaso piccolo con un solo foro d’uscita: appena germogliava e uscivano le prime foglie, veniva trasferito in un secondo vaso con tre fori di uscita.
In seguito venivano interrati palma e vaso in un terriccio ricco di sostanze nutrienti che le radici della palmetta uscivano a cercare per crescere.
Il gioco era fatto: la pianta ora era una vera palma e rimaneva solo l’ultimo passaggio nel terzo vaso da spedire in Olanda.
Dopo che i piccoli contenitori erano stati impilati uno sull’altro in alte file nei loro pianali i camion partivano verso i cieli nebbiosi dalla luce opaca per regalare ai poveri olandesi il sole e il cielo mediterranei.
Silvana Maccario, 6 giugno 2025
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Phoenix canariensis. Foto: Vito Buono. Fonte: Acta plantarum |
Ho letto il racconto di Silvana Maccario ed è molto ben dettagliato. Quindi quanto ad aggiungere qualcosa non saprei proprio cosa inserire in quello che è stato già espresso così bene.
L'unica cosa che posso dire è che quando andavo ad aiutare i miei lo facevo con un po' di fastidio, perché sacrificavo la compagnia dei miei amici che andavano al mare, in quanto questi lavori venivano effettuati d'estate. Quindi andavo un pochino malvolentieri ad aiutare i miei.
Dopo, col tempo, si ricordano queste cose con grande piacere e il sacrificio, che all'epoca si era fatto, passa in secondo piano. Resta la soddisfazione di quello che si è fatto e che viene ricordato anche con un po' di orgoglio.
Arnaldo Scotto, 8 giugno 2025