venerdì 6 ottobre 2023

Le sorelle si appellavano al prefetto di Imperia, loro provincia natale, per poter ritornare a Mentone

Mentone: uno scorcio di Garavan

"Le sottoscritte […] si permettono fare presente ed insistere:
Che infondata ed ingiusta è l’accusa di antifascismo che si fa alla loro Famiglia, anche se il padre, a suo tempo, fece parte di una amministrazione comunale socialista riformista. Dopo l’avvento del Fascismo il loro genitore fu ed è sempre stato un ammiratore del Fascismo, del Duce che ha saputo rendere grande e temuta la nostra Patria. Egli si è trasferito con la Famiglia in Francia per motivo di
lavoro. […]
Che la sottoscritta Angela si è iscritta al P.N.F. nel 1934. Essa già si prestò gratuitamente per la confezione di grembiulini per le Piccole della Casa degli Italiani di Mentone in occasione di una Festa e sarà ben lieta ed onorata di poter ancora e sempre, da buona italiana e fascista, prestar la sua opera per la buona riuscita di manifestazioni patriottiche. La sorella Ida - abitante a Sanremo - è iscritta al P.N.F. dove sempre presta la sua opera […] Nessuno dunque può mettere in dubbio i sentimenti di vero patriottismo e fascismo della Famiglia, dimostrato con fatti.
Che il cognato Adrien Moresco è suddito francese e così pure, per matrimonio, la loro sorella Anita, di lui moglie. Essi costituiscono una famiglia a parte e nulla sanno le sottoscritte della loro specificata attività politica cui si volle alludere. Da qualche tempo non corrono, fra le due famiglie, troppi buoni rapporti.
Ad ogni modo le sottoscritte osano sperare che non si vorrà far ricadere su di esse e la loro famiglia la colpa dei suddetti, se questa esistesse. […]" <160
[...] Le sorelle Angela e Liliana Liprandi si appellavano al prefetto di Imperia, loro provincia natale, per poter ritornare a Mentone dove ormai conducevano stabile vita familiare con i genitori e il fratello Liutprando e dove l’una lavorava come impiegata e l’altra frequentava le scuole francesi. Dopo una visita in Italia alla sorella Ida, le due si erano viste negare il passaporto, essendo la famiglia Liprandi vigilata dalla Pubblica Sicurezza. I sospetti di sovversivismo ricadevano soprattutto su Anita, quinta sorella, attivista antifascista sposata con un altrettanto fervido propagandista sovversivo, nato a Nizza e naturalizzato francese, grave onta per il nazionalismo del regime. Nella supplica in questione e nelle altre che seguirono, Angela e Liliana non soltanto addussero tra le loro motivazioni una spiccata inclinazione civica fascista, ma fondarono la loro principale argomentazione sulla separatezza dei due nuclei familiari pur emigrati nella stessa cittadina di Mentone <179. Esse costruirono cioè un’identità parentale ligia e fedele ai dettami etici e civili del patriottismo mussoliniano, fondata sui valori della famiglia, del militarismo maschile e dell’assistenzialismo materno femminile: Liutprando «servì in seguito lodevolmente con fedeltà ed onore di soldato la Patria Fascista», Angela «si prestò gratuitamente per la confezione di grembiulini per le Piccole della Casa degli Italiani di Mentone in occasione di una festa e sarà ben lieta ed onorata di poter ancora e sempre, da buona italiana e fascista, prestar la sua opera per la buona riuscita di manifestazioni patriottiche» <180.
[NOTE]
160. Cpc: b. 2794, f. Anita Laura Liprandi: Angela e Liliana Liprandi al Prefetto di Imperia, Sanremo 27/09/1937.
179. Cpc: b. 2794, f. Anita Laura Liprandi: copia raccomandata di Angela e Liliana Liprandi al Prefetto di Imperia, Sanremo 27/09/1937.
180. La presenza di un modello narrativo è ancora più evidente se si confrontano le lettere dell’esilio delle Liprandi con un documento particolarmente interessante che si trova nell’archivio dell’Istituto Storico della Resistenza di Imperia (Archivio IsrecIm: II D12): si tratta di una breve autobiografia redatta da Angela Liprandi per ottenere i sussidi allora elargiti alle vittime delle persecuzioni fasciste, in cui la donna dichiara apertamente la fede antifascista della famiglia costretta all’esilio politico.
Emanuela Miniati, La Migrazione Antifascista dalla Liguria alla Francia tra le due guerre. Famiglie e soggettività attraverso le fonti private, Tesi di Laurea, Università degli Studi di Genova in cotutela con Université Paris X Ouest Nanterre-La Défense, Anno accademico 2014-2015

Fattore molto illuminante sui tanti compromessi ai quali dovettero ricorrere moltitudini di persone sotto il regime fascista (dei quali le istanze datate 1937 delle Liprandi sono probante esempio) risulta la già evidenziata nota n° 180 di Emanuela Miniati, di cui si trascrive qui di seguito il nucleo essenziale: "una breve autobiografia redatta da Angela Liprandi per ottenere i sussidi allora elargiti alle vittime delle persecuzioni fasciste, in cui la donna dichiara apertamente la fede antifascista della famiglia costretta all’esilio politico".
Adriano Maini