sabato 16 novembre 2024

Nacque a Porto Maurizio uno tra gli animatori della Resistenza in Liguria

Imperia: un angolo di Borgo Foce a Porto Maurizio

Franco Antolini
Liguria
Nato a Porto Maurizio (Imperia) l'11 settembre 1907, deceduto a Genova il 4 luglio 1959, economista
Negli anni dell'Università era entrato nel movimento antifascista e, su ispirazione di Carlo Rosselli, aveva contribuito alla nascita e alla diffusione della rivista Pietre. Allorché giunse il momento del servizio militare, frequentò il corso allievi ufficiali, ma ne fu allontanato per le sue idee politiche e assegnato, per punizione, ad una "compagnia di disciplina". La conoscenza di Rosselli lo portò, nel 1928, ad aderire al movimento "Giustizia e Libertà" ma, com'ebbe a scrivere, "una più profonda maturazione culturale e politica" lo indusse a cercare contatti con la classe operaia genovese e, dal 1935, a militare nel Partito comunista clandestino.
Negli anni della guerra di Spagna, Franco Antolini s'impegnò nell'organizzazione dell'espatrio di combattenti antifranchisti. Nel 1937, entrato col socialista Rodolfo Morandi nel "Fronte Unico Antifascista", fu arrestato e, dopo mesi di segregazione, processato dal Tribunale speciale. I giudici fascisti non riuscirono a portare prove a suo carico e il giovane professionista fu assolto.
Dopo l'8 settembre 1943, Franco Antolini fu tra gli animatori della Resistenza in Liguria. Membro del Comando militare regionale, il 18 marzo 1944, finì nelle mani delle SS. Tre mesi di carcere e di stringenti interrogatori non bastarono a strappare ad Antolini nomi o indicazioni; così i tedeschi lo deportarono nel campo di eliminazione di Mauthausen.
Sopravvissuto e rientrato in Italia, Franco Antolini fu designato dal CLN commissario all'Ansaldo. Egli è stato anche consigliere comunale e provinciale di Genova e membro della Commissione centrale economica del PCI. Tra i suoi scritti economici, anche un Manuale del contribuente che è stato, per anni, uno dei testi più consultati. Dopo la sua morte, a Genova, gli è stata intitolata una Sezione del PCI. Una strada del capoluogo ligure porta il suo nome.
Redazione, Franco Antolini,ANPI

Nato ad Imperia l’11.9.1907
Residente a Genova. Ufficiale degradato per antifascismo, viene arrestato nel giugno 1937 per appartenenza al Fronte unico antifascista e deferito al Tribunale Speciale. E’ assolto il 10.6.1937. Radiato nel 1941.
Partecipa alla guerra di Liberazione. Catturato il 18.3.1944 dalle SS, è deportato a Mauthausen. Sopravvissuto, rientrerà in Italia nel 1945.
Consigliere comunale e provinciale a Genova, membro della Commissione centrale del PCd’I, economista di grande rilievo.
Muore il 4.7.1959.
Redazione, Franco Antolini, ANPPIA

Sui primi giorni della Resistenza a Genova a questo collegamento il Diario di Franco Antolini 

Franco Antolini nacque l’11 settembre 1907 nell’allora comune di Porto Maurizio, in provincia di Imperia, da Carlo e Tomasina Stupazzoni. Si trasferì a Genova nel 1925, in seguito al secondo matrimonio della madre, rimasta vedova quando Franco aveva due anni, con Francesco Germinale. Nel capoluogo ligure si iscrisse alla Facoltà di Economia e Commercio dove fondò, insieme a Francesco Manzitti e Virgilio Dagnino, compagni di università, la rivista antifascista «Pietre», i cui numeri uscirono dal 1926 al 1928, anno in cui la rivista cadde vittima della retata fascista seguita all’attentato di Milano del 12 aprile 1928. La partecipazione di Franco Antolini a «Pietre» si era interrotta già nel 1927, in seguito all’inizio del periodo di leva di Antolini, il quale frequentò il corso di allievi ufficiali, insieme a Virgilio Dagnino. Gli eventi, però, si ripercossero anche sui due giovani, i quali, con un pretesto, furono degradati e spediti in una Compagnia di disciplina e poi rinchiusi nello Stabilimento militare di pena a Forte Ratti, in attesa del deferimento al Tribunale speciale. Tuttavia, in mancanza di prove contro di loro furono dimessi da Forte Ratti alla fine dei rispettivi periodi di leva: Dagnino nel novembre 1928; Antolini nel maggio 1929. In questo stesso anno conseguì la laurea e nel 1931 ottenne l’iscrizione all’albo professionale dei commercialisti. Tuttavia fu degradato da tutti gli incarichi giudiziari a causa della mancanza della tessera del Partito nazionale fascista, al quale non fu mai iscritto. Esercitò la sua professione, quindi, come libero professionista. Nel 1934 sposò Valeria Agostini, colta ed elegante giovane. Nel 1935 prese la tessera del Partito comunista, di cui fu attivo militante. Nell’aprile del 1937 fu arrestato a causa dei contatti che aveva stabilito con il cosiddetto “Fronte unico antifascista”, costituitosi a Milano a partire dal gruppo antifascista socialista di Rodolfo Morandi e che era impegnato nel riavvicinamento dei partiti della sinistra italiana. Dopo una reclusione di sei mesi, prima nel carcere milanese di San Vittore e poi in quello romano di Regina Coeli, il 10 ottobre 1937 fu assolto a causa della mancanza di prove a suo carico. Dal 1943 partecipò alla lotta clandestina antifascista come membro del Comitato militare del Cln ligure ed ispettore di zona, insieme al cognato Adriano Agostini (Ardesio). Il suo nome fittizio, con cui spesso firmava gli articoli che scriveva, poteva essere Andrea Furlini o Francesco Abate. Il 18 marzo 1944 fu arrestato dalla Gestapo: dopo tre mesi di detenzione prima nel carcere di Marassi e poi nel campo di internamento di Fossoli (Modena), fu deportato nel lager di Mauthausen, nel quale restò da fine giugno 1944 al maggio 1945. Rientrato in Italia, fin dallo stesso 1945, Antolini riprese subito a esercitare le attività che riempiranno poi la sua vita fino alla scomparsa, nel 1959. Continuò la sua attività di commercialista, non abbandonando però la passione politica: a livello locale fece parte sia del Comitato federale sia della Commissione economica della Federazione genovese del Pci; fu inoltre eletto consigliere comunale e provinciale ininterrottamente dal 1945 al 1959 nel gruppo comunista. A livello nazionale fece parte dal 1945 della Commissione economica e dal 1948 della Commissione di studio e controllo amministrativo del Pci, pur senza mai entrare nella Direzione. Franco Antolini, sebbene non abbia mai ricoperto cariche pubbliche particolarmente pubbliche, fu il costante ispiratore della linea economica del partito, il quale richiedeva spesso il suo parere in materia di economia. Era infatti noto e ammirato per l’acutezza e l’originalità del suo pensiero economico, espresso soprattutto sotto forma di articoli di divulgazione giornalistica o di saggi in riviste, attraverso i quali si possono ripercorrere tutti i momenti più salienti della storia italiana dal dopoguerra agli anni immediatamente successivi al boom economico. Si ricorda la sua opera più famosa: il “Manuale del contribuente”. Franco Antolini morì prematuramente il 4 luglio 1959 a causa delle complicazioni causate dalle sofferenze fisiche subite in passato.
Redazione, Franco Antolini, Siusa

sabato 9 novembre 2024

I luoghi perduti di Calvino


Italo Calvino, Sanremo e dintorni, a cura di Veronica Pesce e Laura Guglielmi, è un agile volumetto edito dall'editore il palindromo nel 2022. Ripercorre un po' tutti i luoghi che Italo Calvino frequentò nei suoi anni giovanili, trascorsi, come ognun sa (in ispecie in questo iperdidattico anno calviniano), nel Ponente ligure e soprattutto a Sanremo. Più o meno in concomitanza con l'uscita del libretto sono stati apposti per la città dei simpatici pannelli, dotati persino di codice QR, che hanno la funzione di didascalia e che illustrano una sorta di ideale percorso, che comunque si può effettivamente percorrere, scandito così in varie tappe. Peccato però che pressochè tutti i posti più legati a Calvino (entrati nella sua opera sotto forme più o meno riconoscibili, anche se talvolta fantasiosamente rivestiti o trasformati) di questa città - che peraltro egli detestava, citava con tre asterischi nei suoi libri e in cui, per quanto ne sappiamo, non mise più piede dopo la morte della madre, restando per lo scrittore, Sanremo, esclusivamente un paesaggio mentale - bene, peccato che questi posti non esistano più. Villa Meridiana, la casa-laboratorio-orto botanico-foresta dei genitori è stata lottizzata in appartamentini. Il Caffé Venezuela è oggi la sede di una filiale di Banca Intesa Sanpaolo. Scomparsa da tempi immemorabili la Botte di Diogene, bar e punto di ritrovo costituito appunto da una enorme botte. Il cinema Sanremese attualmente è la sede di un negozio d'abbigliamento della catena di Luisa Spagnoli. La stazione ferroviaria non c'è più, come non ci sono più i binari: il vecchio edificio, filmato con Lyda Borelli, fotografato con Stan Laurel & Oliver Hardy, ec., appare oggi come una grigia parete al di là della quale si percepisce il vuoto, come una facciata di quelle attribuite al principe Grigorij Aleksandrovič Potëmkin per nascondere il nulla - e comunque oggi la costruzione resta in totale desolato abbandono, a parte la presenza di un tabaccaio, ultimo strenuo difensore di quel baluardo. La panchina su cui appare un gruppo di studenti (Duilio Cossu, Eugenio Scalfari, ec.) non corrisponde alle panchine attuali, lo sfondo è diverso, e anche il design della panchina è diverso. Villa Angerer è stata abbandonata, depauperata, restaurata; irriconoscibile è la terra di San Giovanni; il casamento che fu il liceo (un tempo il convento delle Monache Turchine) è oggi la sede di istituti tecnici.
Un tizio curioso viaggia fra i luoghi calviniani e si accorge subito che sono luoghi perduti, attraversa locazioni fantasma, vede posti che non ci sono più. La città è davvero diventata invisibile.
Marco Innocenti, I luoghi morti di Calvino, 2024

Altri lavori di Marco Innocenti: articoli in Il Regesto, Bollettino bibliografico dell’Accademia della Pigna - Piccola Biblioteca di Piazza del Capitolo, Sanremo (IM); articoli in Mellophonium; (a cura di) Marco Innocenti, Presenzio Astante, Tre fotografie, lepómene editore, 2024; Silvana Maccario, Margini (Introduzione di Marco Innocenti), Quaderno del circolo lepómene stampato a Sanremo, gennaio 2023; Lorem ipsum, lepómene editore, 2022; (a cura di) Marco Innocenti, Il magistero di Cesare Trucco - per il centenario della nascita 1922-2022, Lo Studiolo, Sanremo, 2022; Scritti danteschi. Due o tre parole su Dante Alighieri, Lo Studiolo, 2021; I signori professori, lepómene editore, 2021; Verdi prati erbosi, lepómene editore, 2021; Libro degli Haikai inadeguati, lepómene editore, 2020; Elogio del Sgt. Tibbs, Edizioni del Rondolino, 2020; Flugblätter (#3. 54 pezzi dispersi e dispersivi), Lo Studiolo, Sanremo (IM), 2019; Sandro Bajini, Fumata bianca dopo penosi conciliaboli (con prefazione di Marco Innocenti), Lo Studiolo, 2018; Flugblätter (Vol. 2: 39 pezzi più o meno d'occasione), Lo Studiolo, Sanremo (IM), 2018; articoli in Sanremo e l'Europa. L'immagine della città tra Otto e Novecento. Catalogo della mostra (Sanremo, 19 luglio-9 settembre 2018), Scalpendi, 2018; Sandro Bajini, Andare alla ventura (con prefazione di Marco Innocenti e con una nota di Maurizio Meschia), Lo Studiolo, Sanremo, 2017; La lotta di classe nei comic books, i quaderni del pesce luna, 2017; Sanguineti didatta e conversatore, Lo Studiolo, Sanremo (IM), 2016; Pubblicità, lepómene editore, 2015; Sandro Bajini, Libera Uscita epigrammi e altro (postfazione di Fabio Barricalla, con supervisione editoriale di Marco Innocenti e progetto grafico di Freddy Colt), Lo Studiolo, Sanremo, marzo 2015; Enzo Maiolino, Non sono un pittore che urla. Conversazioni con Marco Innocenti, philobiblon, Ventimiglia, 2014; articolo in I raccomandati/Los recomendados/Les récommendés/Highly recommended N. 10 - 11/2013; Sandro Bajini, Del modo di trascorrere le ore. Intervista a cura di Marco Innocenti, Ventimiglia, philobiblon, 2012; Sull'arte retorica di Silvio Berlusconi (con uno scritto di Sandro Bajini), Editore Casabianca, Sanremo (IM), 2010; Pensierini, Lepomene, Sanremo, 2010; Sgié me suvièn, Lepomene, Sanremo, 2010; Prosopografie, lepómene editore, 2009; Flugblätter (#1. 49 pezzi facili), lepómene editore, 2008; C’è un libro su Marcel Duchamp, lepómene editore, Sanremo 2008; (a cura di) Alfredo Moreschi in collaborazione con Marco Innocenti e Loretta Marchi, Catalogo della mostra fotografica. 1905-2005: Centenario del Casinò Municipale di Sanremo. Una storia per immagini, De Ferrari, Genova, 2007; con Loretta Marchi e Stefano Verdino, Marinaresca la mia favola. Renzo Laurano e Sanremo dagli anni Venti al Club Tenco. Saggi, documenti, immagini, De Ferrari, 2006
Adriano Maini

giovedì 31 ottobre 2024

Un senatore ed un sindaco comunisti, un anarchico e varie vicende connesse

Perinaldo (IM): il vecchio Municipio

Ci sono leggende sul sindaco Milio [Emilio Croesi] di Perinaldo, l’unico sindaco rosso della provincia più bianca della Liguria durato in carica quarant’anni. Non per niente il mezzogiorno a Perinaldo era suonato dalla sirena del comune e dalla campana della chiesa, ciascuno per i suoi.
Passavano a volte lassù Pertini, Natta e comunisti di tutte le mene e l’enologo Gino Veronelli, anarchico per tutta la vita. Ma nel paese si dice sia passato anche Tony Negri nei tempi in cui era a Parigi e chissà quanti altri.
Di Milio si racconta quando gli saltò la catena mentre era in fuga sul Poggio alla Milano-Sanremo o di quando si gemellò con la città di Vallauris grazie all’amicizia con Picasso. Chissà se è tutto vero. Aveva una vigna in Curli che Veronelli chiamava Romanèe come una delle zone più magiche della Borgogna vinicola. Erano viti centenarie piene di nodi nel tronco e con radici profonde e da qualche parte ci sono ancora bottiglie di quella vigna: sua nipote ne ha qualcuna. Il colore, manco a dirlo, è rubino carico.
Io ho bevuto nel giorno della mia cresima una bottiglia del 1911, l’anno di nascita di mio padre e posso intuire. E’ come avere davanti uno che cinquanta anni prima era già lì. Il nostro però era vino di Canun, vicino al mare, fatto bollire poco nella tina, più chiaro.
Una volta Milio passeggiava al braccio del senatore Papalia, discepolo di Natta. Cinquanta metri indietro nell’ombra del carugio Elio lo riconosce e fischietta un richiamo. Nel silenzio del paese di allora il fischio era meglio di un nome. Il senatore, come sente scibrare [fischiare], lascia il sindaco e corrono ad abbracciarsi. Milio si limita a chiedere asciutto se si conoscono.
Elio [n.d.r.: personaggio anarchico della zona intemelia, residente a Perinaldo, amico di Arturo Viale, che in questo libro ne trascrive svariate memorie] la racconta così l’amicizia: 'nel 1940 a Ventimiglia noi eravamo un gruppo di ragazzi. Ci incontravamo a casa di Vicàri, dove l’atmosfera era di chiaro antifascismo. Io frequentavo anche la casa di Papalia, mio compagno di studi; lui suonava la chitarra, ci divertivamo a comporre qualche canzone e leggevamo anche dei libri. In questo contesto maturò la nostra coscienza politica. Non eravamo inquadrati in partiti politici o associazioni, ma stando a come procedevano gli avvenimenti, sentivamo l’urgenza di far sentire la nostra voce. Pensammo così di fare delle scritte politiche per il primo maggio, ma c’era troppa sorveglianza. Aspettammo qualche giorno per entrare in azione e scegliemmo il 4 maggio: eravamo Papalia Antonio, classe 1924, anche lui mio compagno di scuola, che diventerà senatore del PCI e morirà a Padova; Vicàri Eliano, classe 1923, fratello di Vicàri Fulvio, cui è intestata la sezione ANPI di Ventimiglia, ed io, classe 1924. Scrivemmo frasi contro il fascismo sui muri della città, alla marina, al mercato, al cimitero. Alcune me le ricordo ancora: “Donne svegliatevi! Pane ai vostri bambini e morte a Mussolini”; poi “Pane e pasta, di Mussolini ne abbiamo a basta” e ancora sulle mura del cimitero “Vento, vento portalo qua dentro che tutto il mondo sarà contento”. L’indomani vennero arrestate dalla milizia fascista circa trenta persone, ma nessuno sospettava di noi'.
Arturo Viale, ViteParallele, ed. in pr., 2009

Altre pubblicazioni di Arturo Viale: I sette mari. Storie e scie di navi e di naviganti e qualche isola, Book Sprint Edizioni, 2024; Punti Cardinali. Da capo Mortola a capo Sant'Ampelio, Edizioni Zem, 2022; La Merica...non c'era ancora, Edizioni Zem, 2020; Oltrepassare. Storie di passaggi tra Ponente Ligure e Provenza, Edizioni Zem, 2019; L'ombra di mio padre, 2017; Quaranta e mezzo; Viaggi; Storie&fandonie; Ho radici e ali; Mezz'agosto, 1994; Viaggi, 1993.
Adriano Maini 

Siamo dalla parte di Soldano, dalla parte di Perinaldo, non da quella di Dolceacqua, siamo dalla parte dove Gino Veronelli individuò la Romanèe Conti Italiana, quella piccola vigna di Rossese che negli anni 70-80 raggiunse fama internazionale per le riuscitissime vinificazioni confidenziali  del vulcanico sindaco di Perinaldo, Emilio Croesi. Durante un intervista in video di qualche anno fa, Gino Veronelli tirò in piedi una bottiglia di vino rosso e la definì: “uno dei più grandi vini della mia vita” e ancora “vino nato da una parcella di vigna che è la Romanèe Italiana... Leggo altrove una definizione: “Il colore è rubino carico con netti sentori di selvatico, spezie e frutti di macchia mediterranea. Il corpo è pieno con sensazioni aromatiche prolungate. E vino di impensabile longevità... Si tratta del Rossese Vigneto Curli 1978 di Emilio Croesi, leggendario sindaco di Perinaldo. Non so il 1978, ancora esistente in cantine private degli eredi Croesi, ma il 1982 l’ho provato un paio di volte, la seconda da lacrime.
Guardiano del Faro, ottobre 2008, in Luciano Pignataro

Antonio Papalia negli anni '50 era un funzionario della Federazione provinciale di Imperia del Partito comunista. Trasferito a Padova, assunse lo stesso incarico anche in quella città. Prima di essere eletto senatore, fu (dal 1969) segretario provinciale del PCI di Padova: schede specifiche dedicate a questo organismo sottolineano che Papalia era stato un insegnante, che era funzionario di partito dal 1952, che era stato membro del Comitato Centrale del PCI. Negli anni '80 i militanti comunisti più anziani di Ventimiglia e zona lo ricordavano con grandi stima ed affetto.
Adriano Maini

Motivazione della medaglia d'argento (Decreto presidenziale 11 luglio 1972 in Gazzetta Ufficiale n. 319 del 9 dicembre 1972) concessa alla memoria per attività partigiana al partigiano Fulvio "Lilli" Vicàri, nato a Ventimiglia (IM) il 18 novembre 1919, che si era già distinto ai primi di luglio 1944 nella difesa di Rocchetta Nervina (IM) e nell'autunno successivo nelle battaglie per Pigna (IM), ufficiale di collegamento della V^ Brigata d'Assalto Garibaldi "Luigi Nuvoloni" della II^ Divisione "Felice Cascione", morto a difesa della polveriera, presa in possesso dai patrioti, di Gavano: Durante due giorni di cruenti combattimenti, sotto l'intenso fuoco dell'artiglieria e dei mortai avversari, infondeva nei commilitoni, con il suo sereno comportamento, coraggio e determinazione a resistere. Accortosi che una mitragliatrice pesante stava per essere catturata dal nemico, si lanciava alla testa di pochi ardimentosi al contrassalto, riuscendo a frenare l'impeto avversario ed a salvare l'arma. In una successiva azione contro una colonna nemica, colpito a morte, cadeva per la libertà della Patria. - Rocchetta Nervina (Imperia), 3 giugno 1944 -  Val Gavano di Triora (Imperia), 15 marzo 1945 

Fu attiva patriota antifascista, come riportato dalla banca dati dell'Istituto Ligure per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea, anche Brigida Rondelli, nata a Camporosso nel 1905 da Giuseppe e Teresa Gibelli, sorella di Fulvio Vicàri, nato a Ventimiglia nel 1919, ed Eliano Vicàri, nato a Ventimiglia nel 1923.
Adriano Maini

giovedì 24 ottobre 2024

Un progetto di qualche anno fa per il futuro di Sanremo

Fonte: Claudia Novaro, Op. cit. infra

Il progetto di riqualificazione del waterfront di San Remo, a seguito dello spostamento a monte della ferrovia, rappresenta un’occasione irripetibile per la città di riconfigurare in maniera adeguata un’area di notevole rilevanza, avendo la possibilità di realizzare un intervento che si ponga come nuovo polo attrattivo per la cittadina. Per più di un secolo il percorso della ferrovia ha creato una forte cesura tra città e mare. Finalità del mio elaborato è un progetto che unisca il recupero del lungomare e della piazza centrale. L’importanza della riconquista del mare da parte della città, si attua attraverso una compenetrazione reale fra le due parti, la connessione urbanistica di volumi e funzioni.
Per perseguire questo obiettivo il progetto definisce alcuni punti programmatici:
 

Fonte: Claudia Novaro, Op. cit. infra

Riqualificazione Porto Sole e spiaggia Morgana
La struttura dell’albergo in costruzione viene riconvertita in centro commerciale e locali di servizio al porto. La copertura dell’edificio viene attrezzata mediante l’inserimento di una piscina. L’area antistante, affacciata sul mare, diventa una grande piazza alberata da cui parte la passerella-ponte sopraelevata che, passando a pelo dell’acqua, garantisce un collegamento veloce, scenografico e divertente tra il porto nuovo e quello storico. All’interno della spiaggia del Morgana che, vista la sua posizione chiusa tra i due porti, non offre le caratteristiche e i privilegi tipici delle spiagge, viene proposta la realizzazione di un parco acquatico attrezzato. Al posto delle cabine, forte segno visivo di sfondo alla spiaggia, viene realizzato un edificio che ne segue la conformazione.
Riorganizzazione servizi Porto Vecchio e passerella di collegamento con Porto Sole
Oltre all’estensione dell’area pedonale verso il porto, vengono introdotte nuove occasione d’uso con l’inserimento di strutture fisse a doppio affaccio verso il porto e verso la città.
Edificio speculare forte S. Tecla
Nel punto in cui l’asse storico di Corso Mombello confluisce con la linea di costa e il mare, il progetto prevede la realizzazione di una piazza e un edificio situato in posizione speculare rispetto al Forte. Il piano intende creare un importante confluenza tra l'arteria urbana storica e il litorale mediante una grande piattaforma che si spinge sul mare, caratterizzata dalla presenza di particolari coperture che danno la possibilità di sostare ai visitatori.
Estensione spiagge lungomare Calvino
L’intervento prevede di raccordare il livello delle spiagge (quota 0.00) al livello dove ora è situato il parcheggio a raso (quota +3.50). Ogni nuova funzione è stata inglobata nel disegno del suolo, capace di svilupparsi su più livelli toccando e collegando ogni punto del progetto. Attraverso la realizzazione di gradoni che si sviluppano con andamento sinusoidale e asimmetrico, il passaggio tra la città e il mare avviene in modo graduale. All’interno dei gradoni, affacciati sul mare, trovano spazio numerosi servizi. Sopra le strutture, aree di sosta, spazi verdi, zone attrezzate per lo sport e i giochi. Tutto il sistema è pensato per essere attraversato sia in senso longitudinale che sull'asse città-mare, negando l'effetto di barriera costituito dall’ex sedime ferroviario.
Collegamento a passeggiata Imperatrice
L’importante passeggiata diverrebbe un lungo nastro continuo che guida il visitatore all’interno della città e verso le città limitrofe, una passeggiata lungomare dove la superficie così articolata, in maniera meno invasiva di un edificato continuo, realizza un land mark orizzontale caratterizzante la città.
 

Fonte: Claudia Novaro, Op. cit. infra

Piazza Colombo
L’idea progettuale nasce dal desiderio di collegare i due livelli della piazza e conservare l’autostazione trasformandola però grazie all’inserimento di un involucro vetrato dal profilo curvilineo che definisce un unico volume contenente diverse e nuove funzioni. Il giardino adiacente viene riorganizzato e vengono ripensati tutti i collegamenti interni della piazza.
Claudia Novaro, Sanremo: immagini dal futuro, Tesi di Laurea Magistrale, Politecnico di Torino, 2008

giovedì 17 ottobre 2024

Bordighera: mostra fotografica collettiva 'Immagini da un libro mai stampato'

 


 

Unione Culturale Democratica -  Sezione ANPI 

Bordighera (IM), Via al Mercato, 8

 

Domenica 20 ottobre 2024 - Domenica 27 ottobre 2024  - ore 17 / 19 (festivi compresi)

 

MOSTRA FOTOGRAFICA COLLETTIVA

'Immagini da un libro mai stampato'

 

ingresso libero

 

Sul finire degli anni sessanta e i primi del settanta, un gruppo di nove fotoamatori, senza esserne consapevole, ha salvato alla memoria la testimonianza di un modo di vivere che da lì a poco sarebbe scomparso. Ci sarebbe stato una vera rottura tra prima e dopo.
Il passaggio dalla produzione in proprio per i beni di consumo a quello degli acquisti sul mercato. Sarebbe continuato inesorabile l'esodo dei giovani verso la costa, che avrebbe così svuotato poco a poco i paesi dell'entroterra custodi ultimi delle antiche tradizioni. Un'apparente povertà era invece la cultura del non spreco e del riutilizzo. Grandi risparmiatori per il futuro dei figli e dei nipoti. I borghi durante le ore di luce erano per lo più frequentati solo da vecchi e bambini. La forza del lavoro era nei campi o nelle abitazioni. Chi, testimone giovane in quel periodo, ricorderà le donne lavare i panni nel lavatoio, le bande di ragazzini liberi di giocare ovunque, le case di pietra grige all'ubago, gli ultimi muli, le processioni e le vestizioni per l'occasione; insomma un popolo di lavoratori che si accontentavano di poco, ma che vivevano seguendo il percorso del sole.
Da circa duecento foto ne sono state estrapolate sessantaquattro per essere stampate. Le rimanenti sarà possibile visualizzarle proiettate su uno schermo. Dei nove fotografi di queste immagini solo due sono ancora vivi.
Alfredo Moreschi, facente parte del gruppo, ha il grande merito di averle conservate, salvate e digitalizzate, permettendoci così di rivivere un passato non così lontano.
Silvana Maccario 
 

 

Unione Culturale DemocraticaSezione ANPI - Bordighera (IM), Via al Mercato, 8 

 [ ref.: Giorgio Loreti nemo_nemo@hotmail.com ]