domenica 14 luglio 2024

Tra le case gentilizie di Latte ricorda quella di Cabagni, usando il solo cognome Baccini

Latte, Frazione del comune di Ventimiglia (IM): la zona più interessata dal racconto che qui segue

La mia curiosità ha inizio da due righe di Wikipedia che informano che il maresciallo Antonio Carcasola di Gallarate introdusse a Latte, frazione di Ventimiglia, la coltivazione industriale dei fiori, producendo rose e garofani.
Poi nella "Cronaca ventimigliese 1859-1913" di Girolamo Rossi trovo la seguente notizia: "1903 - Dicembre - Oggidì, che Ventimiglia è nota pel traffico e la coltura dei fiori, occorre segnalare che nel 1881 il maresciallo dei carabinieri Antonio Carcasola di Gallarate fu il primo ad introdurre in Latte, nella villa Cabagni, la coltura dei fiori: in essa fecero ormai fortuna i Riva, i Saini, i Notari, ed i Martini". 
Ma questa iniziativa ebbe un epilogo complicato. Il contratto tra Carcasola e Cabagni era una locazione sui generis, quasi un'enfiteusi, con canone basso ma con obbligo di effettuare miglioramenti al fondo nel corso del contratto. La morte della moglie di Carcasola, cointestataria del contratto di affitto, complica le cose e alcune clausole li portano ad un litigio davanti al giudice.
Il notaio Mauro con atto del 19 aprile 1880 prevedeva che al termine del contratto tutti i miglioramenti apportati dal Carcasola e gli arredamenti stessi presenti nella casa, andassero a Cabagni senza nessuna indennità. Purtroppo, non era previsto che uno dei coniugi Carcasola morisse e interrompesse il contratto in anticipo in modo naturale. Su questo si apre una causa che arriva a sentenza in Corte di appello a Genova a fine del 1893.
Lo scopo di questo racconto non è far rivivere la sentenza che stabilisce per l'avv. Cabagni l'obbligo di risarcire il Carcasola nel momento in cui abbandona la campagna che aveva coltivato in locazione, ma piuttosto di individuare i luoghi ed i ricordi e ricostruire gli inizi della floricoltura.
Dell'avvocato Giovanni Cabagni trovo che nel 1875 chiedeva l'aggiunta del cognome Baccini. Da altri documenti successivi emerge che lo stesso era sposato a Bordighera con Manuel Gismondi Anna fu Luigi e che fu sindaco dal 1895 al 1901.
Anche il frate Luigi Ricca già nel 1865 nel suo viaggio verso Nizza, tra le case gentilizie di Latte ricorda quella di Cabagni, usando il solo cognome Baccini.
L'ultima traccia che trovo informa che nella villa Cabagni di Latte nell'ottobre del 1903 si installò la Congregazione dei Padri di San Pietro in Vincoli, provenienti da Marsiglia per dedicarsi all'educazione dei "discoli e dei carcerati". Rimasero fino al 1915.
L'annuario d'Italia  per l'esportazione e l'importazione del 1911 include in comune di Ventimiglia Ballini Pompeo, Diana, Lercari, Martini, Notari, Palmero, Riva, Saini, Squarciafichi, Viale.
Ballini Pompeo coltivava ed esportava rose a Mortola ed era un pioniere della floricoltura. Nei giardini Hanbury in un piccolo fabbricato chiamato "casa Ballini" è ubicata una banca dei semi per la conservazione della diversità vegetale e sono disponibili circa trecento tipi di semi per scambi con altri Orti Botanici. In passato la villetta era utilizzata come casa colonica per i giardinieri.
Già nel 1901 Carlo Riva aveva partecipato al congresso degli agricoltori e orticoltori italiani a Firenze, unico floricoltore.
Siamo rimasti in pochi a chiamare "da Riva" una campagna tra l'Aurelia ed il mare vicino alla casa del Vescovo e a villa Botti ormai diventata un po' condominio e un po' roveto.
Arturo Viale, Punti Cardinali. Da capo Mortola a capo Sant'Ampelio, Edizioni Zem, 2022

[altre pubblicazioni di Arturo Viale: I sette mari. Storie e scie di navi e di naviganti e qualche isola, Book Sprint Edizioni, 2024; La Merica...non c'era ancora, Edizioni Zem, 2020; Oltrepassare. Storie di passaggi tra Ponente Ligure e Provenza, Edizioni Zem, 2019; L'ombra di mio padre, 2017; ViteParallele, 2009; Quaranta e mezzo; Viaggi; Storie&fandonie; Ho radici e ali; Mezz'agosto, 1994]

Sulle complesse vicende e sull'intricata genealogia dei Cabagni e dei Baccini si trovano notizie interessanti nel racconto "Casa Eugenia dei Manuel Gismondi" di Giuseppe E. Bessone che appare in "Racconti di Bordighera - 3" (a cura di Pier Rossi, Alzani Editore, 2021): "Verso la fine degli anni '20 del 1800 i tre maschi della nobile famiglia Baccini di Castelvittorio, già Castelfranco, decidono di maritarsi e di scendere al mare. Pier Paolo rimane scapolo, e poi sacerdote, e costruisce una villa a Latte di Ventimiglia, ora Zanelli: Francesco, avvocato, scende a Sanremo ove costruisce una casa ancora esistente su Via Nuova; Giovanni, il più giovane ha ereditato i terreni assai vasti di Bordighera dei Muraglia [...] e vi costruisce nel 1830 una casa, l'attuale Casa Eugenia [...] Con la morte di Giovanni finisce la famiglia Cabagni Baccini in linea diretta e la proprietà dei vasti terreni a monte e la Villa passano prima alla moglie e, successivamente, ai nipoti Manuel Gismondi [...]".
Ponendo termine alla citazione, si vuole aggiungere che in ordine al cognome Manuel Gismondi si potrebbero aprire diverse altre pagine di storia locale, soprattutto relative a Sanremo.
Adriano Maini