…..“sono le una - disse - direi che si potrebbe partire”……Uscirono nella notte in tre ore andando forte si poteva giungere al passo,….vide in fondo valle Grimaldi, il ponte Saint Louis;…sentì di fronte a sè l’alto pezzo nero della montagna ,.. ”( Guido Seborga, “Contrabbandiere”, Corriere della Liguria, 22 settembre 1956)
“Tutti dicono che Stella è anche una buona ”guida” per i passaggi di frontiera senza i documenti regolari, via monte perché è più sicura della via mare dove un guardacoste può più facilmente mettere in difficoltà e individuare i clandestini. I liguri chiamano “fenicotteri” quei meridionali che in gruppo, senza documenti e carte di lavoro, cercano di espatriare…” (G. Seborga, “I Barboni del mare”, Corriere Mercantile, 17 novembre 1960)
“Giovanni non è soltanto abile in mare, ma anche sulle colline e in montagna nessuno gli sta dietro; e conosce i passaggi e i colli meglio di ogni altro. Proprio per queste qualità….” (Guido Seborga, ” Storia di uomini del paese vecchio”, 8 aprile 1959)
“…ma i fenicotteri non hanno tempo per pensare a queste cose, devono emigrare …e la guida o le guide..conoscono tutti i luoghi meglio di chiunque, …I valichi sono di preferenza superati di notte, in quelle notti senza luna, favorevoli ai passaggi clandestini, è così ampio il retroterra, neppure un’intera armata potrebbe controllarlo tutto,… (Guido Seborga, “Il passaporto delle ginestre”, Corriere Mercantile,11 novembre 1959)
Seborga in questi racconti narra episodi e situazioni legati alla fine degli anni 50 durante l’immigrazione dei calabresi in Liguria e i loro tentativi di passare in Francia. La loro condizione era quella di disperati che non conoscono il territorio e non sanno come muoversi.
Il ciclo della storia sembra ripetersi con uomini, situazioni e tempi diversi : gli oppositori al regime negli anni del fascismo, i nostri meridionali che cercano lavoro in Francia, gli espatriati algerini e tunisini, rappresentano realtà sociali e culturali differenti ma i passaggi e gli attraversamenti sono quelli noti agli esperti della montagna da secoli.
Seborga e Biamonti raccontano di uomini che accompagnano i fuggiaschi oltre confine con abilità e conoscenza del territorio. Sono i passeurs, coloro che guidano gli emigranti clandestini oltre frontiera (secondo la definizione del dizionario francese-italiano). Oggi questa stirpe è ormai quasi scomparsa, ma i migranti da soli o con altre guide forse più improvvisate e con meno scrupoli e esperienza tentano il passaggio illegale spinti dalla loro situazione angosciosa.
“Prese una mulattiera che saliva in una gola buia e raggiunse un dosso di pietrischi. Lo aggirò e riprese a salire per le fasce di Aùrno.
<Ne abbiamo fatto del cammino insieme, - pensava salendo, - ne abbiamo conosciuti nomadi e viandanti. Eravamo due passeurs onesti, lui di mestiere io a tempo perso. Non abbiamo mai lasciato nessuno di qua del confine >. “ (Francesco Biamonti, Vento Largo, Einaudi 1991)
Laura Hess, 22 aprile 2011