sabato 12 dicembre 2020

Mary Gennaro Varale a Bordighera

Foto: Giancarlo Traverso

Mary Gennaro o meglio Mary Varale è oggi un nome sconosciuto a tanti ed il tempo, si sa, nel suo cammino, piano piano cancella il ricordo. Il nove dicembre sono 57 anni che Mary ci ha lasciato. Con suo marito Vittorio, formavano una coppia conosciuta in tutta Italia. 

Abitavano in una villetta all'inizio di via Gerolamo Rossi, al n°8. Ora la casa non è più la stessa a seguito di ristrutturazioni avvenute nel tempo. I coniugi Varale, una coppia conosciuta in tutta Italia, venivano saltuariamente a  Bordighera (seconda casa) fino all'ottobre del '58 provenienti da Milano. Lui, Vittorio Varale era noto giornalista sportivo che si occupava in prevalenza di ciclismo ed in seguito di alpinismo. Lei, invece, Maria Gennaro Varale conosciuta come Mary Varale, "La signora di Milano" é stata la più grande alpinista-donna di tutti i tempi, nata per la montagna, iscritta al CAI di Belluno nel 1924, quando aveva 29 anni e poi in dieci anni di questa passione, ha scalato in solitaria od in cordata 217 cime. Il marito, Vittorio nel 1933 la descrive così, "una donna col viso segnato dal sole e dal vento, con la sua inseparabile giacchetta rossa, i capelli raccolti in un fazzoletto colorato ed i pantaloni  sdrucidi dallo sfregamento del tessuto sulla roccia".  

Divertente, quel ricordo che lei amava spesso raccontare: "Quando nel 1925, giunsi sulla vetta della torre Winkler insieme alla mia guida Tita Piaz, dopo un momento di respiro, chiesi come saremmo scesi e lui senza rispondermi mi passa una corda, fissata ad un anello nella roccia, sotto la mia gamba e mi ordina 'Si butti giù!', ed io, che come donna avrei avuto il permesso di avere paura, mi avvicinai al bordo della vetta e con le spalle rivolte nel vuoto, mi lasciai andare in un precipizio di 300 metri". 

Nel 1935, a causa di una premiazione mancata per il suo gruppo di cordata, abbandona le arrampicate. Famosa è la sua lettera di protesta, spedita al CAI di Belluno dove accusa il CONI e scrive ".....sono profondamente disgustata della persecuzione contro di me da quei buffoni della sede centrale....In questa compagnia di ipocriti e di buffoni io non posso più stare, mi dispiace forse perdere la compagnia dei cari amici di Belluno, ma non farò più niente in montagna che possa rendere onore al Club Alpino dal quale mi allontano disgustata....". 

La sua passione per la montagna non era fatta solo di scalate, strapiombi, ma anche di lunghe passeggiate nei boschi, nei prati, alla ricerca di funghi e frutti di bosco, condividendo la vita dei montanari, nel governare il bestiame, raccogliere il fieno,sistemare le stalle. Pochi mesi dopo, un'artrite precoce le fa desistere da ogni suo ripensamento, che lentamente le renderà dura la vita in futuro. Un anticonformista per il periodo in cui ha vissuto, quando l'ideale di donna era una moglie fedele e madre prolifica.  

Quando non era in montagna, era un'elegante signora di Milano, con la gonna appena sotto il ginocchio, capelli corti, usava indossare anche i pantaloni, fumava per strada e fischiava per richiamare il suo cane. Ha scritto per la rivista "Vita femminile", evidenziando il suo carattere forte e spronando le donne ad uscire dal luogo comune del sesso debole. 

Durante la guerra abitano periodicamente a Bordighera, dove Mary s'innamora del mare, che non è da mettere sullo stesso piano dell'amore che prova per la montagna, ma almeno in parte, osservando il movimento delle onde, riesce a ritrovare la calma e tranquillità che solo le vette rocciose riuscivano a trasmettere. 

Verso la fine del 1958, un ictus cerebrale, a causa del troppo fumo, la costringe su di una carrozzella, senza la parola, a dipendere per tutto da tutti. I coniugi si trasferiscono a Bordighera in pianta stabile. Vittorio abbandona la sua professione e dedica tutto il suo tempo a sua moglie. Mary muore a Genova, dopo l'ultimo ricovero ospedaliero, il 9 dicembre del 1963. 

Nel 2002 il CAI di Bordighera, sotto la presidenza di Siro Torelli, organizza una mostra, con foto, filmati e cimeli su Mary Varale, grazie al grande aiuto del CAI di Belluno e della Biblioteca Civica della stessa città, nella persona del suo direttore Giovanni Grazioli. Nel  2010 esce un film di 32 minuti dedicato a lei, "Con le spalle nel vuoto", dove si vede, l'attrice che la interpreta, sulla carrozzella con accanto il marito nei pressi della chiesetta di Sant'Ampelio dove Mary amava andare e verso la fine delle riprese, nella sua casa in via Gerolamo Rossi. Sepolta a Bordighera, nel campo A, nell'ultimo colombario, singolare è la dedica sulla sua lapide "Vittorio ti aspetto" e la risposta del marito, morto dieci anni dopo, ora accanto a lei "Eccomi, diletta Mary, vicino a te, per sempre."

Giancarlo Traverso