sabato 10 febbraio 2024

Le notti di Ventimiglia


Per tornare alle guide, corretta ed equilibrata appare la «rossa» del Touring, edizione 1924, in cui il tono asettico ed informale non ha ancora cancellato l'aspetto descrittivo dei luoghi e dei territori <43. Ventimiglia è «assai pulita e ben tenuta, bell'esempio di vecchia città ligure dalle strade strette, le case alte, le scalinate di qualche centinaio di gradini e gli androni sotto le case». Il resto è sbrigativo e ricorda proprio certe inquadrature da foto d'epoca, ma risulta più accettabile sia della disattenzione di altre guide, sia di qualche enfatica celebrazione, in chiave medievalistica o di retorica esaltazione. Tipico esempio di questa ultima, con sconfinamenti in involontaria comicità, sono talune pagine del volume rievocativo della costituzione della Provincia di Imperia <44, che per Ventimiglia (ma il tono è frequente) parla di «terra promessa», per il Capo di un «colle leopardiano», per la città vecchia che si specchia nel Roja di «scenario shakesperiano», - e proprio non si capisce perché. Con la prosa di V.G. Donte (che nel paragrafo finale Oggi e domani si abbandona ad una esaltazione che volendo essere ispirata finisce per divenire oscura) contrastano curiosamente le illustrazioni, di onesta descrittività, in cui pure la veduta di Ventimiglia che apre il testo, ripresa da un qualche punto elevato in sponda sinistra del Roja, appare - con un tetro caseggiato in primo piano, il corso d'acqua quasi asciutto, l'aggrapparsi «pittoresco» dell'abitato alla collina - una immagine da terra difficile e povera, tutt'altro che «promessa».
Un singolare quadro della città è quello dato da un testo, oggi pressoché dimenticato, pubblicato nel 1940 con «approvazione del Ministero della Cultura Popolare» - Sulla strada di Nizza, di Gustavo Traglia <45. Scopo dell'autore era presentare le vicende della brevissima campagna italo-francese del 1940, viste appunto da Ventimiglia e dintorni: ma lo sforzo di esaltare l'impresa bellica in una prosa che vorrebbe essere di popolare e militaresca epicità non è pari alle capacità del Traglia, ed anche momenti che avrebbero potuto dar spunto a pagine vigorose (il terrore degli stranieri, la fuga precipitosa dei turisti benestanti sotto lo sguardo ironico e rassegnato della povera gente, i bombardamenti) si risolvono in fiacca retorica.
Bastino i titoli dei vari capitoli: «Mussolini parla alla radio - Il popolo canta già la futura vittoria - Episodi di coraggio popolare - L'inferno di Vallecrosia - Bombe sulla distilleria - Buonumore e battaglia - Notti insonni e canzoni allegre - A Villa Voronoff sotto il bombardamento - Sotto il fuoco nemico - Storia di un eroico soldato del 90° suonatore di cornetta e scansafatiche abituale  - Magnifico slancio delle popolazioni - Le ore dell'armistizio e della vittoria - Arriva Mussolini!».
Nel dopoguerra, mutati ormai i tempi, ancora due volumi meritano un cenno, emergendo fra la gran massa di informazioni statistiche e di immagini di banale propaganda turistica. La Riviera di Gabriel Faure è forse l'ultimo esempio di viaggio in Liguria nel senso del gran tour settecentesco: ma di Ventimiglia, salvo i cenni d'obbligo per villa Hanbury e Voronoff, la Cattedrale e poco altro, cosa mai è degno di ricordo? «Le interminabili ed esasperanti visite alla dogana», il giardino a palme sul lungomare e il mercato dei fiori «lo spettacolo più interessante» <46.
Infine, nel 1962, nel volume Liguria di una serie dedicata alle varie regioni italiane <47, a Ventimiglia sono riservate parecchie pagine. Più che alle considerazioni storiche ed artistiche di Piero Torriti o al drastico giudizio di Gaetano Ferro sulla città antica - «una città morta» - daremo uno sguardo ad una pagina di colore di Antonio Aniante, Le notti di Ventimiglia. C'è da chiedersi quale idea volesse dare lo scrittore e spiace doverne riportare solo qualche frase: «Una folla di avventurieri nostrani e stranieri appare, scompare, si rinnova a vista d'occhio da mane a sera (...). Nello squallido piazzale della stazione una leggiadra ragazza sonnambula spacca e spacca legna e raggi di luna piena senza fare il minimo rumore(...).
Il caffè notturno splende e arde come torcia di fronte alla ferrovia (...). Son ritrovi che ricordano Montmartre. Ceffi che diresti irreali si fan servire da due giunoniche ostesse venute fuori dal pennello di Giorgione e Tiziano (...). Poi, di colpo, a una data ora precisa (...) gli avvinazzati (...) si sbandano, si eclissano, strisciano contro i muri, si perdono in un labirinto di ricchezze frodate. Sono i contrabbandieri, i famigerati contrabbandieri di Ventimiglia».
Peccato che Aniante non inserisse nel raccontino anche Marlene Dietrich e Gary Cooper. Non c'erano, a Ventimiglia, nel 1962 - si potrà obiettare: resta da vedere se ci fosse anche il resto.
[NOTE]
43 Touring Club Italiano, Guida d'Italia - Liguria, Toscana a nord dell'Arno, Emilia, Milano, 1924, I, p. 211.
44 La provincia... cit., 1934, pp. 17-48
45 G. Traglia, Sulla strada di Nizza, Ed. "L'Eco della Riviera", Sanremo, 1940.
46 G. Faure, La Riviera, SADAG, Paris-Grenoble, 1956, p. 11.
47 Liguria, Sansoni - Istituto Geografico De Agostini, Firenze-Novara, 1962, pp. 185-190.
Bruno Ciliento - Nadia Pazzini Paglieri, Ventimiglia, Sagep Editrice, Genova, 1991 , p. 194