sabato 4 gennaio 2020

Bambini della zona di Cassino, martoriata dalla guerra, in provincia di Imperia


[Agli inizi del 1946] da Cassino partiva il primo convoglio di bambini poveri diretti al nord Italia, presso famiglie generose che li avrebbero accolti nel difficile periodo del dopoguerra. Attraverso tale impegnativa iniziativa si realizzava dal basso un'unità fra popolazioni del Nord e quelle del Sud, fra famiglie povere e altre non povere. Famiglie certamente animate da grandi speranze ma anche da incertezze, contrasti, e talvolta, per quanto riguarda quelle del Sud, sottoposte a palesi ostilità nei giorni precedenti la partenza. Si trattò comunque di un grande movimento di solidarietà, di un eccezionale sussulto di unità nazionale.
La nostra ricerca è iniziata con lo scopo e di far uscire i nomi degli organizzatori dall’anonimato e di raccogliere testimonianze di esperienze vissute, a cominciare dai bambini protagonisti di questa storia.


[...]  Presso l’Aula Magna dell’Università di Roma, alle 14,30 del 29 dicembre del 1945, Pietro Secchia apre i lavori del V Congresso del PCI. Il precedente congresso i comunisti lo avevano tenuto in semiclandestinità nel lontano 1931 [...]  Nel congresso ci si confronta sulle grandi questioni fino a quando il 31 non interviene Raul Silvestri, uno dei tredici delegati della federazione di Frosinone.
Silvestri aveva fatto parte della Resistenza. [...] Il suo intervento è centrato esclusivamente sulla realtà del cassinate e descrive il doloroso disastro ereditato, la fame, la mancanza di un tessuto produttivo, la triste realtà di una città fantasma assediata dalle mine, dominata dalle macerie, insidiata dall’acquitrino e dalla malaria. Sono argomenti che toccano la sensibilità dei delegati. Egli scava veramente in profondità, tocca i sentimenti di tutti i partecipanti. In termini concreti ha parlato del Sud, della miseria, dell'unità.
Lo stesso Li Causi, dirigente affermato del PCI, delegato siciliano, riprende il tema della saldatura fra Nord e Sud.

[...] L’allarme posto da Silvestri trova unanimi consensi e immediatamente si apre una gara di solidarietà fra i delegati del nord Italia a favore della città di Cassino. Dalla maggior parte degli interventi scaturiscono adesioni e proposte per affrontare il disastro causato in quella zona.
Già durante la discussione pomeridiana del 31 gennaio i delegati delle federazioni di Pavia, Imperia e Mantova annunciano la disponibilità ad ospitare i bimbi del cassinate. Il clima è tanto appassionato e interessato che il segretario della sezione di Cassino, il ferroviere Giovanni Gallozzi, sente il dovere di salire sulla tribuna del congresso per ringraziare tutti i delegati per questa grande generosità.
In seguito a questo clima solidale, "l’Unità" del 2 gennaio del 1946 scriverà che questo è stato il regalo per il nuovo anno.
L’attenzione attorno alla città più distrutta d’Italia rimane costante, pertanto il 5 gennaio il congresso nomina una delegazione per andare il giorno successivo a Cassino per portare aiuti, discutere e prendere impegni.
Ne fanno parte Teresa Noce (Estella), Secondo Pessi del CLN della Liguria, Renzo Silvestri della federazione di Frosinone. [...]

il Comitato di liberazione della Liguria tiene a Genova nei giorni 23 gennaio e 1° Febbraio 1946 due riunioni al fine di predisporre aiuti, nell’ambito della campagna nazionale “salviamo l’infanzia del cassinate“. A tale scopo viene creato a Imperia un comitato guidato dal presidente del CLN provinciale e articolato in sette commissioni di lavoro, una delle quali affidata a don Boeri, parroco di Oneglia.
- La prima si occupa della raccolta di fondi presso industriali, commercianti, istituti finanziari, banche;
- la seconda della raccolta di fondi dalla periferia attraverso comitati organizzativi, CLN periferici, aziendali, comunali, Udi, CIF, FdG, parroci;
- la terza è dedita alla raccolta informazioni segnaletiche: ville, case, istituti, case di cura, già funzionanti;
- compito della quarta sezione è la predisposizione di manifestazioni varie, dell’organizzazione, della stampa e propaganda;
- la quinta deve provvedere al reclutamento bimbi, assistenza sanitaria, al casellario clinico dei bimbi ospitati, al casellario anagrafico;
- alla sesta è assegnato il controllo economico finanziario;
- la settima, infine, è costituita dalla tesoreria.

[...] Arriva il 16 febbraio del 1946, il giorno tanto atteso della partenza. E’ un sabato luminoso che sembra auspicare una precoce primavera.
Dalla conclusione del V congresso del PCI (6 gennaio), allorquando viene data l’indicazione di salvare l’infanzia del cassinate, sono passati appena 40 giorni. Il grande dispiegamento di forze impiegato sta per verificare il primo risultato concreto. [...]


"Ecco Cic, bambino di Cassino. Dalla grande giacca da uomo esce un visetto intelligente che ha già imparato a sorridere. Cic si chiama. Cic e basta: non ricorda il suo nome; sa parlarci però di guerra, del babbo e mamma che non ha più, di cielo rosso, di fiammate, di fame e di macerie". Con questa descrizione l’edizione provinciale di Imperia de “L’Unità” del 19 febbraio prova a fotografare il passaggio da Genova di trenta bambini diretti verso San Remo e Imperia.
Sono presenti, per accompagnarli, alcune donne di San Remo e la madre di un bambino proveniente da Colle San Magno, in provincia di Frosinone. Si chiama Vittoria Vecchi e al giornalista che l’intervista dice: “Non abbiamo più nulla, siamo senza letti, senza finestre, senza coperte, senza pane: i bambini muoiono, ne sono morti tanti”.
Il giornale riporta ancora altre precisazioni della donna:
“…non appena fu nota l’iniziativa del Pci, certe persone si recarono famiglia per famiglia per dire di non mandare i bimbi, di non fidarsi perché erano destinati alla Russia ed ai terribili campi di concentramento “
I bambini e le accompagnatrici sosteranno e alloggeranno a Genova nella notte del 18, per arrivare alle diverse destinazioni il giorno successivo. Sempre il giorno 18 il periodico “La Verità d’Imperia“ scrive che l’accoglienza è: “…missione veramente umana, che i responsabili di ogni ramo dell’organizzazione si propongono di portare a termine nel migliore dei modi. Ma tutto ciò sarà possibile soltanto se la nostra popolazione saprà aderire all’appello con il medesimo slancio che, come fiore in una aureola di spine, hanno dimostrato in quasi tutte le province dell’Italia Settentrionale e Centrale, le persone più generose e più coscienti”.
L’iniziativa in provincia di Imperia è promossa dal Comitato provinciale di liberazione nazionale. Il nascente comitato si chiama: “Salviamo i bimbi d’Italia” e come presidente è stato designato G. Ughes.
I bambini verranno consegnati alle famiglie di Imperia sin dal 19 febbraio e saranno dieci: cinque provenienti da Paliano, cinque da Strangolagalli.
I bambini del cassinate ospiti a San Remo, in provincia di Imperia, sono sedici.
[...] Ad Arma di Taggia, un paese di 14.000 abitanti in provincia di Imperia, sono presenti Mario e Salvatore Del Signore, ospiti della sezione PCI.

Di tutti questi bimbi, attraverso Guido Tomassi, responsabile dello SPI di Frosinone, siamo riusciti a sentire Biagio Viselli, di Strangolagalli. Costui ricorda benissimo di essere stato ospitato da Filomena e Attilio Ronzini,una coppia con quattro figli. I suoi ricordi sono ancora vivissimi e ci tiene a sottolineare l’attaccamento e l’affetto reciproco nato tra lui e la famiglia ospitante e durato nel corso degli anni.
Alcuni giorni dopo l’arrivo, il 22, per la precisione, il comitato di Imperia richiede alla sezione provinciale dell’alimentazione il nullaosta per il rilascio delle tessere annonarie per i bambini poiché ne sono arrivati sprovvisti
Il Comitato non smette di impegnarsi; le iniziative si moltiplicano e il 23 febbraio il comitato divulga alla cittadinanza una appello con il quale si invitano le famiglie :”…a prenotarsi per adottare un orfano, oppure ad impegnarsi per un periodo determinato per il mantenimento di un bimbo o presso di loro od in un Istituto per l’infanzia.

Nello stesso giorno la segreteria della federazione del PCI di Imperia comunica ai sindaci di Paliano e Strangolagalli che i bambini di questi paesi “… sono stati convenientemente sistemati presso famiglie Imperiesi e dare assicurazione in questo senso alle relative famiglie“.
Tale informazione però non basta a rassicurare le famiglie Borgia e Desideri, di Paliano, che con modi composti ma accorati scrivono direttamente al partito di Imperia.
Da Paliano 6 Marzo 1946: “Spettabile Partito Comunista Italiano. Sono la mamma del piccolo Desideri Paolo partito per il Nord il 16 febbraio. Il Sindaco di Paliano ha avuto notizie che si trova ad Imperia, ma nella lettera nessun indirizzo della famiglia che lo ha ricevuto. Prego caldamente informarmi al più presto possibile poiché sono tanto in ansia, e fornirmi l’indirizzo esatto della famiglia di Imperia che lo ha accolto. Ringraziando vivamente il Nostro Partito Comunista che porta a tante famiglie come me l’opera buona e la salvezza di tante creature che vivono nella miseria, saluto distintamente.
Desideri Papa Adele
Vicolo Turco 32 Paliano.

In tempi molto rapidi i genitori verranno informati, conosceranno gli indirizzi delle famiglie ospitanti e riceveranno le doverose fotografie.
Nel frattempo il prefetto di Imperia nella sua relazione mensile inviata al proprio ministero il 1° marzo così scrive:“… nel riconoscere che tutti gli Enti morali di assistenza ed educazione esplicano per il momento attività trascurabile non può esimersi dall‘evidenziare che il PCI di San Remo ha dato asilo a trenta bambini di Cassino“.
A riflettere bene, tale notizia ci risulta imprecisa perché i bambini non sono presenti, come abbiamo già descritto, solo a San Remo ma anche in altre realtà e fra queste Imperia.

Il clima unitario, già precedentemente evidenziato, la generosità della provincia risultano tanto coinvolgenti che merita di essere riportato ciò che il periodico "Il Lavoro Nuovo di Imperia" scrive la domenica del 3 marzo: “Al Comitato Provinciale sono pervenute le seguenti lettere del Vescovo di Ventimiglia e del Vicario Capitolare di Albenga.

Il primo così scrive:
“Sono lieto poterle esprimere, signor Presidente, il mio fervido cordiale plauso per la decisione presa da codesto Comitato di intraprendere un’opera di soccorso in grande stile a favore dell’infanzia abbandonata o comunque bisognosa di assistenza materiale e morale. Il problema è veramente grave ed urgente e richiede l’unione e lo sforzo di tutte le forze sane del Paese per essere efficacemente risolto.
Per parte mia accetto ben volentieri di far parte del Costituendo Comitato d’Onore e prometto di dare alla nobilissima iniziativa ogni possibile collaborazione ed aiuto. Gradisca, signor Presidente, l’espressione del mio distinto ossequio“.
Agostino Rousset Vescovo di Ventimiglia.
Non è molto dissimile la lettera di adesione del vicario capitolare di Albenga: “Quanto mai opportuna, umanitaria e cristiana è l’opera alla quale codesto Comitato ha deciso di iniziare la sua attività e merita perciò il plauso e l’appoggio segnatamente del Clero.
Come ella saprà la nostra Diocesi è vedovata del suo Vescovo. Venne però già nominato il successore, ma non si sa quando entrerà in sede. In via provvisoria mi venne affidata la reggenza della stessa: quindi occorre attendere la venuta del nuovo Vescovo, che non può tardare, oppure per il momento essere paghi del mio nominativo“.
Filippo Abbo Vicario Capitolare di Albenga
Oltre a queste due significative adesioni, sempre nella stessa giornata il periodico riporta un appello ai medici: “Si invitano tutti i dottori specialisti e dentisti a inviare al Comitato la propria adesione, per prestare opera gratuita pro “ Salviamo i bimbi d’Italia”
Negli stessi giorni, a dimostrazione che l’appello lanciato il 23 febbraio ai cittadini di Imperia è stato accolto, il 2 marzo la federazione del PCI di questa città indica al comitato di liberazione nazionale provinciale i nominativi di sedici famiglie disposte ad accogliere un bambino o una bambina. Otto di queste mostrano l’intenzione addirittura di adottarli.
Il clima di solidarietà non si esaurisce, rimane veramente intenso e lo dimostra :“… una manifestazione di solidarietà in favore della martoriata gioventù cassinate che si tenne il giorno 10 marzo presso il cinema Dante di Oneglia” .
Fra le molte prove di solidarietà che fioriscono attorno alle iniziative del Comitato, una merita particolare considerazione: quella della Commissione Interna del sanatorio di Cipressa, la quale ha indirizzato al Comitato stesso una vibrante lettera di adesione accludendo la somma di 2.251 lire raccolte fra gli ammalati del sanatorio. "Chi firma questa lettera è un compagno fra i più cari e più provati della giovane generazione ribelle alla tirannia fascista: l’Onegliese Giuseppe Cassini che alla lotta antifascista diede il suo miglior entusiasmo dapprima in Francia, poi in Spagna combattendo per la libertà, poi ramingo attraverso i primi campi di concentramento della Germania da dove è tornato minato nel fisico ma più che mai saldo nella sua fede".
La lettera di Giuseppe Cassini è un richiamo al dovere. Se il palpito della solidarietà lo sentono i sofferenti, se essi danno il poco che posseggono privandosi magari di una onesta ricreazione, sarebbe veramente delittuosa la diserzione da un impegno profondamente umano da parte di chi ha mezzi e possibilità di partecipare al grande compito di sollevare le vittime innocenti di questa nostra sventurata Italia”.
[...] Sempre a Imperia arrivano due accorate sollecitazioni provenienti da genitori della provincia di Frosinone, che vedovi e con tanti figli a carico chiedono di protrarre la permanenza, eventualmente rendendosi disponibili anche all’adozione.
Pur non avendo riscontri documentali è probabile che, vista la disponibilità delle famiglie, precedentemente riportata, possano esserci state riposte positive [...]

Lucia Fabi e Angelino Loffredi, L'infanzia salvata, Loffredi e dintorni