domenica 24 febbraio 2019

Le nostre pietre

Pietrabruna (IM): Monte Follia - Foto di Bruno Calatroni di Vallecrosia (IM)

Le nostre pietre mi portano sempre a storie di una fatica inutile e mai premiata, di un popolo che come formiche silenziose ha lavorato non per costruire cattedrali ma muri.

Ponte antico sul rio Carne a Pigna (IM) - Foto di Bruno Calatroni di Vallecrosia (IM)
 
Inutile perché non rimarranno a testimoniare la loro abilità, perché poveri manufatti, che le generazioni successive hanno abbandonato per tristi condomini. 

Mulino antico sul rio Carne a Pigna (IM) - Foto di Bruno Calatroni di Vallecrosia (IM
 
Muri per sorreggere fasce di ulivi, muri per proteggersi dal freddo, archi per oltrepassare fiumi, canali sopraelevati per condurre acqua, recinti per animali domestici, e in montagna dove non molto tempo fa ancora giravano gli orsi, muri come fortificazioni difensive per proteggere gli alveari.
Scale di pietra consumate dai passi, cappelle votive dedicate a chi mai si è occupato di loro, ma unica speranza per migliorare una vita così grama.
Tutti i popoli hanno celebrato e fatto risaltare al resto del mondo le loro radici e bellezze.
Noi figli di questa terra matrigna, che abbiamo, come nessuno ha, colline fasciate da muri come piramidi invisibili, erette non ad una divinità, ma alle necessità dell’uomo, le lasciamo crollare nella più assoluta indifferenza.
 
Vicino al Monte Faudo (IM) - Foto di Bruno Calatroni di Vallecrosia (IM)
 
Questa fatica nascosta ormai dalla vegetazione, che si riappropria di ciò che le è stato rubato, è come un grido soffocato di dolore, che a stento emerge per farsi sentire con un flebile lamento.  
 
Vicino al Monte Faudo (IM) - Foto di Bruno Calatroni di Vallecrosia (IM)
 
Non tutti lo sentono.
A me commuove e mette una tristezza infinita.
Mi dice dell’inutile presenza umana sulla terra.
Vorrei arrivasse a tutti questo grido di aiuto.

I nostri condomini non regaleranno in futuro nessuna emozione.
Ma spesso disgusto.