martedì 9 marzo 2021

Ricordi quei versi?


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La farfalla di novembre
Roberto Rododendro
Articolo acquistabile con 18App e Carta del Docente
Editore: ilmiolibro self publishing
Collana: La community di ilmiolibro.it
Anno edizione: 2021
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Descrizione
“Il poeta è uno che fa le cose su serio, ma non si prende troppo sul serio, come suggeriva Montale. Il poeta, almeno da Baudelaire, ha perso l’aureola, né può rinverdirla agli inizi del ventunesimo secolo. Il poeta oggi, se vuole avere un minimo di lettori, deve essere umorista nell’accezione migliore del termine, un grande utopista, impegnato a difendere i valori permanenti dell’uomo: libertà, giustizia sociale, solidarietà con gli ultimi e i diversi, insomma coscienza critica della società. Va da se che non bastano la preparazione e la versatilità degli interessi occorre poi che trovi un linguaggio autenticamente creativo, originale, selezionato. La poesia non è stata mai improvvisazione. Il che non significa che non bisogna farla. Anzi. Essa non fa male a nessuno. Fondamentale è  la coscienza dei propri limiti. La modestia tra l’altro non guasta neppure ai grandi. Dice un mio conoscente: D.M.Testa.
Rileggendo e trovandomi d’accordo con lui, ritengo, quindi, che non sarò mai un poeta”.
L'immagine può contenere: il seguente testo "Sono una creatura Sono come la pietra nel torrente che rotola dove corrente la porta come il fungo di pineta bugiardo tra le felci nascosto sono come l'erba del prato che sente il sussurro del bosco esi rode d'invidia Sono come il ragno che tesse la tela come la rondine che del ragno la tela e la vita con un volo spezza"
foto dal Facebook della figlia Roberta
Chiara Salvini, Il nostro carissimo Roberto Rododendro è riuscito a pubblicare per Natale il libro..., neldeliriononeromaisola, 17 gennaio 2021

L'antico mercato dei Fiori di Sanremo (IM) distrutto dal bombardamento aereo del 13 giugno 1943

Ricordi quei versi?
Nacqui 22 giugno del ’43
c’era la guerra
e non fu un momento buono per nascere
tre mesi dopo
in un giorno di bombe
mia madre scappando al rifugio
mi dimenticò nella culla
poi corse indietro
ricordandosi che ormai c’ero anch’io
Così sono vissuto:
come uno che c’era
ecc.ecc.
ecco, questo me lo son portato dietro e, per inciso, non è vero che mia madre mi dimenticò nella culla ma a me piace pensarla così…
anch’io ho sempre avuto l’impressione da piccolo di essere lasciato nell’angolo, ma non era vero.
Deanna pensava che tutte le coccole erano per me e ci aggiungeva le sue.
Eppure l’idea m’è rimasta a lungo.
Chiara Salvini, Ricordi quei versi? Nacqui 22 giugno del ’43... sono roberto rododendro!neldeliriononeromaisola, 17 agosto 2016
Chiara Salvini scrive:    

17 Agosto 2016 alle 20:05    
una spiegazione primitiva che mi azzardo a suggerire è che anche ti avessero dato la luna, come diceva sempre mio papà, le tue aspettative di ricevere stima e consenso erano molto più esigenti di quanto di offrivano; per l’amore che mancava, devi guardare la luna piena e dirti::: ” la mia bocca un giorno o l’altro se la ingoia “. Certamente essendo un maschio le attenzione erano tutte per te, in più si aggiungeva quella santa di tua sorella! E tu, oltretutto invidiavi lei che ne riceva molte più di te…una travisamento che si capisce in un bambino. Un po’ geloso. Quello che non provo neanche è capire perché motivo avevi bisogno (tuo) di vederti come una vittima::: una volta ho chiesto ad una paziente, una ragazza giovane e molto in gamba, ” Hai idea del perché hai bisogno di sentirti una vittima? ” // ” Perché mi abbassa subito i sensi di colpa “-Su questa storia…c’è una storia più lunga che mi sono fatta io, mi pare anche nell’ultimo delirio, ma ora vi risparmio, che dice: ” Se siamo vittime di qualcuno o di varie persone, vuol dire che quello che mi accade rappresenta la loro volontà e non la mia, io subisco passivamente; questo significa che in questa faccenda non ci sono responsabilità mie che mi obblighino a guardarmi e a passare dalla posizione passiva a quella attiva- che sarebbe poi guardare in faccia o di profilo, quello che mi tocca…e purtroppo fare e modificare la mia situazione, cosa che magari da solo non so fare…Questa cosa la ritengo, per me, molto importante, da far capire a chi ne vive, certo andrebbe espressa in maniera più comunicativa. Pazienza, A VOI POETI TUTTA LA PAROLA! Notte da chiara
[commento a Chiara Salvini, Ricordi quei versi?..., art. sopra citato]