domenica 17 dicembre 2023

Si può ipotizzare un’osmosi tra le valli Tanaro, Argentina e Roja


Risulta immediatamente evidente come, proprio in virtù delle contese pregresse, la divisione amministrativa moderna non corrisponda a quella geomorfologica, registrando invece alcune appendici al di qua e al di là del crinale spartiacque tra i corsi del Tanaro e della Bormida. Di conseguenza, come in casi analoghi, nel presente lavoro si è preferito dare priorità agli aspetti fisici <1, facendo coincidere la zona presa in esame con il bacino idrografico del Tanaro stesso, pur consapevoli del fatto che le alture in genere non costituiscono certo, dal punto di vista culturale, delle barriere impenetrabili <2. Quindi sull’alta valle del Tanaro insistono, partendo da monte, i comuni piemontesi di Briga Alta, Ormea, Garessio, Priola, Bagnasco e Nucetto, nonché, almeno parzialmente, quelli di Triora, Mendatica, Cosio di Arroscia, Pornassio, Massimino e Murialdo in Liguria, tra le province di Imperia e Savona.
Questo territorio nel complesso, considerato come appena delineato, assume forma quasi di mezzaluna, dallo sbocco verso il Cebano, posto a nord, fino alle Alpi, che si distendono a ovest <3. La conformazione deriva, grosso modo, dalla sequenza di tre segmenti orientati diversamente e abbastanza riconoscibili: il primo, da Ceva fino a Garessio - passando per Nucetto, Bagnasco e Priola -, con un andamento tendenzialmente nord/sud; per il secondo, proseguendo verso Ormea e il colle di Nava, l’asse prevalente diventa quello nord-est/sud-ovest; l’orientamento dell’ultimo, sempre in un quadro sintetico e semplificato, risulta essere est/ovest, seppure più tortuoso perché posto in ambito montuoso. Proprio quest’ultimo segmento presenta delle peculiarità legate al fiume: infatti il Tanaro non assume tale nome fin dalla sorgente, come di consueto, ma poco a monte di Ponte di Nava, alla confluenza di due diversi torrenti: il Tanarello, posto più a nord, e il Negrone, che vi si immette dopo una decina di chilometri, incrementandone notevolmente la portata d’acqua. Di lì il fiume assume il nome più noto che manterrà fino al suo congiungimento con il Po poco a valle di Bassignana, dopo aver attraversato i centri urbani di Alba, Asti e Alessandria.
[...] La posizione della valle la rende evidente snodo tra il Cuneese e il mare: infatti, ponendosi tra la val Roja a ovest e il percorso Ceva-Savona a est, risulta quasi come la strettoia di una clessidra per chi, provenendo dalle pianure occidentali e dall’Albese, voglia raggiungere la costa tra il Finale e il Taggiasco.
[...] In particolare, si può ipotizzare un’osmosi tra le valli Tanaro, Argentina e Roja <28: quest’ultima, come ben noto, è un importante asse di percorrenza, oggi quasi del tutto in territorio francese, che raccorda la pianura cuneese con Ventimiglia e, attraverso la valle Bevera e Sospello, con la costa più a occidente fino a Nizza.
[NOTE]
1 Così era già stato proposto in occasione delle ricerche sulla pieve di San Giovanni di Mediliano in Demeglio 2004, p. 93 e nota 3.
2 Si tenga inoltre presente che il crinale tra Tanaro e Bormida non costituisce la divisione tra i corsi d’acqua che affluiscono nel Po e quelli che si gettano nel mare: infatti la Bormida, o meglio le Bormide, dopo aver percorso un lungo tratto in Liguria, entra in Piemonte, dove attraversa Acqui Terme, scorre non lontano da Alessandria e si getta nel Tanaro nei pressi di Pavone. Si registra quindi una notevole distanza tra i confini regionali e quelli dei bacini idrografici.
3 Per tutti questi aspetti d’ora in poi si farà riferimento alla carta che correda la scheda di Tiziana Casaburi in questo volume.
8 Sull’archeologia della val Roja e di alcune aree limitrofe a partire dalla Preistoria si veda Sandrone, Simon, Venturino, Gambari, 2013, pp. 63-118.
Paolo Demeglio, Archeologia a Santa Giulitta e in Alta Val Tanaro: una dinamica diacronica e diatopica in (a cura di) Paolo Demeglio, Un paesaggio medievale tra Piemonte e Liguria. Il sito di Santa Giulitta e l’Alta Val Tanaro, Heredium - Collana della Scuola di Specializzazione in Beni Architettonici e del Paesaggio del Politecnico di Torino -, n. 1-2019