domenica 12 aprile 2020

Cenni su Bordighera (IM) e Sanremo in un articolo di giornale inglese di gennaio 1922



San Remo e Bordighera. Una passeggiata sul mare

(dal nostro corrispondente)

Bordighera sorge appena oltre il confine italiano con la Francia e, se si è persa l'ultima coincidenza del treno, come non di rado avviene in questi giorni, per il vagabondo che vi si avventuri la strada litoranea potrebbe non essere agevole.
Ventimiglia dista da Sanremo poco meno di 20 chilometri ed unisce la vegetazione alpina con vista sul mare al clima tropicale: è come assaggiare una serie di piatti fuori stagione.
Molto indietro rispetto al confine si trovano Monte Carlo e Cap Martin, con i ricordi del soggiorno dell'imperatrice Eugenia.
Davanti al Mediterraneo, verso est, sul filo di tortuose scogliere s'incontra Ospedaletti e, dietro il promontorio, Sanremo, con la sua memoria del moribondo imperatore Federico.  Ogni hotel e villa della Riviera vanta il suo record di illustri invalidi. Siamo alla metà dell'inverno, eppure gli stretti crinali tra la montagna ed il mare sono verdi con palme trapuntate, eucalipti, pini, limoni ed aranceti.  Le margherite possono essere raccolte numerose come mirtilli in montagna. Le cime degli agrumi sono cariche d’arance  numerose come ghiande sulle querce. E i garofani rosa stanno iniziando a sbirciare, nonostante la siccità dei nove mesi precedenti.
La prima pioggia di benvenuto è arrivata la scorsa settimana, e in un attimo il grigio della siccità si è mutato in verde; nelle gole aride, i torrenti hanno iniziato a rumoreggiare fangosamente verso il basso,  gli abitanti, che hanno potato i loro olivi per far crescere i fiori per la fabbrica di profumi, sono molto più sereni.

Bordighera la città doppia
Bordighera è composta da due città: quella degli alberghi, le ampie strade, le palme e le pitture murali sgargianti, e l'alveare rigoroso che viene reso impenetrabile il più possibile al sole cocente ed ai rapaci Saraceni. Ogni strada è uno stretto corridoio di mattoni. Quelle secondarie sono tunnel e Piazza del Popolo ha l’aspetto di un’area infossata, a parte la magnifica angolatura che fa capolino nel Mediterraneo.
Il tutto è affastellato attorno alla vecchia chiesa oscura e sostenuto da contrafforti volanti e ponti ariosi: un vera e propria polizza assicurativa contro il terremoto. Ma non c'è nessuna difesa contro le onde che hanno recentemente distrutto  metà della passeggiata che porta al Casinò.
La città vive sotto l’euforia della colonia inglese, dei loro club e le chiese, i quotidiani di Londra ed un insopprimibile passione per il tennis.
Vicino al Casinò una chiesa in rovina nasconde la grotta di un eremita venuto dal mare, le cui reliquie sono state a lungo sottratte dai Sanremaschi. Al di là delle leggende metropolitane non si trovano boschetti di palme, poiché la località ha il privilegio papale di soddisfare le richieste, da ogni parte del mondo cristiano, la Domenica delle Palme. I ciuffi già selezionati sono stati legati strettamente nei mesi precedenti, come vecchi ombrelli da riparare, fino a quando non si colorano di un giallo ocra direttamente sulla cima dell'albero. 
Durante la Quaresima inizia la cerimonia della raccolta tagliandole nettamente.
La passeggiata verso est è sempre invitante. Mentre il sole tramonta le scogliere assumono una ricca doratura, mentre i sempreverdi, gli ulivi centenari, i cactus dall'aspetto assurdo diventano di colore sempre più cupo. È come esser in un meraviglioso paradiso, se non fosse per l'assenza totale di uccelli. 
Si vedono sciami di grandi api scure e di falene che silenziosamente si appoggiano sulle fioriture. Ancora una volta il mare blu ondeggia sullo sfondo di quei magnifici candelabri che sono le aloe. Il fico d'India, che si attacca come stuccatura colorata alla foglia madre, è comune quanto l'ortica a casa nostra. Sulle spesse foglie dall'aspetto di linoleum gli amanti incidono le loro iniziali e disegnano i loro cuori trafitti. Mentre ci si avvicina ad Ospedaletti il sole tramonta dietro una cascata d'oro. Si tratta di un'altra cittadina bassa con immensi hotel bianchi, dotati della luce elettrica, tavoli verdi e flora tropicale. 

La casa degli invalidi.
Appena girato l’angolo ecco San Remo, che vede addossati gli uni agli altri molti, e ville nascoste da ville. La Villa Mexborouglh, dove si tenne la Conferenza di pace, esibisce la Union Jack.
La presenza massiccia di stranieri è marcatamente segnata.
Chiese alte, basse e presbiteriane, occupano gli angoli più prestigiosi.
Esiste persino una Chiesa Russa in costruzione con minuscole cupole a forma di palloncino che si intonano bene con la strana flora della Riviera. Fermata a metà dalla guerra, è servita solo per il funerale e la sepoltura del re del Montenegro, e ora giace meravigliosamente desolata dietro un palizzata di filo metallico.
Questa parte della Riviera è la casa degli invalidi, dell'esilio e delle lacrime di tutti i popoli. I giovani e gli avventurosi preferiscono andare a Cannes e Monte Carlo.
Fatta eccezione per l'Hotel des Anglais, gli Hotel di San Remo sono tutt'altro che pieni. Forse hanno fatto pagare un prezzo esoso la scorsa stagione. Nel Casinò e nel Riviera Palace sono le giovani del posto che si divertono ballando con i giovani ufficiali italiani, mentre i villeggianti assistono o zoppicano, cercando di respirare alla luce del sole evanescente qualche ricordo della loro giovinezza perduta.

di Alfredo Moreschi