sabato 7 novembre 2020

La mia guerra dei sei giorni. Primo viaggio in Israele. Parte III

Il Mar Morto tra il 1890 e il 1900 - Fonte: Wikipedia

 [seguito di questo articolo]

Mar Morto.
Non vi ho parlato del clima che a fine maggio raggiungeva già i 33°.
Quando decidemmo di scendere verso la riva occidentale del Mar Morto la nonna indossava ostinatamente il cappotto nero proveniente da Praga e i gradi della depressione si avvicinavano ai 40°. Avevo letto della densità dell’acqua e della curiosa attitudine dei corpi a rimanere a galla.
L’occasione di immergermi comunque in acqua, poiché la nonna mi aveva già impedito di bagnarmi a Tel Aviv e nel Mare di Galilea, era irresistibile, però Remigia [la nonna Remigia Pesante] asseriva che in quel lago salatissimo ci fossero pesci pericolosi. Questa volta Eugenio [lo zio Eugenio Kahnemann] mi corse in soccorso dicendo "Mama, au mascimu u trüva e anciue suta sa" [Mamma, al massimo trova delle acciughe sotto sale!], ridendo di gusto e invitandomi a provare quell’esperienza.
Immergersi in quell’acqua pesante ed untuosa non è poi così rinfrescantema la sensazione di inaffondabilità è curiosa. E poi la doccia era fresca in quel caldo opprimente... La nonna, scettica, osservava da lontano sotto il suo cappotto nero con il collo di breitschwanz.
 

Bethlaem.
Ecco il giorno di gloria per Remigia, la visita alla Basilica  e alla Grotta della Natività credo sia stato un momento incomparabile per lei, che emozionantissima baciava ogni cosa con trasporto indescrivibile.
Per parte mia, poggiare le labbra sulla pietra levigata che migliaia di mani avevano toccato o baciato era leggermente repulsivo.
 

Il mercato di Hebron.
Visitammo il mercato della vivace città di Hebron e io mi aggiravo stupito tra le bancarelle di spezie, abiti mediorientali, djallaba, kippah, frutta coloratissima e profumata, ma la mia attenzione si rivolse verso il banco dove campeggiavano dei cosciotti neri che entusiasticamente indicai allo zio “Guarda, gli speck anche qui!”. Con un gesto secco della mano il macellaio scostò dalla sua merce appesa il nugolo fitto di mosche nere che l’avevano ricoperta...

Paolo Kahnemann