Bordighera (IM): Giardini Monet, Via Romana, Pino delle Canarie in Villa Schiva, centro storico del Paese Alto |
Carlo Betocchi, Prefazione a Giacomo Natta, Il cappotto di Dino Campana in L'Approdo Letterario, n° 2 - 1976
"Premio Cinque Bettole 1952", nascita del Premio letterario per una novella da essere illustrata con successivo concorso di pittura, 26 luglio-9 agosto 1952
"Premio Cinque Bettole 1953", Premio letterario per una novella da essere illustrata con successivo concorso di pittura, 26 luglio-9 agosto 1952
"Premio Cinque Bettole 1954", Premio letterario e concorso di pittura, Premiazione il 7 agosto 1952 (poi rinviata)
"Premio Cinque Bettole 1955", Premio letterario e concorso di pittura, Premiazione il 13 agosto 1955
"Premio Cinque Bettole 1956", Premio letterario per la narrativa e per il miglior articolo di giornale e concorso di pittura, Premiazione l’11 agosto 1956
"Premio Cinque Bettole 1957", Premio letterario per la narrativa e la poesia e concorso di pittura, Premiazione il 27 luglio 1957
"Premio Cinque Bettole 1958", concorso di pittura, Premiazione il 24 agosto 1958
"Premio Cinque Bettole 1959", concorso di pittura, Premiazione il 4 ottobre 1958
"Premio Cinque Bettole 1961", Premio letterario e concorso di pittura, Premiazione il 2 agosto 1961.
Edizioni tutte svolte presso osterie di Bordighera Alta.
"Premio di pittura '5 Bettole' - Premio Bordighera 1962", concorso nazionale di pittura, partecipazione su invito su invito, riservato a minori di 35 anni, premiazione il 18 agosto 1962 (esposizione dal 18 agosto al 9 settembre), Salone di San Bartolomeo (Ex-Oratorio) nella città alta.
"Premio Bordighera 1963", concorso nazionale di pittura , partecipazione su invito su invito, riservato a minori di 35 anni, premiazione il 22 dicembre 1963 (esposizione dal 22 dicembre 1963 al 19 gennaio 1964), Palazzo del Parco.
"Rassegna di grafica italiana contemporanea", 3-22 luglio 1964, Palazzo del Parco.
"Premio Cinque Bettole 1964", concorso di pittura a partecipazione e tema liberi, premiazione l’8 settembre 1964 (esposizione dal 22 agosto all’8 settembre), osterie della città alta.
Scheda a cura di Claudio Panella
Chiara Salvini, ...qualcosa sul premio 5 Bettole..., Nel delirio non ero mai sola, aprile 2021
Giulia Cassini, Bordighera, le «Serigrafie» di Enzo Maiolino e «quell'amicizia tra arte e letteratura». A un anno dalla scomparsa, Il Secolo XIX, 16 novembre 2017
Quando godo una tinta tenera mi torna a mente l'amico Natta.
Testone di ricci. Faccia sprizzante d'ironia; logora, dove la
bocca si apre come una lunga ferita.
È ghiottissimo di dolciumi.
L'intera giornata pellegrina da un caffè all'altro e s'incanta per
ore a guardare il vuoto. Galleggia sulle apparenze come un
sughero e si ciba di sfumature.
Una volta mi parlò d'un convento ch'era stato ammesso a vis-
itare; delle poche rose, del silenzio e della dolcezza del luogo,
delle mani di dama del Superiore, in modo che l'immagine di
lui è ora mescolata a quella dell'abate.
Il suo sogno è una veranda su un mare in bonaccia. Una donna
soave e devota gli risparmierebbe il contatto del mondo.
Un giorno che gli parlavo con entusiasmo di Leopardi mi
ascoltò compiacente; ma alla fine mi osservò che Leopardi
aveva i denti guasti.
Gli chiesi come faceva a mantenersi in quella leggerezza di
spirito. Mi confida che quando sentiva di perderla si dava a
tirare i campanelli delle porte, a giocare delle burlette ai
passanti. Faccende così gli mettevano in pelle l'arzillo dello
sciampagna.
La sua compagnia induce me pure in questo stato di grazia.
Basta allora una sedia di giunco, il cristallo d'un bicchiere a
farmi tacere di felicità.
Soltanto, non riesco a mantenermi a galla. E, ricalato come il
ciottolo a fondo, trovo l'amico Natta riposante e un po' fatuo
come in mezzo alla città il giardinetto pubblico.
Camillo Sbarbaro, Trucioli
In più passi dell’opera dello scrittore ligure [Camillo Sbarbaro] sono rinvenibili dichiarazioni che testimoniano un’attenta lettura del poeta recanatese. Il primo riferimento dal punto di vista cronologico emerge nel ritratto dell’amico Giacomo Natta inserito nei "Trucioli" pubblicati nel 1920: «Un giorno che gli parlavo con entusiasmo di Leopardi egli mi ascoltò con benevolenza: ma poi finalmente mi osservò che Leopardi aveva i denti guasti». <307
[...] Il procedimento analogico di oggettivazione e reificazione che abbiamo appena esaminato non viene applicato da Sbarbaro esclusivamente ad alcune precise categorie di personaggi femminili che compaiono all’interno di "Trucioli". Tale procedimento retorico ricorre in realtà più volte - pur se non secondo modalità altrettanto sistematiche e precise - anche in riferimento a taluni personaggi maschili che il protagonista incontra o ricorda. I primi due esempi che forniamo qui di seguito compaiono infatti negli affettuosi trucioli dedicati rispettivamente agli amici Cicco e Natta.
Così mi rimane nel cuore marionetta indimenticabile fabbricata per la mia gioia. (L’amico Cicco [T49], p. 252)
Galleggia sulle apparenze come un sughero e si ciba di sfumature. (L’amico Natta [T65], p. 281)
[NOTE]
307 CAMILLO SBARBARO, Trucioli, Firenze, Vallecchi, 1920, p. 153. Ora in CAMILLO SBARBARO, Trucioli, edizione critica a cura di Giampiero Costa, Milano, Scheiwiller, 1990, p. 281.
Matteo Zoppi, «Dare forma all'anima nascosta»: la retorica della comparazione nell'opera di Camillo Sbarbaro, Tesi di Dottorato, Università degli Studi di Milano, Anno Accademico 2013-2014
In queste sue pagine De Giovanni viene a raccontarci del sorgere e del consolidarsi di alcuni legami amicali che più di altri devono, indubbiamente, aver contato nel suo percorso di uomo e di scrittore. Amicizie, quelle con Angelo Barile, Carlo Betocchi, Giacomo Natta, Camillo Sbarbaro (solo per restare ad alcuni nomi) avvenute all'insegna della Letteratura, che, anche attraverso De Giovanni, riscopriamo ancora una volta capace di tessere orditi sorprendenti con incontri spesso decisivi e duraturi nel tempo. All'interno del libro, De Giovanni, con garbata forma e, viene da dire, con raro pudore, offre incisivi spunti interpretativi dell'opera dei vari autori presi in considerazione e, nello stesso tempo, dischiude talvolta orizzonti di lettura alquanto suggestivi»
Antonio Panizzi, Prefazione a Luciano De Giovanni, Amicizie. Scrittori e poeti liguri, Philobiblon Edizioni, 2022
XCIV.
[Autunno 1953] (d.d.)
Foglio 1 recto
Caro Giacinto,
ti ringrazio del tuo vivacissimo volume pieno d’intelligenza e di garbo [...] Avrai saputo del miserrimo aborto della rivista degli ortolani milanesi, meglio così ma che gente! Come direbbe il Natta. <555 [...] [Mario Luzi]
[NOTE]
555 Giacomo Natta (Vallecrosia, 1892 - Roma, 1960) frequentò a Firenze il Caffè de Le Giubbe Rosse, ove conobbe Luzi. Fu insegnante a Grenoble e impiegato a Roma presso l’Istituto per le relazioni culturali con l’estero. Pubblicò qualche racconto su “Il Costume politico e letterario” diretto da Velso Mucci, e una bella pagina autobiografica nei "Ritratti su misura" raccolti da Elio Filippo Accrocca (Venezia, Sodalizio del Libro, 1960). Tra le sue opere principali si ricorda "L’ospite dell’Hotel Roosevelt", Milano, Edizioni della Meridiana, 1953.
Paola Benigni, "pensando a te nelle voluttuose spire, le sigarette della tua gentilezza". Lettere inedite di Mario Luzi a Giacinto Spagnoletti, Tesi di dottorato, Università degli Studi di Roma Tor Vergata, Anno Accademico 2007-2008
Tra gli artisti contemporanei di maggiore valore, di respiro europeo, protagonista di rilievo dell’astrattismo e dell’arte neo-concreta, Enzo Maiolino, calabrese, dal 1945 vive a Bordighera. Allievo di Giuseppe Balbo, schivo e appartato, si è sempre tenuto lontano dalla cosiddetta ribalta, coltivando in amorosa solitudine, oltre al lavoro artistico, alle sue "geometrie in gioco" che hanno avuto un significativo riconoscimento internazionale, in particolare in Germania, un rapporto stretto e appassionato con lo studio e con il lavoro critico su altri pittori: come Amedeo Modigliani, al quale ha dedicato un libro per la torinese Fogola. Intenso poi il legame con la letteratura; al riguardo valgano le amicizie con Guido Seborga, Francesco Biamonti, Giacomo Natta (del quale ha curato la pubblicazione di racconti e scritti), Luciano De Giovanni, Bruno Fonzi e tanti altri. Per entrare nel mondo di Maiolino è indispensabile la lettura del recente volume "Non sono un pittore che urla" (edito da Philobiblon), che raccoglie le conversazioni fra l’artista e Marco Innocenti, e un saggio introduttivo di Leo Lecci.
(a cura di) Massimo Novelli, Il libro della settimana:"Non sono un pittore che urla", la Repubblica, 7 ottobre 2014
Di Giacomo Natta ci si è finalmente ricordati che non è molto; all'amico pittore Enzo Maiolino va il merito di aver curato un volumetto di racconti. <1
Quando lo conobbi io - e per quanto mi sia scervellato non ricordo né come né dove - Natta mi dette l'impressione di essere un uomo molto solo, bonaccione e apparentemente allegro con tutti, ma dall'ironia sovente amara. Era già avanti negli anni e ancora doveva sbarcare il lunario alla meno peggio. Riuscire a strappare la direzione dei «Lunedì letterari», malgrado l'opposizione feroce di certi miei concittadini, fu dunque, per il nostro amico, una bella vittoria morale, oltre che una sospirata, se pur provvisoria, soluzione economica.
[NOTE]
1 Giacomo Natta, Questo finirà banchiere. Racconti. Ricordo di Giacomo Natta, a cura di Enzo Maiolino, All’insegna del Pesce d’Oro, Vanni Scheiwiller, Milano 1984.
Luciano De Giovanni, Amicizie. Scrittori e poeti liguri, Philobiblon Edizioni, 2022
Giacomo Ferdinando Natta (Vallecrosia, 17 gennaio 1892 - Roma, 15 maggio 1960) è stato uno scrittore italiano. In una sua lettera del 9 dicembre 1955 Natta saluta l’amico Claudi ricordando alcuni momenti passati nella sua abitazione romana: «Penso, di tanto in tanto, alle visite che venivamo a farti a casa tua, alla tua bontà, tanto eccellente per essere così semplice. […] Come sta tua madre? È una donna prodigiosa e che pittrice! Abbracciala da parte mia, e saluti [?] affettuosi a tuo fratello, e tua sorella e suo marito» (F.C., Lettera di Giacomo Natta a Claudio Claudi, 3 dicembre 1955, C. COR. II.124). In archivio sono presenti anche un’altra lettera di Natta (in cui troviamo allegati un saggio su Bruno Barilli e una poesia intitolata Plaintes d’un simple a’ dieu) e un articolo sulla sua morte editato sul “Tempo” il 18 maggio 1960 (Cfr. F.C., Lettera di Giacomo Natta a Claudio Claudi, 3 dicembre 1960, C. COR. II.125; F.C., Necrologio di Giacomo Natta, “Il Tempo”, 18 maggio 1960, C. COR. II.126).
Gabriele Codoni, Claudio Claudi: un episodio sconosciuto di umanesimo nel secolo breve. Biografia intellettuale, introduzione critica ed edizione filologica di 'Realtà e valore', Tesi di dottorato, Università degli Studi di Urbino Carlo Bo, Anno Accademico 2017-2018