mercoledì 8 marzo 2023

Considerazioni, sparse nel tempo, di persone di Sanremo su cultura, scuola, educazione, e non solo

Sanremo (IM): Museo e Centro di Cultura "ex Forte di Santa Tecla"

"È molto difficile non salire sul piedistallo", dice Alfredo Moreschi - e rimanere sulle cose, senza tentare di prevalere. Ma è probabilmente la cosa più saggia da fare.
pag. 87

Alberto Sinelli, musicista, mio maestro di percussioni per un breve periodo, sosteneva: un cane, quando si rallegra, scodinzola. Ora, aggiungeva, non è detto che se tu scuoti la coda ad un cane, questi diventa contento. Ma può anche essere.
pag. 92

A scuola si dovrebbe imparare a esercitare il pensiero, ragionare con la propria testa, farsi delle proprie idee. Essere autonomi e critici. E pensare che io sono stato rimproverato anche perché leggevo libri, persino in una biblioteca civica (ne stavo sfogliando, anche se con molta attenzione, troppi - dovevo toccarne solo uno...). Colpevolizzato perché leggi libri, come con la Demartini. Il prof di disegno delle medie inferiori, un giorno che sciorinò una serie di fascicoli de I maestri del colore e de I maestri della scultura, alla richiesta di uno studente di poterne sfogliare uno, rispose con un secco "no!".
pag. 95

Marisa Biga Bestagno mi raccontava che quando un allievo sosteneva di non aver capito, lei spiegava la ciosa secondo un'altra prospettiva, in modo diverso: perché se la versione che si era appenavoluto porgere all'allievo non era stata compresa, il ripeterla probabilmente avrebbe nuovamente generato la stessa incomprensione (e Bertrand Russel: "Ricapitolerò quindi i suoi punti principali, nella speranza che, messi in parole diverse, essi diventino meno oscuri"). Se un ragazzo dice di non aver capito non si deve rispiegare, ripetere, ma dire il concetto in un'altra prospettiva, per farlo capire. Non è mica sempre vero che repetita juvant.
pag. 96

"L'adolescenza, fragile e impressionabile, - scrive Giuseppe Conte, Buoni maestri cercansi per missione anti-branco, "Il Secolo XIX" del 30 marzo 2010 - avrebbe bisogno di risorse, di anticorpi contro la propria fragilità e impressionabilità. Letture importanti, obiettivi da raggiungere, sogni da inseguire per costruire un futuro".
pag. 100

Vito Farace, finalmente cito un mio compagno di scuola e non un produttore di libri, il 5 marzo 1980 chiaccherò felicemente con me, e mi diede tanti spunti: l'educazione nel corpo dei bambini, la scuola è bella perché dall'altra parte c'è un interlocutore che ti critica, il tempo dei giovani (lo puoi passare in bar in cui t'allaghi di roba il fegato, oppure in altre maniere), i ricchi non possono capire certe cose perché non le vivono, i poveri s'adeguano alle mode, ci sono pittori che non sono convinti di ciò che fanno e che appartengono a un sistema di conoscenze, ci sono gli integrati.
pag. 101

In una mia agendina, datata 1978, trovo questo pensiero: "L'inventare il sesso e altre attività elementari coma fatto affascinante e creativo". Ecco, restiamo un momento sul tema della cosiddetta "educazione sessuale".
pag. 105

Essenzialmente, io sono un autodidatta. Avevo sempre l'impressione che gli elementi veramente validi mi pervenissero dal di fuori della scuola. Potevano essere le trasmissioni televisive di Sapere o i fascicoli dei Maestri del colore, i libri di zoologia o quelli di storia del cienema. La scuola, a parte qualche eccezione, mi sembrava gestita da persone limitate, alquante stupide, e a volte cattive. Per cui ero ben felice di discutere con amici adulti dei disegni di Paul Klee, senza sentirmi dare del presuntuso e senza dover fare relazioni e verifiche.
pag. 106

Ma quello che mi interessa, qui, in senso pedagogico è semplicemente affermare che a scuola è importante fare le cose. Con l'azione capisci - un giorno fai una cosa, e da lì capisci che la sai fare. Bambini e adolescenti - e non solo - capiscono tutto, anche il non esplicito.
pag. 116

Occorre perdere tempo, per imparare le cose. L'insegnamento, se passa, passa fra gli interstizi, per distrazione, per mezze frasi casuali, passa nei vuoti, tra le fessure, fra un gesto e l'altro, quasi come un tradimento delle aspettative. E. M. Forster: "solo quello che vedi con la coda dell'occhio ti tocca nel profondo".
E poi posso citare qualche mio amico. Ad esempio, Alfredo Moreschi: che dice: no a generalizzazioni e definizioni (perché tutto è pro tempore). E dice: reinventare le cose laterali, marginali. E ancora: il libro comincia una volta chiuso, dopo la parola fine. E Roberto Colombo, quasi a chiosare: importa quello che viene dopo, gli effetti che crea.
pag. 117

Sgt. Tibbs è l'educatore che non educa ma agisce. È un operatore, non un oratore. La sua missione è portare in salvo i cuccioli, e il messaggio educativo che rilascia è quindi riferito a ciò che fa [...]
Il mio pedagogo di riferimento, il mio maestro spirituale, resta senza dubbio il Sergente Tibbs.
pag. 128

Marco Innocenti, Elogio del Sgt. Tibbs, Edizioni del Rondolino, 2020

Altri lavori di Marco Innocenti: articoli in IL REGESTO, Bollettino bibliografico dell’Accademia della Pigna - Piccola Biblioteca di Piazza del Capitolo, Sanremo (IM); articoli in Mellophonium; Lorem ipsum, lepómene editore, 2022; (a cura di) Marco Innocenti, Il magistero di Cesare Trucco - per il centenario della nascita 1922-2022, Lo Studiolo, Sanremo, 2022; Scritti danteschi. Due o tre parole su Dante Alighieri, Lo Studiolo, 2021; I signori professori, lepómene editore, 2021; Verdi prati erbosi, lepómene editore, 2021; Libro degli Haikai inadeguati, lepómene editore, 2020; Flugblätter (#3. 54 pezzi dispersi e dispersivi), Lo Studiolo, Sanremo (IM), 2019; Sandro Bajini, Fumata bianca dopo penosi conciliaboli (con prefazione di Marco Innocenti), Lo Studiolo, 2018; articoli in Sanremo e l'Europa. L'immagine della città tra Otto e Novecento. Catalogo della mostra (Sanremo, 19 luglio-9 settembre 2018), Scalpendi, 2018; Flugblätter (#2. 39 pezzi più o meno d'occasione), Lo Studiolo, Sanremo (IM), 2018; Sandro Bajini, Andare alla ventura (con prefazione di Marco Innocenti e con una nota di Maurizio Meschia), Lo Studiolo, Sanremo, 2017; La lotta di classe nei comic books, i quaderni del pesce luna, 2017; Sanguineti didatta e conversatore, Lo Studiolo, Sanremo (IM), 2016; Sandro Bajini, Libera Uscita epigrammi e altro (postfazione di Fabio Barricalla, con supervisione editoriale di Marco Innocenti e progetto grafico di Freddy Colt), Lo Studiolo, Sanremo, marzo 2015; Enzo Maiolino, Non sono un pittore che urla. Conversazioni con Marco Innocenti, Ventimiglia, Philobiblon, 2014; articolo in I raccomandati/Los recomendados/Les récommendés/Highly recommended N. 10 - 11/2013; Sandro Bajini, Del modo di trascorrere le ore. Intervista a cura di Marco Innocenti, Ventimiglia, philobiblon, 2012; Sull'arte retorica di Silvio Berlusconi (con uno scritto di Sandro Bajini), Editore Casabianca, Sanremo (IM), 2010; Pensierini, Lepomene, Sanremo, 2010; Sgié me suvièn, Lepomene, Sanremo, 2010; Prosopografie, lepómene editore, 2009; Flugblätter (#1. 49 pezzi facili), lepómene editore, 2008; (a cura di) Alfredo Moreschi in collaborazione con Marco Innocenti e Loretta Marchi, Catalogo della mostra fotografica. 1905-2005: Centenario del Casinò Municipale di Sanremo. Una storia per immagini, De Ferrari, Genova, 2007; con Loretta Marchi e Stefano Verdino, Marinaresca la mia favola. Renzo Laurano e Sanremo dagli anni Venti al Club Tenco. Saggi, documenti, immagini, De Ferrari, 2006
Adriano Maini

Sanremo (IM): Corso Mombello

CHIARA: anche se non lo so a mille, questo epistolario non esiste, non c’è una lettera che sembri di Do, sì una c’è!, quella sul Natale, lei sa scrivere bene da sempre, da sempre 10 e i complimenti dei prof., lo so perché le superiori le abbiamo fatte insieme…che due persone diverse! Sono praticamente sicura che un bel giorno mi ha girato lo zucchino (una girata de sucùn) e le ho fatte, queste lettere,  a partire dal mio diario e dai ricordi che…ragazzi,  ce l’ho sempre “belli freschi” come l’insalatina!
Spero si apra un dibattito con la Do, ma la Do è già sconfitta, non avrà pezze d’appoggio.
- ma figurati! La Do è un po’ maga!
- è tanto maga che le sue lettere le ha scritte lei…senza mai averle scritte! Amen, ha vinto! Forse queste lettere, che sono state messe lì nude e crude, per dire qualcosa di due adolescenti di allora (sembrano passati vari secoli), andrebbero “rifatte”, se qualcuno ne fosse capace, e farle diventare “un prodotto letterario” perché così, temo, abbiano il sapore della gioventù solo per noi due! Chiunque potrebbe farlo, chiunque ci si identificasse un po’, certo la più adatta sei tu cara la mia maga DoDo!
Voglio trascrivere un commento di B.B., che voi conoscete, ma che ripubblicherò!, sulle lettere che, gentilmente, si è pure letta… Questo commento e’ necessario perché, pesante come un macigno, ci riporta subito coi piedi per terra di fronte a due adolescenti più o meno abbastanza “tipiche!
"Peccato che non ci siano le date delle lettere che vi scrivevate. Però mi rendo conto che avevate dei problemi ben profondi, ma molto, molto diversi dai miei di quei tempi".
[...]
DO: Mi dici che ho chiuso i battenti e che non rido. Secondo te c’è qualcosa da ridere in giro? Il panorama è squallido, tutto fatto a “strissie”, come dice il nostro brillantissimo professore. Se almeno ci fosse un po’ di sole, ma anche quello oggi sembra andato a dormire, beato lui. E intanto le erbe della steppa germogliano, diventano altissime e si seccano, senza che noi ci possiamo fare niente (beh, possiamo almeno seccarci).
Io guardo il professore semplicemente per non addormentarmi. È una sfida a chi si addormenterà per primo, sicuramente io morirò per prima. Quei poveretti in prima fila davanti alla cattedra si prendono anche tutti gli spruzzi di saliva. Bisognerà mandarci Birone, così avrà la faccia di aprire un ombrello. Pastorelli mi ha portato da leggere un libro di Marina Sereni, “I giorni della nostra vita”. Che sia un auspicio? Già il mio cuore batte più forte e “le rose del mio viso” trascolorano. Ma lui non lo sa.
[...] CHIARA:
[...] oltre alla scuola, c’è la città dove siamo nate.
Una città che non è una città, ma un buco di paese dove tutti sanno tutto di tutti e ci passano le serate, sanno con chi vai, come ti vesti e commentano… Mia sorella dice sempre che è una vergogna come mi concio… perché tutti sanno che sono sua sorella… insomma ci perde in onore e reputazione!
Non c’è un teatro stabile, né una compagnia, né rappresentazioni liriche; i concerti sinfonici li fanno al casinò, ma insomma bisogna avventurarsi in quell’ambientino e non tutti ne hanno voglia, e poi come ci si veste, e le signore in pelliccia…; c’è comunque un’orchestra stabile e invitano a volte dei buoni direttori da fuori… niente che inviti chi già non è appassionato… niente rivolto ai giovani, che chiami con pezzi più attraenti…, è sempre la stessa cerchia che sa già e da lì non si esce… niente jazz, niente musica popolare, niente canzoni se non quella cosa ributtante che è il Festival e che serve solo a vendere dischi.
La nostra biblioteca, tristissima, non ha nessuna attività culturale come per esempio organizzare conferenze e dibattiti dove sia possibile trattare qualsiasi argomento che sia d’interesse comune.
Che ne dici, le organizziamo noi? [...]
Chiara Salvini, 6 ottobre 2012 ore 08:04. Disperata dei pacchi che mi fissano, coperta di vecchie polveri, quelle che dovevamo spolverare da tanti anni, mi azzardo a pubblicare questo epistolario senza rileggerlo. Guai certissimi!! E' di due ragazzette d'antan ... 1058... Non così d'antan, era il 1958! Paziente trascrizione di Barbara Bonifacio, elegantissima in tutto, Nel delirio non ero mai sola, 6 ottobre 2012