lunedì 14 settembre 2020

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Ha aperto venerdì 11 settembre 2020 alle ore 17,30, nella sede dell’Unione Culturale Democratica e della Sezione ANPI di Bordighera (IM), in Via al Mercato, 8, l'esposizione di opere grafiche di GIUSTINO CAPOSCIUTTI. L’esposizione rimarrà aperta al pubblico tutti i giorni, dalle ore 17,00 alle ore 19,00, fino a Domenica 20 settembre 2020 (da sopra pubblicato invito di Unione Culturale Democratica Bordighera e di A. N. P. I. Bordighera  ]
 
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1969 ...
Oltre che fare i quadri insieme a Bonardo "mi misi in proprio" utilizzando il suo stile e riscuotendo un immediato successo.
All'inizio del 1969 fui invitato a partecipare con 3 quadri ad una mostra collettiva di giovani presso il Palazzo della Regione ad Aosta. Fu la mia prima mostra.
In seguito partecipai al Premio "La pesca d'oro" a Borgo d'Ale classificandomi fra i primi e ad un concorso successivo, ottenni il terzo premio.
Nel 1970 durante l'estate mi trasferii a Miramare di Rimini e lì grazie all'ospitalità romagnola venni accolto a braccia aperte, presso il Bagno 94.
Dipingevo per terra fra un nugolo di persone, in modo veloce. Quadri 50x70 fatti in meno di 10 minuti. Alla fine li "battezzavo" gettandoli in mare, la gente rimaneva colpita e li acquistava, sempre a 10.000 £. [...] Teresio Bonardo a volte mi parlava della sua permanenza a Roma e a ripensarci mi viene in mente che probabilmente, per la velocità di esecuzione, l'uso del colore puro e l'utilizzo diretto del tubetto per contornare e definire le forme, doveva aver conosciuto Schifano [...]
1970...
Quel tipo di pittura veloce, espressionistica la praticai con grande foga fino al 1972 soprattutto durante l'estate sulle spiagge.
Contemporaneamente mi ero appassionato alla storia dell'arte e soprattutto a scoprire ciò che succedeva nel contemporaneo che facevo attraverso le visite alle mostre e con le riviste d'arte: Flash Art, NAC, Arte e società, Art Forum...
Fu così che cominciai a fare opere vicine all'arte povera già dal 1969 e nel 70 vicine al Nouveau réalisme come per esempio questa sotto fatta assemblando in modo casuale dei rifiuti.
Per dare valore all'opera in mezzo ci incollai francobolli e soldi veri validi all'epoca [...]
1970...
In quegli anni ero anche iscritto all'Università ma ormai non riuscivo più ad interessarmi a niente altro che non fosse l'arte.
Così previo esame di ammissione mi iscrissi al corso di Pittura presso l'Accademia Albertina di Belle Arti di Torino.
Fare arte per me significava sviluppare prima di tutto la capacità di osservazione e così, l'attenzione verso ciò che è rifiutato nell'aula di pittura si volse
verso gli stracci dove io e i miei compagni pulivamo i pennelli e che finita la loro funzione, alla fine si buttavano.
Mi ero accorto che talvolta essi presentavano colori, sfumature, forme interessanti
anche più del dipinto fatto intenzionalmente.
E così cominciai a raccoglierli montarli su un telaio e ad incorniciarli come nel caso qui sotto. 
Recupero - 1971 - Tecnica mista - cm. 60x110 
 

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1972...
Nel 1972 feci la prima mostra personale a Biella. Vi esposi alcuni quadri, nudi e paesaggi a olio messi a confronto con gli stracci dove pulivo i pennelli.
Il glorioso collegio Europa di Ivrea chiuse ed io andai a lavorare ed abitare a Torino.
Col nuovo lavoro di chimico presso il Laboratorio d'Igiene non potevo più frequentare se non saltuariamente le lezioni di pittura al mattino ma invece potevo frequentare quelle del pomeriggio fra cui incisione.

Continuai a fare le incisioni doppie ma vi introdussi l'acquaforte.

Eccone un paio:

e/o - 1972 - lastra di mm. 260x160

Formale e/o informale 1973 - lastra mm. 260x160

Continuai a fare incisioni doppie fino al 1976. Nelle ultime oltre ai tagli facevo anche buchi.

...e/o... 1975 - lastra di mm. 300x60

... e/o... 1975 - lastra mm. 260x150

[...] Il 1973 lo passai ad approfondire le tecniche dell'incisione, prima l'acquaforte e poi l'acquatinta
che mi piaceva perchè permetteva di fare qualcosa di più vicino alla pittura. Le incisioni doppie mi avevano proiettato nello spazialismo, la parte davanti era qualcosa di molto vicino a Fontana.
Il dietro era "oltre Fontana". Stavo cercando una nuova strada per affrontare lo spazio della tela e mi venne in soccorso la matematica. Feci alcuni quadri ma non li ho più [...] Nel 1974 continuai a fare lavori applicando la matematica nella composizione e i risultati migliori li ottenevo con le incisioni. [...] 1976/77/78 L'incontro con Prem Rawat rappresentò, per me, un cambio di prospettiva radicale. Un rovesciamento dei sensi verso l'interno dove potevo attingere energia, concentrazione, chiarezza... e naturalmente il mio modo di fare l'arte cambiò. Sentivo che i discorsi intellettuali intorno all'arte mi davano un senso di disturbo, mi allontanavano dalla concentrazione di cui avevo bisogno e ci fu un primo momento in cui interruppi sia di dipingere che di frequentare ambienti e persone del mondo dell'arte. Fui cercato da un gallerista per fare una personale che accettai di fare controvoglia tant'è che alla fine della mostra non passai nemmeno a ritirare i quadri: chissà dove sono finiti? [...] Nel 1975 il CLPS (Centro di Lavoro Protetto Specializzato) delle Vallette era il più grande dei 4 centri per disabili mentali gestiti dalla Provincia di Torino che era subentrata un paio di anni prima nella gestione all'ANFFaS (Associaz. Nazionale Famiglie Fanciulli Subnormali). La Provincia si era presa in carico la struttura, il personale, gli utenti e la metodologia riabilitativa che era basata sull'ergoterapia.
Per alcuni anni ci fu una lotta con la numerosa vecchia guardia di operatori per superare l'ergoterapia perchè da noi giovani era considerata alienante, degradante, per nulla educativa però non avevamo molte alternative da proporre tenendo conto che gestire un gruppo di 15 utenti in attività ripetitive era molto più agevole che gestire lo stesso gruppo in attività creative.
Per fare questo passaggio era necessario un aumento di personale e un decentramento territoriale.
Va dato atto che la Provincia intervenne in forze per agevolare il processo.
Assunse centinaia di educatori e operatori d'appoggio e a poco a poco mise in funzione decine di nuove strutture, quasi una per ogni circoscrizione territoriale. Sto parlando di un territorio vastissimo con 315 comuni e oltre 2.300.000 abitanti.
Ciò fece della Provincia di Torino un caso unico almeno in Italia. Per esempio nel 1982 l'Assessorato alla Sicurezza Sociale beneficiava di un trasferimento di fondi di 45 miliardi di lire che era il 90% dell'intero budget messo a disposizione dal Ministero per tutte le provincie e i comuni italiani. Questo perchè la Provincia di Torino aveva progetti e li realizzava, gli altri no. Nel superamento dell'ergoterapia la pittura giocò un ruolo chiave ed ancora oggi è praticata in tutti i Centri Socio Terapeutici del territorio. Per quanto mi riguarda vedevo la pittura come un'attività che poteva aiutare tutti gli utenti ma per alcuni che la praticavano con costanza e con esiti interessanti sognavo un futuro da artisti [...] Monet rimase a Bordighera 79 giorni e vi dipinse oltre 50 quadri. Bordighera ha sempre attratto gli artisti e c'è un'associazione l'Accademia dei Fiori G. Balbo molto attiva sul territorio. Fra loro Enzo Consiglio, un mio amico che vedendo un paio delle mie grandi tele senza telaio mi propose di fare una mostra all'aperto, ai Giardini Monet, appendendole agli alberi, i pini, le palme, gli ulivi... E così nacque Arte al Vento, la mostra più straordinaria della mia vita. Le tele, una quarantina, dipinte da entrambi i lati, furono appese con un filo fra gli alberi. Quelle più grandi in alto, e vi restavano giorno e notte, quelle più piccole e delicate invece erano appese solo nell'orario della mostra.
Nel rapporto con la natura, sotto l'effetto della luce e del vento le opere cambiavano ogni istante prendendo forme e colori inaspettati.
Il gioco delle relazioni regalava continuamente qualcosa di nuovo. [...] Mentre la mostra di Marciano annunciata in precedenza è slittata al 3 ottobre p.v. a Bordighera hanno pensato di organizzarmi in quattro e quattrotto una mostra di incisioni "double face" fatte dal 1972 al 1996.
Sono molto contento che vengano finalmente apprezzate ed è questa la prima volta che faccio una personale di sole incisioni [...] Mostra a Bordighera. In esposizione 10 incisioni tutte double face fatte negli anni 1972/73 e 1995/96. La mostra a cura di Giorgio Loreti è accompagnata da un breve testo di Sergio Gagliolo e da un mio scritto:
"Per me Lucio Fontana rappresenta uno spartiacque fra il fare una pittura legata alla rappresentazione ed un'arte come conquista progressiva di nuovi spazi fisici e mentali. Ho sempre pensato che proseguire il suo insegnamento fosse la via. Con i buchi e i tagli ci ha fatto intravvedere la possibilità di un oltre interiore. Queste mie incisioni sono il tentativo, spero riuscito, di far vedere l'oltre.
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È il titolo che davo a questo genere di incisioni dove al posto dei puntini possiamo immaginare di scrivere degli opposti, per esempio: davanti/diestro, destra/sinistra, razionale/irrazionale, intenzionale/casuale, formale/informale...
Queste incisioni nascono nel 1972 quando all'Accademia Albertina di Torino nell'aula di incisione avevo notato che dopo una stampa con il torchio calcografico il foglio di carta che si metteva a protezione del dietro della lastra affinché non sporcasse si macchiava spesso in modo sorprendente. 
Imparai così a salvare questi fogli dal cestino dell'immondizia, ma soprattutto m venne l'dea di fare incisioni che valorizzassero il dietro, la parte nascosta della lastra, alla pari che il davanti e attraverso dei tagli mettere in comunicazione le due parti contrapposte.
Continuai a fare questo genere di incisioni fino al 1976, mentre parallelamente imparavo anche le tecniche classiche della grafica, acquaforte, acquatinta, puntasecca, maniera nera, serigrafia.
Dopo di che mi dedicai soprattutto alla pittura, ad Arte Plurale e all'Arte Partecipata. Poi, nel 1994 ripresi per un paio d'anni a fare incisioni "double face", mettendo a frutto ciò che avevo precedentemente imparato [...] "


 
Giustino Caposciutti, In mezzo al caos, 1986 - oil on canvas - cm.120x120

Giustino Caposciutti, Dinamismo statico, 1989 - acrilico su juta detessuta cm. 45x35
 
 
Giustino Caposciutti, BioSìArt: l'Arte che risana... l'Arte - 2018 - Tela detessuta, acrilico, legno, metalli - cm. 33x33x6

Giustino Caposciutti
  [a questo link il sito dell'artista] su Investire Oggi