sabato 11 gennaio 2025

Ancora sul 1° Salone Internazionale dei Comics di Bordighera

Fonte: Guida al Fumetto Italiano

Fonte: Guida al Fumetto Italiano

Fonte: Guida al Fumetto Italiano

Fonte: Guida al Fumetto Italiano

I tempi quindi sembrarono a Romano Calisi maturi per organizzare a Bordighera, ridente cittadina della “riviera” ligure, il 21 e 22 febbraio del 1965 un grandioso “simposio” di carattere universitario sul tema dei “comics” (la definizione americana delle pagine a fumetti). Tant’è che l’iniziativa prese il nome di: 1° Salone Internazionale dei Comics.
Il successo fu strepitoso. Accorsero al “meeting” giovani intellettuali, in maggioranza di estrazione universitaria, ma anche giornalisti e studiosi della comunicazione, che proposero al pubblico presente, ma soprattutto a quello che leggeva i resoconti che la stampa di tutto il mondo aveva dedicato all’evento, un’analisi storica del mondo dei comics completamente revisionata rispetto ai giudizi negativi del passato. Attraverso una serie di relazioni e di dibattiti fu portato per la prima volta alla ribalta internazionale il ruolo avuto dai comics nella società moderna e soprattutto come questo moderno mezzo di comunicazione poteva rappresentare un test validissimo, insieme ad altri, per conoscere meglio le tendenze e gli umori delle vaste masse di lettori che ne rappresentavano la sconfinata platea non solo giovanile. Raccolse consensi la mia mostra storica dedicata ai comics; seppi solo dopo che era stata la prima in Europa a trattare in modo organico la storia dei comics ed una delle prime al mondo.
Rinaldo Traini, Tanto per ricordare il Salone, afNews, 30 luglio 2007

Francia e Italia arrivano a costruire una sinergia operativa e d’intenti nell’organizzazione e nella realizzazione del “Primo Salone Internazionale dei Comics” tenutosi a Bordighera nel 1965; CELEG e Istituto di Pedagogia dell’Università di Roma uniscono le proprie forze per creare uno spazio di discussione con l’obiettivo di documentare attraverso varie chiavi di lettura cos’è stato, cos’è, e cosa sarà il fumetto.
Una tabella esplicativa delle relazioni e degli interventi può dare un’idea del clima serio ed erudito dell’evento e dell’ampio ventaglio di proposte teoriche.



Alain Resnais riesce a portare al Salone Al Capp, l’autore della striscia Li’l Abner che John Steinbeck ha definito il più grande scrittore contemporaneo; e proprio il resoconto del fumettista per il settimanale Life Magazine descrive con esattezza quel cortocircuito tra fumetti e studiosi che nell’ansia di un riconoscimento artistico e intellettuale arrivano spesso a soffocare l’essenziale dimensione del divertimento dello spettacolo a fumetti.
Sotto il titolo «La mia vita come un mito immortale: come Li’l Abner divenne la delizia degli intellettuali» compare un disegno di Capp che bene esprime l’atmosfera testosteronica del salone. L’autore, attonito e disambientato, ciondola con le braccia penzoloni in mezzo a una selva di intellettuali. I dotti ed eruditi professori sono vestiti senza classe alcuna, e in ogni caso gesticolano in maniera incontrollata. […] Il racconto di Al Capp è sferzante e fulminante. Fin dall’attacco prende le distanze dal mondo intellettuale europeo: “Non ho mai visto un film della Nouvelle Vague francese, perché sono convinto che siano delle sceneggiature di film con Doris Day, girate e montate al contrario: iniziano con Rock Hudson che salta fuori dal letto di Doris Day e passa tutto il tempo a parlare per rifiutare l’inganno con cui lei ce lo vorrà trascinare”. […] A detta di Capp, gli intellettuali riunitisi a convegno a Bordighera sono tutti maschi e incomprensibili. Brandiscono un linguaggio elitario e specialistico che sembra volto a nascondere il senso di quello che dicono. Le domande che gli vengono fatte, puntualmente trascritte nell’articolo per «Life», sono lunghissime e non richiedono risposta: esprimono opinioni e analisi, sempre fuori bersaglio, cui il fumettista riesce a rispondere solo a monosillabi. <58
In Italia la strada per la maturità del fumetto trova uno sbocco capace di uscire dalla semplice e riduttiva contrapposizione tra accademici e appassionati, ed è una rivista a proporre un modo nuovo di guardare ai comics. Il varo di Linus nel 1965 è un momento cruciale per la storia del fumetto e non solo di quello italiano, è un’esperienza che cambia radicalmente tutto il mondo del fumetto in ogni suo aspetto, dagli artisti agli editori, dal pubblico agli studiosi.
[...] Oltre i Peanuts (presenza fissa), nel primo numero troviamo Braccio di Ferro, Li’l Abner, Krazy Kat, un articolo dedicato ad Antonio Rubino con tavole e illustrazioni, e il resoconto del Salone di Bordighera. Nei mesi successivi si affiancano a queste strisce Dick Tracy, Pogo, Barnaby, B.C., Wizard of Id e l’inglese Jeff Hawke, lentamente così si va formando un canone di riferimento per il fumetto ‘colto’ a cui si aggiunge dal secondo numero, novità importantissima, l’italiano Guido Crepax.
[...] Non sono però solo Italia e Francia a mostrare sensibilità nei confronti dei comic. Le nuove proposte culturali e il cambio di paradigma epistemologico che si verifica negli anni Sessanta, l’ondata di studi sulla cultura popolare e sui prodotti di comunicazione di massa, influenzano anche il mondo culturale spagnolo; è del 1966 il primo libro dedicato al fumetto, Tebeo y cultura de masas di Luis Gasca autore molto attivo nel processo di rivendicazione culturale tipico di questi anni, membro del Centre d'études des littératures d'expression graphique e tra i fondatori del Salone Internazionale dei Comics di Bordighera.
[NOTA]
58 Paolo Interdonato, Linus. Storia di una rivoluzione nata per gioco, Rizzoli, Milano, 2015, pp.53-55.
Lorenzo Di Paola, L’INAFFERRABILE MEDIUM. Una cartografia delle teorie del fumetto dagli Anni Venti a oggi, Tesi di Dottorato, Università degli Studi di Salerno, Anno Accademico 2017-2018