Recentemente rovistando in un cassetto ho trovato dei fogli che avevo scritto parecchi anni fa. Si tratta di appunti che annotavano gli eventi che avevano cambiato così drasticamente la mia vita. Ho pensato di condividerli nel caso qualcuno, non avendo altro da fare, volesse leggerli.
DAL DIARIO DI UN GIOVANE SBANDATO
(prima puntata)
COMINCIÒ QUASI PER SCHERZO
A quei tempi facevo il benzinaio. Dopo il ritorno dal servizio militare eventualmente avevo trovato lavoro presso un distributore di benzina. Era una piccola stazione Fina accanto all'Hotel Eden di La Mortola [Frazione di Ventimiglia (IM)], per me molto conveniente perché era quasi sotto casa.
D'inverno ero l'unico impiegato fisso dato che, normalmente, non c'era molto traffico e quindi pochi clienti. La paga non era granché ma, tra mance ed altri piccoli servizi che offrivo agli automobilisti, non mi potevo lamentare; in più l'Hotel Eden mi provvedeva i pasti.
Durante il giorno mangiavo nel mio piccolo ufficio ma, alla sera, di solito, andavo a cenare alla mensa dell'hotel; uno degli aiutanti di cucina mi veniva a dare il cambio.
- Madonna pergamena, vé a mangé -, m'apostrofò Vito, un ragazzo pugliese, scuotendosi il giubbotto bagnato quando entrò nell'ufficio. Era una sera di Febbraio, buia, fredda, piovosa; non c'era un'anima in giro e le poche macchine di passaggio lasciavano riflessi colorati sull'asfalto bagnato.
La mensa era deserta; era tardi e gli altri impiegati dell'hotel avevano già mangiato. Mi ero appena seduto quando Franco, il giovane cuoco, entrò con un'insalatiera piena di verdure fresche: - Stasera 'bagna cauda' -, esclamò sedendosi. Solo allora notai la pentola sul tavolo con la gustosissima salsa per intingoli; c'era anche un fiasco di vino, ma quello era normale.
Mangiammo con gusto, chiaccherando e, naturalmente, bevendo; l'hotel aveva pochi clienti e tutti avevano già cenato, quindi era improbabile che Franco venisse chiamato in cucina. Stavo per alzarmi e ritornare al mio posto di lavoro, quando entrò un giovane del paese, nostro amico.
- Mi hanno detto che eravate imboscati qua! - esclamò ridendo.
- Ciao Giuliano, cosa fai in giro con questo miserabile tempo? - gli chiese Franco.
- Sono venuto a salutarvi; domani mattina parto. -
Giuliano faceva il cameriere e, come altri del mestiere, a volte andava a fare 'stagioni' in diverse località turistiche sia italiane che estere.
- Dove te ne vai questa volta, a Cortina, a Chamonix? - gli chiesi.
- Vado in America! -
- Belin! In America? - replicammo sorpresi quasi all'unisono.
- Si; vado a lavorare su una nave che da Miami fa crociere nei Caraibi. -
- Porca l'oca! - esclamai eccitato, - E come hai fatto a trovare 'sto posto? -
- Mario; è di Badalucco, lo conoscete; tempo fa aveva lavorato anche qui all'Hotel Eden. Fa il Maitre D' a bordo e gli servono camerieri, così mi ha scritto chiedendomi se mi interessasse andare per almeno sei mesi. Mi ha assicurato che si possono guadagnare dei bei soldi e poi ci sono anche altri camerieri che conosco e che avevano lavorato qui a Mortola, sia all'Hotel che al Ristorante. E allora perché no? Potrebbe essere un'esperienza interessante; una nave crociera! -
(continua)
(nella foto: dove una volta c'era il piccolo distributore Fina)
DAL DIARIO DI UN GIOVANE SBANDATO
(prima puntata)
COMINCIÒ QUASI PER SCHERZO
A quei tempi facevo il benzinaio. Dopo il ritorno dal servizio militare eventualmente avevo trovato lavoro presso un distributore di benzina. Era una piccola stazione Fina accanto all'Hotel Eden di La Mortola [Frazione di Ventimiglia (IM)], per me molto conveniente perché era quasi sotto casa.
D'inverno ero l'unico impiegato fisso dato che, normalmente, non c'era molto traffico e quindi pochi clienti. La paga non era granché ma, tra mance ed altri piccoli servizi che offrivo agli automobilisti, non mi potevo lamentare; in più l'Hotel Eden mi provvedeva i pasti.
Durante il giorno mangiavo nel mio piccolo ufficio ma, alla sera, di solito, andavo a cenare alla mensa dell'hotel; uno degli aiutanti di cucina mi veniva a dare il cambio.
- Madonna pergamena, vé a mangé -, m'apostrofò Vito, un ragazzo pugliese, scuotendosi il giubbotto bagnato quando entrò nell'ufficio. Era una sera di Febbraio, buia, fredda, piovosa; non c'era un'anima in giro e le poche macchine di passaggio lasciavano riflessi colorati sull'asfalto bagnato.
La mensa era deserta; era tardi e gli altri impiegati dell'hotel avevano già mangiato. Mi ero appena seduto quando Franco, il giovane cuoco, entrò con un'insalatiera piena di verdure fresche: - Stasera 'bagna cauda' -, esclamò sedendosi. Solo allora notai la pentola sul tavolo con la gustosissima salsa per intingoli; c'era anche un fiasco di vino, ma quello era normale.
Mangiammo con gusto, chiaccherando e, naturalmente, bevendo; l'hotel aveva pochi clienti e tutti avevano già cenato, quindi era improbabile che Franco venisse chiamato in cucina. Stavo per alzarmi e ritornare al mio posto di lavoro, quando entrò un giovane del paese, nostro amico.
- Mi hanno detto che eravate imboscati qua! - esclamò ridendo.
- Ciao Giuliano, cosa fai in giro con questo miserabile tempo? - gli chiese Franco.
- Sono venuto a salutarvi; domani mattina parto. -
Giuliano faceva il cameriere e, come altri del mestiere, a volte andava a fare 'stagioni' in diverse località turistiche sia italiane che estere.
- Dove te ne vai questa volta, a Cortina, a Chamonix? - gli chiesi.
- Vado in America! -
- Belin! In America? - replicammo sorpresi quasi all'unisono.
- Si; vado a lavorare su una nave che da Miami fa crociere nei Caraibi. -
- Porca l'oca! - esclamai eccitato, - E come hai fatto a trovare 'sto posto? -
- Mario; è di Badalucco, lo conoscete; tempo fa aveva lavorato anche qui all'Hotel Eden. Fa il Maitre D' a bordo e gli servono camerieri, così mi ha scritto chiedendomi se mi interessasse andare per almeno sei mesi. Mi ha assicurato che si possono guadagnare dei bei soldi e poi ci sono anche altri camerieri che conosco e che avevano lavorato qui a Mortola, sia all'Hotel che al Ristorante. E allora perché no? Potrebbe essere un'esperienza interessante; una nave crociera! -
(continua)
(nella foto: dove una volta c'era il piccolo distributore Fina)