giovedì 13 luglio 2023

Sulla costa, nella zona di Passable, c’era la base alleata durante la seconda guerra mondiale

La baia di Villefranche sur mer

Eccoci alla seconda puntata sulle città di frontiera del Ponente Ligure: storie minime che diventano Storia. "Mi sono sempre piaciuti i ricordi e le storie" ci racconta Arturo Viale (Ventimiglia, 1952) contadino mancato, poi dirigente di banca, autore di “Oltrepassare-storie di passaggi tra Ponente Ligure e Provenza” e di altre opere, tra cui “Punti cardinali da capo Mortola a capo S. Ampelio”. Oggi ci racconta di Villefranche, La Turbie, Bordighera, Monaco e Dolceacqua. A modo suo: storie vere che sembrano un romanzo. Il privilegio di allontanarsi dall’oggi per leggerlo meglio.
1 - Di Villefrance cosa ci dici ?
Sapevo dell’esistenza di Villafranca grazie alla presenza del faro. I due fari che si accendevano ogni sera, e si vedevano da casa li chiamavamo di Antibes e Villafranca ma in realtà sono posizionati su Cap Ferrat e sulla Garoupe. Dietro al primo faro c’è la baia di Villafranca che in seguito ho scoperto sempre calma, come uno specchio. Una volta tenendo stretta una mano, ho provato a contare le barche in rada e mi sono fermato quando ho superato le cento.
Sulla costa, nella zona di Passable, c’era la base alleata durante la seconda guerra mondiale. Il comando era a Le Petit Rocher. Erano stati istituiti dei collegamenti col Gruppo Sbarchi di Vallecrosia per passare informazioni, materiali, e per il rientro di piloti e paracadutisti a fine missione nel nord Italia. A Montecarlo, all’ingresso del porto, avveniva il controllo e il filtro dell’Intelligence Service per poter proseguire. Fin da bambino ogni sera quando si accendevano i due fari con frequenze diverse, cercavo di sincronizzare l’alternanza dei loro lampi come fossero suoni flash flash flash flash flash flash.
[...]
Eraldo Mussa… sulle città di frontiera,L'Incontro, 6 giugno 2023

Pubblicazioni di Arturo Viale: Punti Cardinali, Edizioni Zem, 2022; La Merica...non c'era ancora, Edizioni Zem, 2020; Oltrepassare. Storie di passaggi tra Ponente Ligure e Provenza, Edizioni Zem, 2019; L'ombra di mio padre, 2017; ViteParallele, 2009; Quaranta e mezzo; Viaggi; Mezz'agosto; Storie&fandonie; Ho radici e ali; Mezz'agosto, 1994; Viaggi, 1993.
Adriano Maini

L'attività della Squadra di azione patriottica di Vallecrosia-Bordighera fu indubbiamente una delle più ardite più pericolose...
I collegamenti con la montagna venivano mantenuti dai sapisti stessi; e quelli con Sanremo da Renzo [Stienca Rossi] e negli ultimi tempi dal giovanissimo studente Enrico Cauvin [di Vallecrosia].
All'inizio l'attività della SAP aveva carattere informativo, costituendo essa il SIM della zona e funzionando spesso di collegamento con le formazioni di montagna, stanziate nell'immediato retroterra.
Mario Mascia, L'Epopea dell'Esercito Scalzo, Ed. ALIS, Sanremo (IM), 1946, ristampa del 1975 a cura dell'Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Imperia

Inoltre vennero comprate sei grosse barche a Vallecrosia per un valore di lire 22.0000 [...] necessarie per traghetti clandestini.
Francesco Biga, Storia della Resistenza Imperiese (I^ Zona Liguria), Vol. III. Da settembre a fine anno 1944, a cura Amministrazione Provinciale di Imperia e con patrocinio IsrecIm, Milanostampa Editore - Farigliano, 1977

A settembre 1944 insieme a Renzo Rossi partecipai all’incontro con Vitò [Giuseppe Vittorio Guglielmo, in quel momento comandante della V^ Brigata d'Assalto "Luigi  Nuvoloni" della II^ Divisione "Felice Cascione", da dicembre 1944 comandante della II^ Divisione "Felice Cascione"]. Ci accompagnò Confino, maresciallo dei Carabinieri che aveva aderito alla Resistenza. Vitò investì formalmente Renzo Rossi del compito di organizzare, per la nostra zona, il S.I.M. [Servizio Informazioni Militare] e la S.A.P.: io fui nominato suo agente e collaboratore.  
Renzo Biancheri, "Rensu u Longu", in Giuseppe Mac Fiorucci, Gruppo Sbarchi Vallecrosia,  ed. Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Imperia - Comune di Vallecrosia (IM) - Provincia di Imperia - Associazione Culturale "Il Ponte" di Vallecrosia (IM), 2007 

Gruppo Sbarchi Vallecrosia, il gruppo più specializzato della SAP della zona di confine. Gruppo Sbarchi, una definizione la cui genesi non era più chiara agli stessi protagonisti che a distanza di decenni dagli eventi della Resistenza resero le loro testimonianze a Giuseppe Mac Fiorucci per la stesura dell'omonimo opuscolo (Gruppo Sbarchi Vallecrosia, ed. Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Imperia - Comune di Vallecrosia (IM) - Provincia di Imperia - Associazione Culturale “Il Ponte” di Vallecrosia (IM), 2007): furono interviste molto vivaci, che hanno gettato luce anche sugli aspetti più tecnici delle richiamate operazioni, ma che hanno inoltre tratteggiato le singole adesioni alla Resistenza e personali, precedenti trascorsi in montagna. Forse sono utili alcuni collegamenti, in ogni caso non esaustivi della materia. Una recente fatica di Sergio Favretto, "Partigiani del mare", pur nel suo puntuale svolgimento con inquadramento in accadimenti di portata più generale, è molto atta allo scopo. Per il giusto rilievo - supportato, tra l'altro, con la copia di una dichiarazione del comandante della I^ Zona Operativa Liguria, Nino Siccardi, "Curto" -, dedicato ai compiti specifici svolti da Renzo Rossi. È opportuno sottolineare che il Gruppo Sbarchi si fece già trovare pronto per la Missione Kahnemann, partita da Vallecrosia nella notte tra il 14 ed il 15 dicembre 1944, per cui sarebbe interessante indagare sulla preparazione ricevuta, ad oggi scarsamente attestata, se si escludono, forse, l'incarico dato a settembre 1944 da Vitò [Giuseppe Vittorio Guglielmo, che si firmava Ivano] allo stesso Renzo Rossi ed i viaggi oltre confine di Alberto Nino Guglielmi.[...] in questo contesto diversi furono gli attori (a titolo dimostrativo si citano adesso il sergente Bertelli ed i suoi bersaglieri e i fratelli Biancheri, martiri della Resistenza). E diverse furono le interazioni, non sempre positive, come per gli effetti a cascata ingenerati dall'agguato mortale compiuto ai danni del capitano Gino Punzi, in quanto dall'arresto del suo radiotelegrafista, costretto dai nazisti a trasmettere falsi messaggi all'OSS di Nizza, si pervenne, per vie traverse, anche al ferimento del comandante partigiano Stefano Leo Carabalona. In questo quadro, risulta opportuno fare un cenno anche ad altri passaggi clandestini in Francia, compiuti - non sempre via mare, in verità - da altri patrioti, specie di Ventimiglia, come fu il caso di Paolo Loi, qui menzionato. Adriano Maini  

Pietro Loi resta in territorio francese, opererà tra Carnoles e Mentone in qualità di addetto a radio libera; ritornerà [a Ventimiglia] saltuariamente via Grammondo, Grimaldi e la Mortola;  la sua missione è di trasmettere notizie militari, di portare in salvo altri perseguitati e, poiché i suoi genitori erano in pericolo, attendeva di portarli oltre confine.
don Nino Allaria Olivieri, Ventimiglia partigiana… in città, sui monti, nei lager 1943-1945, a cura del Comune di Ventimiglia, Tipolitografia Stalla, Albenga, 1999