Non vi sono dubbi. L'antifascismo vissuto e la Resistenza combattuta sulla costa ligure verso il confine francese ebbero sempre un protagonista sotteso: il mare.
I
flutti battenti sulle rive e le spiagge minate, il vento che
accarezzava le onde o le rendeva impetuose, la luna piena illuminante o
l'assenza di luna, hanno determinato lo scandire delle varie operazioni
contro i tedeschi occupanti e fascisti agguerriti; i colombi viaggiatori
addestrati dagli inglesi che lo attraversavano, i piccoli battelli di
gomma carichi di armi, i manifestini clandestini stampati e diffusi fra i
pescatori, i rifugi e i punti di osservazione in montagna sempre in
direzione del mare, i nascondigli fra le case e gli atti di sabotaggio
sul litotale, la spola rischiosissima per condurre antifascisti ed ebrei
in Francia, sono stati questi i leit motiv della Resistenza nel Ponente
ligure.
Il mare non solo come elemento geografico e fisico
irrinunciabile, ma pure come fattore tattico prezioso; ed ancora, quale
luogo-valore identitario in cui ritrovarsi tutti, partigiani e
militanti, popolazione, ex militari, persone di cultura e gente comune,
clero, giovani studenti, operai e pescatori, agricoltori.
Il mare
come il vero confine fra il regime e la libertà, fra la dittatura e la
democrazia. Poter guadagnare il mare aperto e dirigersi verso le acque
francesi voleva dire assaporare la libertà, perchè oltre confine già gli
Alleati erano sbarcati il 15 agosto 1944. Di contro, dal mare francese
giungevano gli aiuti e le armi, le missioni del SOE o dell'OSS.
Parecchie
volte sulla stessa barca, sullo stesso veloce motoscafo o più lento
gommone; partigiani, inglesi o americani per guadagnare la libertà, per
trasportare uomini, armi e radio ricetrasmittenti, informazioni in
codice, aiuti sanitari.
Nel tratto di costa ligure, fra Imperia e il
confine italo-francese di Ventimiglia-Mentone, la Resistenza fu
coraggiosa, coinvolgente e originale. In un intreccio di vite personali e
tensioni collettive, di coraggio e di caparbie volontà, si sono
incontrate differenti matrici culturali e sociali espressioni di quelle
terre; si sono contate vittorie e sconfitte, si può narrare oggi con
dettaglio lo svolgersi di una crescente organizzazione partigiana con
Divisioni e brigate, si ricordano molti caduti e vittime della violenza
fascista e tedesca, si apprezza il ruolo determinante degli Alleati. Non
poteva avvenire diversamente. Il Ponente ligure è sempre stato un
terreno aperto alle contaminazioni esterne, ai contributi e alla
partecipazione di piemontesi e di francesi.
In questo alveo di vissuto comune, si collocano: il gesto eroico e simbolico ante litteram di Salvatore Bono, compiuto l’8 settembre del ‘43 alla stazione ferroviaria di Nizza; le vicende personali di Salvatore Marchesi
(fratello del grande latinista Concetto) animatore di vari CLN locali;
la singolare e efficace attività del Gruppo Sbarchi di Vallecrosia,
formazione partigiana clandestina sui generis e specializzata, che operò
con gli Alleati stabilizzatisi a Nizza e a Villefrance sur Mer.
Si
collocano pure le vicende personali della moglie Ada e della figlia
Lidia sempre di Concetto Marchesi, nascoste per mesi fra mare e Alpi
Marittime; si inseriscono le violenze subite dagli ebrei deportati o
fuggiti, trasferiti in Francia e difesi dalla rete di soccorso creata da
Angelo Donati (importante banchiere ebreo di Modena e Console della
Repubblica di San Marino, adottò due bambini ebrei e li fece nascondere a
Triora per molti mesi), con il capitano dei Carabinieri Massimo Tosti e
il francese Père Marie-Benoit dei Frati Cappuccini; la solidarietà
verso gli ebrei e la partecipazione alla Resistenza del mondo cattolico e
della popolazione civile; si inserisce il dissenso espresso di molti
vescovi del Sud Francia alla Repubblica di Vichy e l’aiuto agli ebrei,
il ruolo del Vaticano alla luce di alcune documentazioni inedite
raccolte presso l’Archivio Storico della Segreteria di Stato. Mentre
Angelo Donati aiutava gli ebrei nel Sud della Francia, altri ebrei delle
famiglie Donati di Modena venivano nascosti e salvati nel Monferrato da
Brusasca e da alcuni parroci, come narra Paola Sacerdote Pinchet in una
intervista inedita.
Grazie alle ricerche e alla raccolta di
documenti poco noti, all’esplorazione negli archivi del SOE e dell’OSS,
alla consultazione del Fondo Aldobrando Medici Tornaquinci e di altri
fondi archivistici e bibliotecari, si perviene ad una nuova narrazione
della Resistenza nel Ponente ligure, lotta di Liberazione avvenuta anche
con la fattiva collaborazione degli Alleati.
Queste pagine si
uniscono alle altre pagine già note ed edite, ma hanno un piglio nuovo,
meno eroico e rivendicativo, più corale e meno militante, un po' più
fenogliano. La Resistenza viene declinata muovendo da piccoli episodi
per giungere alle vere caratterizzazioni che ne hanno fatto un fenomeno
non solo conflittuale e liberatorio, ma tanto umano, civile e morale,
come ci hanno insegnato Beppe Fenoglio e Claudio Pavone.
Queste pagine rivelano come Beppe Porcheddu,
convinto antifascista e noto pittore-grafico ed illustratore, ospitò in
incognito la famiglia di Concetto Marchesi e pure i due ufficiali
inglesi Michael Ross e George Bell; come la missione Zucca guidata da
Pietro Ziccardi e l'attività coraggiosa di Renzo Rossi agevolarono i
rapporti fra partigiani ed Alleati; come la rete di intelligence creata
da Gino Punzi sostenne le formazioni resistenti e garantì coperture agli
aiuti alleati provenienti dalla costa francese.
Emerge, soprattutto,
come il Gruppo Sbarchi, sorto da un’idea del CLN e dalla SAP di
Vallecrosia-Bordighera, abbia svolto un ruolo chiave e innovativo fra
l’antifascismo locale e le formazioni partigiane italiane e quelle
francesi; come il tratto di costa e il retroterra montano fossero
fortemente connotate da presenze di ribelli, la cui attività ci viene
confermata da mille testimonianze e pure dalla breve antologia dei
notiziari della GNR; come la violenza dei tedeschi accompagnata dalle
milizie fasciste non ebbe limiti, per illogicità e disumanità; come la
popolazione seppe in ogni caso reagire, creando una forza oppositiva poi
vittoriosa; come frequente sia stata l’interrelazione con la Resistenza
del basso Piemonte e del cuneese, attraverso scambi di informazioni e
di uomini, di armi e mezzi.
Abbiamo di fronte un mosaico di storia
resistenziale che offre ancora novità, al di là del già noto e
recuperato dalla nebbia del difficile ricordo.
Claudio Dellavalle (già professore ordinario di storia contemporanea all’Università di Torino), Prefazione a Sergio Favretto, Partigiani del mare. Antifascismo e Resistenza sul confine ligure-francese, Edizioni SEB27, Torino, aprile 2022
[ Alcune pubblicazioni di Sergio Favretto: Con la Resistenza. Intelligence e missioni alleate sulla costa ligure, Seb27, Torino, 2019; Fenoglio verso il 25 aprile, Falsopiano, 2015; La Resistenza nel Valenzano. L’eccidio della Banda Lenti, Comune di Valenza, 2012; Resistenza e nuova coscienza civile. Fatti e protagonisti nel Monferrato casalese, Falsopiano, 2009; Giuseppe Brusasca: radicale antifascismo e servizio alle istituzioni, Atti convegno di studi a Casale Monferrato, maggio 2006; Casale Partigiana: fatti e personaggi della resistenza nel Casalese, Libertas Club, 1977 ]