lunedì 24 maggio 2021

Sanremo è forse l’unica città al mondo che ha dedicato un monumento ai caduti di tutte le guerre e di tutte le Patrie

Sanremo (IM): attuale Monumento ai Caduti

[...] Nel 1915 Vincenzo Pasquali si trasferisce a Sanremo, dove apre una bottega e galleria d’arte dall’intitolazione emblematica della provenienza dei suoi prodotti: Florentiae ars. Vende, infatti, opere d’arte e oggetti d’arredo di sua produzione o provenienti dalle grandi ditte artistiche toscane, come la Fonderia Artistica Vignali, la Premiata società ceramica Colonnata di Sesto Fiorentino e, naturalmente, la Fonderia artistica in bronzo dei Fratelli Pasquali.
Nella Sanremo del primo dopoguerra, mondana e patriottica, il nome del Pasquali non tarda a essere riconosciuto soprattutto per le sue commissioni pubbliche, in particolare per la realizzazione di monumenti di grande rilevanza per la città che traducono in scultura retorica e simbolica quegli ideali patriottici. Vincenzo Pasquali diviene lo scultore ufficiale della città ligure riprendendo quel ruolo pubblico che aveva ottenuto nel territorio maremmano.
Nel 1922 Vincenzo Pasquali vince il concorso per la realizzazione del bozzetto del Monumento ai caduti di Sanremo, la progettazione del quale lo mette nuovamente in stretto contatto con le grandi personalità artistiche della Liguria che il Pasquali aveva potuto conoscere durante il suo soggiorno genovese. Come nel resto della nazione, anche la committenza pubblica di Sanremo apre, in questi anni, nuovi spazi di espressione agli artisti.
Un fenomeno che in realtà aveva avuto nella città di riviera un precedente importante nel Monumento a Giuseppe Garibaldi di Leonardo Bistolfi inaugurato nel 1908 e improntato su uno stile fortemente simbolista.
Ed ecco che le presenze artistiche che si erano aggregate proprio intorno al monumento di Bistolfi, oramai più di un decennio prima, riappaiono a Sanremo negli anni venti, dando origine a uno stimolante clima artistico e culturale: Galileo Chini, arrivato in città per decorare il Cinema Centrale; Edoardo De Albertis e Venceslao Borzani chiamati a comporre la commissione tecnico-artistica incaricata di collaudare il modello al vero per il monumento ai caduti. Ritorna anche Leonardo Bistolfi per l’esecuzione di un monumento in memoria di Orazio Raimondo <6 e per partecipare alla Prima Internazionale d’ Arte di Sanremo del 1922, insieme a Plinio Nomellini, Antonio Rubino, Angelo Rescalli, Edoardo Rubino e Jules Van Biesbroek, <7 che aveva inoltre gareggiato, senza successo, al concorso del bozzetto per lo stesso monumento ai caduti. Non è un caso, tuttavia, che a quest’ultimo venga preferito il bozzetto del Pasquali. Se l’estetica simbolista poteva ancora attecchire nel gusto della borghesia di provincia, questo non aveva più senso nella scultura monumentale, che richiedeva un linguaggio retorico con forme più solide e nette.
La vicenda progettuale del monumento è, quindi, rappresentativa dell’attivazione di una macchina organizzativa che coinvolge l’opinione pubblica attraverso un costante monitoraggio sui giornali locali e un coinvolgimento attivo della popolazione alla raccolta dei fondi per la sua messa in atto. <8 Oltre alla già ricordata Prima Internazionale d’Arte (15 gennaio - 5 marzo 1922), una mostra pensata allo scopo di raccogliere finanziamenti per la messa in opera del
monumento, il comitato promotore organizza una lotteria le cui cartelle, del valore di 5 lire l’una, sono disegnate da Antonio Rubino, mentre le cartoline ricordo per la sottoscrizione pubblica bandita pro Monumento ai caduti di guerra, dall’impianto grafico di Van Biesbroeck, ammoniscono: “Qualunque offerta sarà sempre inferiore a quella di chi ha dato la vita”.
Il bozzetto del Pasquali <9 - che era stato richiesto, contemporaneamente, dal Comitato Italiano di Lione per il quale l’artista concepirà, successivamente, un’altra opera - viene esposto in una celebrazione pubblica l’11 novembre 1922 e inaugurato esattamente l’anno successivo, il 12 novembre 1923 [Fig. 3].

Fig. 3: Vincenzo Pasquali, Bozzetto del Monumento ai caduti di Sanremo, 1923, Archivio Vincenzo Pasquali, Sanremo, Museo civico - Fonte: Alessandra Piatti, Op. cit. infra

Il monumento si componeva di un gruppo bronzeo - oggi perduto <10 - poggiante su un grande basamento, un parallelepipedo trapezoidale a base quadrata in granito - che spicca ancor oggi per la sua monumentalità - le cui facciate erano state diversamente decorate in bronzo: un festone che porta incisi i nomi delle battaglie italiane più importanti, cinge la parte superiore, mentre, al di sotto, aquile reggono i cartigli con i nomi di Roma a sud, di Trento a ovest, di Trieste a est. Il gruppo bronzeo era formato da sei eroi nudi, anatomicamente descritti e dolenti che emergevano da un fondo non lavorato a simboleggiare il risorgere dalle fiamme della fede che alimenta il loro sacrificio. Da questi si eleva la Vittoria alata sul suo destriero in corsa che si protrae in avanti, in un progressivo e continuo moto ascensionale, concluso dalla spada alzata della Vittoria.
[...] La fama che acquista il Monumento ai caduti di Sanremo, accentuata dall’evento d’inaugurazione al quale partecipa il Re Vittorio Emanuele III, procura a Vincenzo Pasquali, altre commissioni da parte di comitati cittadini della provincia di Imperia e di Savona. In queste opere, ora in marmo, ora in bronzo, lo scultore ripropone, in studiate varianti, il tema del soldato vittorioso o morente.
Il 29 giugno del 1924 viene inaugurato il Monumento ai Caduti di Taggia - commissionato due anni prima, il 12 dicembre del 1922, dal Comitato dei Combattenti di Taggia.
6 Il monumento dedicato al noto uomo politico sanremese Orazio Raimondo (Sanremo 1875 – ivi 1920) era stato commissionato a Bistolfi nel 1922 e doveva originariamente essere collocato nel sito in cui poi sarà eretto il Monumento ai caduti del Pasquali. Si può quindi presupporre anche un ulteriore contatto tra i due scultori in relazione alla maschera mortuaria di Orazio Raimondo che il Pasquali aveva prontamente rilevato.
7 Lo scultore belga, che si era trasferito con il padre, anch’egli artista, a Bordighera nel 1914, ebbe il merito di ravvivare nell’estremo Ponente ligure l’interesse per il simbolismo di matrice bistolfiana con opere significative quali, ad esempio, la Tomba Coudlougon nel Cimitero Monumentale della Foce di Sanremo.
8 Nell’eccessivo proliferare di concorsi per i monumenti ai caduti emergono alcune vicende concorsuali che diventeranno modelli di riferimento: accanto al concorso per il Monumento ai caduti di Vado del 1923 vinto da Arturo Martini e a quello, dell'anno successivo, di Genova, sarà quello bandito nel 1920 per la realizzazione del Monumento al Fante a emergere sopra tutti (Sborgi 1989: 15-23).
9 Il bozzetto è oggi conservato presso il Museo civico di Sanremo ed esposto nella sala dedicata alla storia della città.
10 Nel 1942 il gruppo viene inviato al Centro di Raccolta Metalli e lì fuso. Al basamento invece vengono apportate alcune modifiche: la parte superiore, dove si collocava il bronzo venne chiusa in modo piramidale da tre lastre di granito.

Alessandra Piatti, Dalla Vittoria alata alla Madre dolente, Elephant & Castle, n. 12 dicembre 2015, Università degli Studi di Bergamo
 
Basamento del Monumento ai Caduti di Vincenzo Pasquali in Sanremo

[...] Nel secondo dopoguerra la questione della commemorazione del sacrificio si presta dunque ad accendere animi e passioni civiche. Le controversie sono più vivaci laddove la metallofagia fascista aveva lasciato le comunità prive di un monumento ai caduti.
Sanremo, per esempio, negli anni Settanta si interroga sul destino del grosso basamento lapideo che aveva ospitato a lungo un’imponente vittoria bronzea di Vincenzo Pasquali e che da tempo giace mutilo. La polemica è anche di natura turistica e da più parti si punta il dito sulla presentabilità di una località balneare frequentata da viaggiatori di tutto il mondo <2. Una simile contingenza si era già verificata a Sanremo negli anni successivi al Primo conflitto mondiale, quando la mancata sistemazione delle salme dei soldati nel cimitero civico offriva ai turisti un’immagine indecorosa della città.
Nel 1962 si ha la prima proposta di un monumento sostitutivo ad opera dello scultore Ettore Tinto di Torino, già combattente della Prima guerra mondiale, il quale suggerisce una soluzione estesa per dimensioni e temi.
Una «sintesi plastica di tutta la storia militare d’Italia» che il comune non tarda a giudicare inappropriata e impossibile da realizzarsi <3. Poco tempo dopo si attiva Francesco Bronda, presidente della sezione sanremese dell’Associazione nazionale combattenti e reduci, il quale propone un bozzetto dello scultore torinese Pietro Lorenzoni rappresentante «un’ala stilizzata che si protende verso il cielo con la tensione di un arco e dalla sottostante raffigurazione drammatica di un Caduto» <4.
L’idea è quella di realizzare un’opera ispirata al principio della pace tra i popoli, ma la soluzione incontra da subito diverse resistenze, soprattutto da parte della vecchia classe dirigente matuziana. Esemplificativa di questi malumori è una lettera di un reduce sanremese, Antonio Sapia, il quale si rivolge direttamente al governo per dissuaderlo dall’accettare la proposta di Bronda poiché a suo dire non rappresentativa dei desideri della cittadinanza.
Uno stralcio della missiva datata 28 marzo 1973, tra gli altri al ministro del bilancio Paolo Emilio Taviani e alla segreteria della Democrazia Cristiana, fa emergere chiaramente la diffidenza verso un concetto monumentale ritenuto quasi indecoroso nella sua universalità: " Il sottoscritto Antonio Sapia, nato a Sanremo il giorno 8.7.1912 da antica famiglia sanremese, distintivo d’onore come mutilato, combattente della guerra d’Africa Settentrionale (1941/1946), informa S.E. di aver parlato, in data odierna, con il Sindaco della Città di Sanremo, in qualità di rappresentante della categoria mutilati ed invalidi di guerra, circa la ricostruzione dell’originale monumento ai caduti di tutte le guerre di Sanremo. Il Prof. Dott. Francesco Bronda, Consigliere del Comune di Sanremo, nato a Palermo il 13.9.1914 e residente in Sanremo dal 3.8.1945, ha impostato all’Amministrazione un monumento di sua idea, senza tener conto della aspirazione dei cittadini Sanremesi, i quali desiderano la ricostruzione del monumento in questione sul modello originale, distrutto durante il periodo bellico. ... Si prega S.E., a nome dei cittadini Sanremesi, di far annullare questa decisione ... che riteniamo ingiusta nei confronti della Città di Sanremo e dei suoi caduti " <5.
La diatriba contribuisce ad allungare i tempi della sostituzione, così nel 1975 Sanremo è ancora senza il suo monumento. Certo non mancano le lapidi e le opere commemorative erette nei circondari - pensiamo per esempio a Bussana - ma quel basamento ancora spoglio rappresenta idealmente l’incapacità di rielaborare una memoria condivisa dopo le ultime vicissitudini belliche.
In questo contesto continua l’impegno dell’Associazione nazionale reduci e combattenti che il 13 maggio 1975 indirizza una lettera al sindaco di Sanremo e per conoscenza a diversi giornali liguri. Con tono perentorio il sodalizio solleva nuovamente il problema del monumento e con esso il mancato tributo di riconoscenza verso i soldati scomparsi nel Secondo conflitto mondiale. Il primo cittadino è chiamato ad intervenire «senza più alcuna dilazione ingiustificata impolitica e indecorosa» all’erezione di un degno monumento ai caduti <6.
Alla fine si impone la linea universalista di Bronda anche se la nuova opera scultorea non sorgerà sul piedistallo vuoto, bensì altrove. Passa dunque la singolare idea di un monumento ai caduti «di tutte le guerre e di tutte la patrie», un inedito tentativo di diffondere il pensiero pacifista senza svilire il concetto di patria. Scopo ultimo dell’iniziativa è fare emergere la declinazione della memoria dei caduti in prospettiva antibellica: "Sanremo è forse l’unica città al mondo che ha dedicato un monumento ai caduti di tutte le guerre e di tutte le Patrie: il primo universale messaggio di pacificazione scolpito sul feretro di un soldato qualsiasi di un Paese qualsiasi, caduto in qualsiasi luogo di battaglia, in un giorno qualsiasi della sanguinosa storia dell’umanità. È un invito alla Pace fra i popoli, non a certi pacifismi di maniera e a senso unico che aprono la strada alla schiavitù: la Pace delle armi, ché ancora molte lotte il genere umano dovrà sostenere lungo il proprio cammino: contro gli eccessi tecnologici, le devastazioni sulla natura, lo spreco di materie prime, le inettitudini dei governanti, le prepotenze, le sopraffazioni, la violenza criminale, l’inesorabile incalzare delle malattie" <7.
Il monumento vedrà la luce il 14 febbraio del 1982 alla presenza delle autorità cittadine, delle associazioni combattentistiche e dei consoli di Germania, Spagna, Inghilterra, Svezia e Danimarca, a testimonianza di una convergenza inter e sovranazionale sul tema dei caduti.
La poesia che fa da cornice al manufatto è infine dedicata al soldato «gladiatore di un atroce gioco» che risorgerà quando le spade arrugginite degli uomini lasceranno spazio all’aurora della pace <8.
Il piedistallo del vecchio monumento ai caduti, invece, è rimasto ancora a lungo privo di una statua che lo sormontasse, ed è diventato di fatto esso stesso il monumento.
Soltanto nel giugno del 2018 è stata collocata sul basamento una fedele riproduzione dell’originale per iniziativa della signora Elsa Ausenda, nel ricordo del marito Renato, ex combattente degli alpini.
 

Basamento del Monumento ai Caduti di Vincenzo Pasquali in Sanremo

La statua è stata realizzata dall’artista napoletano Domenico Sepe e donata alla municipalità matuziana.
 

2 ASI, ANCR, f. 87, Erezione del monumento ai caduti di Sanremo. Lettera dell’ANCR al sindaco di Sanremo del 13 gennaio 1962.
3 Ibid.
4 Cfr. Cronaca di Sanremo. Un nuovo monumento ai Caduti sul piedistallo rimasto vuoto, in «Il Secolo XIX» del 1 ottobre 1971.
5 ASI, ANCR, f. 87, Erezione del monumento ai caduti di Sanremo. Lettera di Antonio Sapia al ministro del bilancio Paolo Emilio Taviani e per conoscenza alla segreteria della Democrazia Cristiana, al sindaco di Sanremo e al prefetto di Imperia, Sanremo, 28 marzo 1973.
6 Ivi, Lettera dell’ANCR al sindaco di Sanremo del 13 maggio 1975.
7 ASI, ANCR, f. 87, Comunicati stampa.
8 SOLDATO, // GLADIATORE DI UN ATROCE GIOCO // QUANDO, DIMENTICATE DALL’UOMO // RUGGINOSE GIACERANNO LE SPADE // UN’AURORA DI PACE // SORGERÀ AI CONFINI DEL MONDO.

 

Graziano Mamone, Morti e viventi. Lutto e memoria della Grande Guerra in Liguria in Memorie di pietra. Testimonianze della Grande Guerra in Liguria, Consiglio regionale della Liguria, 2018, pp. 46-48