Ma un bell'esempio di connessioni fra piccolo e grande, un bel mosaico dove mille avvenimenti si incrociano e si avviluppano, ci è dato dall'ultimo libro di Riccardo Mandelli, già autore de L'ultimo Sultano, di cui questo Al casinò con Mussolini costituisce una sorta di secondo tempo. Ed un terzo libro è già annunciato, così da poter avere infine una trilogia sui misteri e i complotti nel Ponente ligure della prima metà del Novecento. Misteri e complotti di cui si possono vedere le continuazioni ai nostri giorni, e che non hanno per teatro, naturalmente, solo l'estremo lembo occidentale della Liguria. Cosa ci narra Mandelli, dunque, a proposito del casinò di Sanremo e di S.E. il cavalier Benito Mussolini? Il lettore presto s'avvede che questo testo non è certo un libro di storia locale, e i fatti che si svolgono davanti alla scenografia costituita da una Sanremo con la sua casa da gioco e con le sue ville, sono strettamente legati ad avvenimenti nazionali ed internazionali. Il più clamoroso è certamente l'assassinio di Giacomo Matteotti, il cui movente è spesso identificato nella volontà di far definitivamente tacere il deputato socialista dopo la sua denuncia dei brogli e delle violenze elettorali fasciste. Ma Matteotti stava in quei giorni indagando sui "decreti sporchi" emanati dal governo e riguardanti le concessioni petrolifere e la liberalizzazione del gioco d'azzardo. Il controllo del petrolio e del gioco su scala internazionale erano temi centrali già in quegli anni, e molti sostenevano che i relativi provvedimenti politici (volti a regolamentare, eccetera) fossero frutto di corruzione. Scrive Mandelli: "… il nodo centrale era la Sinclair Oil, una compagnia americana di medio calibro che Mussolini aveva preferito per una concessione di ricerca in Italia a colossi mondiali come la statunitense Standard, la britannica Anglo Persian e la britannico-olandese Royal Dutch-Shell. Decisione singolare, visto il coinvolgimento della società in uno scandalo finanziario che in Italia si era già fatto sentire". Inoltre Matteotti, che durante un suo viaggio in Inghilterra e in Francia ebbe accesso a notizie riservate, aveva forse scoperto che dietro il progetto di aprire casinò su tutto il territorio nazionale c'era una catena di complicità, a partire da grossi industriali, da ambienti finanziari e culturali, dalla stessa Corona. Gruppi attivi durante il primo conflitto mondiale, connessi con la massoneria, finanziatori del fascismo, che dopo la marcia su Roma passano alla riscossione del credito.
Mandelli racconta, in un'intervista a Marco Scolesi ("La Riviera", 21 giugno 2012), che dietro c'erano i capitali "delle banche statunitensi, dei grandi gruppi industriali e petroliferi, gli unici che potevano coordinare affari di simile complessità. Bische e petrolio avevano un collegamento sotterraneo. In Italia i fili erano tirati da alcune lobby finanziarie. In forma nascosta e indiretta, s'intende".
Al di là delle scoperte e delle ipotesi dell'autore, Al casinò con Mussolini ha molti motivi di interesse. Uno di questi è l'attenzione all'aspetto ideologico: oltre agli interessi economici in gioco (e, in questo caso, in tutti i sensi del termine) scendono in campo anche valori, mentalità, fedi. Quelli erano anni intrisi di forme di irrazionalismo: il pensiero gnostico, la teosofia, lo spiritismo. Un solo significativo esempio (ma nel libro ci sono dati e notizie a profusione): l'edificio, completato da Pietro Agosti nel 1909, inizialmente chiamato Villa Silvia, mutò poi il nome in Castello Devachan, termine che in sanscrito designa uno stato di sosta riposante nel ciclo delle reincarnazioni.
Come oggi, anche allora agenti segreti tramavano nell'ombra, e le stesse guerre - e ciò varrà ancora per il secondo conflitto mondiale - avevano, accanto alle spinte economico-finanziarie, motivazioni metafisiche. Ed esistevano coperture, complotti, strategie di condizionamento del tempo libero: si veda l'azione del singolare (già nel nome) Sindacato per l'Abbellimento di Sanremo.
Lo storiografo, si sa, è un narratore che, appunto narrando, crea e ricostruisce la storia. In diciotto capitoli, grazie ad una scrittura abile e disinvolta, che sa far nascere tensione e interesse un po' coi meccanismi del giallo e un po' grazie alla sapiente capacità di sintesi e di montaggio, Mandelli ci porta, attraverso intrighi e colpi di scena, ad esplorare un periodo inquietante della storia italiana e a conoscere i suoi protagonisti (e i comprimari e le comparse), spesso ritratti con pochi tratti, in modo vivo e incisivo. Ed ecco - ed il lettore scoprirà come tout se tient - il banchiere Toeplitz, gli industriali Volpi e Borletti, e Gabriele d'Annunzio e Guido da Verona e Rudolf Steiner e Adriano Olivetti…
Riccardo Mandelli, Al casinò con Mussolini. Gioco d'azzardo, massoneria ed esoterismo intorno all'ombra di Matteotti, Lindau, Torino 2012
Marco Innocenti, 2. Occultismo e gioco d'azzardo a Sanremo, Anni Venti in Recensioni, Il Regesto - Bollettino bibliografico dell'Accademia della Pigna - Piccola Biblioteca, ANNO III N° 4, SANREMO, OTTOBRE/DICEMBRE 2012
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Adriano Maini