Quando nei primi giorni di luglio 1945 i francesi abbandonarono Pigna furono rapidamente sostituiti da carabinieri e finanzieri, che ristabilirono celermente la sovranità italiana. Da subito iniziarono le operazioni di bonifica dei tanti campi minati «seminati» nel 1940 da italiani e francesi e nel 1944 dai tedeschi.
Pochi mesi dopo la fine della guerra, quando con alcuni compagni si recava a Saorge per acquistare qualche bene alimentare che a Pigna era introvabile, perse la vita l'ex-partigiano Domenico Giauna Minicu de Salvatù, a causa dell'esplosione di una mina. Il gruppo transitava sul sentiero che, superato il colle di Pegairole, si gettava verso il vallone della Bendola, sentiero scelto per eludere i controlli della Guardia di Finanza a Passo Muratone. Quando l'ordigno, celato nel terreno, deflagrò, inferse ferite mortali a Domenico Giauna e contusioni più lievi agli altri.
Mine, bombe inesplose o abbandonate, pallottole di fucile o pistola sparse per ogni dove, costituivano una costante minaccia, soprattutto per i più giovani che, non completamente coscienti del pericolo, maneggiavano incautamente gli ordigni che, per molti anni, continueranno ad essere facilmente trovati nelle campagne e lungo il fiume. Il 5 agosto 1946 un gruppo di ragazzini che si era recato a fare il bagno presso Lago Pigo trovò una bomba di mortaio inesplosa: forse per disinnescarla e ricavare la polvere esplosiva del suo interno, la raccolsero e questa esplose. I quindicenni Giuseppe Carenco e Ivo Borfiga furono investiti dallo scoppio e scagliati violentemente nel lago da dove vennero recuperati poco dopo ormai privi di vita; altri due ragazzi vennero feriti gravemente e trasportati all'ospedale dove, nonostante la serietà delle loro condizioni, vennero curati e salvati.
Il 16 settembre 1947 a seguito del trattato di Parigi passarono all'amministrazione francese il comune di Tenda con i villaggi di San Dalmazzo e Granile, il comune di Briga, ad esclusione delle frazioni di Upega, Carnino e Piaggia che costituirono il nuovo comune di Briga Alta (CN) e Realdo, che fu aggregato al comune di Triora (IM). A sud il confine venne arretrato da Piena a Fanghetto e passarono al comune di Breil i villaggi di Piena e Libri; nel territorio pignasco il confine arretrò in alcuni punti di pochi chilometri, passando sotto la cima dei monti Pietravecchia, Toraggio e Lega, ormai in territorio francese, e fu portato al Passo di Muratone e lungo la strada sterrata che da Scarassan prosegue verso fascia Sagrà e Testa d'Alpe.
Il referendum si svolse solo nel comune di Tenda e nella parte annessa del comune di Briga. Con la cessione di Briga e Tenda alla Francia, Pigna e tutto il territorio intemelio si videro precludere la possibilità di realizzare scambi commerciali e relazionali con il territorio piemontese che, ormai per essere raggiunto, necessitava di un lungo giro fino a Pieve di Teco e il colle di Nava, privando tutta la valle Nervia di un tradizionale partner che da secoli rappresentava uno dei più importanti mercati di smercio dei prodotti locali.
La nuova realtà geopolitica costituiva una grave limitazione allo sviluppo socio-economico di tutta la zona; il comune di Pigna rispose quindi con entusiasmo al progetto, ideato dal farmacista ventimigliese, storico e uomo di solida cultura, Emilio Azaretti, di creare tra i territori a cavallo del confine italo-francese una «Zona Franca». Il dottor Emilio Azzaretti, subito dopo la fine della guerra, aveva fondato «L'Unione Democratica Federalista della Liguria Intemelia» associata al «Movimento Federalista Europeo». La proposta di «Zona Franca» era una diretta reminescenza della franchigia doganale che il conte di Cavour aveva riconosciuto ai comuni di Tenda e Briga quando, nel 1860, una parte considerevole della valle Roia venne ceduta alla Francia.
Al progetto aderirono 30 comuni di cui 19 italiani. La proposta, senza alterare l‟appartenenza statuale dei singoli comuni partecipanti, prevedeva la creazione di uno spazio comune dove uomini e merci potevano liberamente transitare senza limitazioni e imposizioni di gabelle o dazi. Dell'idea vennero informati, direttamente dallo stesso Emilio Azaretti, il Presidente del Consiglio Alcide de Gasperi, Luigi Einaudi, il Ministro delle finanze Scoccimarro, dai quali ottenne delle aperture possibiliste.
Della «Zona Franca» parlò alla Conferenza di Parigi l'allora ambasciatore a Parigi Giuseppe Saragat. La «Zona Franca» ottenne il favore della politica romana, ma venne osteggiata dalla Francia e il progetto morì lentamente, quando i principali sostenitori si resero conto che la sua realizzazione sarebbe stata impossibile.
Il 2 giugno 1946 gli italiani e le italiane si recarono liberamente e democraticamente alle urne per rispondere al quesito referendario e scegliere la forma di governo sotto la quale intendevano ricostruire il Paese devastato dalla guerra ed eleggere l‟Assemblea Costituente che avrebbe redatto la nostra Costituzione. Come nel resto della nazione, anche a Pigna prevalse la scelta repubblicana, seppur con un margine ridotto. Alle urne si recarono 1.425 votanti su un totale di 1710 elettori iscritti, molti dei quali residenti in Francia.
Il risultato politico per l'elezione dell'Assemblea Costituente vide una netta divisione tra l'elettorato moderato e quello di ispirazione social-comunista. La Democrazia Cristiana risultò il primo partito con il 44,07 % dei consensi, il Partito Socialista, presentatosi con il simbolo del PSIUP, il 40,74% e il Parti-to Comunista il 3,8%; 36 voti ottenne l'Unione Democratica Nazionale, 27 il movimento di Giannini dell'Uomo Qualunque, 23 l'Unione Nazionale Sinistra Guer., 21 il Partito d'Azione e 15 il Blocco Nazionale delle Libertà, coalizione elettorale d'ispirazione conservatrice e monarchica. Il primo Consiglio Comunale, democraticamente eletto il 7 aprile 1946 da tutti i cittadini, uomini e donne, che avevano compiuto i ventuno anni, si riunì il 13 aprile.
Il consiglio elesse alla carica di primo cittadino Lodovico Littardi, con quattordici voti favorevoli su quindici votanti (1). Da evidenziare è la presenza nell'assemblea di una donna, la maestra Apollonia Littardi, aspetto da non sottovalutare in considerazione del fatto che da pochi mesi le donne avevano ottenuto per la prima volta il diritto all'elettorale sia attivo che passivo [...]
(1) Archivio Comunale di Pigna, Verbale dell'adunanza del Consiglio Comunale del 13-4-1946 che era composto da GioBatta Conte (di Giacomo e fu Maria Martini, nato il 31-10-1891), Concetto Allavena (fu Giovanni e fu Gerolima Picone, nato il 8-12-1889), Giovanni Maccario (fu Carlo e di Margherita Littardi, nato il 5-12-1904), Alberto Ferrero (di Epifanio e di Teresa Rebaudo, nato il 22-5-1901), Adolfo Rebaudo (fu Carlo e di Maddalena Isnardi, nato il 31-8-1905), Lodovico Littardi (fu Pietro e di Giuseppina Giauna, nato il 9-11-1909), GioBatta Ferrero (di Giovanni e di Antonia Giauna, nato il 23-8-1912), Giacomo Allavena (fu Giovanni e di Petronilla Allavena, nato il 10-8-1906), Apollonia Littardi (fu Luigi e fu Anna Maria Manesero, nata il 25-6-1882), Onorato Picone (fu Giuseppe e di Celestina Giauna, nato il 5-11-1897), GioBatta Manesero (fu GioBatta fu Giulia Giauna, nato il 18-7-1902), Antonio Rebaudo (fu Antonio e di Caterina Ghio, nato il 29-10-1917), Antonio Franco (di Lodovico e fu Caterina Pastor, nato il 24-12-1890), Giacomo Borfiga (di Giacomo e Caterina Pastor, nato il 26-1- 1904), Giusto Borfiga (di GioBatta e fu Marietta Pastor, nato il 15-2-1912).
Giorgio Caudano, Pigna. Storia di un paese, Edito dall'Autore, 2016
[ A cura di Paolo Veziano con il contributo di Giorgio Caudano e di Graziano Mamone, La libera Repubblica di Pigna. Parentesi di democrazia (29 agosto 1944 - 8 ottobre 1944), Comune di Pigna, IsrecIm, Fusta Editore, 2020; Giorgio Caudano, Dal Mare alla Trincea… memorie di uomini, BB Europa, Cuneo, 2019; Silvia Alborno, Gisella Merello, Marco Farotto, Marco Cassini, Giorgio Caudano, Franck Vigliani, curatori della mostra Claude Monet, ritorno in Riviera, catalogo a cura di Aldo Herlaut, Silvana Editoriale, Milano 2019; La Magnifica Invenzione. I pionieri della fotografia in Val Nervia 1865-1925, a cura di Marco Cassini e Giorgio Caudano, Istituto Internazionale di Studi Liguri, Bordighera, 2016 ]