Collasgarba in zona Nervia di Ventimiglia (IM) |
Sono arrivate le lucciole.
Almeno a Collasgarba ieri notte.
Nel mio giardino dove sono corsa subito dopo l'annuncio, per vedere se anche da me era iniziata la festa, le luci erano spente: solo canti di raganelle.
La scorsa estate avvistavo un piccolo insetto nero che mi ricordava quegli insetti così amati da noi bambini d'antan.
Non lo era, ma io avevo deciso che lo fosse.
Sarebbe stata un estate orfana.
Negli anni passati poteva succedere di attraversare intere nuvole di lucciole.
Era entrare nelle favole.
Bastavano loro per essere trasportati in palazzi scintillanti dove scivolavano leggeri i danzatori.
Ricordo che noi le trattenevamo nelle mani senza far loro male, come in gabbiette, per osservare il bagliore intermittente tra le fessure delle dita.
Poi era bello aprire le porte delle prigioni per lasciarle ripartire per la loro destinazione.
Per tenerle tranquille e non farle sentire sole cantavamo una filastrocca.
LUCCIOLA, LUCCIOLA
VIEN DA ME,
CHE TI DO
PAN DA RE E
PAN DA REGINA
LUCCIOLA, LUCCIOLA
VIENI IN CANTINA.
Questa la forma italianizzata delle BASSE-BASSETTE
La versione originale in dialetto era questa
LÜMIN, LÜMIN
VEGNI VEIXIN,
CHE TE DAGU
IN TOCU DE PAN
BAGNAU DE VIN
Meno poetica più prosaica, forse adatta ai tempi.
La perdita delle basse-bassette è la perdita di un intero mondo.
Almeno a Collasgarba ieri notte.
Nel mio giardino dove sono corsa subito dopo l'annuncio, per vedere se anche da me era iniziata la festa, le luci erano spente: solo canti di raganelle.
La scorsa estate avvistavo un piccolo insetto nero che mi ricordava quegli insetti così amati da noi bambini d'antan.
Non lo era, ma io avevo deciso che lo fosse.
Sarebbe stata un estate orfana.
Negli anni passati poteva succedere di attraversare intere nuvole di lucciole.
Era entrare nelle favole.
Bastavano loro per essere trasportati in palazzi scintillanti dove scivolavano leggeri i danzatori.
Ricordo che noi le trattenevamo nelle mani senza far loro male, come in gabbiette, per osservare il bagliore intermittente tra le fessure delle dita.
Poi era bello aprire le porte delle prigioni per lasciarle ripartire per la loro destinazione.
Per tenerle tranquille e non farle sentire sole cantavamo una filastrocca.
LUCCIOLA, LUCCIOLA
VIEN DA ME,
CHE TI DO
PAN DA RE E
PAN DA REGINA
LUCCIOLA, LUCCIOLA
VIENI IN CANTINA.
Questa la forma italianizzata delle BASSE-BASSETTE
La versione originale in dialetto era questa
LÜMIN, LÜMIN
VEGNI VEIXIN,
CHE TE DAGU
IN TOCU DE PAN
BAGNAU DE VIN
Meno poetica più prosaica, forse adatta ai tempi.
La perdita delle basse-bassette è la perdita di un intero mondo.
Gris de lin