Fonte: Guida al Fumetto Italiano |
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I tempi quindi sembrarono a Romano Calisi maturi per organizzare a Bordighera, ridente cittadina della “riviera” ligure, il 21 e 22 febbraio del 1965 un grandioso “simposio” di carattere universitario sul tema dei “comics” (la definizione americana delle pagine a fumetti). Tant’è che l’iniziativa prese il nome di: 1° Salone Internazionale dei Comics.
Il successo fu strepitoso. Accorsero al “meeting” giovani intellettuali, in maggioranza di estrazione universitaria, ma anche giornalisti e studiosi della comunicazione, che proposero al pubblico presente, ma soprattutto a quello che leggeva i resoconti che la stampa di tutto il mondo aveva dedicato all’evento, un’analisi storica del mondo dei comics completamente revisionata rispetto ai giudizi negativi del passato. Attraverso una serie di relazioni e di dibattiti fu portato per la prima volta alla ribalta internazionale il ruolo avuto dai comics nella società moderna e soprattutto come questo moderno mezzo di comunicazione poteva rappresentare un test validissimo, insieme ad altri, per conoscere meglio le tendenze e gli umori delle vaste masse di lettori che ne rappresentavano la sconfinata platea non solo giovanile. Raccolse consensi la mia mostra storica dedicata ai comics; seppi solo dopo che era stata la prima in Europa a trattare in modo organico la storia dei comics ed una delle prime al mondo.
Rinaldo Traini, Tanto per ricordare il Salone, afNews, 30 luglio 2007
Il successo fu strepitoso. Accorsero al “meeting” giovani intellettuali, in maggioranza di estrazione universitaria, ma anche giornalisti e studiosi della comunicazione, che proposero al pubblico presente, ma soprattutto a quello che leggeva i resoconti che la stampa di tutto il mondo aveva dedicato all’evento, un’analisi storica del mondo dei comics completamente revisionata rispetto ai giudizi negativi del passato. Attraverso una serie di relazioni e di dibattiti fu portato per la prima volta alla ribalta internazionale il ruolo avuto dai comics nella società moderna e soprattutto come questo moderno mezzo di comunicazione poteva rappresentare un test validissimo, insieme ad altri, per conoscere meglio le tendenze e gli umori delle vaste masse di lettori che ne rappresentavano la sconfinata platea non solo giovanile. Raccolse consensi la mia mostra storica dedicata ai comics; seppi solo dopo che era stata la prima in Europa a trattare in modo organico la storia dei comics ed una delle prime al mondo.
Rinaldo Traini, Tanto per ricordare il Salone, afNews, 30 luglio 2007
Francia e Italia arrivano a costruire una sinergia operativa e d’intenti nell’organizzazione e nella realizzazione del “Primo Salone Internazionale dei Comics” tenutosi a Bordighera nel 1965; CELEG e Istituto di Pedagogia dell’Università di Roma uniscono le proprie forze per creare uno spazio di discussione con l’obiettivo di documentare attraverso varie chiavi di lettura cos’è stato, cos’è, e cosa sarà il fumetto.
Una tabella esplicativa delle relazioni e degli interventi può dare un’idea del clima serio ed erudito dell’evento e dell’ampio ventaglio di proposte teoriche.
Alain Resnais riesce a portare al Salone Al Capp, l’autore della striscia Li’l Abner che John Steinbeck ha definito il più grande scrittore contemporaneo; e proprio il resoconto del fumettista per il settimanale Life Magazine descrive con esattezza quel cortocircuito tra fumetti e studiosi che nell’ansia di un riconoscimento artistico e intellettuale arrivano spesso a soffocare l’essenziale dimensione del divertimento dello spettacolo a fumetti.
Sotto il titolo «La mia vita come un mito immortale: come Li’l Abner divenne la delizia degli intellettuali» compare un disegno di Capp che bene esprime l’atmosfera testosteronica del salone. L’autore, attonito e disambientato, ciondola con le braccia penzoloni in mezzo a una selva di intellettuali. I dotti ed eruditi professori sono vestiti senza classe alcuna, e in ogni caso gesticolano in maniera incontrollata. […] Il racconto di Al Capp è sferzante e fulminante. Fin dall’attacco prende le distanze dal mondo intellettuale europeo: “Non ho mai visto un film della Nouvelle Vague francese, perché sono convinto che siano delle sceneggiature di film con Doris Day, girate e montate al contrario: iniziano con Rock Hudson che salta fuori dal letto di Doris Day e passa tutto il tempo a parlare per rifiutare l’inganno con cui lei ce lo vorrà trascinare”. […] A detta di Capp, gli intellettuali riunitisi a convegno a Bordighera sono tutti maschi e incomprensibili. Brandiscono un linguaggio elitario e specialistico che sembra volto a nascondere il senso di quello che dicono. Le domande che gli vengono fatte, puntualmente trascritte nell’articolo per «Life», sono lunghissime e non richiedono risposta: esprimono opinioni e analisi, sempre fuori bersaglio, cui il fumettista riesce a rispondere solo a monosillabi. <58
In Italia la strada per la maturità del fumetto trova uno sbocco capace di uscire dalla semplice e riduttiva contrapposizione tra accademici e appassionati, ed è una rivista a proporre un modo nuovo di guardare ai comics. Il varo di Linus nel 1965 è un momento cruciale per la storia del fumetto e non solo di quello italiano, è un’esperienza che cambia radicalmente tutto il mondo del fumetto in ogni suo aspetto, dagli artisti agli editori, dal pubblico agli studiosi.
[...] Oltre i Peanuts (presenza fissa), nel primo numero troviamo Braccio di Ferro, Li’l Abner, Krazy Kat, un articolo dedicato ad Antonio Rubino con tavole e illustrazioni, e il resoconto del Salone di Bordighera. Nei mesi successivi si affiancano a queste strisce Dick Tracy, Pogo, Barnaby, B.C., Wizard of Id e l’inglese Jeff Hawke, lentamente così si va formando un canone di riferimento per il fumetto ‘colto’ a cui si aggiunge dal secondo numero, novità importantissima, l’italiano Guido Crepax.
[...] Non sono però solo Italia e Francia a mostrare sensibilità nei confronti dei comic. Le nuove proposte culturali e il cambio di paradigma epistemologico che si verifica negli anni Sessanta, l’ondata di studi sulla cultura popolare e sui prodotti di comunicazione di massa, influenzano anche il mondo culturale spagnolo; è del 1966 il primo libro dedicato al fumetto, Tebeo y cultura de masas di Luis Gasca autore molto attivo nel processo di rivendicazione culturale tipico di questi anni, membro del Centre d'études des littératures d'expression graphique e tra i fondatori del Salone Internazionale dei Comics di Bordighera.
[NOTA]
58 Paolo Interdonato, Linus. Storia di una rivoluzione nata per gioco, Rizzoli, Milano, 2015, pp.53-55.
Lorenzo Di Paola, L’INAFFERRABILE MEDIUM. Una cartografia delle teorie del fumetto dagli Anni Venti a oggi, Tesi di Dottorato, Università degli Studi di Salerno, Anno Accademico 2017-2018
Sotto il titolo «La mia vita come un mito immortale: come Li’l Abner divenne la delizia degli intellettuali» compare un disegno di Capp che bene esprime l’atmosfera testosteronica del salone. L’autore, attonito e disambientato, ciondola con le braccia penzoloni in mezzo a una selva di intellettuali. I dotti ed eruditi professori sono vestiti senza classe alcuna, e in ogni caso gesticolano in maniera incontrollata. […] Il racconto di Al Capp è sferzante e fulminante. Fin dall’attacco prende le distanze dal mondo intellettuale europeo: “Non ho mai visto un film della Nouvelle Vague francese, perché sono convinto che siano delle sceneggiature di film con Doris Day, girate e montate al contrario: iniziano con Rock Hudson che salta fuori dal letto di Doris Day e passa tutto il tempo a parlare per rifiutare l’inganno con cui lei ce lo vorrà trascinare”. […] A detta di Capp, gli intellettuali riunitisi a convegno a Bordighera sono tutti maschi e incomprensibili. Brandiscono un linguaggio elitario e specialistico che sembra volto a nascondere il senso di quello che dicono. Le domande che gli vengono fatte, puntualmente trascritte nell’articolo per «Life», sono lunghissime e non richiedono risposta: esprimono opinioni e analisi, sempre fuori bersaglio, cui il fumettista riesce a rispondere solo a monosillabi. <58
In Italia la strada per la maturità del fumetto trova uno sbocco capace di uscire dalla semplice e riduttiva contrapposizione tra accademici e appassionati, ed è una rivista a proporre un modo nuovo di guardare ai comics. Il varo di Linus nel 1965 è un momento cruciale per la storia del fumetto e non solo di quello italiano, è un’esperienza che cambia radicalmente tutto il mondo del fumetto in ogni suo aspetto, dagli artisti agli editori, dal pubblico agli studiosi.
[...] Oltre i Peanuts (presenza fissa), nel primo numero troviamo Braccio di Ferro, Li’l Abner, Krazy Kat, un articolo dedicato ad Antonio Rubino con tavole e illustrazioni, e il resoconto del Salone di Bordighera. Nei mesi successivi si affiancano a queste strisce Dick Tracy, Pogo, Barnaby, B.C., Wizard of Id e l’inglese Jeff Hawke, lentamente così si va formando un canone di riferimento per il fumetto ‘colto’ a cui si aggiunge dal secondo numero, novità importantissima, l’italiano Guido Crepax.
[...] Non sono però solo Italia e Francia a mostrare sensibilità nei confronti dei comic. Le nuove proposte culturali e il cambio di paradigma epistemologico che si verifica negli anni Sessanta, l’ondata di studi sulla cultura popolare e sui prodotti di comunicazione di massa, influenzano anche il mondo culturale spagnolo; è del 1966 il primo libro dedicato al fumetto, Tebeo y cultura de masas di Luis Gasca autore molto attivo nel processo di rivendicazione culturale tipico di questi anni, membro del Centre d'études des littératures d'expression graphique e tra i fondatori del Salone Internazionale dei Comics di Bordighera.
[NOTA]
58 Paolo Interdonato, Linus. Storia di una rivoluzione nata per gioco, Rizzoli, Milano, 2015, pp.53-55.
Lorenzo Di Paola, L’INAFFERRABILE MEDIUM. Una cartografia delle teorie del fumetto dagli Anni Venti a oggi, Tesi di Dottorato, Università degli Studi di Salerno, Anno Accademico 2017-2018