martedì 22 settembre 2020

La vegetazione della Riviera e la siccità estiva secondo il Casey

Santolina ligustica - Archivio Moreschi

In Riviera il periodo asciutto dura almeno quattro mesi, dal principio di giugno alla fine di settembre, ma la siccità può durare anche molto più a lungo.  

Il discorso riguarda la fascia costiera perchè le valli interne e le Alpi marittime sono rinfrescate per tutta l'estate da temporali quasi quotidiani.  A Napoli i mesi senza pioggia sono tre: giugno, luglio e agosto; a Malta, Grecia ed in Sicilia, quattro o cinque; in Palestina sette ed in Egitto almeno di otto.

Se la vegetazione della Riviera ha poco da temere dalla severità dell'inverno, soltanto le specie ben attrezzate per lo scopo hanno la possibilità di sopravvivere con successo alla siccità estiva.

Nel capitolo riservato alle lucertole, ho menzionato alcuni arbusti che perdono effettivamente le loro foglie durante il lungo periodo asciutto, ritirandosi, per così dire dalla lotta e rianimandosi alle prime piogge autunnali. Anche nel capitolo riservato alle piante succulente ho parlato di come questi serbatoi vegetali siano ben preparati per sopravvivere alla sete.

La flora mediterranea, e quella della Riviera in particolare, usano altri metodi. La pianta succulenta menzionata inizia con un approvvigionamento sostanzioso d'acqua; ma la massima parte di quelle che non ne ricevono a sufficienza sono costrette a deperire periodicamente in base al liquido disponibile.

A questo fine avvizziscono durante la siccità, si proteggono con un manto peloso, così da ridurre la traspirazione al minimo.

Come le specie succulente, sono costrette ad economizzare la loro provvista di liquido al massimo ed è interessante osservare che hanno un minor numero di stomi rispetto di altre categorie di piante; eccetto, naturalmente, quelle che vivono immerse.

In nessun luogo nel mondo, dice Kerner, la copertura di peluria sul fogliame per limitare la perdita di umori è altrettanto abbondante e così diversificata come nel mondo vegetale delle coste mediterranee.

Gli alberi emettono foglie con peluria grigiastra, ed il "sottobosco Frigio" (come lo chiama Teofrasto) folto di alberelli ed arbusti che riveste strettamente i fianchi delle colline esposte al sole, appare grigio e biancastro.

L'aspetto del panorama è talmente improntato a queste modalità che viene la tentazione di definirne la flora come " sempregrigia", anziché "sempreverde".

Si nota una varietà senza fine di questi rivestimenti tomentosi sulle foglie che possono assomigliare a cotone o lana o di seta o feltro.

La predisposizione a resistere alla siccità è molto evidente nelle Composite, in particolare nei generi Andryala, Artemisia, Evax, Filago, Inula, Santolina, ed Helichrysum, tutte presenti in Riviera. 

L'Andryala  che lo trovato lungo la strada di Saint Laurent, vicino a Nizza, porta fiori giallo pallidi; la peluria copre tutta la pianta ed ha sfumatura giallastra.

Il genere Artemisia è rappresentato nella zona da una decina di specie, quasi tutte ambientate nelle montagne, comprese l'Artemisia absinthium, dalla quale si distilla l'omonima bibita. Ma la specie rara chiamata Artemisia gallica, non sembra distinguibile dalla britannica Artemisia maritima, cresce vicino Cannes e sulle isole. Questa pianta ha un piacevole profumo.

La minuscola rosetta dell'Evax pygmaea è comune nei pressi di Antibes, sui terreni pietrosi tra la stazione e la città.

La Filago spathulata, o "Gnafalio comune", chiamata da Bentham Gnaphalium germanicum, e da Gerard  Herba impia, forma un tappeti sui sentieri non rastrellati del giardino. La grande "Inula puzzolente" (Inula viscosa) vive dappertutto . Attorno ai suoi capolini gialli si arrampica una farfalla blu caudata, la Lycaena telicanus, e qualche volta la Lycaena baetica. La Santolina chamaecyparissus, un'altra pianta molto aromatica, è coltivata ed è diventata subspontanea in Riviera.

Helichrysum italicum nelle Cinque terre - Archivio Moreschi

Gli Helichrysum, ossia i "Semprevivi selvatici", nascono con  abbondanza dappertutto.  Il Professor Penzig aggiunge anche la Cineraria maritima ed il Diotis (Otanthus) candidissima, un specie del litorale rara in Riviera.

Fra le Leguminose sono elencate molte di queste piante resistenti alla sete (xerofile ) che indossano un mantello tomentoso come quello di San Giovanni Battista e mi piace di enumerarne alcune: Anthyllis barba Jovis, un arbusto costiero con tegumento argenteo: il Dorycnium hirsutum ed il rectum: il Cytisus triflorus, un arbusto non comune che non ho visto direttamente se non quando un amico me ne ha portato una fronda raccolta nella valle di Magnan: il Cytisus argenteus (Argyrolobium), chiamato così dal suo peli sericei e biancastri, abitatore delle macchie più aride.  

Ci sono molte specie protette da peluria anche nell'ordine delle Labiate. Per esempio: alcune Salvia, Teucrium, Marrubium, Stachys, Sideritis, Lavandula, Phlomis. Tutti vegetali comuni nella zona ad eccezione della Phlomis, coltivata nei giardini.  Credo di averla trovata subspontanea in un incolto abbandonato tra Carabacel e Cimiez.

Cistus monspeliensis - Archivio Moreschi

I comunissimi Cistus ed Helianthemum, la "Rosa delle rocce", che si incontrano dappertutto, sono tormentosi.
 

Lavatera maritima - Archivio Moreschi

Nella famiglia delle Daphne, il nome specifico della rara Thymelea hirsuta parla da solo. La Lavatera maritima, una vera perla delle rocce costiere, indossa un vestito peloso color verde perlaceo pallido. Il Cynoglossum Creticum porta "foglie grigiastre e pubescenti", mentre l'Eliotropio selvatico (Heliotropium europaeum) sembra imitare un "frate dell'Ordine grigio"; e questi esempi possono bastare perchè la maggior parte delle famiglie rappresentate nelle Riviere annoverano specie attrezzate a ripararsi dal sole.
 

Genista cinerea - Archivio Moreschi

In alcuni casi le foglie sono setacee nella pagina inferiore. Ad esempio, la Genista cinerea usa questa protezione contro il calore irradiato dal terreno. Appare, infatti, significativo che questo arbusto, abituato a vivere "sulle colline molto aride", sia di statura ridotta, cosicché le foglie sono esposte, ma in misura minima, al suolo ardente.

Amelanchier ovalis - Archivio Moreschi

L'Amelanchier, il cui fiore bianco brillante illumina ogni gola rocciosa, porta le sue gemme avvolte da spesse fasciature; ma come le lamine si espandono scartano l'involucro cotonoso. Forse, poiché vive nelle macchie più umide, corre un minor rischio di rinsecchirsi e bruciare. La confezione tormentosa può servire per proteggere la gemma e la giovane e tenera foglia delicato dagli attacchi dei bruchi; sono infatti persuaso che i peli fogliari servano in molti casi a questo scopo. E certo che si vedono spesso alberi con foglie glabre, come i Salici ad esempio, completamente denudati da larve di differenti specie.
 

Helianthemum lunulatum - Archivio Moreschi

Il Cistus tuberaria (Helianthemum tuberaria), una pianta molto appariscente, incontrata in occasione di tutte le escursioni nell'Esterel, presenta un fenomeno straordinario: le foglie della rosetta basale sono coperte con peli grigi, mentre quelli degli scapi fiorali sono verdi e completamente glabre. Si può credere di essere davanti a due piante diverse che si sono mescolate fra loro. Il botanico Kerner spiega la cosa come segue: le foglie della base sono permanente e debbono esser adatte a superare la siccità estiva, mentre quelle del fusto scompaiono con la maturazione dei frutti.
Quanto ai peli singoli che compongono questi scudi antisole non ho abbastanza spazio per per descriverli. 

Ma le appendici epidermiche delle piante rivierasche costituiscono un ottimo campo di indagine. 

I peli ramosi dello sgradevole e pericoloso Platano sono illustrati in tutti i libri botanici; come le ghiandole globulari che racchiudono il profumo della Lavanda, ognuna collocata su un minuscolo sostegno e protetta da peli sparsi. I lustrini del sacro Styrax ed i pungiglioni a forma di bisturi della lussureggiante Wigandia caracasana, possono costituire altrettanti esempi  di struttura.

Phagnalon saxatile - Archivio Moreschi

Sinora ho accennato a due metodi diversi per contrastare la siccità, ma ne esiste anche un terzo che consiste nell'orientamento perpendicolare della foglia rispetto al cielo, così da presentare la minor quantità di superficie ai raggi. Le foglie tardive dell'Eucalipto sono un esempio di questa tecnica.
E' anche possibile per una pianta, arrotolando i margini della lamina, preservarla vantaggiosamente durante i giorni assolati dell'estate, diminuendo in questo modo l'area esposta e l'evaporazione da parte parte degli stomi nascosti dalla piegatura. Esempi familiari sono quel paio di graziose piante murali chiamate Phagnalon (o Conyza) al quale si possono aggiungere gli ancor più belli Semprevivo (Helichrysum), Rosmarinus, Erica, e Coris.

Un ulteriore progetto antisiccità è adottato dal Nerium oleander e dai fusti dei Cactus assieme ad altre piante; in questi casi le cellule epidermiche sono addensate da depositi secondari. È ovvio che nella battaglia quotidiana con Febo ed il carro di Apollo un'erba o un arbusto possono usare più di un'arma, come i Cactus che vediamo adottare almeno tre stratagemmi.
 

Nicotiana glauca - Archivio Moreschi

Fra le piante selvatiche o coltivate della zona più capaci di resistere alla siccità, la Nicotiana glauca e la Diplotaxis tenuifolia emergono per i risultati ottenuti, anche se resta più o meno misterioso il modo in cui riescano a trattenere la loro umidità, perché nessuna ipotesi risulta provata. Non ho mai visto, la prima, subire il minimo inconveniente imputabile alla siccità; quanto all'onnipresente Crucifera gialla rimane sempre in fiore e piena di corolle anche quando le altre erbacce seccano completamente.
Infine, una classe rilevante di piante sostituisce il tessuto tenero delle con alcuni organi più robusti che, ben forniti di clorofilla, svolgono lo stesso lavoro pur essendo capaci di resistere meglio al sole.

Poichè descrivo quasi tutti questi vegetali in altri capitoli, li rimando per il momento e mi limito naturalmente, a parlare di quelle piante prive di foglie che sono comuni in Riviera.
 

Ruscus aculeatus in fiore - Archivio Moreschi

Il Ruscus (La Ginestra del macellaio) ha rami appiattiti al posto delle foglie. L'Asparago molto affine geneticamente è anche privo di fronde. L'Opunzia e la tribù dei Cactus non sanno cosa sia una lamina. La Kleinia (una Composita succulenta) sembra stare meglio quando ne resta completamente priva. La Casuarina equisetifolia esibisce solo sottili ramificazioni, il Polygonum platycladon usa nastri verdi quale sostitutivo.
Molte Acacie utilizzano i piccioli dilatati (fillodi) come foglie, e sembrano avere il fogliame folto come gli altri alberi, benché ne siano prive. La minacciosa Colletia cruciata e parecchie forme di Spartium, sono scarsamente provviste di fogliame.
 

Lathyrus aphaca - Archivio Moreschi

I Lathyrus aphaca ed ochrus, erbe di campo assai diffuse, dipendono dalle loro stipole, perché le lamine sono trasformate in viticci. Il Lathyrus nissolia, l'Erba veccia, non sta meglio. Ne ho raccolto esemplari a Caussols, sopra Grasse. Non cresce fogliame nell'oscuro groviglio formato dai fusti dell'Ephedra, un rampicante delle conifere proveniente dall'Africa del Nord. 

Aphyllanthes monspeliensis - Archivio Moreschi

Dobbiamo aggiungere il "Giglio giunco" dal colore blu, l'affascinante, Aphyllanthes monspeliensis e, fra le Ombrellifere, il Buplevrum fruticosum, arbusto preferito nel giardinaggio delle Riviere.

Questo elenco delle piante prive di foglie è lungi dall'essere completo perchè ogni botanico può fare facilmente delle aggiunte, ma dimostra ampiamente come in questa regione molti vegetali trovino vantaggioso vivere privi di foglie.

George Edward Comerford Casey, Riviera Nature Notes: a popular account of the more striking plants and animals of the Riviera and the Maritime Alps, seconda edizione, 1903, Capitolo XXIII°, traduzione di Alfredo Moreschi