Fonte: Giuseppe Balbo cit. |
Un momento dell’allestimento della Mostra del 1952: al centro, seduto Gian Antonio; di spalle, Giuseppe Balbo - Fonte: Giuseppe Balbo cit. |
Scrive Walter Shaw nell’opuscolo di presentazione: "Nel prendere sotto i propri auspici questa prima esposizione dei pittori americani in Europa, la città di Bordighera raggiunge il più alto ideale di buona volontà e di fratellanza. Tale è il senso di questo reciproco gesto verso il popolo americano quale lo fu il Piano Marshall nei riguardi del popolo italiano. Tutti i pittori americani che lavorano in Europa sono stati invitati a presentare le loro opere davanti ad una giuria composta da pittori-artisti francesi, americani e italiani. Questa esposizione quindi può ben definirsi internazionale in scopi e sentimento. E’ un panorama che dimostra gli effetti che le diverse concezioni culturali europee passate e presenti hanno avuto nell’animo degli artisti americani".
Balbo e con lui gli operatori culturali e gli enti pubblici che promuovono la manifestazione, investono sul binomio cultura-turismo che aveva qualificato la storia di Bordighera già nel tardo Ottocento. Credono che sia ancora attuale per far ripartire un’economia svilita dal recente conflitto mondiale e che possa fondare le future sorti della città.
"E’ difficile trovare uno stile, un carattere che possa classificare la Mostra e potremmo meglio definirla un riflesso delle più disparate esperienze artistiche e d’avanguardia; riassunto che d’altronde è il risultato più logico delle fonti ispirative cui fa capo questa pittura. Fonti che vanno dalle tendenze impressionistiche e postCezanne a quelle fauviste e picassiane, da un astrattismo piuttosto formale ad un realismo con carattere intimista e talvolta anche primitivamente ingenuo e personalistico. Non siamo dinanzi ad arte americana nè di tradizione americana è il caso di parlare … Ognuno di questi pittori si è rivolto al maestro, per non dire all’esemplare…" G.C. Ghiglione, 5 giugno 1952, Il Secolo XIX.
Nonostante la tiepida reazione dei critici va considerata una importante caratteristica di questa esposizione: l’istituzione di premi d’acquisto da assegnare mediante una giuria. Il Comune di Bordighera ha quindi la possibilità di acquistare le migliori opere esposte iniziando così la costituzione di una Galleria d’Arte Contemporanea, primo passo per un Centro internazionale d’arte e di cultura.
Redazione, Giuseppe Balbo e la “I^ Mostra dei Pittori Americani in Europa” di Bordighera (IM), Giuseppe Balbo
In una missiva del 15 febbraio a Clinton Hunt della Fondazione Guggenheim, Hilla Rebay suggerisce caldamente di aiutare l'Attache che in un'occasione precedente è stato di grande aiuto <139. Il 13 marzo una lettera di Dorazio conferma che 10 opere sono state spedite a Bordighera, mentre la dogana non ha concesso l'invio delle due tele della Rebay ad Amburgo perché sono sotto lo stesso permesso di importazione temporanea delle altre opere; inoltre si rende necessario un documento in cui si dichiari la donazione dell'opera della Rebay per la GNAM da inoltrare agli uffici doganali <140.
[NOTE]
138 Lettera dattiloscritta di George G. Fox a Hilla von Rebay, American Embassy, Rome, February 5th, 1953 (fronte, 1 foglio), Box 691742, Folder Rebay, Hilla 1/2, 1952-1957, James Johnson Sweeney Records. A0001. Solomon R. Guggenheim Archives, New York, NY.
139 Lettera dattiloscritta di Hilla von Rebay a Clinton Hunt, February 15th, 1953 (fronte, 1 foglio), Box 691742, Folder Rebay, Hilla 1/2, 1952-1957, James Johnson Sweeney Records. A0001. Solomon R. Guggenheim Archives, New York, NY.
140 Lettera dattiloscritta di Piero Dorazio a Hilla von Rebay, Rome, March 13th 1953 (fronte, 1 foglio; timbro Origine; firma manoscritta), Box 96, Folder 27, Hilla von Rebay Foundation Archive. M0007. Solomon R. Guggenheim Archives, New York, NY
Davide Colombo, “Arti Visive”, una rivista 'tra': astrattismi, interdisciplinarietà, internazionalismo, Tesi di dottorato, Università degli Studi di Milano, 2010
Peggy Guggenheim e Jean Cocteau a Bordighera (IM) - Fonte: Giuseppe Balbo cit. |
Mark Rothko, Sacrifice, 1946 - Fonte: Giuseppe Balbo cit. |
Paola Valenti, Peggy Guggenheim, Jean Cocteau & C.: l'arte made in Usa, la Repubblica, 3 novembre 2004
La vita culturale della Bordighera degli anni Cinquanta è animata, in particolare, dalle iniziative e dalle doti organizzative di Giuseppe Balbo a cui si devono, oltre al contributo alla creazione del “Salone Internazionale dell’Umorismo”, due eventi di grande rilievo: la “Mostra dei pittori americani” e il premio “5 Bettole”. In proposito è doveroso ricordare il significativo ruolo, ormai caduto nell’oblio, di Angelo Giribaldi Laurenti il quale, nella veste di presidente dell’Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo, riesce a imprimere alle suddette iniziative un’impronta di rilievo internazionale grazie alle sue conoscenze e relazioni personali, nonché alla grande sensibilità verso la musica e le arti in genere. La “Mostra dei pittori americani”, nata sotto gli auspici di Giuseppe Balbo, Jean Cocteau e Walter Shaw, si svolge in quattro edizioni e propone, dapprima, una selezione di pittori statunitensi provenienti dalla celebre collezione di Peggy Guggenheim, poi le opere figurative di Hopper, Feininger e Shahn, per terminare con alcuni giovani artisti di talento divenuti successivamente noti in campo internazionale, fra i quali Virduzzo, Hadzi, Zajac e Pepper.
Mara Pardini, La cultura nel ponente ligure ai tempi di Francesco Biamonti: un accenno, Terra ligure
Jackson Pollock, Senza titolo - Fonte: Giuseppe Balbo cit. |
Matteo Grassano, Il territorio dell’esistenza. Francesco Biamonti (1928-2001), Tesi di dottorato in cotutela internazionale, Université Nice Sophia Antipolis, Università degli Studi di Pavia, 29 gennaio 2018
Il museo Guggenheim di Venezia celebra quest’anno il quarantesimo anniversario della scomparsa della sua fondatrice, Peggy Guggenheim, con una mostra omaggio che racconta i trent’anni, dal ’49 al ’79, della sua avventura veneziana. Parte della sua collezione fu esposta a Bordighera alla II Mostra Internazionale di Pittura Americana, come ricordava la stessa Peggy Guggenheim nella sua autobiografia: “Nel 1953 Walter Shaw e Jean Guerin, due miei vecchi amici che vivevano a Bordighera, mi chiesero in prestito dei quadri perchè volevano organizzare un’esposizione di pittori americani che sarebbe stata patrocinata dal Comune, e perciò piuttosto ufficiale. Cocteau scrisse l’introduzione al catalogo ed io accettai di prestare i quadri e andai a Bordighera con Laurence Vail… Il pranzo che Walter e Jean offrirono in onore nostre e di Cocteau fu molto divertente… Con mia grande sorpresa scoprii che eravamo tutti e tre ospiti della città di Bordighera e ci furono offerte tre splendide stanze in un albergo”.
Nella sala dedicata alla collezione della mecenate americana furono esposte opere di importanti artisti americani, tra cui Jackson Pollock, Robert Motherwell, Mark Rothko. Sono rappresentati anche altri esponenti, meno noti, dell’espressionismo astratto che con Pollock hanno formato il gruppo degli”Irascibili” della Scuola di New York. La mostra , dal 1 al 31 marzo, ha richiamato più di 22.000 visitatori e tra questi note personalità della politica, dell’arte e della cultura in genere.
Alcune opere di pittori americani vennero acquistate dalla città di Bordighera, come nucleo di una costituenda galleria di arte contemporanea, purtroppo non ancora realizzata.
Oltre al grande successo di pubblico le mostre di pittura americana furono fonte di grande ispirazione per gli (allora) giovani artisti della zona, come Enzo Maiolino, Sergio Biancheri, Joffre Truzzi, Sergio Gagliolo, Mario Raimondo, per ricordarne alcuni, che poi a loro volta formarono le nuove generazioni, che poi a loro volta...
Marco Balbo, Peggy Guggenheim, © Archivio Balbo, 23 ottobre 2019