venerdì 2 aprile 2021

Maristella aveva lo spessore di un professore universitario

La dottoressa Maristella La Rosa Detassis ritratta durante la conferenza a Villa Luca, Coldirodi, 2009 (ph. Davide Dalmasso) - Fonte: Il Regesto, cit. infra

Nel portare il mio contributo al ricordo di Maristella La Rosa su questo numero del Regesto, mi è caro ricordare il giorno della sua nomina ad Accademica della Pigna, il 27 dicembre 2016, quando presso la sede di Piazza del Capitolo si tenne la VI Assise dell’Accademia. Eravamo in molti presenti, tra i quali Freddy Colt, Franco D’Imporzano, Mino Casabianca, Alfredo Moreschi, Marco Innocenti, Bruno Monticone, Umberto Salemi e Riccardo Mandelli, anche lui nominato accademico insieme a Maristella.
Prendendo la parola per ringraziare della nomina, Maristella La Rosa si dichiarava particolarmente onorata ad accogliere l’incarico e disponibile a partecipare attivamente alle attività dell’Accademia. Vi era nelle sue parole l’entusiasmo di ritrovarsi insieme ad altri specialisti per portare un contributo di idee e di proposte alla cultura sanremese.
Le sue competenza archivistiche, la sua sensibilità di studiosa seria e preparata, la sua storia intellettuale e le sue numerose pubblicazioni la collocavano a pieno titolo in quell’assise e arricchivano delle sue competenze l’Associazione tutta.
Negli anni seguenti ci davamo appuntamento per recarci insieme alle riunioni dell’Accademia.
Quelle brevi passeggiate erano una piacevole occaper rinnovare la stima che sentivamo una per l’altra, per scambiarci i nostri punti di vista e aggiornarci vicendevolmente sui nostri studi.
Lei appassionata di poesia e studi archivistici, impegnata nella redazione di articoli sulla “Gardiöra du Matüssian” (poi raccolti nel 2017 nel volume Sanremo: una terra e una storia - percorsi archivistici), io in quegli anni impegnata in studi storico-biografici.
La serietà intellettuale di Maristella La Rosa, il suo rigore scientifico unito alla capacità di comunicare la sua materia in modo brillante, erano le qualità rare che apprezzavo in lei.
Maristella aveva lo spessore di un professore universitario, una formazione solida in settori molti specialistici, l’archivistica e lo studio storico dei documenti, e una chiara visione della realtà culturale della sua città.
Ci accumunava la stessa passione, la stessa dedizione, nella valorizzazione degli istituti culturali cittadini - l’Archivio di Stato, la Biblioteca civica e il Museo civico.
Per questo forse ci sentivamo così vicine al di là dell’amicizia nata molti anni prima, ai tempi della partecipazione al Circolo Nuova Cultura che riuniva studenti, professori e giovani intellettuali in un progetto di rinnovamento e partecipazione alla cultura della città.
Ma la nostra conoscenza si approfondì proprio nell’ambito del lavoro archivistico.
Fu Maristella La Rosa che mi avvicinò alla ricerca archivistica quando fui assunta all’Archivio di Stato di Imperia. Mi insegnò il rigore scientifico di quella professione e mi fece apprezzare la ricchezza nascosta dell’Archivio di Stato di Sanremo.
Molti anni dopo, al suo ritorno dalla Lombardia dove aveva ricoperto l’incarico di direttrice dell’Archivio di Stato di Sondrio, potemmo riallacciare i rapporti avendo lei assunto l’incarico di direzione dell’Archivio di Stato di Imperia.
Io ero bibliotecaria della Biblioteca Civica Dott. Francesco Corradi e collaborammo, nel 1997, alla redazione del volume Sanremo ottocento nei documenti della sezione di archivio di Stato di Sanremo e nella raccolta libraria della biblioteca civica, esposti nella mostra omonima.
Negli anni successivi elaborammo insieme una collaborazione fra Archivio di Stato e Museo civico - di cui ero responsabile - per un appuntamento nel periodo marzo-aprile che celebrasse attraverso l’esposizione di documenti dell’Archivio di Stato e di opere d’arte del Museo civico, la figura della donna in occasione dell’8 marzo e della Settimana della cultura che cadeva in aprile.
Ricordo in particolare l’impegno che mettemmo entrambe nell’allestire la mostra Per maritar giovani figlie. Corredo e status delle donne a Sanremo. La mostra presentava una ricca scelta di documenti notarili dotali e opere d’arte d’epoca che completano iconograficamente l’esposizione.
Nel 2011 Maristella La Rosa fu l’anima della mostra sui 150 anni dell’Unità d’Italia allestita nel Museo civico di Palazzo Borea d’Olmo in collaborazione con l’Archivio di Stato e l’Istituto internazionale di Studi Liguri.
Fu relatrice di conferenze che si svolsero al Museo civico e alla Pinacoteca Rambaldi di Coldirodi dove, in occasione della rassegna Amarcord a Villa Luca del Centro Studi Kenton, venne a presentare nel 2009 l’esperienza della casa editrice musicale Beltramo, unico editore sanremese d’interesse nazionale.
Tra i suoi numerosi scritti voglio qui citare il suo primo volume che ci svela un aspetto poco noto di Maristella, quello di poetessa: Faccia a terra ovvero Lo stil vecchio : meditazione in sette tempi con epilogo per voce femminista : [otto poesie di Maristella Detassis La Rosa, un disegno di Cesi Amoretti]. Pubblicato a Sanremo nel 1977, è uno stupendo volumetto dalla grafica impeccabile.
Il merito del suo lavoro culturale, già riconosciuto dal titolo di Cavaliere del lavoro, è stato sancito dal Premio San Romolo per la cultura attribuitole dal Comune di Sanremo nel 2004.
Maristella si è spenta il 25 aprile 2020 ed io voglio qui testimoniare, oltre al mio affetto e alla mia stima, il sentimento di molti che hanno potuto apprezzare la straordinaria fermezza di studiosa rigorosa, ed ora avvertono con dolore la sua mancanza, per averla così prematuramente perduta.

Loretta Marchi, Maristella La Rosa, un'archivista a Sanremo in IL REGESTO (Bollettino bibliografico dell’Accademia della Pigna - Piccola Biblioteca di Piazza del Capitolo), Sanremo (IM), anno XI, n° 3 (43), luglio-settembre 2020