venerdì 5 novembre 2021

Un'associazione parrocchiale della Vecchia Nizza che a suo tempo si occupava degli immigrati italiani

Uno scorcio di Nizza Vecchia

Una Cappella in Nizza Vecchia

2.3 La Semeuse e l’assistenza ai bisognosi e agli immigrati
Nel quartiere di Nizza Vecchia esistevano diverse associazioni cattoliche alcune delle quali aderenti alla Semeuse.
I documenti relativi a queste associazioni parrocchiali possono dunque essere rintracciati negli archivi della Semeuse stessa.
È questo il caso della Saint Vincent de Paul, di cui è possibile consultare più faldoni, etichettati sotto il nome stesso dell’associazione. La Saint Vincent de Paul è un’opera che ha come scopo quello di assistere le persone disagiate. Di enti come questi nella Nizza Vecchia dovevano esisterne molti, se, sempre in questo faldone, si trovano tracce di altre associazioni simili, come la OEuvre des Pauvres Malades, associazione di soccorso a domicilio, e la Délégation du Secours Catholique du Diocèse de Nice. Della OEuvre des Pauvres Malades ci è rimasto lo statuto <174, utile a capire come funzionavano queste società.
[...] Andiamo a vedere ora, in concreto, quali documenti restano in archivio a proposito di quest’associazione e gli immigrati.
Dal 1956, quando i documenti ritrovati sono in condizioni migliori, e dunque leggibili, troviamo le cartelle con i cognomi di alcuni assistiti dall’opera; la maggior parte sono cognomi italiani, ma non ci è dato sapere di più sull’identità di questi personaggi, come Madame Marie Falco o Madame Lombardi o la famiglia Castello.
Si ha più fortuna nell’analizzare le schede del 1957. Ci sono infatti solo quattro cartelle di adesione così intestate <177:
- M. Massa Baptiste, nato a Roccavione (Cuneo) il 18-6-1902 e Massa Marie, nata Carletto, sempre a Roccavione il 18-4-1910. La professione di Baptiste è manutentore e la coppia abita in rue Droite al numero 20, Nizza.
- M.lle Massa Solange, nata il 29-5-1936 a Nizza, che abita in rue Droite 20
- M.lle Massa Germane, nata il 25-11-1936 a Nizza, stesso indirizzo
- M.lle Massa Odile, nata il 23-9-1939 a Nizza e residente sempre in rue Droite.
Per essere iscritti hanno tutti pagato una somma.
Non è quindi difficile dimostrare come in questo caso gli aderenti siano due italiani immigrati, col nome ritoccato alla francese, e le loro tre figlie, nate sì a Nizza, ma pur sempre di origini italiane.
Tra le carte del 1958 <178 troviamo un esempio ancora più limpido di come quest’associazione assista e segua anche gli immigrati che abitano nel centro città. La sola cartella di quest’anno riporta i dati di una famiglia assistita, la famiglia Martini-Viglia che abita in rue Droite al primo piano.
Sulla madre si hanno anche notizie più precise: si chiama Moraccioli Viglia, è italiana ed è nata il 16-10-1895 a Castelnovo, frazione di Magre (Vicenza). Sempre in Italia, nello stesso paese, le sarebbe nata una figlia il
22-8-1919. Si attesta anche che la signora Viglia Moraccioli ha ricevuto il battesimo nel paese di nascita.
A questa famiglia viene accordato un aiuto consistente in:
- 0,5 kg di patate
- 1,5 kg di carne
da consegnare ogni quindici giorni. Viene anche riportato il nome del membro visitatore, cioè Mme Rasteau. La fortuna ci assiste, tanto che sul retro della fiche in questione si trova appuntata, a biro e in una ventina di righe, la situazione di questa famiglia di assistiti. L’immigrata in questione, Viglia Moraccioli, è vedova e impossibilitata a lavorare perché affetta da reumatismi alle gambe; la figlia nata in Italia nel 1919, è sposata con un giardiniere. La coppia vive a Gattières, a pochi chilometri da Nizza, e ha sette figli. Uno di questi, sedicenne, è apprendista carpentiere all’”ècole du Comtre” (o Centre), che è situata in Bd. Pierre Sola, a Nizza, a nord della città vecchia. Per frequentare la scuola questo ragazzo vive dunque a Nizza insieme alla nonna, alla quale la figlia passa mensilmente 1000 franchi per il vitto. La casa della signora Viglia è composta da uno stanzone e una cucina, ed è priva di gas e di elettricità. Infine vengono riportati gli aiuti mensili che questa donna già riceve:
- 600 franchi, seguiti dalla voce “aide sociale d’allocation mensuelle”
- 1000 franchi, seguiti dalla voce “Assistance aux viellards”
Per capire meglio la situazione dell’associazione a Nizza, nel 1959, c’è il Tableau statistique du conseil central de Nice <179. In questo documento vengono censite tutte le sedi di attività dell’associazione in città. La nostra sede, ossia la parrocchia di St. Jacques, conterebbe 15 membri attivi e 35 famiglie assistite.
Colonie des vacances
Sempre nello stesso faldone denominato Saint Vincent de Paul si ritrovano documenti relativi alla gestione delle colonie estive della Semeuse o comunque di altre associazioni cattoliche della stessa parrocchia. Una di queste carte è una lettera del 23 maggio 1959 in cui Mr Kerl certifica l’ammissione alla colonia estiva di due bambini
[...] Gli esempi riportati in questo paragrafo testimoniano ampiamente come alto fosse l’interesse della Semeuse e delle associazioni parrocchiali della Vecchia Nizza per il destino degli immigrati italiani e dei loro figli.
Questi potevano trovare, in queste istituzioni, un mezzo di sussistenza, aiuto, conforto, e soprattutto un mezzo per integrarsi nella comunità francese.
Vengono dunque, in linea di massima, rispettati i precetti del clero francese in materia di migrazione: gli immigrati italiani venivano infatti aiutati e benaccolti. A favorire ciò sta ovviamente l’origine culturale di queste persone, generalmente cattoliche, che potevano dunque vedere la parrocchia come un luogo di aggregazione, sostegno e continuità col passato, che vuol dire anche tranquillità.
Gli ideali dell’associazione
Ho chiesto al presidente Auguste Kerl quali erano gli ideali della Semeuse. Per dare una risposta non ha dovuto riflettere troppo. Per lui i valori principali che l’associazione ha sempre seguito sono stati quattro:
carità, amore, onestà e serietà. I primi due sono gli stessi ideali che si ritrovano in tutte le altre associazioni cattoliche. In generale comunque si può dire che la Semeuse è un oratorio di tipo donboschiano. La filosofia con cui è stato gestito questo centro si rifà dunque a grandi linee al suo pensiero.
Le attività della Semeuse
Lo statuto del 15 dicembre 1952 <180 riporta, all’art.2, tutte le attività e gli ambiti di interesse della Semeuse. L’associazione ha come scopo quello di promuovere, sostenere e favorire le pratiche di educazione popolare, come:
- Attività e circoli di studio, le conferenze e i corsi di preparazione professionali
- Attività di educazione fisica, quali ginnastica, preparazione militare e sport
- Tutte le attività aventi come scopo l’educazione giovanile, l’innalzamento morale, l’igiene, l’aiuto ai diseredati ecc.
- Gli incontri ricreativi, artistici e musicali a scopo educativo
- Le istituzioni di pubblica utilità: mutualità, colonie estive ecc.
Più in concreto dunque, la Semeuse si occupava dell’educazione dei giovani. Le attività variavano nel corso degli anni, ma in generale erano quelle di catechismo, sport (calcio, ping-pong, ginnastica e basket), teatro <181, musica e colonie. Per esempio, il documento relativo alla Composition du conseil d’administration de la Semeuse del 1955 <182 riporta, nell’intestazione, le attività svolte dall’associazione, che sono: attività di dopo-scuola, calcio, basket, ginnastica, teatro e colonie estive. Più in generale dunque l’associazione parrocchiale aveva la volontà di seguire i giovani in tutto il loro tempo libero e in tutti i loro possibili svaghi fuori dalla scuola e dalla casa.
[...] Se si confrontano queste premesse col “Decalogo degli oratori” si noterà una sostanziale coincidenza di fini e attività tra gli oratori lombardi e italiani e quello della Semeuse. L’associazione è erede dell’insegnamento di don Bosco.
Gli immigrati inseriti nelle attività
Chiaramente questa forma di organizzazione del tempo libero riguardava anche i ragazzi immigrati e figli di immigrati che frequentavano l’associazione. Anzi, forse erano proprio questi ragazzi, non francesi o non completamente, ad essere i più soggetti a questa forma di disciplinamento, in quanto erano più bisognosi degli altri di ricevere un’identità precisa e un insieme di valori in cui identificarsi e in cui sentirsi fortemente integrati, essendo “deboli” per nascita.
Per esempio tra i quaderni delle comunioni, presenti in Archives Patro 1957-’58-’59-‘60, troviamo la presenza di due bambini sicuramente italiani in quanto battezzati in Italia. Degli altri, tutti battezzati a Nizza, non possiamo sapere se siano figli di immigrati o meno, perché non è possibile risalire ai dati dei loro genitori.
[...] Nel 1942-’43 Iacopino e Marius frequentano il catechismo per prepararsi alla comunione insieme ad altri trenta bambini. Possiamo seguire così una parte del loro cammino all’interno della Semeuse. I risultati di Iacopino non paiono essere entusiasmanti: nell’ottobre 1942 salta cinque lezioni su dieci, e quando è presente prende pessimi voti. Finisce per scomparire così dal registro delle presenze per tutto il resto dell’anno.
Marius è più “fortunato”: frequenta infatti più regolarmente il catechismo. I quaderni riportano le presenze di tutti i ragazzi, i voti che hanno preso a lezione e la classifica dei valori, dal più bravo al più cattivo.
[...] L’esempio di Mario testimonia bene quella che era la vita di un bambino alla Semeuse, indottrinato al cattolicesimo fin da piccolo e avviato a così a frequentare la parrocchia anche per praticare i suoi svaghi come, in questo caso, la recitazione.
Più in generale è questa la situazione con cui si trovano a confrontarsi i ragazzi della Semeuse, immigrati o non. Cioè, accanto all’attività sportiva o ludica c’è sempre un’attività religiosa. Lo sport, la musica o la recitazione servono infatti anche a richiamare i ragazzi verso la chiesa e le sue funzioni, come la cresima, la messa, le feste ecc.
La festa organizzata il 27 giugno 1954 per il cinquantenario dell’associazione può essere emblematica in questo senso <185. Essa è così scandita:
h 9.30 ritrovo in Place Rossetti
h10.00 Messa dei ginnasti presso la chiesa del mons. Paul Remond, arcivescovo di Nizza
h11.30 aperitivo
h15.00 raggruppamento delle società per la sfilata sull’Esplanade du Générale de Grulle. Competizione ginnica.
Questa dunque è la prassi alla Semeuse: religione e gioco, mai disgiunti.
[...] La Semeuse e le sue fonti di finanziamento
Nella sua intervista Auguste Kerl ha definito chiaramente quelle che erano le fonti di sostegno della Semeuse. Questa riceveva denaro, come riconoscimento del suo operato in ambito sociale e sportivo, da tre istituzioni: il Ministero dell’Educazione, la mairie (istituzione simile al nostro comune) e il consiglio generale delle Alpi Marittime. Più in generale si può dire che lo stato francese aveva una sezione, detta commissione di sport, delegata a valutare se un’associazione sportiva fosse o meno idonea a ricevere denaro pubblico per proseguire la propria attività.
[...] Un aspetto importante, dimenticato da Kerl, sono invece le donazioni private, che partono da somme minime (pochi franchi donati dai singoli cittadini nizzardi) fino ad arrivare a somme più consistenti donate da industriali. Tra gli archivi si trovano infatti due testimonianze importanti.
La prima, datata 5 dicembre 1952, riporta una donazione di 10.000 franchi fatta dal “directeur général proprietarie des usines automobiles FIAT”, Mr. Agnelli <187.
La seconda, datata 18 novembre 1953, riporta la donazione di 10.000 franchi fatta da Onasis, directeur général de la Società Anonyme des Bains de Mer et du cercle des etrangers de Monaco <188.
Entrambe le donazioni fanno seguito a lettere di aiuto che la Semeuse aveva precedentemente inviato alle suddette persone.
A queste entrate vanno anche aggiunte le quote di iscrizione di tutti gli aderenti all’organizzazione. Lo statuto del 1952 fissa così le quote:
- 300 franchi per i membri onorari
- 120 franchi per i membri attivi
- 100 franchi per i membri simpatizzanti
Insomma, portare avanti l’associazione e tutte le sue attività non doveva essere certo semplice e, viste le cifre in alto, diventa curioso dare un’occhiata alle spese sostenute dalla Semeuse.
A tal proposito ci restano documentate le uscite per il 1953 <189:
- Teatro 54.136 fr
- Calcio 109.251 fr
- Assicurazione 14.000 fr
- Bar 500 fr
- Ginnastica 34.072 fr
- Piccoli intrattenimenti 80.822 fr
- Varie 6.400 fr
Per chiudere diventano emblematiche le frasi che Auguste Kerl scrive a Onasis per ringraziarlo della sua donazione <190: “Fare appello alla generosità è per noi imbarazzante, perché sappiamo quanto la gente in generale, e voi in particolare, siate già sollecitati in ciò. Sfortunatamente non è possibile a delle Opere private, soprattutto quando queste si occupano della gioventù degli ambienti operai, di sostenersi solo coi propri mezzi. Di qui la ragione della lettera che vi abbiamo inviato il 7 ottobre di quest’anno”.
 

Colonia estiva “La Gordolasque”, 1958 da opuscolo La Semeuse. Une association fondée en 1904, p. 18 - Fonte: Alessandro Dall'Aglio, Op. cit. infra

[NOTE]
174 A. S., opuscolo trovato in Saint Vincent de Paul.
177 A. S., in Saint Vincent de Paul, documento Cotisations année 1957.
178 A. S., in Saint Vincent de Paul, documento Cotisations année 1958.
179 A. S., sempre in Saint Vincent de Paul.
180 A. S., in Correspondance, carpetta documenti dal numero 26 al 38. Lo statuts è il documento numero 35.
181 Il “teatro educativo” era già stato indicato da don Bosco come un’attività oratoriale utile ad educare i giovani. Vedi a tal proposito G. Tassani, L’oratorio, cit.
182 A. S., Patro 1956.
185 A. S., vedi Archives Patro ‘57-‘58-‘59-’60.
187 A. S., Correspondance doc. 29
188 A. S., Correspondance doc. 29
189 A. S., Correspondance doc. 71
190 A. S., Correspondance doc. 29
 

Una struttura conventuale in Nizza Vecchia

Alessandro Dall'Aglio
, Emigrazione italiana e sport a Nizza nel secondo dopoguerra (1945-1960), Tesi di Laurea, Università degli Studi di Parma, Anno Accademico 2002/2003