giovedì 10 marzo 2022

La Valle Roja è un territorio di confine

La Valle Roia tra Piena ed Olivetta San Michele (IM)

«E' una valle piena di memorie e di suggestioni. A guardare bene, insieme alle antiche pietre messe insieme dalla natura o laboriosamente squadrate dagli uomini, si dovrebbero intravvedere i fantasmi di cento personaggi: dai reali che transitavano tra le nevi del Colle, ai piccoli operai che costruirono la strada e la ferrovia. E i ponti e tutti gli altri monumenti del lavoro umano».
Giannetto Beniscelli Pierovado
La Valle Roja è un territorio di confine, un'unica valle che appartiene a due stati, tre regioni e tre province; una valle di passaggio dalla grande valenza paesaggistica a metà tra l'asprezza delle Alpi e la dolcezza della macchia mediterranea. Per la sua estensione latitudinale la Valle Roja offre una sequenza di spettacolari paesaggi: è infatti compresa nel Parco Nazionale del Mercantour nella sua parte occidentale, è incisa dalle Alpi Marittime settentrionali fino al Colle di Tenda e a est di questo dalle Alpi Marittime meridionali, dette anche Alpi Liguri, scendendo poi dolcemente fino al mare.
La Valle deve il suo nome al fiume Roja, anticamente detto Rutuba e poi Rotta, che la percorre interamente a partire dal Colle del Tenda, da cui nasce, fino alla foce presso Ventimiglia; si estende per 59 km tra la Liguria, la regione francese PACA e il Piemonte, e le province di Imperia, Nizza e Cuneo. La Valle ha oggi diverse denominazioni: in francese è detta Vallèe de la Roya, in roiasco, brigasco e intemelio Val Röia, in ligure Val Reuia e in occitano Val de Ròia.
Affiancate al fiume corrono quella che un tempo era definita la Strada Reale, oggi Strada Statale 20 per la parte italiana e Strada Dipartimentale D6204 per la parte francese, e la linea ferroviaria Cuneo-Ventimiglia.
La storia della valle Roja è strettamente legata alla trasformazione delle infrastrutture che da sempre la attraversano, in particolare alla strada che mette strategicamente in collegamento le regioni alpine con il mare, condizionando di conseguenza lo sviluppo o la decrescita dei centri abitati e delle popolazioni che abitano la valle.
Già a partire dall'epoca romana alla valle viene attribuita tanta importanza da costruirvi una via per il transito delle Legioni, mentre nei secoli seguenti diviene un passaggio commerciale strategico per i Savoia, come via di accesso al mare dal Piemonte verso Nizza, necessario per mantenersi al passo con Provenza e Genova. La strada Cuneo-Nizza, costruita dalla fine del XIV secolo, diviene poi rotabile nel 1782, assumendo per quei tempi un assetto moderno che viene poi completato e migliorato tra il XIX e il XX secolo e affiancato dalla linea ferroviaria.
Sono infatti i grandi lavori della fine del XVIII secolo che hanno reso carrozzabile nella sua totalità l'itinerario Cuneo-Nizza e solo successivamente è stato completato il tratto Cuneo-Ventimiglia. La riannessione di Nizza alla Francia, nella seconda metà del XIX secolo, non ruppe i legami economici con l'Alta Roja rimasta in territorio italiano e i legami con Cuneo e Torino rimasero importanti. La strada venne utilizzata inoltre da coloro che emigrarono dal Piemonte in direzione di Nizza e della sua regione. Negli ultimi anni la valle è infine diventata un frequentato luogo di transito per il raggiungimento di località turistiche invernali ed estive.
Oltre alle peculiarità storiche, naturalistiche e paesaggistiche nella valle si riscontrano oggi importanti problematiche relative alla gestione dell’infrastruttura ferroviaria tra Italia e Francia con pesanti ricadute socio-economiche sulle realtà locali e i diversi interessi dei due Stati sui relativi territori di pertinenza, hanno ricadute non favorevoli alla costruzione un sistema unitario. 
con tanto di differenze linguistiche e legislative. Un territorio stratificato e un paesaggio straordinario sono a contrasto con lo strascico di un recente declino che ha reso la valle sempre più una zona periferica di passaggio sia per la Francia che per l'Italia. L’interesse politico ed economico nei confronti in un'area in cui anche un’infrastruttura come la ferrovia è entrata in punta di piedi, realizzandosi come capolavoro ingegneristico rispettando allo stesso tempo il paesaggio, è da tempo venuto meno da parte di entrambi gli stati confinanti e questo ha causato la mancata cura delle stazioni e delle dogane dismesse così come degli insediamenti abbandonati.
Il presente lavoro si rivolge al "viaggiatore", cioè a tutta quella categoria di utenza che attraversa il territorio il più velocemente possibile, escludendo dal suo percorso tutte le peculiarità del paesaggio culturale che incontra durante il suo viaggio. Nel riconoscere questa utenza come strategica e potenziale per la valorizzazione del territorio stesso, si struttura idealmente un "viaggio" attraverso le tre fasi di ricerca, la cui risposta progettuale vuole proprio concentrarsi su strategie per catturare l’attenzione del viaggiatore, spingerlo a fermarsi e relazionarsi con la cultura dell'abitante.
L’obiettivo della tesi è fornire un'interpretazione di un territorio che ha tutte le potenzialità per essere non solo valorizzato, ma fortemente fruito e che le vicende legate agli interessi politici e alle infrastrutture hanno relegato a questione periferica e di secondaria importanza per entrambi gli stati coinvolti, Francia e Italia.
Il processo di conoscenza, interpretazione e valorizzazione di questo territorio ampio e complesso, ha visto in una prima fase la definizione della struttura storica del territorio, intesa come studio per sezioni storiche e produzione di carte tematiche. Questa prima parte di ricerca si è fondata sullo studio e analisi non solo della cartografia storica, di primaria e fondamentale importanza in quanto traccia delle macrostrutture di relazioni territoriali tra gli stati, ma anche su testimonianze scritte e fonti iconografiche storiche. Sono state così evidenziate e indagate le cause storiche del principale "problema" del sistema vallivo, legato alla presenza di infrastrutture riconducibili a un'idea di unità territoriale che si è realizzata solo per un breve periodo; le infrastrutture oggi sono l'unico elemento di continuità attraverso un territorio che fa riferimento a due diverse unità statali, pur riconoscendo la sua identità in un sistema culturale territoriale unitario.
La seconda parte della ricerca è dedicata alla definizione dell'identità del territorio della Valle Roya, a partire dall’identificazione del territorio stesso come parte di un sistema culturale più ampio, fino a definire e catalogare le "tracce materiali" degli elementi che costituiscono i due principali sistemi infrastrutturali della valle: il sistema viario e il sistema ferroviario. Le analisi e le schedature presentate presuppongono già un'azione di valorizzazione del territorio, intesa prima di tutto come processo di conoscenza.
La terza parte della tesi è dedicata poi alla definizione di una proposta operativa di valorizzazione, che si struttura a partire dal riconoscimento di aree omogenee in funzione di un criterio di velocità con cui l’utente, il viaggiatore, attraversa la valle. L’obiettivo è fornire i criteri a cui deve rispondere il progetto che voglia definirsi sistemico e che permetta di aumentare la permeabilità del paesaggio culturale della Valle Roya, invitando l’utente a fermarsi. La risposta progettuale proposta, si articola intorno alla riorganizzazione di aree residuali riconosciute come "nodi” infrastrutturali. Le soluzioni progettuali adottate, rispondono e si articolano intorno a un modulo proposto in seguito all'interpretazione dei muretti di sostegno che percorrono la valle come intrinseco elemento di continuità che si pone come base per un unico progetto unitario e sistemico.
Francesca Lisa, La val Roja: interpretare un territorio di confine: strategia e ipotesi per la valorizzazione degli elementi identitari del paesaggio, Tesi di laurea, Politecnico di Torino, 2016