Ligusticum mutellina - Foto Moreschi |
"Ligusticum (dal latino "ligusticus" ossia ligure), pianta così chiamata dalla Liguria o Genovesato, dove è comunissima, non meno che in tutti gli altri paesi caldi e secchi".
Questa era la definizione di matrice linneiana, accettata dai dizionari di botanica alla fine del 1700, per spiegare le ragioni etimologiche di una denominazione, tuttora vigente, assegnata ad gruppo generico formato da venti specie di Ombrellifere diffuse in tutto l'emisfero nord.
Molti specialisti però non sono persuasi della spiegazione, ma propenderebbero per una corruzione di Levisticum, genere affine per il quale esiste una parallela querelle etimologica.
Quattro Ligusticum vivono in Italia e due nella terra d'elezione, del tutto ignorati dagli indigeni che non li hanno degnate di alcun battesimo locale.
In passato il raggruppamento era molto più affollato perché comprendeva molte altre specie oggi trasferite ad altri Generi come il Molospermum peloponnesiacum o il Cnidium sialifolium.
Resta da dire che, dopo un lungo periodo trascorso nel Genere Meum, il Ligusticum mutellina assieme al mutellinoides ha riacquistata la precedente denominazione a suo tempo assegnata dal medico botanico e fisico lussemburghese Heinrich Johann Nepomuk von Crantz (1722-1797).
Sono piante delle alte quote alpine abituate a svolgere completamente il loro ciclo biologico annuale nel breve periodo di assenza delle nevi.
I nostri due Ligusticum sono considerati un ottimo foraggio delle praterie e ricercati dalle mandrie all'alpeggio; gli allevatori sono certi che molti pregi organolettici di latte e formaggi prodotti durante questo periodo siano proprio dovuti alla presenza nella dieta degli animali delle foglie tenere ed aromatiche dei Ligusticum, soprattutto quelle brucate prima della fruttificazione.
Ligusticum mutellina Crantz (VII- VIII. Nasce nei pascoli alpini e nelle vallette nivali dai 1800 sino ai 2600m). Ha il fusto con la parte basale attorniata da fibre scure, è eretto, striato, glabro, alto sino a 30cm. Le foglie basali a lamina triangolare sono tre, quattro volte pennatosette divise in lacinie più lunghe che larghe; le cauline guainanti e ridotte. L'ombrella principale (a volte ne esistono un paio minori) ha max. dieci raggi è priva d'involucro ed ha bratteole esterne più grandi. I fiori sono rosei ed i frutti costati, portano gli stili violetto porporini.
Questa era la definizione di matrice linneiana, accettata dai dizionari di botanica alla fine del 1700, per spiegare le ragioni etimologiche di una denominazione, tuttora vigente, assegnata ad gruppo generico formato da venti specie di Ombrellifere diffuse in tutto l'emisfero nord.
Molti specialisti però non sono persuasi della spiegazione, ma propenderebbero per una corruzione di Levisticum, genere affine per il quale esiste una parallela querelle etimologica.
Quattro Ligusticum vivono in Italia e due nella terra d'elezione, del tutto ignorati dagli indigeni che non li hanno degnate di alcun battesimo locale.
In passato il raggruppamento era molto più affollato perché comprendeva molte altre specie oggi trasferite ad altri Generi come il Molospermum peloponnesiacum o il Cnidium sialifolium.
Resta da dire che, dopo un lungo periodo trascorso nel Genere Meum, il Ligusticum mutellina assieme al mutellinoides ha riacquistata la precedente denominazione a suo tempo assegnata dal medico botanico e fisico lussemburghese Heinrich Johann Nepomuk von Crantz (1722-1797).
Sono piante delle alte quote alpine abituate a svolgere completamente il loro ciclo biologico annuale nel breve periodo di assenza delle nevi.
I nostri due Ligusticum sono considerati un ottimo foraggio delle praterie e ricercati dalle mandrie all'alpeggio; gli allevatori sono certi che molti pregi organolettici di latte e formaggi prodotti durante questo periodo siano proprio dovuti alla presenza nella dieta degli animali delle foglie tenere ed aromatiche dei Ligusticum, soprattutto quelle brucate prima della fruttificazione.
Ligusticum mutellina Crantz (VII- VIII. Nasce nei pascoli alpini e nelle vallette nivali dai 1800 sino ai 2600m). Ha il fusto con la parte basale attorniata da fibre scure, è eretto, striato, glabro, alto sino a 30cm. Le foglie basali a lamina triangolare sono tre, quattro volte pennatosette divise in lacinie più lunghe che larghe; le cauline guainanti e ridotte. L'ombrella principale (a volte ne esistono un paio minori) ha max. dieci raggi è priva d'involucro ed ha bratteole esterne più grandi. I fiori sono rosei ed i frutti costati, portano gli stili violetto porporini.
Ligusticum mutellinoides - Foto Moreschi |
Ligusticum mutellinoides Crantz (VI- VIII. Nasce sulle balze ventose al di sopra dei 2000m). Ha una radice scura con polpa bianca, il fusto eretto, striato di rosso, in genere senza foglie, glabro, alto sino a 12cm. Le foglie basali a lamina triangolare sono due, tre, volte pennatosette divise in lacinie più lunghe che larghe e con apice arrotondato. L'ombrella solitaria ha max. quindici raggi; può avere ed altrettante brattee triforcate alla punta o una sola foglia come involucro. I fiori sono bianchi o appena rosei con le antere bruno scure. I frutti costati conservano gli stili.
di Alfredo Moreschi