martedì 7 febbraio 2023

Socialisti italiani a Nizza nel secondo dopoguerra

Un vicolo di Nizza Vecchia

Un interessante spaccato della presenza dei socialisti italiani in Francia, e soprattutto della loro situazione nell’immediato dopoguerra, è offerto da una lettera di Andrea Caprini a Nenni dell’aprile 1946 <8. Di origine umbre, in Francia dall’inizio dai primi anni Venti, iscritto sia alla SFIO che al PSI, con un recente passato prima da volontario nell’esercito francese e poi da partigiano nella regione delle Alpes-Maritimes, avendo vissuto anche l’arresto da parte della polizia fascista e un periodo di detenzione, nella primavera del 1946 Caprini risultava essere un elemento di punta della rinata sezione di Nizza (probabilmente ne era, come già negli anni Trenta, il segretario) <9. Nella sua missiva a Nenni, il socialista italiano a Nizza sottolineava come il suo lavoro per il partito e per «la causa della democrazia italiana in Francia» lo avesse impegnato indefessamente fin dal suo ritorno dalla prigionia nell’ottobre 1944 - «non ho più curato i miei interessi personali e quelli della mia famiglia» rivelava al leader socialista - ottenendo un rilevante duplice successo: il PSI nelle Alpes-Maritimes era «una delle meglio e più importanti federazioni [sezioni] della Francia» ed era stato spezzato «il cerchio di ferro» della «xenofobia violenta» che gli italiani avevano dovuto recentemente affrontare <10.
[...] I forti contrasti del 1949 sono confermati da una lettera proveniente da Nizza, inviata direttamente a Nenni in novembre, che ben chiarisce la netta spaccatura dei socialisti italiani in Francia, con la testimonianza degli sconfitti: la sezione locale aveva registrato la scissione di «circa dieci o dodici defezioni su quaranta iscritti» (ma si trattava dei più importanti esponenti e altri avrebbero presto seguito), oltre che «soprusi» e «arbitrio di abusi» da parte della direzione a maggioranza socialdemocratica e anti-frontista, con Burgassi invitato inutilmente alla moderazione e a non precipitare gli eventi <24. Una speranza rivelatasi poi vana, con una successiva comunicazione, sempre da Nizza, che rivelava come il partito socialista non avesse alla fine perduto nulla dall’esclusione dei «bambocci» socialdemocratici, e che anzi da questo allontanamento ne avrebbe avuto da guadagnare, sia politicamente che soprattutto moralmente <25.
[...] Nenni, d’altronde, restava un punto di riferimento non solo per i suoi compagni di partito, ma anche per alcuni socialdemocratici in Francia, come il già citato Andrea Caprini di Nizza. Da qualche anno anche cittadino francese, questi aveva aderito al PSU di Romita per poi confluire nel PSDI, diventando (o più probabilmente conservando) la guida della sezione di Nizza (e delle Alpi-Marittime), e figurando sempre tra gli esponenti di punta di quella, più ampia, di tutta Francia. Anzi, negli aspri contrasti sorti alla fine degli anni Quaranta, questi era finito al centro delle polemiche: si trattava infatti di uno di quei «bambocci» pesantemente accusati dall’ala socialista, tra le varie cose, di aver tradito la propria origine operaia e di fare il gioco del capitalisti <53. Dalle lettere che inviò a Nenni nell’estate del 1956, Caprini sembra essere stato anche uno degli organizzatori (o meglio “facilitatori”) del celebre incontro di Pralognan tra il leader socialista e Saragat del 25 agosto 1956, soprattutto grazie ai contatti che lo legavano al leader di Faenza, al PSDI e alla SFIO. Dei legami con i socialisti francesi aveva d’altronde già dato prova nel passato, come quando si era impegnato in prima persona nel promuovere la partecipazione di Jacques Cotta, sindaco socialista di Nizza, al congresso del PSI (allora PSIUP) di Firenze, nell’aprile 1946 <54. In riferimento a Pralognan, sempre nell’agosto ’56, Caprini riferì di aver personalmente effettuato «un intervento» presso il segretario generale della SFIO, Pierre Commin, e di come questi, di ritorno dall’incontro, si fosse successivamente fermato a Nizza per informarlo «delle buonissime disposizioni» di Nenni «agli sviluppi della riunificazione del socialismo italiano» <55. Caprini affermava esplicitamente di aver così portato con successo a termine «la [sua] modesta azione di trait d’union fra PSDI e SFIO» - probabilmente soprattutto dal punto di vista organizzativo - per quello che gli appariva un primo fondamentale passo verso la riunificazione dei socialisti e dei social-democratici italiani <56. Un ruolo “pubblicamente” riconosciuto anche su «l’Avanti! di Francia», dove, nella consueta panoramica di fine anno sull’attività della Federazione, si sottolineò entusiasticamente «l’ottimo lavoro compiuto» di cui aveva dato prova Caprini verso l’unificazione, «valendosi delle sue amicizie e del suo ascendente verso i compagni» italiani e francesi <57.
[...] I contatti con la gauche francese non erano trascurati dalla Federazione di Francia, seppure tra molte difficoltà. Coraluppi rivelava di aver preso contatto con una delegazione di giovani socialisti e universitari del PSU francese, tramite i quali sperava di poter penetrare «nell’elemento studentesco italiano» della Maison de l’Italie alla Cité internationale universitaire de Paris <79. Il segretario federale invitava anche la direzione a promuovere una sorta di gemellaggio “social-termale” tra Salsomaggiore e la francese Bagnoles-de-l’Orne. La scelta non derivava soltanto dal fatto che la seconda fosse come la prima un centro di cura termale, ma soprattutto da essere stata il luogo del “martirio” dei fratelli Rosselli nel giugno 1937. Coraluppi era in tal senso esplicito: «Un tale giumellaggio [sic] permetterebbe, fra le due città termali dei [sic] scambi di correnti turistiche, letterarie, colturali [sic], ecc. ed in medesimo tempo di perpetuare e diffondersi [sic] il ricordo dei nostri cari compagni» <80.
Nella sintetica risposta a Coraluppi, Nenni si disse perfettamente d’accordo su quest’ultimo punto, accogliendo in pieno l’idea dell’emigrato italiano, anche se il gemellaggio sarebbe rimasto solo sulla carta <81. Sulle altre questioni sollevate dall’italiano a Parigi, il leader del PSI si limitò a una più generica comprensione, prendendo malinconica-mente atto delle difficoltà di reclutamento di nuovi militanti, «ora che vanno spegnendosi parecchi centri di attività dell’emigrazione politica» <82.
Nella sua lettera alla direzione, Coraluppi aveva anche sostenuto come «un lento processo» di riavvicinamento tra le due anime del socialismo in Francia fosse positivamente in corso, «con molti socialdemocratici che si domanda[va]no se il loro posto non [fosse] nelle nostre file» <83. Lo stesso concetto era stato espresso, circa negli stessi termini, in un precedente comunicato della Federazione di Francia <84 e anche dal già citato Caprini di Nizza che, in una lettera a inviata a un compagno italiano della città di Garibaldi e inoltrata poi a Nenni, ammetteva di seguire con «estremo interesse gli sviluppi del centro-sinistra» e di intravvedere «dei punti di contatto e d’incontro con il PSI», esprimendo una posizione che lo divideva dal segretario federale socialdemocratico Burgassi <85.
[NOTE]
8 FN, Fondo P. Nenni, s. 1, ss. 3, u. 2029, Lettera di A. Caprini a P. Nenni, Nizza, 9 aprile 1946.
9 Oltre che nella succitata lettera, un sintetico profilo biografico è presente anche su «l’Avanti! di Francia» del gennaio 1963, in occasione del conferimento a Caprini della Legion d’Onore. Il socialista risultava essere «il fiduciario della Federazione di Francia del PSDI per Nizza e le Alpi-Marittime» (Il compagno Andrea Caprini insignito della Legion d’Onore, «l’Avanti! di Francia», gennaio 1963, p. 4). Sintetiche informazioni sull’italiano in Francia sono reperibili anche in V. Cirefice, Cultures et imaginaires politiques socialistes, cit., p. 554, nota 233 e id., La federazione francese del PSI nel secondo dopoguerra, cit., p. 76.
10 «Dalle bombe ai negozi tenuti da Italiani al comitato Francia-Italia ed alle recezioni ufficiali di Giorgio Amendola, ecc. senza tenere conto del grande lavoro e dei grandi risultati dei prigionieri rimpatriati» (ibidem). Un risultato ottenuto grazie a quella che Caprini definiva come la sua indiscutibile «posizione morale» che poteva vantare e di «vero amico della Francia» (ibidem).
24 «Quanta miseria umana ha invaso anche gli animi di vecchi compagni!» (FN, Fondo P. Nenni, s. 1, ss. 3, u. 2038, Lettera della Sezione delle Alpes-Maritimes a P. Nenni, Nizza, 8 novembre 1949).
25 «Sono uomini corrotti, sorpassati fino a dimenticare che essi pure furono dei modesti operai. Oggi, in possesso di quattro miserabili soldi, hanno perduto ogni ritegno di decenza diventando ogni sempre più i bieghi [sic] agenti del Capitalismo, parandosi dal più puro anticomunismo, fino alla più bassa frenesia isterica, sì da sollevare, sdegno e disgusto fra la massa emigrata» (FN, Fondo P. Nenni, s. 1, ss. 3, u. 2040, Lettera a P. Nenni, Nizza, 14 novembre 1949).
53 Si rimanda alla già citata lettera in ivi, u. 2040, Lettera a P. Nenni, Nizza, 14 novembre 1949.
54 Ivi, u. 2029, Lettera di A. Caprini a P. Nenni, Nizza, 9 aprile 1946.
55 Ivi, u. 2061, Lettera di A. Caprini a P. Nenni, Nizza, 29 agosto 1956.
56 Ibidem. Allegata a questa comunicazione vi era anche la lettera scritta da Caprini «all’infaticabile» Pierre Commin, in cui l’italiano lo elogiava apertamente come «il più grande artigiano di questo incontro», rivelava come il documento finale «superasse tutte le nostre speranze» e che tutto fosse ora nelle mani dell’Internazionale Socialista (Ivi, Lettera di A. Caprini a P. Commin, Nizza, 28 agosto 1956). Su Pralognan e il ruolo giocato dallo SFIO, e da Commin in particolare, si rimanda al capitolo dedicato all’IS di questo lavoro, in particolare p. 258.
57 Attività della Federazione, «l’Avanti! di Francia», dicembre 1956, p. 4.
79 Ibidem. Sulla Maison de l’Italie: G. Albanese, La Maison de l’Italie. Storia della residenza italiana alla Cité universitaire di Parigi, FrancoAngeli, Milano 2004.
80 Coraluppi lamentava anche del cattivo stato in cui versava il monumento commemorativo ai due antifascisti italiani, collocato presso il bosco di Couterne, luogo del crimine, e inaugurato nel 1949 (FN, Fondo P. Nenni, s. 1, ss. 3, u. 2074, Lettera di R. Coraluppi alla Direzione, Parigi, 20 gennaio 1961). Sulla storia del monumento, e più in generale, sul rapporto di Bagnoles-de-l’Orne con l’affaire Rosselli, cfr.: G. Bourdin, L’affaire Rosselli et l’Orne: de l’aveuglement à l’oubli, in «Cahiers des Annales de Normandie», n. 29, 2000, pp. 220-224).
81 FN, Fondo P. Nenni, s. 1, ss. 3, u. 2074, Lettera di P. Nenni a R. Coraluppi, Roma, 3 febbraio 1961.
82 Ibidem.
83 Ivi, Lettera di R. Coraluppi alla Direzione, Parigi, 20 gennaio 1961.
84 Ivi, Lettera di R. Coraluppi ai compagni di Francia, Parigi, 25 dicembre 1960.
85 «Quante volte abbiamo augurato che il PSI si rendesse conto e si decidesse a prendere la strada che sta prendendo la giunta di Milano? Quante volte abbiamo augurato che il PSI si rendesse veramente conto che solamente la via Democratica è la più idonea per la Classe Operaia?… Non credi che sia per lo meno intempestivo il rimanere nella posizione di critica a quel partito bene sapendo che se il PSI avesse avuto nel 1947-1948 la politica di oggi la scissione di Palazzo Barberini non sarebbe avvenuta e noi non avremmo lasciato il Partito? D’altra parte, come potrò mai dimenticare che ho appartenuto a quel partito per oltre trent’anni? Che fu il partito dei Turati, dei Treves, dei Matteotti?» (ivi, Lettera di A. Caprini a T. Pazzaglini, Nizza, 30 gennaio 1961; la lettera di inoltro Nenni è in ivi, Lettera di A. Caprini a P. Nenni, Nizza, 1° febbraio 1961).
Samuele Sottoriva, Un’amicizia difficile: il Partito socialista italiano (PSI) e il Parti socialiste français (PS) nei lunghi anni Settanta (1969-1983), Tesi in cotutela con Università Paris-Sciences Po, Università degli Studi Roma Tre, 2021