[...] mio Padre, Francesco Kahnemann, Francuccio per gli amici, anche chiamato "u Profesu" per via della sua qualifica professionale.
Ha vissuto una vita piena di sfaccettature, figlio di una Cattolica e di un Ebreo, nato nel 1921.
Penso che i suoi primi 17 anni li abbia vissuti nel posto più bello del mondo [Sanremo (IM)], secondo me, in una condizione sociale più che privilegiata, in una città cosmopolita, in una famiglia benestante e multietnica con respiro internazionale.
Ha avuto amici importanti come Italo Calvino, Eugenio Scalfari, Pippo Barzizza e ha frequentato Fabrizio de André.
Insisto sui primi diciassette anni, perché il suo bel passaporto azzurro Savoia racconta dell'ultimo viaggio del giugno 1936 a Praga con nonno Ugo: a Vienna, Praga e Budapest, per incontrare i clienti che erano rimasti dopo la chiusura dei magazzini di Berlino. L’anno successivo anche Vienna, meta delle vacanze nella Capitale Austriaca insieme a Trieste, sarebbe stata abbandonata dalla ditta “Kahnemann Ugo esportazione fiori” a causa delle prime ritorsioni burocratiche verso i commercianti ebrei in quella città.
Nel 1938, poi, proprio a Trieste furono proclamate in settembre le Leggi Razziali e in novembre l’Anschluss dell’Austria alla Germania Nazista. Questi eventi avrebbero dato il colpo di grazia all’attività del nonno, all'età dell'oro della famiglia e al percorso scolastico di papà presso il prestigioso Liceo Classico G.D. Cassini.
A partire da quel momento questo enfant gâté dell'alta borghesia di Sanremo sarebbe di fatto diventato un invisibile per il Regime Fascista.
Questo trauma segnò in maniera profondissima il carattere di papà e ha minato il nostro rapporto padre-figlio praticamente per tutta la vita.
Ha vissuto una vita piena di sfaccettature, figlio di una Cattolica e di un Ebreo, nato nel 1921.
Penso che i suoi primi 17 anni li abbia vissuti nel posto più bello del mondo [Sanremo (IM)], secondo me, in una condizione sociale più che privilegiata, in una città cosmopolita, in una famiglia benestante e multietnica con respiro internazionale.
Ha avuto amici importanti come Italo Calvino, Eugenio Scalfari, Pippo Barzizza e ha frequentato Fabrizio de André.
Insisto sui primi diciassette anni, perché il suo bel passaporto azzurro Savoia racconta dell'ultimo viaggio del giugno 1936 a Praga con nonno Ugo: a Vienna, Praga e Budapest, per incontrare i clienti che erano rimasti dopo la chiusura dei magazzini di Berlino. L’anno successivo anche Vienna, meta delle vacanze nella Capitale Austriaca insieme a Trieste, sarebbe stata abbandonata dalla ditta “Kahnemann Ugo esportazione fiori” a causa delle prime ritorsioni burocratiche verso i commercianti ebrei in quella città.
Nel 1938, poi, proprio a Trieste furono proclamate in settembre le Leggi Razziali e in novembre l’Anschluss dell’Austria alla Germania Nazista. Questi eventi avrebbero dato il colpo di grazia all’attività del nonno, all'età dell'oro della famiglia e al percorso scolastico di papà presso il prestigioso Liceo Classico G.D. Cassini.
A partire da quel momento questo enfant gâté dell'alta borghesia di Sanremo sarebbe di fatto diventato un invisibile per il Regime Fascista.
Questo trauma segnò in maniera profondissima il carattere di papà e ha minato il nostro rapporto padre-figlio praticamente per tutta la vita.
È diventato uno stimato chirurgo oculista, primario in vari ospedali tra Genova e Sanremo, membro esterno dell’equipe del Professor Barraquer a Barcelona, una bella storia professionale dove forse c’è stato poco spazio per un figlio scatenato come me.
Però, come sai, Francuccio, proprio alla fine ci siamo ritrovati, lasciandoci l’amaro in bocca di un’occasione perduta [...]
Il
secondo, peraltro brevissimo, colloquio con Italo [Calvino] avvenne
nell’autunno del 1943. Svolgeva alcune mansioni presso il Tribunale di
Piazza Colombo (edificio che non esiste piú) e ogni tanto usciva per
scambiare qualche parola col figlio del Prof. Zauli (mi pare si
chiamasse Floriano), anche lui, come il padre, insegnante nella Scuola
di Avviamento Professionale, sita nello stesso edificio, al di sopra del
Mercato dei Fiori. Un certo giorno Italo si rivolse al figlio di Zauli,
il quale additò Cagnin (mi pare), che a sua volta lo diresse verso
qualcun altro (forse Agostino de Gregorio, anche lui, come me, precoce
antifascista) e poi si presentò da me. "Dovresti portare d’urgenza
questo bigliettino nel negozio di fiori di Bottini, accanto a Barillaro,
in Via Vittorio. Sai dov'è? Non farti notare e torna subito". Il
messaggio era diretto a Kahneman (mi pare si chiamasse Enrico) e gli
suggeriva di nascondersi perché "sarebbero venuti a cercarlo". La mia
irruzione frettolosa in negozio sollevò qualche perplessità, forse
perché c'era un'avventrice che avrebbe potuto sospettare qualcosa.
Comunque il messaggio era giunto a destinazione (seppi poi che il
Kahneman era nascosto addirittura nel palazzo in cui abitavo io, al n. 9
di Via Gioberti, in un deposito appartenente al fiorista Bottini). Non è
chiaro se Italo agisse a titolo personale o facesse già parte di
un'organizzazione clandestina, né se in Kahneman proteggesse l’ebreo,
l'antifascista o il fratello del suo compagno di scuola Francesco
[l'autore in questo caso potrebbe essersi sbagliato non solo di nome, ma
addirittura di essersi direttamente riferito, del tutto inconsapevole,
ad Enrico Kahnemann, cugino dei fratelli Eugenio e Francesco, entrambi
partigiani].
Pietro Ferrua, Incontri e scontri con Italo Calvino, 25 aprile 2012 in Ra.forum
Pietro Ferrua, Incontri e scontri con Italo Calvino, 25 aprile 2012 in Ra.forum
26 febbraio 1945 - Dal C.L.N. di Bordighera, prot. n° 2, al comandante Curto
[Nino Siccardi, comandante della I^ Zona Operativa Liguria] - Informava
che il Comitato era entrato in contatto con il garibaldino Leo
[Stefano Carabalona] inviato a Vallecrosia dagli americani... che “Leo” aveva
scritto direttamente a “Curto” una lettera, allegata alla comunicazione
in oggetto, lettera in cui “Leo” riferiva al comandante della I^ Zona
Operativa Liguria [...] di essere passato il 10 dicembre 1944 in Francia, [...] che, circa la presa di
contatto di Kahnemann con il Comando inglese... Giorni fa è arrivato in Francia il fratello [Francesco] di Kanheman (il fratello maggiore è andato a Roma) ... tuo Leo
da documento IsrecIm in Rocco Fava, di Sanremo (IM), "La
Resistenza nell'Imperiese. Un saggio di regestazione della
documentazione inedita dell'Istituto Storico della Resistenza e della
Storia Contemporanea di Imperia (1 gennaio - 30 Aprile 1945)" - Tomo
II - Tesi di Laurea, Università degli Studi di Trieste, Facoltà di
Scienze della Formazione, Corso di Laurea in Pedagogia - Anno Accademico
1998 - 1999