martedì 12 aprile 2022

Un impiegato al comune di San Remo, Pietro Ferrua, rispondeva di non essere intenzionato a prestare servizio militare

Sanremo (IM): la Capitaneria di Porto

Mentre l’interesse sembrava declinare, i casi aumentavano. Due mesi dopo un impiegato al comune di San Remo, Pietro Ferrua, studente marconista, si presentava all’addetto alla vestizione del Deposito C.E.M.M. di La Spezia e all’ordine di indossare la divisa di marò rispondeva di non essere intenzionato a prestare servizio militare <472. Era la prima volta che un’obiezione di coscienza veniva presentata alla marina. Soprattutto era la prima volta che un’obiezione di coscienza si ispirava a ideali rigorosamente anarchici.
[...] Dove il dibattito dottrinario ebbe uno sviluppo più animato, fu tra le vivaci federazioni anarchiche ricostituitesi in Liguria nel dopoguerra, nelle quali la forte presenza di una componente giovanile rendeva il problema della leva era particolarmente sentito. Tra queste una delle più vitali era il gruppo di Sanremo a cui Ferrua apparteneva. Nella sua biografia egli ricordò come nelle discussioni la questione militare avesse anzi avuto il sopravvento su tutte le altre nelle riflessione del suo gruppo <474: a partire dal 1946 volantini che sostenevano la neutralità perpetua e ripristinavano paradigmi diffusi a inizio secolo come l’abolizione della leva obbligatoria e dell’esercito o la contestazione dell’idea della caserma come scuola, avevano cominciato a riapparire sui muri della città. Un anno prima dell’obiezione di Pinna, San Remo aveva conosciuto l’opposizione al servizio militare di un altro anarchico, Libereso Guglielmi, conosciuto come il giardiniere della famiglia Calvino e immortalato dallo scrittore Italo nel racconto Un pomeriggio Adamo. Una certa tradizione anarchica e lo stesso Ferrua considerano ancora oggi Libereso una sorta di proto-obiettore di coscienza. Guglielmi venne in realtà imputato per renitenza alla leva nel giugno del 1948 per non essersi presentato al distretto né il giorno fissato dalla cartolina precetto, né nei cinque giorni successivi. I suoi sentimenti antimilitaristi erano noti, tuttavia sia nell’interrogatorio che nel dibattimento processuale, egli giustificò la sua mancata presentazione con la necessità di prendersi cura dei bisogni della famiglia e del padre malato <475. Anche a distanza di anni, in alcune interviste, lui stesso pur definendosi obiettore di coscienza motivò il suo rifiuto con le ristrettezza della madre, per cui aveva preferito essere un buon figlio e un cattivo soldato, dato che «la patria non sa nemmeno che esisto», mentre «mia madre (…) si e sacrificata per farmi arrivare a vent'anni» <476. Libereso, essendo già stato riconosciuto «meno atto per torace e peso», venne difatti assolto dal Tribunale e rimandato a casa. Il suo esempio tuttavia, anche per il carisma che egli aveva nella federazione sanremese, lasciò traccia.
[NOTE]
472 F.B. Terzet, Un obiettore di coscienza condannato a La Spezia, «La Gazzetta», 4 aprile 1950.
474 P. Ferrua, L’obiezione di coscienza anarchica in Italia. I pionieri, Guasilia, cit., p.25.
475 Archivio di Stato di Torino, Tribunale Militare, 1945-1969, fasc. 4085.
476 L. Guglielmi-I. Pizzetti, Libereso, Il giardiniere di Calvino, Padova, F. Muzzio, 1993, p.83. 
Marco Labbate, E se la patria chiama… Storia dell’obiezione di coscienza al servizio militare nell’Italia repubblicana (1945-1972), Tesi di dottorato, Università degli Studi di Urbino "Carlo Bo", Anno accademico 2014-2015 

Le informazioni di Santi tuttavia non erano corrette, bensì trasformate e ingigantite probabilmente dal passaparola all’interno del carcere.
Pietro Ferrua (Sanremo, 1930) obiettò due mesi dopo Santi, il 3 aprile 1950. Non era comunista ma anarchico. Nato e residente a Sanremo dove lavorava come impiegato, il giovane era stato chiamato al servizio militare, nella marina, a La Spezia: si era presentato puntuale alla chiamata, ma si era subito rifiutato di indossare la divisa. Aveva inizialmente anche tentato di coinvolgere nel suo gesto altre giovani reclute, ma il suo gesto non aveva trovato seguito tra gli altri chiamati alla leva. Lo stesso Ferrua registrò l’episodio in alcune pagine del diario che scriveva in quei giorni e che in seguito riprese nel suo libro sull’obiezione di coscienza anarchica in Italia. Ecco come riferisce Ferrua ad anni di distanza:
"Ad un tratto mi sento chiamare e mi mettono secondo in una fila di dieci reclute. Si tratta di prendere la misura delle scarpe e quindi bisogna togliersi la scarpa destra. Eccomi di fronte alla pedana.
- Non togli la scarpa, tu? - mi dice il marinaio di servizio.
- Per me non c’è bisogno - rispondo io.
- E perché? - dice lui.
- Perché rifiuto la divisa - rincalzo io"
[...]
Elena Iorio, Il riconoscimento tardivo. Idee, pratiche e immagini dell’obiezione di coscienza al servizio militare in Italia con una comparazione con la Repubblica Federale Tedesca (1945-1972), Tesi di dottorato, European University Institute, Florence, 2014

Sanremo (IM): il Santuario della Bauma a San Romolo

Poco a monte di Baiardo (IM)

Sanremo (IM): uno scorcio del centro urbano

Sulla mia supposta "amicizia" con Italo Calvino sono circolate a Sanremo molte innecessarie dicerie. Alcuni trovavano incredibile che, dato lo scarto di età, un’amicizia fra di noi fosse possibile. L’argomento, di per sé, non è affatto probante, perché ero un ragazzo precoce i cui amici furono quasi sempre maggiori di età, con differenze che andavano dall’uno ai cinque anni, rispettivamente con Mario Mignone, Renato Zaccari, Giuliano Martini, Guido Giorgi (il fratello Giorgio era invece uno dei pochi ad essere piú giovane di me), Carlo Mager (che frequentavo piú del fratello Paolo, pur mio coetaneo), Franco Martini, Franco Giordano, Libereso Guglielmi), con punte sino ai sette anni (Gerolamo Lanero) o addirittura ai sedici anni di scarto che mi separavano da Luciano Sceriffo.
All’estremo opposto vanno collocati coloro i quali, avendo letto distrattamente il mio libro su Italo mi attribuiscono un’intima amicizia con lui per via di alcune affettuose dediche al "caro Piero" (i miei genitori e i miei amici intimi mi hanno sempre chiamato Piero, ragion per cui almeno tre dei miei libri, scritti in italiano, sono firmati Piero anziché Pietro, primo nome di battesimo, seguito da Michele Stefano, usati solo nei documenti ufficiali) ma che è invece Piero Dentone, chiaramente identificato nel libro, dunque solo un caso di omonimia.
Quando, il Primo Maggio 1986, chiacchierai per parecchie ore con la vedova Calvino nel suo appartamento romano, Le spiegai che non ero mai stato un "amico intimo" di suo marito, anzi, dissi un po’ in tono di celia, piuttosto un "nemico intimo". Prima che le potessi raccontare come l’inimicizia (del tutto circostanziale e provvisoria) derivava da un’opposta concezione della Rivoluzione di Ottobre, m’interruppe dicendomi che Italo le aveva rivelato l’esistenza di un "nemico", che sarebbe stato anche l’uomo piú colto di Sanremo. La rassicurai, non si trattava di me, bensí di Gerolamo Lanero e le spiegai chi fosse stato.
Nei miei articoli precedenti o nel mio libro su Calvino mi limitai ad accennare ad episodi che fossero avallati da testimonianze di persone ancor vive e che potessero accomunarci nei loro ricordi: Libereso Guglielmi, Angelo Nurra, Tito Barbé, Gildo Carrugati (il quale, come me, frequentava Lanero e la ristretta cerchia degli appassionati del jazz che si riuniva periodicamente nella sua casa di San Martino, e che conosceva tutti i retroscena del suo dissidio con Calvino, risalente agli anni liceali) e qualche altro. Questa è invece l’occasione di consegnare altri ricordi, anche se meno documentati, prima che vadano persi o siano del tutto dimenticati.
I primi incontri risalgono all’inizio del periodo bellico. Avvenivano nelle sale cinematografiche di San Remo che, a quell’epoca, ne comprendeva cinque: Centrale, Supercinema, Sanremese, Matuzia e Regina.
[...] La maggior parte dei miei sostenitori aderirono con me al gruppo "Alba dei Liberi" della Federazione Anarchica. Era il trionfo che Renato Guglielmi ci aveva aiutato a conquistare, con saggi consigli e letture ben scelte. Floriano Calvino, presente, l’indomani mi venne incontro ridendo, eravamo in via Marsaglia, e mi disse "Ti sei fatto suonare da mio fratello, ieri sera" e, dopo una breve pausa, soggiunse "ma avevi ragione". (Ripensai a questa sua frase il giorno della Commemorazione di Italo Calvino al Cinema Ariston, il 28 novembre 1986. Mentre ero sul palco lo scorsi, dopo tanti anni che non ci vedevamo, seduto in platea accanto a Gino Napolitano. Sarei andato a salutarlo e, magari, ad intervistarlo per il libro che stavo scrivendo, ma quando si concluse la sessione venni accerchiato da una giornalista e da una laureanda, le quali avevano molte domande da rivolgermi. Quando finalmente mi svincolai, Floriano era sparito e mi si disse che era già ripartito per Genova. Quando, mesi dopo, tornai dall’America per concludere le interviste sul libro, appresi che anche lui era improvvisamente deceduto e fallí perciò il mio tentativo di includere la sua testimonianza nel mio saggio [...]            Pietro Ferrua, Incontri e scontri con Italo Calvino, Ra.forum, 25 aprile 2012

Nato a Sanremo, in Italia, Pietro Ferrua è il fondatore di diverse organizazzioni anarchiche, molte delle quale perdurano a tutt’oggi. Come professore al Portland College, Oregon, negli Stati Uniti, ha svolto un importante ruolo nella riflessione sui rapporti tra l'anarchismo e l'arte ...”. Ronald Creagh
Nel 1945 Pietro Ferrua aderisce al movimento anarchico.
Nel 1946 partecipa alla fondazione della Federazione Anarchica Sanremese ed è delegato al Congresso regionale della Federazione Anarchica Ligure.
Collabora alle attività del Cercle Libertaire des Etudiants di Parigi.
Scrive sulle pubblicazioni del gruppo Anarchismo (Napoli-Palermo).
Nel 1950 diventa il primo obiettore di coscienza anarchico riconosciuto come tale dai tribunali.
È co-fondatore della rivista “Senza Limiti” nel 1953.
Partecipa all'organizzazione dei primi Campeggi Internazionali Anarchici (Cecina 1953, Marina di Carrara 1954).
Nel 1955 assiste al Campeggio Internazionale di Salernes (Francia) e fonda la rete clandestina di solidarietà per renitenti e disertori francesi ed algerini sotto l'egida delle Jeunesses Libertaires.
Nel 1956, assieme a Claudio Cantini, ridà vita al “Risveglio Anarchico” che aveva cessato le sue pubblicazioni con la morte di Luigi Bertoni.
Nel 1957 fonda a Ginevra il Centro Internazionale di Ricerche sull'Anarchismo.
Nel 1958 dà inizio alla sezione svizzera di Solidarietà Internazionale Antifascista (S.I.A.).
Nel 1963 viene espulso dalla Svizzera e si reca in Brasile ove fonda il Centro Brasiliano di Studi Internazionali nonché la sezione brasiliana del Centro Internazionale di Ricerche sull'Anarchismo. Le sue attività lo rendono inviso ai militari brasiliani. Viene arrestato, assieme ad altri quindici compagni, nell'ottobre del 1969. Nel dicembre del 1969 parte in esilio per gli Stati Uniti.
Nel 1970 diventa docente universitario e approfondisce le ricerche precedentemente iniziate nel campo delle avanguardie artistiche e letterarie, della rivoluzione messicana, ecc. che sfociano in diverse pubblicazioni e in molti articoli sia per  riviste accademiche che  anarchiche. In seguito ad una conferenza sull'anarchismo per il Circolo Filosofico, la Facoltà di Filosofia della sua università gli affida un corso superiore sull'Anarchismo grazie al quale sorge il Primo Simposio Internazionale sull'Anarchismo che riunisce a Portland, nel 1980, qualche centinaio di ricercatori e militanti per tutta una settimana di dibattiti, spettacoli, concerti, mostre, ecc…).
Nel 1982 partecipa alla fondazione dell'Istituto Anarchos a Montreal (Canada), mentre nel 1992 è uno degli oratori ufficiali al convegno Outros Quinhentos indetto dalla Pontificia Università Cattolica di San Paolo del Brasile.
Nel 1987 abbandona la cattedra e si dedica alla diffusione dell'anarchismo come oratore, ricercatore, saggista.
Bibliografia italiana:
Ifigenia in Utopia (Ragusa, Sicilia Libertaria, 2000)
L'obiezione di coscienza anarchica in Italia. Parte prima: I pionieri (Guasila: Archiviu-Bibrioteka “T. Serra”, 1997)
Italo Calvino a Sanremo (Sanremo: Famija Sanremasca, 1991)
Appunti sul cinema nero americano (Piombino: Tracce, 1987)
Avanguardia cinematografica lettrista (Piombino: Tracce, 1984)
Ricardo Flores Magón e la Rivoluzione Messicana (Catania: Anar-chismo, 1983)
Surrealismo ed anarchismo, trad. del francese di Sandro Ricaldone, (Genova: libreria Sileno, 1985); Gli anarchici nella Rivoluzione Messicana: Praxedis G.Guerrero (Ragusa: La Fiaccola, 1976) Edizioni: L'Anarchismo: un ideale necessario di Ursula K. Le Guin (Bordighera: Oasi, 1994)
Contributi a opere collettive:
“Servizio Civile Internazionale: Piccola Comunità Libertaria”, pp. 166-167 di L'antimilitarismo libertario in Isvizzera dalla Prima Internazionale a oggi, di Gianpiero Bottinelli aed Edy Zarro, eds. (Lugano: La Baronata, 1989)
“Opere giovanili di Italo Calvino”, pp. 50-59 di Italo Calvino, la letteratura, la scienza, la città, di Giorgio Bertone ed. (Genova, Marietti, 1988)
Traduzioni:
La pittura olandese di Jean Leymarie (Genève: Skira, 1961) trad. del Francese
Mondo e Croce Rossa di Henri Dunant (Genève: Ligue des Sociétés de Croix-Rouge, 1959) trad. del francese.
Un quacchero d’oggi, Pierre Ceresole di Hélène Monastier (Roma: American Friends Service Committee, 1954) trad. del francese.
Il fascismo rosso di Volin (Reggio Calabria: Edizioni Anarchiche, 1953) trad. del francese.
Articoli e varia:
“Trad(uc)endo Guimaraes Rosa” in “Tradurre”, I,1, 56-75 (May-August, 1997)
“Amazzonia: il mondo della foresta” in “A”, vol. XXI, n. 182 (May 1991), 31-37
“Impegno formalistico e impegno politico nel romanzo La Paloma di Carlo Castellaneta” in “Forum Italicum”, 22, 1 (Spring 1988), 18-28
“Introduzione (e note) a Per e Contro Bertozzi  di Isidore Isou  (Genova: Libreria Sileno, 1991, a cura dell’Ufficio Ricerche e Documentazione sull’Immaginario, traduzione di Sandro Ricaldone)
“Fortuna e sfortuna del cinema lettrista” in “Ocra” (Fall 1984). Anche in “Cinematica”, nn. 4-6 (1983-84) 36-54, e in “Revue d’Histoire du Cinéma”, 3 série, n. 7 (Hiver 1981)
“Cinema INI” in “Sekondo Kwaderno”, 1984, 31-53
“Fortuna e sfortuna del lettrismo cinematografico” in “Revue d’Histoire du Cinéma”, 3rd series, n. 7 (Inverno 1981)
“Incontri di Pirandello col cinema” in “Canadian Journal of Italian Studies”, 3, 2 (Winter 1980), 108-113
“Il sostrato sanremese nella narrativa di Italo Calvino” in “Italica”, 54, 3 (Fall 1977), 367-382
“L’umorismo nelle Operette Morali di Giacomo Leopardi” in “Proceedings: Pacific Northwest Conference on Foreign Languages”, 24 (1973), 207-212
Ha pubblicato inoltre in:
Argentina: Amanecer Cultural; Reconstruir / Brazil: O Dealbar; O Globo; Jornal do Esporte - Suplemento Literário; Utopia / Canada: Literary Research/Recherche Littéraire / France: L’Arc; Centon; Italie-France Union; Huis Clés; Le Libertaire; Le Monde Libertaire; L’Ordinaire du Mexicaniste; Potlacht; Réflexions et Informations Libertaires; Sextant / Great Britain: Anarchist Review / Italia: A; Anarchismo; L’Eco della Riviera; Fermezza; A Gardiöra du Matüssian; Il Libertario; Previsioni; Seme Anarchico; Senza Limiti; Senza Patria; Umanità Nova / Japan: Libertarie / Mexico: El Compita; Regeneración; Tierra y Libertad / Portugal: A Batalha; A Ideia / Spain: Estudios, Inispania, Boletín de Noticias, Koine, Orto / Switzerland: Bulletin du Centre International de Recherches sur l’Anarchisme; Pronostics; Il Risveglio Anarchico / USA: Cinemonkey; Clio; Forum Italicum; The Oregonian; Regeneracion; Social Anarchism; Spectrum.
Editor of “Newsletter of the First International Symposium on Anarchism” (Portland, 1979-80).
“Occitan and Catalan Studies” (Co-editor) 1979.
“The French Newsletter. Bulletin de la Section Française” (Portland, 1972-73).
Centre International de Recherches sur l’Anarchisme, “Bulletin” (Geneva, 1957-1962).
“Pronostici” (Co-editor and Translator, Geneva, 1962).
“Previsioni” (Co-editor,  Acireale-Geneva, 1958-61).
“Senza Limiti” (Co-editor, Florence, 1953-54).
Redazione, Pietro Ferrua, bio-bibliografia biblioteca dell'egoista, gente di liguria, circolare 2002