lunedì 19 luglio 2021

Letterati i cui nomi oggi non dicono nulla

Uno scorcio di Nizza Vecchia

Ci sono territori della letteratura assai poco esplorati, e talvolta persino volutamente gettati nel dimenticatoio. È il caso, sicuramente, della cultura italiana nel Nizzardo, di quella cultura che subì una
decisa opera di azzeramento dopo l’annessione di Nizza alla Francia. E degli scrittori italiani che hanno operato in quella regione ancor oggi se ne parla poco. Non sono certo numerosi gli studiosi che se ne occupano seriamente, in modo approfondito e sistematico: Giulio Vignoli in un suo libello fa i nomi di Achille Ragazzoni e di Maurice Mauviel. Forse non c’è molto di più. Ma la recente pubblicazione, a Sanremo, di un piccolo libro, Vita e opere dell’avvocato Pietro Andrea Trinchieri cigno canoro del Paglione, un poco ci consola e ci dà modo di riaprire il discorso. Anche perché l’autore, Fernando Bagnoli, non è nuovo a queste ricerche, anzi è da anni che procede con inesausto entusiasmo e con caparbietà su questa strada irta e difficile. Va a scovare - sia da vero segugio, cercando rarità antiquarie sulle bancarelle dei mercatini, sia da ricercatore, esplorando biblioteche e istituti di cultura - autori nicesi (si tratta in genere di scrittori assai poco noti, spesso marginali, a volte di poeti minimi o minimissimi, ai confini del dilettantismo o delle vuote esercitazioni retoriche), li legge, li studia, li riedita dopo attente ricerche d’archivio, con lo scopo di scoprire più dati possibili sulla loro vita e sulla loro opera. Del Trinchieri, nato nei primi anni del XVII secolo, veniamo allora a sapere che fu avvocato e dal 24 agosto 1647 membro del Senato di Nizza. Ma anche che fu in stretti rapporti con Ludovico Aprosio (detto poi l’Angelico, quando entrò nell’Ordine Agostiniano, o anche, per antonomasia, il Ventimiglia) che lo stimava e lo aiutò ad intessere rapporti con eruditi italiani e dell’Europa settentrionale. Così, per introdurre l’opera De tibiis veterum del danese Caspar Bartholin, Trinchieri scrive un distico in latino (ne scrisse molti, in verità, in una sorta di sua vena da epigrammista):
Cur vates meminere lyram super astra locatam?
Scilicet hic melius Tibia vestra foret.

Che, nella traduzione di Pierangelo Beltramino, così suona:
Perché i vati cantano la Lira sulle stelle posta?
Certamente meglio vi starebbe il vostro Flauto.

Trinchieri naturalmente scrisse molto altro: parafrasi versificate degli anagrammi che già allora si usava fare sui nomi propri, uno scritto giuridico, epistole, sonetti in lingua volgare (“Da Regni Franchi al Grimaldeo Monte / Angioletta Gentil tuo corso affretta…”).
Ma non limitiamoci, ora, a parlare solo di questo autore, ed estendiamo un poco lo sguardo, giacché lo stesso Bagnoli nello stesso modo procede.
Infatti, nel medesimo libretto che tratta del Trinchieri, e che del resto già si apre con un breve ritratto dell’Aprosio, presto si affacciano altre figure: Giovanni Francesco Raimondi di Sospello, Giovan Battista Corvesi, anch’egli di Sospello, Pietro Antonio Arnaldo di Villafranca… Letterati i cui nomi oggi non dicono nulla, probabilmente, neppure a molti studiosi di letteratura italiana.
Eppure tout se tient, ci sono collegamenti fra i vari eruditi, fra questi e il potere politico, e riferimenti
storici importanti, ed elaborazioni delle ideologie allora in voga. E uno dei meriti di Bagnoli è proprio
quello di indagare sui rapporti e le connessioni fra questi diversi personaggi.
In un’altra pubblicazione di Bagnoli, Prose e poesie con che i Nicesi celebrarono le piemontesi riforme del 29 ottobre 1847, si ha proprio un bell’esempio di questo modo di raccogliere ed esporre i materiali.
Partendo da un libretto, stampato nel 1848 dalla Tipografia Suchet di Nizza, Bagnoli rievoca un banchetto nella Nizza sabauda, dove si celebrarono le riforme propugnate da Carlo Alberto sull’onda delle aperture di Pio IX. Durante il convito si hanno molti interventi, in prosa e in versi, in italiano e in francese, e questi testi, letti “ai 364 Convitati del Banchetto Civico ch’ebbe luogo nella nostra Città, li 11 novembre 1847, in celebrazione delle Riforme accordate da S. M. il Re Carlo Alberto”, vengono presto pubblicati, e tali testi Bagnoli fedelmente ristampa. E così possiamo leggere, per dire, Filippo Morro, che, nella sua Cantilena popolare intona:
Viva Pio Nono!
Quando di Piero salì sul Trono
Il glorioso Nunzio di Dio,
Assunse il mite nome di Pio
E il primo accento fu di perdono:
Viva Pio Nono!

O Cesare Fighiera, che così esalta ed esulta nella poesia Al Re Carlo Alberto:
Dalla Dora all’estremo confine
Siam redenti, siam liberi alfine!
In certezza è cangiata la speme
Che l’Italia dal sonno destò!
O fratelli stringiamoci insieme
La chiamata del vero suonò.

Poesie occasionali, enfatiche, encomiastiche? Sicuramente. Versi declamatari e rigidi? Non lo si può negare. Giochi di freddo accademismo, talvolta compiuti per puro ricalco su determinati modelli?
Sovente è così. Eppure c’è tutto un discorso culturale, qui. Come scrive Bruno Monticone, recensendo
su “La Stampa” un altro libricino di Bagnoli, Vita e opere di Giuseppe Fornari avvocato cavaliere e
sonettante di Mentone (1751-1842): “Ci sono personaggi che non passano alla storia, ma che della storia, anche quella importante, sono parte integrante e, a modo loro, protagonisti”. È il caso di Giuseppe Fornari, appunto, nato a Mentone nel 1751, cèlebre avocat (si laurea a Torino nel 1769) e sonettista. Consulente, a Mentone, del principe Onorato III (allora la cittadina faceva parte del Principato di Monaco), nel 1793, in piena rivoluzione, è fra i firmatari di una richiesta di annessione del piccolo stato alla Francia. L’annessione si farà, e per un breve periodo Monaco si chiamerà Forte d’Ercole.
La storia minore si incrocia con la maggiore, i fatti e le idee del Settecento si intrecciano con quelli contemporanei. Anche per questo è divertente leggere i libri di Fernando Bagnoli. Che è - facciamone
un mini-ritratto in queste ultime righe - un professore di matematica, che si va a studiare gli autori nizzardi italiani per pura passione e, fiero di non aderire a nessuna cordata quando è fatta per mero opportunismo, si autoproduce in pratica i suoi libri, pubblicando con piccoli editori locali. Un gran rispetto per la propria indipendenza, un atteggiamento da outsider della letteratura, che non possiamo che apprezzare.
Fernando Bagnoli, Vita e opere dell’avvocato Pietro Andrea Trinchieri cigno canoro del Paglione, Vitale Edizioni, Sanremo 2011
Dello stesso autore si possono vedere anche:
- Vita e opere di Giuseppe Fornari avvocato cavaliere e sonettante di Mentone (1751-1842), Editore Colombo, Sanremo 2001, II edizione riveduta e corretta 2003
- Prose e poesie con che i Nicesi celebrarono le piemontesi riforme del 29 ottobre 1847, Arcipelago Edizioni, Sanremo 2004
- Accademie e Accademici a Sospello e dintorni (1600-1730), Vitale Edizioni, Sanremo 2005
- Miscellanea, Vitale Edizioni, Sanremo 2008
- Vita e opere di Ludovico Porcelletto avvocato, poeta e cortigiano (1550-1619), Vitale Edizioni, Sanremo 2009
Marco Innocenti, Letterati italiani di Nizza in IL REGESTO (Bollettino bibliografico dell’Accademia della Pigna - Piccola Biblioteca di Piazza del Capitolo), Sanremo (IM), anno IV, n° 3 (15), luglio-settembre 2013

[  altri scritti di Marco Innocenti: articoli in The Mellophonium; Verdi prati erbosi, lepómene editore, 2021; Libro degli Haikai inadeguati, lepómene editore, 2020; Elogio del Sgt. Tibbs, Edizioni del Rondolino, 2020; Flugblätter (#3. 54 pezzi dispersi e dispersivi), Lo Studiolo, Sanremo (IM), 2019; articoli in Sanremo e l'Europa. L'immagine della città tra Otto e Novecento. Catalogo della mostra (Sanremo, 19 luglio-9 settembre 2018), Scalpendi, 2018; Flugblätter (#2. 39 pezzi più o meno d'occasione), Lo Studiolo, Sanremo (IM), 2018; La lotta di classe nei comic books, i quaderni del pesce luna, 2017; Sanguineti didatta e conversatore, Lo Studiolo, Sanremo (IM), 2016; Enzo Maiolino, Non sono un pittore che urla. Conversazioni con Marco Innocenti, Ventimiglia, Philobiblon, 2014; Sull'arte retorica di Silvio Berlusconi (con uno scritto di Sandro Bajini), Editore Casabianca, Sanremo (IM), 2010; articolo in I raccomandati/Los recomendados/Les récommendés/Highly recommended N. 10 - 11/2013; Prosopografie, lepómene editore, 2009; Flugblätter (#1. 49 pezzi facili), lepómene editore, 2008; con Loretta Marchi e Stefano Verdino, Marinaresca la mia favola. Renzo Laurano e Sanremo dagli anni Venti al Club Tenco. Saggi, documenti, immagini, De Ferrari, 2006  ]