Nell'archivio del Mart sono conservati due fascicoli con appunti manoscritti relativi alle conferenze del 1933: Arte moderna, tenuta il 30 gennaio al Casinò Municipale di Sanremo, quale quinto appuntamento dei "lunedì letterari" e Arte moderna e Novecento Italiano dell'8 febbraio presso il Circolo Artistico di Nizza. In particolare al fascicolo Sar 3.3.48 sono raccolti 6 fogli di note redatte su carta intestata del Royal Hotel di Sanremo (vedi Appendice).
Le pagine, numerate da 1 a 6, tracciano il progetto della conferenza per la città ligure, come riscontrato anche negli articoli a stampa che ne riportano il contenuto.
Dichiarato il tema dell'intervento, dedicato all'arte contemporanea, Margherita Scarfatti sente la necessità di inquadrarlo in un discorso storico più ampio e, seguendo una traccia consueta, parte dalla perdita di egemonia italiana dopo il Rinascimento, con il Seicento e Caravaggio; di qui il percorso conduce ad altre nazioni, specificamente la Francia
[...] Sulla pittura romantica di Delacroix e su Monet si interrompe il manoscritto; tuttavia, dagli articoli relativi alla conferenza, emerge che questa proseguiva con una dichiarazione sull'arte contemporanea, che non deve riprodurre la realtà banale, e che ha avuto una rinascita italiana con il gruppo di Novecento.
Di questo Sarfatti sottolinea il successo anche estero, che ha portato il paese a lanciare dei veri "Appels d'Italie" e l'arte nazionale ad essere conosciuta ed apprezzata.
In chiusura, pur ammettendo che la battaglia non è ancora vinta, ella riafferma l'importanza della parola nuova che arriva dalla produzione italiana.
Nel fascicolo Sar 3.3.47 sono conservati invece i manoscritti del sommario e degli appunti relativi all'intervento a Nizza, tenuto nel febbraio dello stesso anno.
In particolare il sommario, conservato al sottofascicolo 260a (vedi Appendice), contiene 23 appunti redatti su carta intestata "Hotel Alhambra, Nice Cimiez" e dedicati ai legami tra arte francese e italiana, insieme ad alcuni concetti base della poetica sarfattiana, come il passaggio dal moderno all'eterno
[...] La chiusura è dedicata ad un altro tema fondante del pensiero di Margherita, il ruolo sociale dell'arte nella formazione dell'uomo nuovo, con la speranza per il futuro, secondo la formula «Fede è sustanzia di cose sperate», già ripresa nel finale di Segni, colori, luci, proprio a proposito di una grande arte che deve necessariamente scaturire da un grande popolo, e nel manoscritto Sar 3.3.33 del 1926: «22) Mécanique de notre temps. [illeggibile] Sous- division du travail. Nécessité de réagir. L'homme total. Rôle de l'art pour Créer l'unanimité et le fonds commun. 23) Espoir et foi. La foi est la substance des choses espérées et la foi est la substance [prime] des choses péries et la déduction des choses invisibles».
Oltre al sommario, sulla conferenza di Nizza si conserva, nel medesimo fascicolo, anche la bozza del discorso, in cui viene citata la città («cette belle ville de Nice») quale simbolo del legame di sangue tra due famiglie, quella italiana e francese, mentre Margherita si definisce un commesso viaggiatore («une sorte de commis voyageur») dell'arte moderna.
La conferenza tratta poi il percorso dell'arte moderna attraverso i secoli, secondo lo schema ormai consueto delle fonti dell'arte moderna.
Infine, la storia prosegue con le avanguardie, Cubismo e Futurismo, e conduce al Novecento italiano: «Il y a une affirmation dans ce nom. C'est l'espoir et la foi de la grandeur classiques qui renaissent, avec le sentiment de la mesure, de l'espace, de la composition et de la synthèse. De l'accidentel on marche vers l'immortel, du typique vers l'a-typique, du caractéristique à l'idéal, de l'expression à la beauté, et de l'historique à l'éternel.».
Elisabetta Barisoni, Margherita Grassini Scarfatti critica d'arte 1919-1939. Mart, Archivio del '900, Fondo Margherita Scarfatti, Tesi di Dottorato, Università degli Studi di Verona, 2015
Le pagine, numerate da 1 a 6, tracciano il progetto della conferenza per la città ligure, come riscontrato anche negli articoli a stampa che ne riportano il contenuto.
Dichiarato il tema dell'intervento, dedicato all'arte contemporanea, Margherita Scarfatti sente la necessità di inquadrarlo in un discorso storico più ampio e, seguendo una traccia consueta, parte dalla perdita di egemonia italiana dopo il Rinascimento, con il Seicento e Caravaggio; di qui il percorso conduce ad altre nazioni, specificamente la Francia
[...] Sulla pittura romantica di Delacroix e su Monet si interrompe il manoscritto; tuttavia, dagli articoli relativi alla conferenza, emerge che questa proseguiva con una dichiarazione sull'arte contemporanea, che non deve riprodurre la realtà banale, e che ha avuto una rinascita italiana con il gruppo di Novecento.
Di questo Sarfatti sottolinea il successo anche estero, che ha portato il paese a lanciare dei veri "Appels d'Italie" e l'arte nazionale ad essere conosciuta ed apprezzata.
In chiusura, pur ammettendo che la battaglia non è ancora vinta, ella riafferma l'importanza della parola nuova che arriva dalla produzione italiana.
Nel fascicolo Sar 3.3.47 sono conservati invece i manoscritti del sommario e degli appunti relativi all'intervento a Nizza, tenuto nel febbraio dello stesso anno.
In particolare il sommario, conservato al sottofascicolo 260a (vedi Appendice), contiene 23 appunti redatti su carta intestata "Hotel Alhambra, Nice Cimiez" e dedicati ai legami tra arte francese e italiana, insieme ad alcuni concetti base della poetica sarfattiana, come il passaggio dal moderno all'eterno
[...] La chiusura è dedicata ad un altro tema fondante del pensiero di Margherita, il ruolo sociale dell'arte nella formazione dell'uomo nuovo, con la speranza per il futuro, secondo la formula «Fede è sustanzia di cose sperate», già ripresa nel finale di Segni, colori, luci, proprio a proposito di una grande arte che deve necessariamente scaturire da un grande popolo, e nel manoscritto Sar 3.3.33 del 1926: «22) Mécanique de notre temps. [illeggibile] Sous- division du travail. Nécessité de réagir. L'homme total. Rôle de l'art pour Créer l'unanimité et le fonds commun. 23) Espoir et foi. La foi est la substance des choses espérées et la foi est la substance [prime] des choses péries et la déduction des choses invisibles».
Oltre al sommario, sulla conferenza di Nizza si conserva, nel medesimo fascicolo, anche la bozza del discorso, in cui viene citata la città («cette belle ville de Nice») quale simbolo del legame di sangue tra due famiglie, quella italiana e francese, mentre Margherita si definisce un commesso viaggiatore («une sorte de commis voyageur») dell'arte moderna.
La conferenza tratta poi il percorso dell'arte moderna attraverso i secoli, secondo lo schema ormai consueto delle fonti dell'arte moderna.
Infine, la storia prosegue con le avanguardie, Cubismo e Futurismo, e conduce al Novecento italiano: «Il y a une affirmation dans ce nom. C'est l'espoir et la foi de la grandeur classiques qui renaissent, avec le sentiment de la mesure, de l'espace, de la composition et de la synthèse. De l'accidentel on marche vers l'immortel, du typique vers l'a-typique, du caractéristique à l'idéal, de l'expression à la beauté, et de l'historique à l'éternel.».
Elisabetta Barisoni, Margherita Grassini Scarfatti critica d'arte 1919-1939. Mart, Archivio del '900, Fondo Margherita Scarfatti, Tesi di Dottorato, Università degli Studi di Verona, 2015
In questo turbine di attivismo, nel febbraio 1933 Alice Garrett tiene una “conversazione sull’arte moderna”, introdotta da Ugo Ojetti, nella Sala del Casino Municipale di San Remo, poi pubblicata su “Nuova Antologia”.
Era la seconda donna, dopo Margherita Sarfatti, a parlare pubblicamente in occasione dei “lunedi letterari” della città ligure.
Uno dei punti su cui verte la sua analisi è il ruolo fondamentale avuto da scrittori e letterati nell’affermazione di determinate scuole e artisti.
Eugenia Querci, Ambasciatrice e mecenate, Caffè Michelangiolo Quadrimestrale - Anno X - n. 1 - Gennaio-Aprile 2005