Il costruendo porto di Ventimiglia (IM) due anni fa |
Io, che a Ventimiglia avevo vissuto per vent'anni, figlia di e nipote di ventimigliesi, e la mia amica americana, ormai trapiantata felicemente in terra di confine, stavamo confabulando al Funtanin [a margine della città alta, o vecchia, di Ventimiglia (IM)], affacciato su di un mare perlato di tramonto imminente.
L’argomento era ristabilire il vecchio assetto del territorio ora occupato dal nuovo porto.
Impresa insormontabile. Memoria in evaporazione.
L’argomento era ristabilire il vecchio assetto del territorio ora occupato dal nuovo porto.
Impresa insormontabile. Memoria in evaporazione.
Il Belvedere del Funtanin |
Ventimiglia (IM) - Cattedrale dell'Assunta |
Intravvedevo seduta sulla panchina vicina una vispa vecchia signora, che ascoltava con interesse, ma che non osava intervenire.
Immaginando che ne sapesse molto più di noi, avendone osservato i caratteri fisici liguri, le chiedevo un aiuto per risolvere il dilemma.
Non aspettava altro.
Un fiume di ricordi ha invaso il Funtanin.
La signora un tempo bambina aveva giocato alla spiaggia degli Scoglietti.
Durante la seconda guerra aveva vissuto diciotto mesi con tutti gli altri sfollati del centro storico in una galleria, che collegava la parte alta con la bassa.
Questa galleria, che lei ricordava perfettamente, era percorribile con scale. C'erano anche stanze e una cucina dove si cucinavano i pasti in comune.
Mi parlava di una coppia, che abitava verso gli Scoglietti e, che possedendo un orto, ogni giorno faceva trovare agli sfollati canestri di frutta e verdura.
Pochi giorni prima del nostro incontro aveva riconosciuto i nipoti di quei signori e aveva raccontato loro la generosità dei nonni.
I nipoti non ne sapevano nulla e rimasero piacevolmente sorpresi.
Un'ulteriore conferma alla perdita di memorie rispetto a chi ci ha preceduto.
Tagli generazionali che ci rendono più poveri.
Alla signora brillavano gli occhi, come al ripetersi di quei momenti di gioia, quando mi ha raccontato del bellissimo abito celeste, che la figlia del podestà, in visita in galleria, le aveva donato.
Una giovane donna che si faceva vedere con frequenza per portare abiti ai bambini.
Chiedevo, allora, dove si trovava la galleria che mi diceva chiusa da tempo.
Nonostante le esaurienti e particolareggiate spiegazioni non riuscivo a collocarla visivamente.
L’arzilla anziana aggiungeva ancora un particolare a quella storia.
Era riuscita ad intervistare i tecnici, che dovranno lavorare in quella galleria per installare il nuovo ascensore, che collegherà in futuro le due parti di Ventimiglia. E li aveva informati dell’esistenza di quelle camere e di quelle scale. Loro non ne erano a conoscenza. Sono certa che sarebbe felice di accompagnarli nella ricerca.
Abbiamo dovuto lasciare con rammarico la nostra signora, perché altrimenti un concerto in cattedrale con un organista di fama internazionale sarebbe iniziato anche senza di noi.
Immaginando che ne sapesse molto più di noi, avendone osservato i caratteri fisici liguri, le chiedevo un aiuto per risolvere il dilemma.
Non aspettava altro.
Un fiume di ricordi ha invaso il Funtanin.
La signora un tempo bambina aveva giocato alla spiaggia degli Scoglietti.
Durante la seconda guerra aveva vissuto diciotto mesi con tutti gli altri sfollati del centro storico in una galleria, che collegava la parte alta con la bassa.
Questa galleria, che lei ricordava perfettamente, era percorribile con scale. C'erano anche stanze e una cucina dove si cucinavano i pasti in comune.
Mi parlava di una coppia, che abitava verso gli Scoglietti e, che possedendo un orto, ogni giorno faceva trovare agli sfollati canestri di frutta e verdura.
Pochi giorni prima del nostro incontro aveva riconosciuto i nipoti di quei signori e aveva raccontato loro la generosità dei nonni.
I nipoti non ne sapevano nulla e rimasero piacevolmente sorpresi.
Un'ulteriore conferma alla perdita di memorie rispetto a chi ci ha preceduto.
Tagli generazionali che ci rendono più poveri.
Alla signora brillavano gli occhi, come al ripetersi di quei momenti di gioia, quando mi ha raccontato del bellissimo abito celeste, che la figlia del podestà, in visita in galleria, le aveva donato.
Una giovane donna che si faceva vedere con frequenza per portare abiti ai bambini.
Chiedevo, allora, dove si trovava la galleria che mi diceva chiusa da tempo.
Nonostante le esaurienti e particolareggiate spiegazioni non riuscivo a collocarla visivamente.
L’arzilla anziana aggiungeva ancora un particolare a quella storia.
Era riuscita ad intervistare i tecnici, che dovranno lavorare in quella galleria per installare il nuovo ascensore, che collegherà in futuro le due parti di Ventimiglia. E li aveva informati dell’esistenza di quelle camere e di quelle scale. Loro non ne erano a conoscenza. Sono certa che sarebbe felice di accompagnarli nella ricerca.
Abbiamo dovuto lasciare con rammarico la nostra signora, perché altrimenti un concerto in cattedrale con un organista di fama internazionale sarebbe iniziato anche senza di noi.
Gris de lin